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Majjhima Nikāya 103 Discorsi medi 103
Kintisutta Il discorso su cosa esattamente
Evaṁ me sutaṁ—Così ho sentito.
ekaṁ samayaṁ bhagavā pisinārāyaṁ viharati baliharaṇe vanasaṇḍe. Una volta il Buddha dimorava vicino a Kusinārā, nella Foresta delle Offerte.
Tatra kho bhagavā bhikkhū āmantesi: Lì il Buddha si rivolse ai monaci:
“bhikkhavo”ti. “Monaci!”
“Bhadante”ti te bhikkhū bhagavato paccassosuṁ. “Venerabile Signore”, risposero i monaci.
Bhagavā etadavoca: Il Buddha disse:
“kinti vo, bhikkhave, mayi hoti: “Monaci, è questo che pensate di me?
‘cīvarahetu vā samaṇo gotamo dhammaṁ deseti, piṇḍapātahetu vā samaṇo gotamo dhammaṁ deseti, senāsanahetu vā samaṇo gotamo dhammaṁ deseti, itibhavābhavahetu vā samaṇo gotamo dhammaṁ desetī’”ti? ‘L’asceta Gotama spiega l’insegnamento per ricevere abiti, cibo, ripari, o per rinascere in questo o quello stato’?”
“Na kho no, bhante, bhagavati evaṁ hoti: “No, Signore, non pensiamo questo di lei”
‘cīvarahetu vā samaṇo gotamo dhammaṁ deseti, piṇḍapātahetu vā samaṇo gotamo dhammaṁ deseti, senāsanahetu vā samaṇo gotamo dhammaṁ deseti, itibhavābhavahetu vā samaṇo gotamo dhammaṁ desetī’”ti.
“Na ca kira vo, bhikkhave, mayi evaṁ hoti: “Se non pensate questo di me,
‘cīvarahetu vā samaṇo gotamo dhammaṁ deseti …pe…
itibhavābhavahetu vā samaṇo gotamo dhammaṁ desetī’ti;
atha kinti carahi vo, bhikkhave, mayi hotī”ti? allora esattamente cosa pensate di me?”
“Evaṁ kho no, bhante, bhagavati hoti: “Pensiamo questo di lei:
‘anukampako bhagavā hitesī; ‘Il Buddha ha premura e vuole il meglio per noi.
anukampaṁ upādāya dhammaṁ desetī’”ti. Insegna per premura’”
“Evañca kira vo, bhikkhave, mayi hoti: “Quindi sembrerebbe che voi pensiate
‘anukampako bhagavā hitesī;
anukampaṁ upādāya dhammaṁ desetī’ti. che io insegno per premura.
Tasmātiha, bhikkhave, ye vo mayā dhammā abhiññā desitā, seyyathidaṁ—In questo caso, ognuno di voi deve allenarsi a ciò che ho insegnato attraverso la mia conoscenza diretta, vale a dire:
cattāro satipaṭṭhānā cattāro sammappadhānā cattāro iddhipādā pañcindriyāni pañca balāni satta bojjhaṅgā ariyo aṭṭhaṅgiko maggo, tattha sabbeheva samaggehi sammodamānehi avivadamānehi sikkhitabbaṁ. le quattro basi della consapevolezza, i quattro sforzi corretti, le quattro basi per i poteri psichici, le cinque facoltà, i cinque poteri, i sette fattori di risveglio, e il nobile ottuplice sentiero. Dovete allenarvi a queste cose in armonia, apprezzandovi gli uni gli altri, senza litigare.
Tesañca vo, bhikkhave, samaggānaṁ sammodamānānaṁ avivadamānānaṁ sikkhataṁ siyaṁsu dve bhikkhū abhidhamme nānāvādā. Mentre fate così, potrebbe capitare che due monaci non si trovino d’accordo riguardo all’insegnamento.
Tatra ce tumhākaṁ evamassa: Ora, potreste pensare:
‘imesaṁ kho āyasmantānaṁ atthato ceva nānaṁ byañjanato ca nānan’ti, tattha yaṁ bhikkhuṁ suvacataraṁ maññeyyātha so upasaṅkamitvā evamassa vacanīyo: ‘Questi due venerabili non si trovano d’accordo né sul significato né sulle parole’. Allora dovete andare dal monaco che ritenete più amichevole tra i due e dirgli:
‘āyasmantānaṁ kho atthato ceva nānaṁ, byañjanato ca nānaṁ. ‘I venerabili non si trovano d’accordo né sul significato né sulle parole.
