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Majjhima Nikāya 95 Discorsi medi 95
Caṅkīsutta Il discorso con Caṅkī
Evaṁ me sutaṁ—Così ho sentito.
ekaṁ samayaṁ bhagavā kosalesu cārikaṁ caramāno mahatā bhikkhusaṅghena saddhiṁ yena opāsādaṁ nāma kosalānaṁ brāhmaṇagāmo tadavasari. Una volta il Buddha stava vagando nella terra dei Kosala assieme a una grande comunità di monaci quando giunse al villaggio bramino di Kosala chiamato Opāsāda.
Tatra sudaṁ bhagavā opāsāde viharati uttarena opāsādaṁ devavane sālavane. Si fermò nel Bosco degli Angeli, un bosco di alberi di sal a nord di Opāsāda.
Tena kho pana samayena caṅkī brāhmaṇo opāsādaṁ ajjhāvasati sattussadaṁ satiṇakaṭṭhodakaṁ sadhaññaṁ rājabhoggaṁ raññā pasenadinā kosalena dinnaṁ rājadāyaṁ brahmadeyyaṁ. In quel periodo il bramino Caṅkī viveva a Opāsāda in una proprietà reale data in dono dal Re Pasenadi di Kosala. Pullulava di creature viventi, piena di fieno, legna, acqua, e grano. Un parco reale donato a un bramino.
Assosuṁ kho opāsādakā brāhmaṇagahapatikā: I bramini e i laici di Opāsāda sentirono:
“samaṇo khalu, bho, gotamo sakyaputto sakyakulā pabbajito kosalesu cārikaṁ caramāno mahatā bhikkhusaṅghena saddhiṁ opāsādaṁ anuppatto, opāsāde viharati uttarena opāsādaṁ devavane sālavane. “Sembra che l’asceta Gotama, un Sakya, che ha lasciato casa da una famiglia Sakya, sia arrivato a Opāsāda, assieme a una grande comunità di monaci. Si è fermato nel Bosco degli Angeli a nord.
Taṁ kho pana bhavantaṁ gotamaṁ evaṁ kalyāṇo kittisaddo abbhuggato: Ha questa buona reputazione:
‘itipi so bhagavā arahaṁ sammāsambuddho vijjācaraṇasampanno sugato lokavidū anuttaro purisadammasārathi satthā devamanussānaṁ buddho bhagavā’ti. ‘Il Beato è perfetto, un Buddha completamente risvegliato, esperto di conoscenza e condotta, santo, conoscitore del mondo, guida suprema per coloro che desiderano addestrarsi, insegnante di esseri celesti e umani, risvegliato, beato’.
So imaṁ lokaṁ sadevakaṁ samārakaṁ sabrahmakaṁ sassamaṇabrāhmaṇiṁ pajaṁ sadevamanussaṁ sayaṁ abhiññā sacchikatvā pavedeti. Ha realizzato con la propria conoscenza diretta questo mondo, con i suoi angeli, diavoli, e dei, questa popolazione con i suoi asceti e bramini, esseri celesti e umani, e lo rende noto agli altri.
So dhammaṁ deseti ādikalyāṇaṁ majjhekalyāṇaṁ pariyosānakalyāṇaṁ sātthaṁ sabyañjanaṁ, kevalaparipuṇṇaṁ parisuddhaṁ brahmacariyaṁ pakāseti. Spiega un’insegnamento buono all’inizio, nel mezzo, e alla fine, significativo e ben espresso. E rivela un percorso spirituale assolutamente completo e puro.
Sādhu kho pana tathārūpānaṁ arahataṁ dassanaṁ hotī”ti. È bene vedere tali perfetti”.
Atha kho opāsādakā brāhmaṇagahapatikā opāsādā nikkhamitvā saṅghasaṅghī gaṇībhūtā uttarenamukhā gacchanti yena devavanaṁ sālavanaṁ. Allora, partendo da Opāsāda, si divisero in gruppi e si avviarono a nord verso il Bosco degli Angeli.
