Other Translations: Deutsch , English , ру́сский язы́к

From:

PreviousNext

Majjhima Nikāya 141 Discorsi medi 141

Saccavibhaṅgasutta Il discorso sull’analisi delle verità

Evaṁ me sutaṁ—Così ho sentito.

ekaṁ samayaṁ bhagavā bārāṇasiyaṁ viharati isipatane migadāye. Una volta il Buddha dimorava vicino a Varanasi, nel parco dei cervi a Isipatana.

Tatra kho bhagavā bhikkhū āmantesi: Lì il Buddha si rivolse ai monaci:

“bhikkhavo”ti. “Monaci!”

“Bhadante”ti te bhikkhū bhagavato paccassosuṁ. “Venerabile Signore”, risposero i monaci.

Bhagavā etadavoca: Il Buddha disse:

“Tathāgatena, bhikkhave, arahatā sammāsambuddhena bārāṇasiyaṁ isipatane migadāye anuttaraṁ dhammacakkaṁ pavattitaṁ appaṭivattiyaṁ samaṇena vā brāhmaṇena vā devena vā mārena vā brahmunā vā kenaci vā lokasmiṁ, yadidaṁ—“Vicino a Varanasi, nel parco dei cervi a Isipatana, il Realizzato, il perfetto, il Buddha completamente risvegliato ha messo in moto la Ruota Suprema dell’Insegnamento. E questa ruota non può essere fermata da alcun asceta o bramino, o essere celeste, o diavolo, o dio, o nessuno al mondo, vale a dire:

catunnaṁ ariyasaccānaṁ ācikkhanā desanā paññāpanā paṭṭhapanā vivaraṇā vibhajanā uttānīkammaṁ. l’insegnamento, il sostenimento, l’istituzione, il chiarimento, l’analisi, e la rivelazione delle quattro nobili verità.

Katamesaṁ catunnaṁ? Quali quattro?

Dukkhassa ariyasaccassa ācikkhanā desanā paññāpanā paṭṭhapanā vivaraṇā vibhajanā uttānīkammaṁ, dukkhasamudayassa ariyasaccassa ācikkhanā desanā paññāpanā paṭṭhapanā vivaraṇā vibhajanā uttānīkammaṁ, dukkhanirodhassa ariyasaccassa ācikkhanā desanā paññāpanā paṭṭhapanā vivaraṇā vibhajanā uttānīkammaṁ, dukkhanirodhagāminiyā paṭipadāya ariyasaccassa ācikkhanā desanā paññāpanā paṭṭhapanā vivaraṇā vibhajanā uttānīkammaṁ. L’insegnamento, il sostenimento, l’istituzione, il chiarimento, l’analisi, e la rivelazione della nobile verità della sofferenza; l’insegnamento, il sostenimento, l’istituzione, il chiarimento, l’analisi, e la rivelazione della nobile verità dell’origine della sofferenza; l’insegnamento, il sostenimento, l’istituzione, il chiarimento, l’analisi, e la rivelazione della nobile verità della cessazione della sofferenza; e l’insegnamento, il sostenimento, l’istituzione, il chiarimento, l’analisi, e la rivelazione della nobile verità della pratica che porta alla cessazione sofferenza;

Tathāgatena, bhikkhave, arahatā sammāsambuddhena bārāṇasiyaṁ isipatane migadāye anuttaraṁ dhammacakkaṁ pavattitaṁ appaṭivattiyaṁ samaṇena vā brāhmaṇena vā devena vā mārena vā brahmunā vā kenaci vā lokasmiṁ, yadidaṁ—Vicino a Varanasi, nel parco dei cervi a Isipatana, il Realizzato, il perfetto, il Buddha completamente risvegliato ha messo in moto la Ruota Suprema dell’Insegnamento. E questa ruota non può essere fermata da alcun asceta o bramino, o essere celeste, o diavolo, o dio, o nessuno al mondo, vale a dire:

imesaṁ catunnaṁ ariyasaccānaṁ ācikkhanā desanā paññāpanā paṭṭhapanā vivaraṇā vibhajanā uttānīkammaṁ. l’insegnamento, il sostenimento, l’istituzione, il chiarimento, l’analisi, e la rivelazione delle quattro nobili verità.

Sevatha, bhikkhave, sāriputtamoggallāne; Monaci, dovete coltivare l’amicizia con Sāriputta e Moggallāna.

bhajatha, bhikkhave, sāriputtamoggallāne. Dovete frequentare Sāriputta e Mogallāna.

