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Majjhima Nikāya 124 Discorsi medi 124
Bākulasutta Il discorso su Bakkula
Evaṁ me sutaṁ—Così ho sentito.
ekaṁ samayaṁ āyasmā bākulo rājagahe viharati veḷuvane kalandakanivāpe. Una volta il Venerabile Bakkula dimorava vicino a Rājagaha, nel bosco di bambù, il terreno dove gli scoiattoli venivano a mangiare.
Atha kho acelakassapo āyasmato bākulassa purāṇagihisahāyo yenāyasmā bākulo tenupasaṅkami; upasaṅkamitvā āyasmatā bākulena saddhiṁ sammodi. Allora l’asceta nudo Kassapa, un vecchio amico di Bakkula nella vita laica, andò da lui e ci scambiò saluti.
Sammodanīyaṁ kathaṁ sāraṇīyaṁ vītisāretvā ekamantaṁ nisīdi. Ekamantaṁ nisinno kho acelakassapo āyasmantaṁ bākulaṁ etadavoca: Una volta che i saluti e le cordialità terminarono, si sedette a lato e disse al Venerabile Bakkula:
“Kīvaciraṁ pabbajitosi, āvuso bākulā”ti? “Fratello Bakkula, da quanto tempo hai lasciato casa?”
“Asīti me, āvuso, vassāni pabbajitassā”ti. “Sono ottant’anni, fratello”
“Imehi pana te, āvuso bākula, asītiyā vassehi katikkhattuṁ methuno dhammo paṭisevito”ti? “Ma, fratello Bakkula, in questi ottant’anni, quante volte hai fatto sesso?”
“Na kho maṁ, āvuso kassapa, evaṁ pucchitabbaṁ: “Non devi chiedermi questo, fratello.
‘imehi pana te, āvuso bākula, asītiyā vassehi katikkhattuṁ methuno dhammo paṭisevito’ti.
Evañca kho maṁ, āvuso kassapa, pucchitabbaṁ: Piuttosto, devi chiedermi questo:
‘imehi pana te, āvuso bākula, asītiyā vassehi katikkhattuṁ kāmasaññā uppannapubbā’”ti? ‘Ma in questi ottant’anni, quante volte si sono anche solo manifestate delle percezioni sensuali in te?’”
(…) “Ma in questi ottant’anni, fratello Bakkula, quante volte si sono anche solo manifestate delle percezioni sensuali in te?”
“Asīti me, āvuso, vassāni pabbajitassa nābhijānāmi kāmasaññaṁ uppannapubbaṁ”. “Fratello, in questi ottant’anni non ricordo si siano anche solo manifestate delle percezioni sensuali in me”.
“Yampāyasmā bākulo asītiyā vassehi nābhijānāti kāmasaññaṁ uppannapubbaṁ idampi mayaṁ āyasmato bākulassa acchariyaṁ abbhutadhammaṁ dhārema”. Ricordiamo questa come una qualità incredibile e strabiliante del Venerabile Bakkula.
“Asīti me, āvuso, vassāni pabbajitassa nābhijānāmi byāpādasaññaṁ …pe… “In questi ottant’anni, non ricordo si siano anche solo manifestate delle percezioni di malevolenza …
vihiṁsāsaññaṁ uppannapubbaṁ”. o di crudeltà in me”.
“Yampāyasmā bākulo asītiyā vassehi nābhijānāti vihiṁsāsaññaṁ uppannapubbaṁ, idampi mayaṁ āyasmato bākulassa acchariyaṁ abbhutadhammaṁ dhārema”. Ricordiamo anche questa come una qualità incredibile e strabiliante del Venerabile Bakkula.
“Asīti me, āvuso, vassāni pabbajitassa nābhijānāmi kāmavitakkaṁ uppannapubbaṁ”. “In questi ottant’anni, non ricordo si siano anche solo manifestati dei pensieri sensuali …
“Yampāyasmā bākulo asītiyā vassehi nābhijānāti kāmavitakkaṁ uppannapubbaṁ, idampi mayaṁ āyasmato bākulassa acchariyaṁ abbhutadhammaṁ dhārema”.
“Asīti me, āvuso, vassāni pabbajitassa nābhijānāmi byāpādavitakkaṁ …pe… malevoli …
vihiṁsāvitakkaṁ uppannapubbaṁ”. o crudeli in me”.