Tena kho pana samayena caṅkī brāhmaṇo uparipāsāde divāseyyaṁ upagato. In quell’occasione il bramino Caṅkī si era ritirato al piano di sopra del proprio palazzo per il sonnellino del mezzogiorno.
Addasā kho caṅkī brāhmaṇo opāsādake brāhmaṇagahapatike opāsādā nikkhamitvā saṅghasaṅghī gaṇībhūte uttarenamukhaṁ yena devavanaṁ sālavanaṁ tenupasaṅkamante. Vide i bramini e i laici che si avviavano verso il Bosco degli Angeli,
Disvā khattaṁ āmantesi: e si rivolse al proprio maggiordomo:
“kiṁ nu kho, bho khatte, opāsādakā brāhmaṇagahapatikā opāsādā nikkhamitvā saṅghasaṅghī gaṇībhūtā uttarenamukhā gacchanti yena devavanaṁ sālavanan”ti? “Mio maggiordomo, perché i bramini e i laici si stanno avviando a nord verso il Bosco degli Angeli?”
“Atthi, bho caṅkī, samaṇo gotamo sakyaputto sakyakulā pabbajito kosalesu cārikaṁ caramāno mahatā bhikkhusaṅghena saddhiṁ opāsādaṁ anuppatto, opāsāde viharati uttarena opāsādaṁ devavane sālavane. “L’asceta Gotama è arrivato a Opāsāda, assieme a una grande comunità di monaci. Si è fermato nel Bosco degli Angeli a nord.
Taṁ kho pana bhavantaṁ gotamaṁ evaṁ kalyāṇo kittisaddo abbhuggato: Ha questa buona reputazione:
‘itipi so bhagavā arahaṁ sammāsambuddho vijjācaraṇasampanno sugato lokavidū anuttaro purisadammasārathi satthā devamanussānaṁ buddho bhagavā’ti. ‘Il Beato è perfetto, un Buddha completamente risvegliato, esperto di conoscenza e condotta, santo, conoscitore del mondo, guida suprema per coloro che desiderano addestrarsi, insegnante di esseri celesti e umani, risvegliato, beato’.
Tamete bhavantaṁ gotamaṁ dassanāya gacchantī”ti. Vanno a trovare il Signor Gotama”
“Tena hi, bho khatte, yena opāsādakā brāhmaṇagahapatikā tenupasaṅkama; upasaṅkamitvā opāsādake brāhmaṇagahapatike evaṁ vadehi: “Beh, allora, vai dai bramini e i laici e dì loro:
‘caṅkī, bho, brāhmaṇo evamāha—‘Signori, il bramino Caṅkī vi chiede
āgamentu kira bhonto, caṅkīpi brāhmaṇo samaṇaṁ gotamaṁ dassanāya upasaṅkamissatī’”ti. di aspettare, dato che anche lui verrà a trovare l’asceta Gotama’”
“Evaṁ, bho”ti kho so khatto caṅkissa brāhmaṇassa paṭissutvā yena opāsādakā brāhmaṇagahapatikā tenupasaṅkami; upasaṅkamitvā opāsādake brāhmaṇagahapatike etadavoca: “Sì, Signore”, rispose il maggiordomo, e fece come gli era stato chiesto.
“caṅkī, bho, brāhmaṇo evamāha:
‘āgamentu kira bhonto, caṅkīpi brāhmaṇo samaṇaṁ gotamaṁ dassanāya upasaṅkamissatī’”ti.
Tena kho pana samayena nānāverajjakānaṁ brāhmaṇānaṁ pañcamattāni brāhmaṇasatāni opāsāde paṭivasanti kenacideva karaṇīyena. In quel periodo circa cinquecento bramini che venivano da fuori si trovavano a Opāsāda per qualche faccenda.
Assosuṁ kho te brāhmaṇā: Sentirono che
“caṅkī kira brāhmaṇo samaṇaṁ gotamaṁ dassanāya upasaṅkamissatī”ti. il bramino Caṅkī stava andando a trovare l’asceta Gotama.