Paṇḍitā bhikkhū anuggāhakā sabrahmacārīnaṁ. Sono astuti, e supportano i loro compagni spirituali.

Seyyathāpi, bhikkhave, janetā, evaṁ sāriputto; Sāriputta è come chi dà alla luce un figlio,

seyyathāpi jātassa āpādetā, evaṁ moggallāno. mentre Moggallāna è come chi lo cresce.

Sāriputto, bhikkhave, sotāpattiphale vineti, moggallāno uttamatthe. Sāriputta guida la gente al frutto dell’entrata nella corrente, Moggallāna all’obiettivo supremo.

Sāriputto, bhikkhave, pahoti cattāri ariyasaccāni vitthārena ācikkhituṁ desetuṁ paññāpetuṁ paṭṭhapetuṁ vivarituṁ vibhajituṁ uttānīkātun”ti. Sāriputta è in grado di spiegare, insegnare, asserire, stabilire, chiarire, analizzare, e rivelare le quattro nobili verità in dettaglio”.

Idamavoca bhagavā. Questo è ciò che il Buddha disse.

Idaṁ vatvāna sugato uṭṭhāyāsanā vihāraṁ pāvisi. Detto ciò, il Santo si alzò dal proprio posto ed entrò nella propria dimora.

Tatra kho āyasmā sāriputto acirapakkantassa bhagavato bhikkhū āmantesi: Poi, poco dopo che il Buddha se ne era andato, il Venerabile Sāriputta disse ai monaci:

“āvuso bhikkhave”ti. “Fratelli monaci!”

“Āvuso”ti kho te bhikkhū āyasmato sāriputtassa paccassosuṁ. “Fratello”, risposero i monaci.

Āyasmā sāriputto etadavoca: Il Venerabile Sāriputta disse:

“Tathāgatena, āvuso, arahatā sammāsambuddhena bārāṇasiyaṁ isipatane migadāye anuttaraṁ dhammacakkaṁ pavattitaṁ appaṭivattiyaṁ samaṇena vā brāhmaṇena vā devena vā mārena vā brahmunā vā kenaci vā lokasmiṁ, yadidaṁ—“Vicino a Varanasi, nel parco dei cervi a Isipatana, il Realizzato, il perfetto, il Buddha completamente risvegliato ha messo in moto la Ruota Suprema dell’Insegnamento. E questa ruota non può essere fermata da alcun asceta o bramino, o essere celeste, o diavolo, o dio, o nessuno al mondo, vale a dire:

catunnaṁ ariyasaccānaṁ ācikkhanā desanā paññāpanā paṭṭhapanā vivaraṇā vibhajanā uttānīkammaṁ. l’insegnamento, il sostenimento, l’istituzione, il chiarimento, l’analisi, e la rivelazione delle quattro nobili verità.

Katamesaṁ catunnaṁ? Quali quattro?

Dukkhassa ariyasaccassa ācikkhanā desanā paññāpanā paṭṭhapanā vivaraṇā vibhajanā uttānīkammaṁ, dukkhasamudayassa ariyasaccassa ācikkhanā desanā paññāpanā paṭṭhapanā vivaraṇā vibhajanā uttānīkammaṁ, dukkhanirodhassa ariyasaccassa ācikkhanā desanā paññāpanā paṭṭhapanā vivaraṇā vibhajanā uttānīkammaṁ, dukkhanirodhagāminiyā paṭipadāya ariyasaccassa ācikkhanā desanā paññāpanā paṭṭhapanā vivaraṇā vibhajanā uttānīkammaṁ. L’insegnamento, il sostenimento, l’istituzione, il chiarimento, l’analisi, e la rivelazione della nobile verità della sofferenza; l’insegnamento, il sostenimento, l’istituzione, il chiarimento, l’analisi, e la rivelazione della nobile verità dell’origine della sofferenza; l’insegnamento, il sostenimento, l’istituzione, il chiarimento, l’analisi, e la rivelazione della nobile verità della cessazione della sofferenza; e l’insegnamento, il sostenimento, l’istituzione, il chiarimento, l’analisi, e la rivelazione della nobile verità della pratica che porta alla cessazione sofferenza;

Katamañcāvuso, dukkhaṁ ariyasaccaṁ? E qual è la nobile verità della sofferenza?

