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Saṁyutta Nikāya 2.26 Discorsi connessi 2.26
3. Nānātitthiyavagga 3. Il capitolo sui vari religiosi
Rohitassasutta Il discorso con Rohitassa
Sāvatthinidānaṁ. A Sāvatthī.
Ekamantaṁ ṭhito kho rohitasso devaputto bhagavantaṁ etadavoca: Rimanendo in piedi a lato, l’angioletto Rohitassa disse al Buddha:
“yattha nu kho, bhante, na jāyati na jīyati na mīyati na cavati na upapajjati, sakkā nu kho so, bhante, gamanena lokassa anto ñātuṁ vā daṭṭhuṁ vā pāpuṇituṁ vā”ti? “Signore, è possibile conoscere, vedere, o raggiungere la fine del mondo viaggiando in un posto dove non si nasce, non si invecchia, non si muore, non si decede, o non ci si reincarna?”
“Yattha kho, āvuso, na jāyati na jīyati na mīyati na cavati na upapajjati, nāhaṁ taṁ gamanena lokassa antaṁ ñāteyyaṁ daṭṭheyyaṁ patteyyanti vadāmī”ti. “Fratello, io dico che non sia possibile conoscere, vedere, o raggiungere la fine del mondo viaggiando in un posto dove non si nasce, non si invecchia, non si muore, non si decede, o non ci si reincarna”
“Acchariyaṁ, bhante, abbhutaṁ, bhante. “È incredibile, Signore, è strabiliante
Yāvasubhāsitamidaṁ, bhante, bhagavatā: quanto questo sia stato ben detto dal Buddha.
‘yattha kho, āvuso, na jāyati na jīyati na mīyati na cavati na upapajjati, nāhaṁ taṁ gamanena lokassa antaṁ ñāteyyaṁ daṭṭheyyaṁ patteyyanti vadāmī’ti.
Bhūtapubbāhaṁ, bhante, rohitasso nāma isi ahosiṁ bhojaputto iddhimā vehāsaṅgamo. Una volta, Signore, ero un veggente di nome Rohitassa del popolo Bhoja. Camminavo nel cielo grazie ai miei poteri psichici.
Tassa mayhaṁ, bhante, evarūpo javo ahosi; seyyathāpi nāma daḷhadhammā dhanuggaho susikkhito katahattho katayoggo katūpāsano lahukena asanena appakasireneva tiriyaṁ tālacchāyaṁ atipāteyya. Ero veloce come una freccia leggera che viene scoccata attraverso l’ombra di una palma da un tiratore con l’arco esperto con un potente arco.
Tassa mayhaṁ, bhante, evarūpo padavītihāro ahosi; seyyathāpi nāma puratthimā samuddā pacchimo samuddo. Il mio passo era lungo dall’oceano orientale a quello occidentale.
Tassa mayhaṁ, bhante, evarūpaṁ icchāgataṁ uppajji: Mi venne questo desiderio:
‘ahaṁ gamanena lokassa antaṁ pāpuṇissāmī’ti. ‘Raggiungerò la fine del mondo viaggiando’.
So khvāhaṁ, bhante, evarūpena javena samannāgato evarūpena ca padavītihārena, aññatreva asitapītakhāyitasāyitā aññatra uccārapassāvakammā aññatra niddākilamathapaṭivinodanā vassasatāyuko vassasatajīvī vassasataṁ gantvā appatvāva lokassa antaṁ antarāva kālaṅkato. Con tale velocità e passo, viaggiai per tutta la mia vita di cento anni, fermandomi solo a mangiare e bere, per andare in bagno, e per dormire per scacciare la stanchezza, ma morii lungo la strada, senza mai raggiungere la fine del mondo.
Acchariyaṁ, bhante, abbhutaṁ, bhante. “È incredibile, Signore, è strabiliante
Yāvasubhāsitamidaṁ, bhante, bhagavatā: quanto questo sia stato ben detto dal Buddha:
‘yattha kho, āvuso, na jāyati na jīyati na mīyati na cavati na upapajjati, nāhaṁ taṁ gamanena lokassa antaṁ ñāteyyaṁ daṭṭheyyaṁ patteyyanti vadāmī’”ti. ‘Fratello, io dico che non sia possibile conoscere, vedere, o raggiungere la fine del mondo viaggiando in un posto dove non si nasce, non si invecchia, non si muore, non si decede, o non ci si reincarna’”
“Na kho panāhaṁ, āvuso, appatvā lokassa antaṁ dukkhassa antakiriyaṁ vadāmi. “Ma, fratello, io dico anche che non si può porre fine alla sofferenza senza raggiungere la fine del mondo.
Api ca khvāhaṁ, āvuso, imasmiṁyeva byāmamatte kaḷevare sasaññimhi samanake lokañca paññapemi lokasamudayañca lokanirodhañca lokanirodhagāminiñca paṭipadanti. Poiché è in questa carcassa da un metro e ottanta con la propria percezione e mente che descrivo il mondo, la sua origine, la sua cessazione, e la pratica che porta alla sua cessazione.
Gamanena na pattabbo, La fine del mondo non potrà mai
lokassanto kudācanaṁ; essere raggiunta viaggiando.
Na ca appatvā lokantaṁ, Ma senza raggiungere la fine del mondo,
dukkhā atthi pamocanaṁ. non ci si può liberare dalla sofferenza.
Tasmā have lokavidū sumedho, Quindi una persona intelligente, comprendendo il mondo,
Lokantagū vusitabrahmacariyo; completa il percorso spirituale, e raggiunge la fine del mondo.
Lokassa antaṁ samitāvi ñatvā, Calmo, conoscendo la fine del mondo,
Nāsīsati lokamimaṁ parañcā”ti. non spera in questo mondo, né nell’aldilà”.