Atha kho te brāhmaṇā yena caṅkī brāhmaṇo tenupasaṅkamiṁsu; upasaṅkamitvā caṅkiṁ brāhmaṇaṁ etadavocuṁ: Andarono da Caṅkī e gli dissero:
“saccaṁ kira bhavaṁ caṅkī samaṇaṁ gotamaṁ dassanāya upasaṅkamissatī”ti? “È vero che vuoi andare a trovare l’asceta Gotama?”
“Evaṁ kho me, bho, hoti: “Sì, signori, è vero”
‘ahaṁ samaṇaṁ gotamaṁ dassanāya upasaṅkamissāmī’”ti.
“Mā bhavaṁ caṅkī samaṇaṁ gotamaṁ dassanāya upasaṅkami. “Per favore, non farlo!
Na arahati bhavaṁ caṅkī samaṇaṁ gotamaṁ dassanāya upasaṅkamituṁ; Non è opportuno che tu vada dall’asceta Gotama;
samaṇotveva gotamo arahati bhavantaṁ caṅkiṁ dassanāya upasaṅkamituṁ. è opportuno che l’asceta Gotama venga da te.
Bhavañhi caṅkī ubhato sujāto mātito ca pitito ca saṁsuddhagahaṇiko yāva sattamā pitāmahayugā akkhitto anupakkuṭṭho jātivādena. Sei di buona casta da entrambi i lati di tua madre e tuo padre, di discendenza pura, con genealogia inconfutabile e impeccabile fino alla settima generazione paterna.
Yampi bhavaṁ caṅkī ubhato sujāto mātito ca pitito ca saṁsuddhagahaṇiko yāva sattamā pitāmahayugā akkhitto anupakkuṭṭho jātivādena, imināpaṅgena na arahati bhavaṁ caṅkī samaṇaṁ gotamaṁ dassanāya upasaṅkamituṁ; Per questa ragione non è opportuno che tu vada dall’asceta Gotama;
samaṇotveva gotamo arahati bhavantaṁ caṅkiṁ dassanāya upasaṅkamituṁ. è opportuno che l’asceta Gotama venga da te.
Bhavañhi caṅkī aḍḍho mahaddhano mahābhogo …pe… Sei ricco, benestante, e abbiente. …
bhavañhi caṅkī tiṇṇaṁ vedānaṁ pāragū sanighaṇḍukeṭubhānaṁ sākkharappabhedānaṁ itihāsapañcamānaṁ, padako, veyyākaraṇo, lokāyatamahāpurisalakkhaṇesu anavayo …pe… Reciti e ricordi gli inni, e hai raggiunto maestria delle tre Veda, con i loro vocabolari e rituali, fonologia e classificazione delle parole, e testamento come quinto. Le sai parola per parola, con la loro grammatica. Sei esperto in cosmologia e nei segni di un grande uomo. …
bhavañhi caṅkī abhirūpo dassanīyo pāsādiko paramāya vaṇṇapokkharatāya samannāgato brahmavaṇṇī brahmavacchasī akhuddāvakāso dassanāya …pe… Sei attraente, bello, affascinante, di bellezza senza pari. Sei magnifico e splendido come Dio, eccezionale da ammirare. …
bhavañhi caṅkī sīlavā vuddhasīlī vuddhasīlena samannāgato …pe… Sei morale, completo nella condotta morale. …
bhavañhi caṅkī kalyāṇavāco kalyāṇavākkaraṇo poriyā vācāya samannāgato vissaṭṭhāya anelagalāya atthassa viññāpaniyā …pe… Sei un bravo oratore, con voce pulita, chiara, e articolata che esprime il significato. …
bhavañhi caṅkī bahūnaṁ ācariyapācariyo, tīṇi māṇavakasatāni mante vāceti …pe… Insegni agli insegnanti di molti, e insegni a trecento studenti a recitare gli inni. …
bhavañhi caṅkī rañño pasenadissa kosalassa sakkato garukato mānito pūjito apacito …pe… Sei onorato, rispettato, riverito, e venerato dal Re Pasenadi di Kosala
bhavañhi caṅkī brāhmaṇassa pokkharasātissa sakkato garukato mānito pūjito apacito …pe… e dal bramino Pokkharasāti. …
bhavañhi caṅkī opāsādaṁ ajjhāvasati sattussadaṁ satiṇakaṭṭhodakaṁ sadhaññaṁ rājabhoggaṁ raññā pasenadinā kosalena dinnaṁ rājadāyaṁ brahmadeyyaṁ. Vivi a Opāsāda in una proprietà reale data in dono dal Re Pasenadi di Kosala che pullula di creature viventi, piena di fieno, legna, acqua, e grano. Un parco reale donato a un bramino.