Jātipi dukkhā, jarāpi dukkhā, maraṇampi dukkhaṁ, sokaparidevadukkhadomanassupāyāsāpi dukkhā, yampicchaṁ na labhati tampi dukkhaṁ; saṅkhittena pañcupādānakkhandhā dukkhā. La nascita è sofferenza; la vecchiaia è sofferenza; la morte è sofferenza; la tristezza, il lamento, il dolore, la malinconia, e l’angoscia sono sofferenza; non ottenere ciò che si vuole è sofferenza. In breve, i cinque aggregati di attaccamento sono sofferenza.

Katamā cāvuso, jāti? E cos’è la nascita?

Yā tesaṁ tesaṁ sattānaṁ tamhi tamhi sattanikāye jāti sañjāti okkanti abhinibbatti khandhānaṁ pātubhāvo āyatanānaṁ paṭilābho, La nascita, inizio, concepimento, reincarnazione, manifestazione degli aggregati, e acquisizione dei campi sensoriali dei vari esseri viventi nelle varie classi di esseri viventi.

ayaṁ vuccatāvuso: ‘jāti’. Questo si chiama nascita.

Katamā cāvuso, jarā? E cos’è la vecchiaia?

Yā tesaṁ tesaṁ sattānaṁ tamhi tamhi sattanikāye jarā jīraṇatā khaṇḍiccaṁ pāliccaṁ valittacatā āyuno saṁhāni indriyānaṁ paripāko, La vecchiaia, decrepitezza, denti rotti, capelli grigi, pelle rugosa, vitalità diminuita, e facoltà deboli dei vari esseri viventi nelle varie classi di esseri viventi.

ayaṁ vuccatāvuso: ‘jarā’. Questo si chiama vecchiaia.

Katamañcāvuso, maraṇaṁ? E cos’è la morte?

Yā tesaṁ tesaṁ sattānaṁ tamhā tamhā sattanikāyā cuti cavanatā bhedo antaradhānaṁ maccu maraṇaṁ kālaṅkiriyā khandhānaṁ bhedo kaḷevarassa nikkhepo jīvitindriyassupacchedo, Il decedere, deperire, la disintegrazione, la fine, la mortalità, morte, decesso, lo sciogliersi degli aggregati, il riporre il cadavere, e il taglio della facoltà della vita dei vari esseri viventi nelle varie classi di esseri viventi.

idaṁ vuccatāvuso: ‘maraṇaṁ’. Questo si chiama morte.

Katamo cāvuso, soko? E cos’è la tristezza?

Yo kho, āvuso, aññataraññatarena byasanena samannāgatassa aññataraññatarena dukkhadhammena phuṭṭhassa soko socanā socitattaṁ antosoko antoparisoko, La tristezza, l’intristirsi, lo stato di tristezza, tristezza interiore, depressione in chi ha subito una disgrazia, che ha provato sofferenza.

ayaṁ vuccatāvuso: ‘soko’. Questo si chiama tristezza.

Katamo cāvuso, paridevo? E cos’è il lamento?

Yo kho, āvuso, aññataraññatarena byasanena samannāgatassa aññataraññatarena dukkhadhammena phuṭṭhassa ādevo paridevo ādevanā paridevanā ādevitattaṁ paridevitattaṁ, Il pianto, lamento, piangere, lamentarsi, lo stato di gemito e lamento in chi ha subito una disgrazia, che ha provato sofferenza.

ayaṁ vuccatāvuso: ‘paridevo’. Questo si chiama lamento.

Katamañcāvuso, dukkhaṁ? E cos’è il dolore?

Yaṁ kho, āvuso, kāyikaṁ dukkhaṁ kāyikaṁ asātaṁ kāyasamphassajaṁ dukkhaṁ asātaṁ vedayitaṁ, Il dolore fisico, il disagio fisico, la sensazione dolorosa e spiacevole nata dal contatto fisico.

idaṁ vuccatāvuso: ‘dukkhaṁ’. Questo si chiama dolore.

Katamañcāvuso, domanassaṁ? E cos’è la malinconia?

Yaṁ kho, āvuso, cetasikaṁ dukkhaṁ cetasikaṁ asātaṁ manosamphassajaṁ dukkhaṁ asātaṁ vedayitaṁ, Il dolore mentale, il dispiacere mentale, la sensazione dolorosa e spiacevole nata dal contatto mentale.

idaṁ vuccatāvuso: ‘domanassaṁ’. Questa si chiama malinconia.

Katamo cāvuso, upāyāso? E cos’è l’angoscia?