“Yampāyasmā bākulo asītiyā vassehi nābhijānāti vihiṁsāvitakkaṁ uppannapubbaṁ, idampi mayaṁ āyasmato bākulassa acchariyaṁ abbhutadhammaṁ dhārema”. Ricordiamo anche questa come una qualità incredibile e strabiliante del Venerabile Bakkula.
“Asīti me, āvuso, vassāni pabbajitassa nābhijānāmi gahapaticīvaraṁ sāditā”. “In questi ottant’anni, non ricordo di aver accettato un abito da un laico …
“Yampāyasmā bākulo asītiyā vassehi nābhijānāti gahapaticīvaraṁ sāditā, idampi mayaṁ āyasmato bākulassa acchariyaṁ abbhutadhammaṁ dhārema”.
“Asīti me, āvuso, vassāni pabbajitassa nābhijānāmi satthena cīvaraṁ chinditā”. di aver tagliato un abito con un coltello …
“Yampāyasmā bākulo asītiyā vassehi nābhijānāti satthena cīvaraṁ chinditā …pe… dhārema”.
“Asīti me, āvuso, vassāni pabbajitassa nābhijānāmi sūciyā cīvaraṁ sibbitā …pe… di aver cucito un abito con un ago …
nābhijānāmi rajanena cīvaraṁ rajitā … di aver tinto un abito …
nābhijānāmi kathine cīvaraṁ sibbitā … di aver cucito un abito durante la cerimonia di cucitura degli abiti …
nābhijānāmi sabrahmacārīnaṁ cīvarakamme vicāritā … di aver vagato in cerca di tessuto per i miei compagni sul percorso spirituale mentre cucivano abiti …
nābhijānāmi nimantanaṁ sāditā … di aver accettato un invito …
nābhijānāmi evarūpaṁ cittaṁ uppannapubbaṁ: di aver avuto un pensiero così:
‘aho vata maṁ koci nimanteyyā’ti … ‘Se solo qualcuno mi invitasse!’ …
nābhijānāmi antaraghare nisīditā … di essermi seduto in una casa …
nābhijānāmi antaraghare bhuñjitā … di aver mangiato in una casa …
nābhijānāmi mātugāmassa anubyañjanaso nimittaṁ gahetā … di essermi fatto influenzare dall’aspetto di una femmina …
nābhijānāmi mātugāmassa dhammaṁ desitā antamaso catuppadampi gāthaṁ … di aver insegnato a una femmina, nemmeno un versetto da quattro righe …
nābhijānāmi bhikkhunupassayaṁ upasaṅkamitā … di essere andato negli alloggi delle monache …
nābhijānāmi bhikkhuniyā dhammaṁ desitā … di aver insegnato alle monache …
nābhijānāmi sikkhamānāya dhammaṁ desitā … di aver insegnato alle monache apprendiste …
nābhijānāmi sāmaṇeriyā dhammaṁ desitā … di aver insegnato alle monache novizie …
nābhijānāmi pabbājetā … di aver permesso di lasciare casa …
nābhijānāmi upasampādetā … di aver dato l’ordinazione …
nābhijānāmi nissayaṁ dātā … di aver accettato dipendenza …
nābhijānāmi sāmaṇeraṁ upaṭṭhāpetā … di essermi fatto prendere cura da un novizio …
nābhijānāmi jantāghare nhāyitā … di aver usato una sauna …
nābhijānāmi cuṇṇena nhāyitā … di essermi lavato col sapone …
nābhijānāmi sabrahmacārīgattaparikamme vicāritā … di aver cercato un massaggio da un mio compagno sul percorso spirituale …
nābhijānāmi ābādhaṁ uppannapubbaṁ, antamaso gaddūhanamattampi … di essermi ammalato, nemmeno per il tempo che si impiega a tirare la mammella di una mucca …
nābhijānāmi bhesajjaṁ upaharitā, antamaso haritakikhaṇḍampi … di essermi fatto dare della medicina, nemmeno del poco di myrobalan giallo …
nābhijānāmi apassenakaṁ apassayitā … di essermi appoggiato a uno schienale …
nābhijānāmi seyyaṁ kappetā”. di aver preparato un materassino …”
“Yampāyasmā …pe… dhārema”. Ricordiamo anche questa come una qualità incredibile e strabiliante del Venerabile Bakkula.
“Asīti me, āvuso, vassāni pabbajitassa nābhijānāmi gāmantasenāsane vassaṁ upagantā”. “In questi ottant’anni, non ricordo di aver iniziato il ritiro della stagione delle piogge in un villaggio”.