Yampi bhavaṁ caṅkī opāsādaṁ ajjhāvasati sattussadaṁ satiṇakaṭṭhodakaṁ sadhaññaṁ rājabhoggaṁ raññā pasenadinā kosalena dinnaṁ rājadāyaṁ brahmadeyyaṁ, imināpaṅgena na arahati bhavaṁ caṅkī samaṇaṁ gotamaṁ dassanāya upasaṅkamituṁ; Per tutte queste ragioni non è opportuno che tu vada dall’asceta Gotama;
samaṇotveva gotamo arahati bhavantaṁ caṅkiṁ dassanāya upasaṅkamitun”ti. è opportuno che l’asceta Gotama venga da te”.
Evaṁ vutte, caṅkī brāhmaṇo te brāhmaṇe etadavoca: Uno volta che ebbero parlato, Caṅkī disse ai bramini:
“tena hi, bho, mamapi suṇātha, yathā mayameva arahāma taṁ samaṇaṁ gotamaṁ dassanāya upasaṅkamituṁ; “Beh, allora, signori, ascoltate perché è opportuno da parte mia andare dall’asceta Gotama,
na tveva arahati so bhavaṁ gotamo amhākaṁ dassanāya upasaṅkamituṁ. e non è opportuno che l’asceta Gotama venga da me.
Samaṇo khalu, bho, gotamo ubhato sujāto mātito ca pitito ca saṁsuddhagahaṇiko yāva sattamā pitāmahayugā akkhitto anupakkuṭṭho jātivādena. È di buona casta da entrambi i lati di sua madre e sua padre, di discendenza pura, con genealogia inconfutabile e impeccabile fino alla settima generazione paterna.
Yampi, bho, samaṇo gotamo ubhato sujāto mātito ca pitito ca saṁsuddhagahaṇiko yāva sattamā pitāmahayugā akkhitto anupakkuṭṭho jātivādena, imināpaṅgena na arahati so bhavaṁ gotamo amhākaṁ dassanāya upasaṅkamituṁ; Per questa ragione non è opportuno che l’asceta Gotama venga da me;
atha kho mayameva arahāma taṁ bhavantaṁ gotamaṁ dassanāya upasaṅkamituṁ. piuttosto, è opportuno che io vada da lui.
Samaṇo khalu, bho, gotamo pahūtaṁ hiraññasuvaṇṇaṁ ohāya pabbajito bhūmigatañca vehāsaṭṭhañca …pe… Quando ha lasciato casa ha abbandonato grandi quantità di monete e lingotti d’oro immagazzinati sopra e sotto terra. …
Samaṇo khalu, bho, gotamo daharova samāno yuvā susukāḷakeso bhadrena yobbanena samannāgato paṭhamena vayasā agārasmā anagāriyaṁ pabbajito …pe… Ha lasciato la vita di casa per quella mendicante mentre aveva ancora i capelli nero puro, benedetto dalla giovinezza, nel fiore degli anni. …
Samaṇo khalu, bho, gotamo akāmakānaṁ mātāpitūnaṁ assumukhānaṁ rudantānaṁ kesamassuṁ ohāretvā kāsāyāni vatthāni acchādetvā agārasmā anagāriyaṁ pabbajito …pe… Sebbene sua madre e suo padre non volessero, piangendo con facce piene di lacrime, lui si tagliò capelli e barba, indossò l’abito marrone, e lasciò la vita di casa per quella mendicante. …
Samaṇo khalu, bho, gotamo abhirūpo dassanīyo pāsādiko paramāya vaṇṇapokkharatāya samannāgato brahmavaṇṇī brahmavacchasī akhuddāvakāso dassanāya …pe… È attraente, bello, affascinante, di bellezza senza pari. È magnifico e splendido come Dio, eccezionale da ammirare. …
Samaṇo khalu, bho, gotamo sīlavā ariyasīlī kusalasīlī kusalena sīlena samannāgato …pe… È morale, possiede una condotta morale nobile e buona.