Tadamināpetaṁ āyasmanto jānātha—Ma i venerabili devono sapere che è a causa di questo che
yathā atthato ceva nānaṁ, byañjanato ca nānaṁ. questi disaccordi sul significato e sulle parole vengono in essere.
Māyasmanto vivādaṁ āpajjitthā’ti. Per favore, non discutete a causa di questo’.
Athāparesaṁ ekatopakkhikānaṁ bhikkhūnaṁ yaṁ bhikkhuṁ suvacataraṁ maññeyyātha so upasaṅkamitvā evamassa vacanīyo: Poi dovete andare dal monaco che ritenete più amichevole tra quelli che si schierano con l’altro e dirgli:
‘āyasmantānaṁ kho atthato ceva nānaṁ, byañjanato ca nānaṁ. ‘I venerabili non si trovano d’accordo né sul significato né sulle parole.
Tadamināpetaṁ āyasmanto jānātha—Ma i venerabili devono sapere che è a causa di questo che
yathā atthato ceva nānaṁ, byañjanato ca nānaṁ. questi disaccordi sul significato e sulle parole vengono in essere.
Māyasmanto vivādaṁ āpajjitthā’ti. Per favore, non discutete a causa di questo’.
Iti duggahitaṁ duggahitato dhāretabbaṁ, suggahitaṁ suggahitato dhāretabbaṁ. Quindi dovete ricordare ciò che è stato memorizzato incorrettamente come memorizzato incorrettamente, e ciò che è stato memorizzato correttamente come memorizzato correttamente.
Duggahitaṁ duggahitato dhāretvā suggahitaṁ suggahitato dhāretvā yo dhammo yo vinayo so bhāsitabbo. Ricordando questo, dovete parlare solo dell’insegnamento e dell’addestramento.
Tatra ce tumhākaṁ evamassa: Ora, potreste pensare:
‘imesaṁ kho āyasmantānaṁ atthato hi kho nānaṁ, byañjanato sametī’ti, tattha yaṁ bhikkhuṁ suvacataraṁ maññeyyātha so upasaṅkamitvā evamassa vacanīyo: ‘Questi due venerabili non si trovano d’accordo sul significato ma si trovano d’accordo sulle parole’. Allora dovete andare dal monaco che ritenete più amichevole tra i due e dirgli:
‘āyasmantānaṁ kho atthato hi nānaṁ, byañjanato sameti. ‘I venerabili non si trovano d’accordo sul significato ma si trovano d’accordo sulle parole.
Tadamināpetaṁ āyasmanto jānātha—Ma i venerabili devono sapere che è a causa di questo che
yathā atthato hi kho nānaṁ, byañjanato sameti. questi disaccordi sul significato e intese sulle parole vengono in essere.
Māyasmanto vivādaṁ āpajjitthā’ti. Per favore, non discutete a causa di questo’.
Athāparesaṁ ekatopakkhikānaṁ bhikkhūnaṁ yaṁ bhikkhuṁ suvacataraṁ maññeyyātha so upasaṅkamitvā evamassa vacanīyo: Poi dovete andare dal monaco che ritenete più amichevole tra quelli che si schierano con l’altro e dirgli:
‘āyasmantānaṁ kho atthato hi kho nānaṁ, byañjanato sameti. ‘I venerabili non si trovano d’accordo sul significato ma si trovano d’accordo sulle parole.
Tadamināpetaṁ āyasmanto jānātha—Ma i venerabili devono sapere che è a causa di questo che
yathā atthato hi kho nānaṁ, byañjanato sameti. questi disaccordi sul significato e intese sulle parole vengono in essere.
Māyasmanto vivādaṁ āpajjitthā’ti. Per favore, non discutete a causa di questo’.
Iti duggahitaṁ duggahitato dhāretabbaṁ, suggahitaṁ suggahitato dhāretabbaṁ. Quindi dovete ricordare ciò che è stato memorizzato incorrettamente come memorizzato incorrettamente, e ciò che è stato memorizzato correttamente come memorizzato correttamente.
Duggahitaṁ duggahitato dhāretvā suggahitaṁ suggahitato dhāretvā yo dhammo yo vinayo so bhāsitabbo. Ricordando questo, dovete parlare solo dell’insegnamento e dell’addestramento.