“Yampāyasmā bākulo asītiyā vassehi nābhijānāti gāmantasenāsane vassaṁ upagantā, idampi mayaṁ āyasmato bākulassa acchariyaṁ abbhutadhammaṁ dhārema”. Ricordiamo anche questa come una qualità incredibile e strabiliante del Venerabile Bakkula.
“Sattāhameva kho ahaṁ, āvuso, saraṇo raṭṭhapiṇḍaṁ bhuñjiṁ; “Fratello, per sette giorni ho mangiato il cibo della nazione come debitore.
atha aṭṭhamiyaṁ aññā udapādi. Poi, l’ottavo giorno, ho raggiunto l’illuminazione”.
Yampāyasmā bākulo sattāhameva saraṇo raṭṭhapiṇḍaṁ bhuñji; atha aṭṭhamiyaṁ aññā udapādi idampi mayaṁ āyasmato bākulassa acchariyaṁ abbhutadhammaṁ dhārema. Ricordiamo anche questa come una qualità incredibile e strabiliante del Venerabile Bakkula.
Labheyyāhaṁ, āvuso bākula, imasmiṁ dhammavinaye pabbajjaṁ, labheyyaṁ upasampadan”ti. “Fratello Bakkula, potrei lasciare casa, e ricevere l’ordinazione in questo insegnamento e addestramento?”
Alattha kho acelakassapo imasmiṁ dhammavinaye pabbajjaṁ, alattha upasampadaṁ. E l’asceta nudo Kassapa lasciò casa, e ricevette l’ordinazione in questo insegnamento e addestramento.
Acirūpasampanno panāyasmā kassapo eko vūpakaṭṭho appamatto ātāpī pahitatto viharanto nacirasseva—yassatthāya kulaputtā sammadeva agārasmā anagāriyaṁ pabbajanti, tadanuttaraṁ—brahmacariyapariyosānaṁ diṭṭheva dhamme sayaṁ abhiññā sacchikatvā upasampajja vihāsi. Non molto dopo la propria ordinazione, il Venerabile Kassapa, dimorando solo, ritirato, diligente, fervido, e risoluto, presto realizzò la suprema culminazione del percorso spirituale in questa stessa vita. Dimorò avendo raggiunto con la propria conoscenza diretta l’obiettivo per cui i giovani giustamente lasciano la vita di casa per quella mendicante.
“Khīṇā jāti, vusitaṁ brahmacariyaṁ, kataṁ karaṇīyaṁ, nāparaṁ itthattāyā”ti abbhaññāsi. Comprese: “La nascita è terminata, il percorso spirituale è stato completato, ciò che c’era da fare è stato fatto, non ci sarà più nulla di questo”.
Aññataro kho panāyasmā kassapo arahataṁ ahosi. E il Venerabile Kassapa divenne uno dei perfetti.
Atha kho āyasmā bākulo aparena samayena avāpuraṇaṁ ādāya vihārena vihāraṁ upasaṅkamitvā evamāha: Poi, del tempo dopo, il Venerabile Bakkula, prendendo una chiave, andava da stanza a stanza, dicendo:
“abhikkamathāyasmanto, abhikkamathāyasmanto. Ajja me parinibbānaṁ bhavissatī”ti. “Venite, venerabili, venite! Oggi ci sarà la mia completa estinzione”.
“Yampāyasmā bākulo avāpuraṇaṁ ādāya vihārena vihāraṁ upasaṅkamitvā evamāha: ‘abhikkamathāyasmanto, abhikkamathāyasmanto; ajja me parinibbānaṁ bhavissatī’ti, idampi mayaṁ āyasmato bākulassa acchariyaṁ abbhutadhammaṁ dhārema”. Ricordiamo anche questa come una qualità incredibile e strabiliante del Venerabile Bakkula.
Āyasmā bākulo majjhe bhikkhusaṅghassa nisinnakova parinibbāyi. E il Venerabile Bakkula si estinse completamente mentre era seduto nel mezzo della comunità monastica.
“Yampāyasmā bākulo majjhe bhikkhusaṅghassa nisinnakova parinibbāyi, idampi mayaṁ āyasmato bākulassa acchariyaṁ abbhutadhammaṁ dhāremā”ti. Ricordiamo anche questa come una qualità incredibile e strabiliante del Venerabile Bakkula.
Bākulasuttaṁ niṭṭhitaṁ catutthaṁ.