Samaṇo khalu, bho, gotamo kalyāṇavāco kalyāṇavākkaraṇo poriyā vācāya samannāgato vissaṭṭhāya anelagalāya atthassa viññāpaniyā …pe… È un bravo oratore, con voce pulita, chiara, e articolata che esprime il significato. …
Samaṇo khalu, bho, gotamo bahūnaṁ ācariyapācariyo …pe… È maestro di maestri. …
Samaṇo khalu, bho, gotamo khīṇakāmarāgo vigatacāpallo …pe… Ha eliminato il desiderio per i piaceri dei sensi, ed è senza capricci. …
Samaṇo khalu, bho, gotamo kammavādī kiriyavādī apāpapurekkhāro brahmaññāya pajāya …pe… Insegna l’efficacia delle azioni e degli atti. Non desidera il male per la comunità dei bramini. …
Samaṇo khalu, bho, gotamo uccā kulā pabbajito asambhinnā khattiyakulā …pe… Ha lasciato casa da una famiglia eminente di lignaggio aristocratico intatto. …
Samaṇo khalu, bho, gotamo aḍḍhā kulā pabbajito mahaddhanā mahābhogā …pe… Ha lasciato casa da una famiglia ricca, abbiente, e benestante. …
Samaṇaṁ khalu, bho, gotamaṁ tiroraṭṭhā tirojanapadā saṁpucchituṁ āgacchanti …pe… La gente viene da terre e Paesi lontani per fagli domande. …
Samaṇaṁ khalu, bho, gotamaṁ anekāni devatāsahassāni pāṇehi saraṇaṁ gatāni …pe… Molte migliaia di esseri celesti hanno preso rifugio in lui a vita. …
Samaṇaṁ khalu, bho, gotamaṁ evaṁ kalyāṇo kittisaddo abbhuggato: Ha questa buona reputazione:
‘itipi so bhagavā arahaṁ sammāsambuddho vijjācaraṇasampanno sugato lokavidū anuttaro purisadammasārathi satthā devamanussānaṁ buddho bhagavā’ti …pe… ‘Il Beato è perfetto, un Buddha completamente risvegliato, esperto di conoscenza e condotta, santo, conoscitore del mondo, guida suprema per coloro che desiderano addestrarsi, insegnante di esseri celesti e umani, risvegliato, beato’. …
Samaṇo khalu, bho, gotamo dvattiṁsamahāpurisalakkhaṇehi samannāgato …pe… Possiede i trentadue segni di un grande uomo. …
Samaṇaṁ khalu, bho, gotamaṁ rājā māgadho seniyo bimbisāro saputtadāro pāṇehi saraṇaṁ gato …pe… Il Re Seniya Bimbisāra di Maghada con le sue mogli e figli hanno preso rifugio nell’asceta Gotama a vita. …
Samaṇaṁ khalu, bho, gotamaṁ rājā pasenadi kosalo saputtadāro pāṇehi saraṇaṁ gato …pe… Il Re Pasenadi di Kosala con le sue mogli e figli hanno preso rifugio nell’asceta Gotama a vita. …
Samaṇaṁ khalu, bho, gotamaṁ brāhmaṇo pokkharasāti saputtadāro pāṇehi saraṇaṁ gato …pe… Il bramino Pokkharasāti con le sue mogli e figli hanno preso rifugio nell’asceta Gotama a vita. …
Samaṇo khalu, bho, gotamo opāsādaṁ anuppatto opāsāde viharati uttarena opāsādaṁ devavane sālavane. L’asceta Gotama è arrivato per stare nel Bosco degli Angeli a nord di Opāsāda.