Tatra ce tumhākaṁ evamassa: Ora, potreste pensare:
‘imesaṁ kho āyasmantānaṁ atthato hi kho sameti, byañjanato nānan’ti, tattha yaṁ bhikkhuṁ suvacataraṁ maññeyyātha so upasaṅkamitvā evamassa vacanīyo: ‘Questi due venerabili si trovano d’accordo sul significato ma non si trovano d’accordo sulle parole’. Allora dovete andare dal monaco che ritenete più amichevole tra i due e dirgli:
‘āyasmantānaṁ kho atthato hi sameti, byañjanato nānaṁ. ‘I venerabili si trovano d’accordo sul significato ma non si trovano d’accordo sulle parole.
Tadamināpetaṁ āyasmanto jānātha—Ma i venerabili devono sapere che è a causa di questo che
yathā atthato hi kho sameti, byañjanato nānaṁ. queste intese sul significato e disaccordi sulle parole vengono in essere.
Appamattakaṁ kho panetaṁ yadidaṁ—byañjanaṁ. Ma le parole sono un problema superficiale.
Māyasmanto appamattake vivādaṁ āpajjitthā’ti. Per favore, non discutete a causa di qualcosa di così superficiale’.
Athāparesaṁ ekatopakkhikānaṁ bhikkhūnaṁ yaṁ bhikkhuṁ suvacataraṁ maññeyyātha so upasaṅkamitvā evamassa vacanīyo: Poi dovete andare dal monaco che ritenete più amichevole tra quelli che si schierano con l’altro e dirgli:
‘āyasmantānaṁ kho atthato hi sameti, byañjanato nānaṁ. ‘I venerabili si trovano d’accordo sul significato ma non si trovano d’accordo sulle parole.
Tadamināpetaṁ āyasmanto jānātha—Ma i venerabili devono sapere che è a causa di questo che
yathā atthato hi kho sameti, byañjanato nānaṁ. queste intese sul significato e disaccordi sulle parole vengono in essere.
Appamattakaṁ kho panetaṁ yadidaṁ—byañjanaṁ. Ma le parole sono un problema superficiale.
Māyasmanto appamattake vivādaṁ āpajjitthā’ti. Per favore, non discutete a causa di qualcosa di così superficiale’.
Iti suggahitaṁ suggahitato dhāretabbaṁ, duggahitaṁ duggahitato dhāretabbaṁ. Quindi dovete ricordare ciò che è stato memorizzato incorrettamente come memorizzato incorrettamente, e ciò che è stato memorizzato correttamente come memorizzato correttamente.
Suggahitaṁ suggahitato dhāretvā duggahitaṁ duggahitato dhāretvā yo dhammo yo vinayo so bhāsitabbo. Ricordando questo, dovete parlare solo dell’insegnamento e dell’addestramento.
Tatra ce tumhākaṁ evamassa: Ora, potreste pensare:
‘imesaṁ kho āyasmantānaṁ atthato ceva sameti byañjanato ca sametī’ti, tattha yaṁ bhikkhuṁ suvacataraṁ maññeyyātha so upasaṅkamitvā evamassa vacanīyo: ‘Questi due venerabili si trovano d’accordo sia sul significato che sulle parole’. Allora dovete andare dal monaco che ritenete più amichevole tra i due e dirgli:
‘āyasmantānaṁ kho atthato ceva sameti, byañjanato ca sameti. ‘I venerabili si trovano d’accordo sia sul significato che sulle parole.
Tadamināpetaṁ āyasmanto jānātha—Ma i venerabili devono sapere che è a causa di questo che
yathā atthato ceva sameti byañjanato ca sameti. queste intese sul significato e sulle parole vengono in essere.
Māyasmanto vivādaṁ āpajjitthā’ti. Per favore, non discutete a causa di questo’.
Athāparesaṁ ekatopakkhikānaṁ bhikkhūnaṁ yaṁ bhikkhuṁ suvacataraṁ maññeyyātha so upasaṅkamitvā evamassa vacanīyo: Poi dovete andare dal monaco che ritenete più amichevole tra quelli che si schierano con l’altro e dirgli:
‘āyasmantānaṁ kho atthato ceva sameti byañjanato ca sameti. ‘I venerabili si trovano d’accordo sia sul significato che sulle parole.