Yo kho, āvuso, aññataraññatarena byasanena samannāgatassa aññataraññatarena dukkhadhammena phuṭṭhassa āyāso upāyāso āyāsitattaṁ upāyāsitattaṁ, Lo stress, l’angoscia, lo stato di stress e angoscia in chi ha subito una disgrazia, che ha provato sofferenza.

ayaṁ vuccatāvuso: ‘upāyāso’. Questo si chiama angoscia.

Katamañcāvuso, yampicchaṁ na labhati tampi dukkhaṁ? E cos’è il ‘non ottenere ciò che si vuole è sofferenza’?

Jātidhammānaṁ, āvuso, sattānaṁ evaṁ icchā uppajjati: Negli esseri viventi soggetti alla nascita sorge un desiderio:

‘aho vata mayaṁ na jātidhammā assāma; na ca vata no jāti āgaccheyyā’ti. ‘Oh, se solo non fossimo soggetti alla nascita! Se solo la nascita non venisse a noi!’

Na kho panetaṁ icchāya pattabbaṁ. Ma non si può ottenere solo sperando.

Idampi: ‘yampicchaṁ na labhati tampi dukkhaṁ’. Questo è: ‘non ottenere ciò che si vuole è sofferenza’.

Jarādhammānaṁ, āvuso, sattānaṁ …pe… Negli esseri viventi soggetti alla vecchiaia …

byādhidhammānaṁ, āvuso, sattānaṁ … alla malattia …

maraṇadhammānaṁ, āvuso, sattānaṁ … alla morte …

sokaparidevadukkhadomanassupāyāsadhammānaṁ, āvuso, sattānaṁ evaṁ icchā uppajjati: o che provano tristezza, lamento, dolore, malinconia, e angoscia, sorge un desiderio:

‘aho vata mayaṁ na sokaparidevadukkhadomanassupāyāsadhammā assāma; na ca vata no sokaparidevadukkhadomanassupāyāsā āgaccheyyun’ti. ‘Oh, se solo non fossimo soggetti a tristezza, lamento, dolore, malinconia, e angoscia! Se solo tristezza, lamento, dolore, malinconia, e angoscia non venissero a noi!’

Na kho panetaṁ icchāya pattabbaṁ. Ma non si può ottenere solo sperando.

Idampi: ‘yampicchaṁ na labhati tampi dukkhaṁ’. Questo è: ‘non ottenere ciò che si vuole è sofferenza’.

Katame cāvuso, saṅkhittena pañcupādānakkhandhā dukkhā? E cos’è ‘in breve, i cinque aggregati di attaccamento sono sofferenza’?

Seyyathidaṁ—rūpupādānakkhandho, vedanupādānakkhandho, saññupādānakkhandho, saṅkhārupādānakkhandho, viññāṇupādānakkhandho. Sono: l’aggregato di attaccamento della forma, l’aggregato di attaccamento della sensazione, l’aggregato di attaccamento della percezione, l’aggregato di attaccamento delle attività, e l’aggregato di attaccamento della coscienza.

Ime vuccantāvuso: ‘saṅkhittena pañcupādānakkhandhā dukkhā’. Questo di chiama ‘in breve i cinque aggregati di attaccamento sono sofferenza’.

Idaṁ vuccatāvuso: ‘dukkhaṁ ariyasaccaṁ’. Questa si chiama la nobile verità della sofferenza.

Katamañcāvuso, dukkhasamudayaṁ ariyasaccaṁ? E qual è la nobile verità dell’origine della sofferenza?

Yāyaṁ taṇhā ponobbhavikā nandīrāgasahagatā tatratatrābhinandinī, seyyathidaṁ—È la brama che porta a esistenza futura, mista a godimento e avidità, trarre piacere qui e là. Cioè:

kāmataṇhā bhavataṇhā vibhavataṇhā, la brama di piaceri dei sensi, la brama di esistere, e la brama di non esistere.

idaṁ vuccatāvuso: ‘dukkhasamudayaṁ ariyasaccaṁ’. Questa si chiama la nobile verità dell’origine della sofferenza.

Katamañcāvuso, dukkhanirodhaṁ ariyasaccaṁ? E qual è la nobile verità della cessazione della sofferenza?

Yo tassāyeva taṇhāya asesavirāganirodho cāgo paṭinissaggo mutti anālayo, È lo svanire e la cessazione di quella stessa brama senza che ne rimanga nulla; abbandonarla, lasciarla andare, rilasciarla, e non attaccarcisi.

idaṁ vuccatāvuso: ‘dukkhanirodhaṁ ariyasaccaṁ’. Questa si chiama la nobile verità della cessazione della sofferenza.