Ye kho te samaṇā vā brāhmaṇā vā amhākaṁ gāmakkhettaṁ āgacchanti, atithī no te honti. Qualsiasi asceta o bramino che si ferma nel nostro distretto è nostro ospite,
Atithī kho panamhehi sakkātabbā garukātabbā mānetabbā pūjetabbā. e deve essere onorato e rispettato come tale.
Yampi samaṇo gotamo opāsādaṁ anuppatto opāsāde viharati uttarena opāsādaṁ devavane sālavane, atithimhākaṁ samaṇo gotamo.
Atithi kho panamhehi sakkātabbo garukātabbo mānetabbo pūjetabbo.
Imināpaṅgena na arahati so bhavaṁ gotamo amhākaṁ dassanāya upasaṅkamituṁ; Anche per questa ragione non è opportuno che l’asceta Gotama venga da me;
atha kho mayameva arahāma taṁ bhavantaṁ gotamaṁ dassanāya upasaṅkamituṁ. piuttosto, è opportuno che io vada da lui.
Ettake kho ahaṁ, bho, tassa bhoto gotamassa vaṇṇe pariyāpuṇāmi, no ca kho so bhavaṁ gotamo ettakavaṇṇo; Questo è fin dove arrivano le lodi al Signor Gotama che ho imparato. Ma le sue lodi non sono limitate a queste,
aparimāṇavaṇṇo hi so bhavaṁ gotamo. poiché la lode al Signor Gotama è illimitata.
Ekamekenapi tena aṅgena samannāgato na arahati, so bhavaṁ gotamo amhākaṁ dassanāya upasaṅkamituṁ; Avere anche solo uno di questi fattori rende inopportuno che il Signor Gotama venga da me,
atha kho mayameva arahāma taṁ bhavantaṁ gotamaṁ dassanāya upasaṅkamitunti. piuttosto, è opportuno che io vada da lui.
Tena hi, bho, sabbeva mayaṁ samaṇaṁ gotamaṁ dassanāya upasaṅkamissāmā”ti. Beh, ora, signori, andiamo a trovare l’asceta Gotama”.
Atha kho caṅkī brāhmaṇo mahatā brāhmaṇagaṇena saddhiṁ yena bhagavā tenupasaṅkami; upasaṅkamitvā bhagavatā saddhiṁ sammodi. Allora Caṅkī assieme a un grande gruppo di bramini andò dal Buddha e ci scambiò saluti.
Sammodanīyaṁ kathaṁ sāraṇīyaṁ vītisāretvā ekamantaṁ nisīdi. Una volta che i saluti e cordialità terminarono, si sedette a lato.
Tena kho pana samayena bhagavā vuddhehi vuddhehi brāhmaṇehi saddhiṁ kiñci kiñci kathaṁ sāraṇīyaṁ vītisāretvā nisinno hoti. In quell’occasione il Buddha era seduto impegnato in una qualche cordialità con alcuni bramini molto anziani.
Tena kho pana samayena kāpaṭiko nāma māṇavo daharo vuttasiro soḷasavassuddesiko jātiyā, tiṇṇaṁ vedānaṁ pāragū sanighaṇḍukeṭubhānaṁ sākkharappabhedānaṁ itihāsapañcamānaṁ, padako, veyyākaraṇo, lokāyatamahāpurisalakkhaṇesu anavayo tassaṁ parisāyaṁ nisinno hoti. E lo studente bramino Kāpaṭika era seduto nell’assemblea. Era giovane, tonsurato, e aveva sedici anni. Aveva raggiunto maestria delle tre Veda, con i loro vocabolari e rituali, fonologia e classificazione delle parole, e testamento come quinto. Le sapeva parola per parola, con la loro grammatica. Era esperto in cosmologia e nei segni di un grande uomo.
So vuddhānaṁ vuddhānaṁ brāhmaṇānaṁ bhagavatā saddhiṁ mantayamānānaṁ antarantarā kathaṁ opāteti. Mentre i bramini anziani stavano conversando con il Buddha, lui interruppe la conversazione.