Tadamināpetaṁ āyasmanto jānātha—Ma i venerabili devono sapere che è a causa di questo che
yathā atthato ceva sameti byañjanato ca sameti. queste intese sul significato e sulle parole vengono in essere.
Māyasmanto vivādaṁ āpajjitthā’ti. Per favore, non discutete a causa di questo’.
Iti suggahitaṁ suggahitato dhāretabbaṁ. Quindi dovete ricordare ciò che è stato memorizzato incorrettamente come memorizzato incorrettamente, e ciò che è stato memorizzato correttamente come memorizzato correttamente.
Suggahitaṁ suggahitato dhāretvā yo dhammo yo vinayo so bhāsitabbo. Ricordando questo, dovete parlare solo dell’insegnamento e dell’addestramento.
Tesañca vo, bhikkhave, samaggānaṁ sammodamānānaṁ avivadamānānaṁ sikkhataṁ siyā aññatarassa bhikkhuno āpatti siyā vītikkamo, Mentre vi addestrate in armonia, apprezzandovi gli uni gli altri, senza litigare, un monaco potrebbe commettere un’offesa o una trasgressione.
tatra, bhikkhave, na codanāya taritabbaṁ. Puggalo upaparikkhitabbo: In questo caso, non dovete affrettarvi ad accusarlo. L’individuo deve essere esaminato così:
‘iti mayhañca avihesā bhavissati parassa ca puggalassa anupaghāto, paro hi puggalo akkodhano anupanāhī adaḷhadiṭṭhī suppaṭinissaggī, sakkomi cāhaṁ etaṁ puggalaṁ akusalā vuṭṭhāpetvā kusale patiṭṭhāpetun’ti. ‘Io non sarò stressato, e l’altro non verrà ferito, dato che non è irritabile o astioso. Non tiene strette le proprie opinioni, ma le lascia andare facilmente. Posso riuscire a portarlo via dal male e a consolidarlo nel bene’.
Sace, bhikkhave, evamassa, kallaṁ vacanāya. Se la pensate così, allora è opportuno che gli parliate.
Sace pana, bhikkhave, evamassa: Ma immaginate che pensiate questo:
‘mayhaṁ kho avihesā bhavissati parassa ca puggalassa upaghāto, paro hi puggalo kodhano upanāhī adaḷhadiṭṭhī suppaṭinissaggī, sakkomi cāhaṁ etaṁ puggalaṁ akusalā vuṭṭhāpetvā kusale patiṭṭhāpetuṁ. ‘Io sarò stressato, e l’altro verrà ferito, dato che è irritabile e astioso. Tuttavia, non tiene strette le proprie opinioni, ma le lascia andare facilmente. Posso riuscire a portarlo via dal male e a consolidarlo nel bene.
Appamattakaṁ kho panetaṁ yadidaṁ—parassa puggalassa upaghāto. Ma che lui venga ferito è un problema superficiale.
Atha kho etadeva bahutaraṁ—È più importante
svāhaṁ sakkomi etaṁ puggalaṁ akusalā vuṭṭhāpetvā kusale patiṭṭhāpetun’ti. che io riesca a portarlo via dal male e a consolidarlo nel bene’.
Sace, bhikkhave, evamassa, kallaṁ vacanāya. Se la pensate così, allora è opportuno che gli parliate.
Sace pana, bhikkhave, evamassa: Ma immaginate che pensiate questo:
‘mayhaṁ kho vihesā bhavissati parassa ca puggalassa anupaghāto. Paro hi puggalo akkodhano anupanāhī daḷhadiṭṭhī duppaṭinissaggī, sakkomi cāhaṁ etaṁ puggalaṁ akusalā vuṭṭhāpetvā kusale patiṭṭhāpetuṁ. ‘Io sarò stressato, ma l’altro non verrà ferito, dato che non è irritabile o astioso. Tuttavia, tiene strette le proprie opinioni, rifiutandosi di lasciarle andare. Ciononostante, posso riuscire a portarlo via dal male e a consolidarlo nel bene.
Appamattakaṁ kho panetaṁ yadidaṁ—mayhaṁ vihesā. Ma che io sia stressato è un problema superficiale.
Atha kho etadeva bahutaraṁ—È più importante
svāhaṁ sakkomi etaṁ puggalaṁ akusalā vuṭṭhāpetvā kusale patiṭṭhāpetun’ti. che io riesca a portarlo via dal male e a consolidarlo nel bene’.