Katamañcāvuso, dukkhanirodhagāminī paṭipadā ariyasaccaṁ? E qual è la nobile verità della pratica che porta alla cessazione della sofferenza?

Ayameva ariyo aṭṭhaṅgiko maggo, seyyathidaṁ—È semplicemente questo nobile ottuplice sentiero, cioè:

sammādiṭṭhi, sammāsaṅkappo, sammāvācā, sammākammanto, sammāājīvo, sammāvāyāmo, sammāsati, sammāsamādhi. opinione corretta, pensiero corretto, linguaggio corretto, azione corretta, sostentamento corretto, sforzo corretto, consapevolezza corretta, e concentrazione corretta.

Katamā cāvuso, sammādiṭṭhi? E cos’è l’opinione corretta?

Yaṁ kho, āvuso, dukkhe ñāṇaṁ, dukkhasamudaye ñāṇaṁ, dukkhanirodhe ñāṇaṁ, dukkhanirodhagāminiyā paṭipadāya ñāṇaṁ, Conoscere cos’è la sofferenza, l’origine della sofferenza, la cessazione della sofferenza, e la pratica che porta alla cessazione della sofferenza.

ayaṁ vuccatāvuso: ‘sammādiṭṭhi’. Questa si chiama opinione corretta.

Katamo cāvuso, sammāsaṅkappo? E cos’è il pensiero corretto?

Nekkhammasaṅkappo, abyāpādasaṅkappo, avihiṁsāsaṅkappo, Pensieri di rinuncia, pensieri benevoli, e pensieri innocenti.

ayaṁ vuccatāvuso: ‘sammāsaṅkappo’. Questo si chiama pensiero corretto.

Katamā cāvuso, sammāvācā? E cos’è il linguaggio corretto?

Musāvādā veramaṇī, pisuṇāya vācāya veramaṇī, pharusāya vācāya veramaṇī, samphappalāpā veramaṇī, Astenersi dal linguaggio falso, divisivo, aspro, o senza motivo.

ayaṁ vuccatāvuso: ‘sammāvācā’. Questo si chiama linguaggio corretto.

Katamo cāvuso, sammākammanto? E cos’è l’azione corretta?

Pāṇātipātā veramaṇī, adinnādānā veramaṇī, kāmesumicchācārā veramaṇī, Astenersi dall’uccidere, dal rubare, e dalla condotta sessuale sbagliata.

ayaṁ vuccatāvuso: ‘sammākammanto’. Questa si chiama azione corretta.

Katamo cāvuso, sammāājīvo? E cos’è il sostentamento corretto?

Idhāvuso, ariyasāvako micchāājīvaṁ pahāya sammāājīvena jīvikaṁ kappeti, È quando un discepolo nobile abbandona il sostentamento sbagliato e si mantiene attraverso sostentamento corretto.

ayaṁ vuccatāvuso: ‘sammāājīvo’. Questo si chiama sostentamento corretto.

Katamo cāvuso, sammāvāyāmo? E cos’è lo sforzo corretto?

Idhāvuso, bhikkhu anuppannānaṁ pāpakānaṁ akusalānaṁ dhammānaṁ anuppādāya chandaṁ janeti vāyamati vīriyaṁ ārabhati cittaṁ paggaṇhāti padahati, È quando un monaco genera entusiasmo, ci prova, fa uno sforzo, esercita la mente, e lavora in modo che le qualità malvagie e cattive non si manifestino.

uppannānaṁ pāpakānaṁ akusalānaṁ dhammānaṁ pahānāya chandaṁ janeti vāyamati vīriyaṁ ārabhati cittaṁ paggaṇhāti padahati, Genera entusiasmo, ci prova, fa uno sforzo, esercita la mente, e lavora in modo che le qualità malvagie e cattive manifestate si dissolvano.

anuppannānaṁ kusalānaṁ dhammānaṁ uppādāya chandaṁ janeti vāyamati vīriyaṁ ārabhati cittaṁ paggaṇhāti padahati, Genera entusiasmo, ci prova, fa uno sforzo, esercita la mente, e lavora in modo che le qualità buone si manifestino.

uppannānaṁ kusalānaṁ dhammānaṁ ṭhitiyā asammosāya bhiyyobhāvāya vepullāya bhāvanāya pāripūriyā chandaṁ janeti vāyamati vīriyaṁ ārabhati cittaṁ paggaṇhāti padahati, Genera entusiasmo, ci prova, fa uno sforzo, esercita la mente, e lavora in modo che le buone qualità manifestate rimangano, non vengano perse, ma aumentino, maturino, e vengano adempite attraverso sviluppo.

ayaṁ vuccatāvuso: ‘sammāvāyāmo’. Questo si chiama sforzo corretto.