Atha kho bhagavā kāpaṭikaṁ māṇavaṁ apasādeti: Allora il Buddha lo rimproverò:
“māyasmā bhāradvājo vuddhānaṁ vuddhānaṁ brāhmaṇānaṁ mantayamānānaṁ antarantarā kathaṁ opātetu. “Venerabile Bhāradvāja, non interrompere i bramini anziani.
Kathāpariyosānaṁ āyasmā bhāradvājo āgametū”ti. Aspetta finché non finiscono di parlare”.
Evaṁ vutte, caṅkī brāhmaṇo bhagavantaṁ etadavoca: Detto ciò, Caṅkī disse al Buddha:
“mā bhavaṁ gotamo kāpaṭikaṁ māṇavaṁ apasādesi. “Signor Gotama, non rimproveri lo studente Kāpaṭika.
kulaputto ca kāpaṭiko māṇavo, bahussuto ca kāpaṭiko māṇavo, paṇḍito ca kāpaṭiko māṇavo, kalyāṇavākkaraṇo ca kāpaṭiko māṇavo, pahoti ca kāpaṭiko māṇavo bhotā gotamena saddhiṁ asmiṁ vacane paṭimantetun”ti. È un giovane colto, astuto, e un bravo oratore. È in grado di dibattere con il Signor Gotama a riguardo”.
Atha kho bhagavato etadahosi: Allora il Buddha pensò:
“addhā kho kāpaṭikassa māṇavassa tevijjake pāvacane kathā bhavissati. “Chiaramente, lo studente Kāpaṭika parlerà dell’eredità scritturale delle tre Veda.
Tathā hi naṁ brāhmaṇā sampurekkharontī”ti. È per questo che i bramini l’hanno messo davanti”.
Atha kho kāpaṭikassa māṇavassa etadahosi: Allora Kāpaṭika pensò:
“yadā me samaṇo gotamo cakkhuṁ upasaṁharissati, athāhaṁ samaṇaṁ gotamaṁ pañhaṁ pucchissāmī”ti. “Non appena l’asceta Gotama mi guarda, gli farò una domanda”.
Atha kho bhagavā kāpaṭikassa māṇavassa cetasā cetoparivitakkamaññāya yena kāpaṭiko māṇavo tena cakkhūni upasaṁhāsi. Allora il Buddha, sapendo ciò che Kāpaṭika stava pensando, lo guardò.
Atha kho kāpaṭikassa māṇavassa etadahosi: Allora Kāpaṭika pensò:
“samannāharati kho maṁ samaṇo gotamo. “L’asceta Gotama sta interagendo con me.
Yannūnāhaṁ samaṇaṁ gotamaṁ pañhaṁ puccheyyan”ti. Perché non gli faccio una domanda?”.
Atha kho kāpaṭiko māṇavo bhagavantaṁ etadavoca: Allora disse:
“yadidaṁ, bho gotama, brāhmaṇānaṁ porāṇaṁ mantapadaṁ itihitihaparamparāya piṭakasampadāya, tattha ca brāhmaṇā ekaṁsena niṭṭhaṁ gacchanti: “Signor Gotama, riguardo a ciò che per lignaggio di testamento e autorità canonica è la collezione di inni dei bramini, i bramini giungono alla conclusione categorica:
‘idameva saccaṁ, moghamaññan’ti. ‘Questa è l’unica verità, qualsiasi altra idea è sciocca’.
Idha bhavaṁ gotamo kimāhā”ti? Cosa dice lei a riguardo?”
“Kiṁ pana, bhāradvāja, atthi koci brāhmaṇānaṁ ekabrāhmaṇopi yo evamāha: “Beh, Bhāradvāja, c’è anche solo un singolo bramino che dice così:
‘ahametaṁ jānāmi, ahametaṁ passāmi. ‘Io so questo, io vedo questo:
Idameva saccaṁ, moghamaññan’”ti? questa è l’unica verità, qualsiasi altra idea è sciocca’?”