Sace, bhikkhave, evamassa, kallaṁ vacanāya. Se la pensate così, allora è opportuno che gli parliate.
Sace pana, bhikkhave, evamassa: Ma immaginate che pensiate questo:
‘mayhañca kho vihesā bhavissati parassa ca puggalassa upaghāto. Paro hi puggalo kodhano upanāhī daḷhadiṭṭhī duppaṭinissaggī, sakkomi cāhaṁ etaṁ puggalaṁ akusalā vuṭṭhāpetvā kusale patiṭṭhāpetuṁ. ‘Io sarò stressato, e l’altro verrà ferito, dato che è irritabile e astioso. E tiene strette le proprie opinioni, rifiutandosi di lasciarle andare. Ciononostante, posso riuscire a portarlo via dal male e a consolidarlo nel bene.
Appamattakaṁ kho panetaṁ yadidaṁ—mayhañca vihesā bhavissati parassa ca puggalassa upaghāto. Ma che io sia stressato e che lui venga ferito è un problema superficiale.
Atha kho etadeva bahutaraṁ—È più importante
svāhaṁ sakkomi etaṁ puggalaṁ akusalā vuṭṭhāpetvā kusale patiṭṭhāpetun’ti. che io riesca a portarlo via dal male e a consolidarlo nel bene’.
Sace, bhikkhave, evamassa, kallaṁ vacanāya. Se la pensate così, allora è opportuno che gli parliate.
Sace pana, bhikkhave, evamassa: Ma immaginate che pensiate questo:
‘mayhañca kho vihesā bhavissati parassa ca puggalassa upaghāto. Paro hi puggalo kodhano upanāhī daḷhadiṭṭhī duppaṭinissaggī, na cāhaṁ sakkomi etaṁ puggalaṁ akusalā vuṭṭhāpetvā kusale patiṭṭhāpetun’ti. ‘Io sarò stressato, e l’altro verrà ferito, dato che è irritabile e astioso. E tiene strette le proprie opinioni, rifiutandosi di lasciarle andare. Non posso riuscire a portarlo via dal male e a consolidarlo nel bene’.
Evarūpe, bhikkhave, puggale upekkhā nātimaññitabbā. Non sottovalutate il valore dell’equanimità verso quella persona.
Tesañca vo, bhikkhave, samaggānaṁ sammodamānānaṁ avivadamānānaṁ sikkhataṁ aññamaññassa vacīsaṁhāro uppajjeyya diṭṭhipaḷāso cetaso āghāto appaccayo anabhiraddhi. Mentre vi addestrate in armonia, apprezzandovi gli uni gli altri, senza litigare, le fazioni potrebbero continuare a riaprire casi risolti gli uni contro gli altri, con disprezzo verso le opinioni reciproche, con risentimento, acidità, ed esasperazione.
Tattha ekatopakkhikānaṁ bhikkhūnaṁ yaṁ bhikkhuṁ suvacataraṁ maññeyyātha so upasaṅkamitvā evamassa vacanīyo: In questo caso, dovete andare dal monaco che ritenete più amichevole tra quelli che si schierano con una fazione e dirgli:
‘yaṁ no, āvuso, amhākaṁ samaggānaṁ sammodamānānaṁ avivadamānānaṁ sikkhataṁ aññamaññassa vacīsaṁhāro uppanno diṭṭhipaḷāso cetaso āghāto appaccayo anabhiraddhi, taṁ jānamāno samaṇo garaheyyā’ti. ‘Fratello, mentre ci addestravamo, le fazioni hanno continuato a riaprire casi risolti gli uni contro gli altri. Se l’Asceta sapesse di questo, lo criticherebbe?’
Sammā byākaramāno, bhikkhave, bhikkhu evaṁ byākareyya: Rispondendo correttamente, quel monaco direbbe:
‘yaṁ no, āvuso, amhākaṁ samaggānaṁ sammodamānānaṁ avivadamānānaṁ sikkhataṁ aññamaññassa vacīsaṁhāro uppanno diṭṭhipaḷāso cetaso āghāto appaccayo anabhiraddhi, taṁ jānamāno samaṇo garaheyyāti. ‘Sì, fratello, lo farebbe’.