Katamā cāvuso, sammāsati? E cos’è la consapevolezza corretta?

Idhāvuso, bhikkhu kāye kāyānupassī viharati ātāpī sampajāno satimā vineyya loke abhijjhādomanassaṁ. È quando un monaco dimora contemplando un aspetto del corpo, fervido, presente, e consapevole, senza attrazione o fastidio nei confronti del mondo.

Vedanāsu vedanānupassī viharati …pe… Dimora contemplando un aspetto delle sensazioni …

citte cittānupassī viharati … della mente …

dhammesu dhammānupassī viharati ātāpī sampajāno satimā vineyya loke abhijjhādomanassaṁ, dei fenomeni, fervido, presente, e consapevole, senza attrazione o fastidio nei confronti del mondo.

ayaṁ vuccatāvuso: ‘sammāsati’. Questa si chiama consapevolezza corretta.

Katamo cāvuso, sammāsamādhi? E cos’è la concentrazione corretta?

Idhāvuso, bhikkhu vivicceva kāmehi vivicca akusalehi dhammehi savitakkaṁ savicāraṁ vivekajaṁ pītisukhaṁ paṭhamaṁ jhānaṁ upasampajja viharati, È quando un monaco, sufficientemente isolato dai piaceri dei sensi, isolato da cattive qualità, con pensiero e valutazione, ed euforia e felicità nate dall’isolamento, raggiunge e dimora nella prima estasi.

vitakkavicārānaṁ vūpasamā ajjhattaṁ sampasādanaṁ cetaso ekodibhāvaṁ avitakkaṁ avicāraṁ samādhijaṁ pītisukhaṁ dutiyaṁ jhānaṁ upasampajja viharati, Con il placarsi di pensiero e valutazione, con chiarezza interna e mente raccolta, senza pensiero e valutazione, con euforia e felicità nate dalla concentrazione, raggiunge e dimora nella seconda estasi.

pītiyā ca virāgā upekkhako ca viharati …pe… tatiyaṁ jhānaṁ …pe… Inoltre, con lo svanire dell’euforia, dimorando con equanimità, … un monaco raggiunge e dimora nella terza estasi. …

catutthaṁ jhānaṁ upasampajja viharati, e nella quarta estasi.

ayaṁ vuccatāvuso: ‘sammāsamādhi’. Questa si chiama concentrazione corretta.

Idaṁ vuccatāvuso: ‘dukkhanirodhagāminī paṭipadā ariyasaccaṁ’. Questa si chiama la nobile verità della pratica che porta alla cessazione della sofferenza.

Tathāgatenāvuso, arahatā sammāsambuddhena bārāṇasiyaṁ isipatane migadāye anuttaraṁ dhammacakkaṁ pavattitaṁ appaṭivattiyaṁ samaṇena vā brāhmaṇena vā devena vā mārena vā brahmunā vā kenaci vā lokasmiṁ, yadidaṁ—Vicino a Varanasi, nel parco dei cervi a Isipatana, il Realizzato, il perfetto, il Buddha completamente risvegliato ha messo in moto la Ruota Suprema dell’Insegnamento. E questa ruota non può essere fermata da alcun asceta o bramino, o essere celeste, o diavolo, o dio, o nessuno al mondo, vale a dire:

imesaṁ catunnaṁ ariyasaccānaṁ ācikkhanā desanā paññāpanā paṭṭhapanā vivaraṇā vibhajanā uttānīkamman”ti. l’insegnamento, il sostenimento, l’istituzione, il chiarimento, l’analisi, e la rivelazione delle quattro nobili verità”.

Idamavoca āyasmā sāriputto. Questo è ciò che il Venerabile Sāriputta disse.

Attamanā te bhikkhū āyasmato sāriputtassa bhāsitaṁ abhinandunti. Contenti, i monaci trassero piacere da ciò che il Venerabile Sāriputta disse.

Saccavibhaṅgasuttaṁ niṭṭhitaṁ ekādasamaṁ.
PreviousNext