Etaṁ panāvuso, dhammaṁ appahāya nibbānaṁ sacchikareyyā’ti. ‘Ma senza abbandonare questo, fratello, si può realizzare l’estinzione?’
Sammā byākaramāno, bhikkhave, bhikkhu evaṁ byākareyya: Rispondendo correttamente, il monaco direbbe:
‘etaṁ, āvuso, dhammaṁ appahāya na nibbānaṁ sacchikareyyā’ti. ‘No, fratello, non si può’.
Athāparesaṁ ekatopakkhikānaṁ bhikkhūnaṁ yaṁ bhikkhuṁ suvacataraṁ maññeyyātha, so upasaṅkamitvā evamassa vacanīyo: Allora deve andare dal monaco che ritiene più amichevole tra quelli che si schierano con l’altra fazione e dirgli:
‘yaṁ no, āvuso, amhākaṁ samaggānaṁ sammodamānānaṁ avivadamānānaṁ sikkhataṁ aññamaññassa vacīsaṁhāro uppanno diṭṭhipaḷāso cetaso āghāto appaccayo anabhiraddhi, taṁ jānamāno samaṇo garaheyyā’ti. ‘Fratello, mentre ci addestravamo, le fazioni hanno continuato a riaprire casi risolti gli uni contro gli altri. Se l’Asceta sapesse di questo, lo criticherebbe?’
Sammā byākaramāno, bhikkhave, bhikkhu evaṁ byākareyya: Rispondendo correttamente, il monaco direbbe:
‘yaṁ no, āvuso, amhākaṁ samaggānaṁ sammodamānānaṁ avivadamānānaṁ sikkhataṁ aññamaññassa vacīsaṁhāro uppanno diṭṭhipaḷāso cetaso āghāto appaccayo anabhiraddhi taṁ jānamāno samaṇo garaheyyāti. ‘Sì, fratello, lo farebbe’.
Etaṁ panāvuso, dhammaṁ appahāya nibbānaṁ sacchikareyyā’ti. ‘Ma senza abbandonare questo, fratello, si può realizzare l’estinzione?’
Sammā byākaramāno, bhikkhave, bhikkhu evaṁ byākareyya: Rispondendo correttamente, il monaco direbbe:
‘etaṁ kho, āvuso, dhammaṁ appahāya na nibbānaṁ sacchikareyyā’ti. ‘No, fratello, non si può’.
Tañce, bhikkhave, bhikkhuṁ pare evaṁ puccheyyuṁ: Se gli altri chiedono a quel monaco:
‘āyasmatā no ete bhikkhū akusalā vuṭṭhāpetvā kusale patiṭṭhāpitā’ti? ‘Sei tu il monaco che ha portato via quei monaci dal male e li ha consolidati nel bene?’
Sammā byākaramāno, bhikkhave, bhikkhu evaṁ byākareyya: Rispondendo correttamente, il monaco direbbe:
‘idhāhaṁ, āvuso, yena bhagavā tenupasaṅkamiṁ, tassa me bhagavā dhammaṁ desesi, tāhaṁ dhammaṁ sutvā tesaṁ bhikkhūnaṁ abhāsiṁ. ‘Beh, fratelli, sono andato dal Buddha. Lui mi ha spiegato l’insegnamento. Dopo aver sentito l’insegnamento, l’ho spiegato a quei monaci.
Taṁ te bhikkhū dhammaṁ sutvā akusalā vuṭṭhahiṁsu, kusale patiṭṭhahiṁsū’ti. Una volta che quei monaci sentirono l’insegnamento, si allontanarono dal male e si consolidarono nel bene’.
Evaṁ byākaramāno kho, bhikkhave, bhikkhu na ceva attānaṁ ukkaṁseti, na paraṁ vambheti, dhammassa cānudhammaṁ byākaroti, na ca koci sahadhammiko vādānuvādo gārayhaṁ ṭhānaṁ āgacchatī”ti. Rispondendo così, quel monaco non glorifica se stesso né denigra gli altri. Risponderebbe in linea con l’insegnamento, senza basi legittime per confutazioni e critiche”.
Idamavoca bhagavā. Questo è ciò che il Buddha disse.
Attamanā te bhikkhū bhagavato bhāsitaṁ abhinandunti. Contenti, i monaci trassero piacere da ciò che il Buddha disse.
Kintisuttaṁ niṭṭhitaṁ tatiyaṁ.