“No hidaṁ, bho gotama”. “No, Signor Gotama”
“Kiṁ pana, bhāradvāja, atthi koci brāhmaṇānaṁ ekācariyopi, ekācariyapācariyopi, yāva sattamā ācariyamahayugāpi, yo evamāha: “Beh, c’è anche sono un singolo maestro dei bramini, o un maestro di maestri, o qualcuno fino alla settima generazione di maestri che dice così:
‘ahametaṁ jānāmi, ahametaṁ passāmi. ‘Io so questo, io vedo questo:
Idameva saccaṁ, moghamaññan’”ti? questa è l’unica verità, qualsiasi altra idea è sciocca’?”
“No hidaṁ, bho gotama”. “No, Signor Gotama”
“Kiṁ pana, bhāradvāja, yepi te brāhmaṇānaṁ pubbakā isayo mantānaṁ kattāro mantānaṁ pavattāro yesamidaṁ etarahi brāhmaṇā porāṇaṁ mantapadaṁ gītaṁ pavuttaṁ samihitaṁ tadanugāyanti tadanubhāsanti bhāsitamanubhāsanti vācitamanuvācenti seyyathidaṁ—aṭṭhako vāmako vāmadevo vessāmitto yamataggi aṅgīraso bhāradvājo vāseṭṭho kassapo bhagu, “Beh, e gli antichi veggenti dei bramini, cioè Aṭṭhaka, Vāmaka, Vāmadeva, Vessāmitta, Yamadaggi, Aṅgīrasa, Bhāradvāja, Vāseṭṭha, Kassapa, e Bhagu? Furono gli autori e i propagatori degli inni. Le loro collezioni venivano cantate e propagate, e furono compilate in tempi antichi; e al giorno d’oggi i bramini continuano a cantarle e a recitarle, recitando ciò che veniva recitato, e insegnando ciò che veniva insegnato.
tepi evamāhaṁsu: Almeno loro dissero:
‘mayametaṁ jānāma, mayametaṁ passāma. ‘Noi sappiamo questo, noi vediamo questo:
Idameva saccaṁ, moghamaññan’”ti? questa è l’unica verità, qualsiasi altra idea è sciocca’?”
“No hidaṁ, bho gotama”. “No, Signor Gotama”
“Iti kira, bhāradvāja, natthi koci brāhmaṇānaṁ ekabrāhmaṇopi yo evamāha: “Quindi, Bhāradvāja, sembra che non ci sia nemmeno un singolo bramino,
‘ahametaṁ jānāmi, ahametaṁ passāmi.
Idameva saccaṁ, moghamaññan’ti;
natthi koci brāhmaṇānaṁ ekācariyopi ekācariyapācariyopi, yāva sattamā ācariyamahayugāpi, yo evamāha: nemmeno uno fino alla settima generazione di maestri,
‘ahametaṁ jānāmi, ahametaṁ passāmi.
Idameva saccaṁ, moghamaññan’ti;
yepi te brāhmaṇānaṁ pubbakā isayo mantānaṁ kattāro mantānaṁ pavattāro yesamidaṁ etarahi brāhmaṇā porāṇaṁ mantapadaṁ gītaṁ pavuttaṁ samihitaṁ tadanugāyanti tadanubhāsanti bhāsitamanubhāsanti vācitamanuvācenti seyyathidaṁ—aṭṭhako vāmako vāmadevo vessāmitto yamataggi aṅgīraso bhāradvājo vāseṭṭho kassapo bhagu, tepi na evamāhaṁsu: nemmeno gli antichi veggenti dei bramini, che dice:
‘mayametaṁ jānāma, mayametaṁ passāma. ‘Noi sappiamo questo, noi vediamo questo:
Idameva saccaṁ, moghamaññan’ti. ‘Questa è l’unica verità, qualsiasi altra idea è sciocca’.
Seyyathāpi, bhāradvāja, andhaveṇi paramparāsaṁsattā purimopi na passati majjhimopi na passati pacchimopi na passati; Immagina una fila di uomini ciechi, ognuno attaccato a quello davanti: il primo non vede, quello in mezzo non vede, e l’ultimo non vede.
evameva kho, bhāradvāja, andhaveṇūpamaṁ maññe brāhmaṇānaṁ bhāsitaṁ sampajjati—purimopi na passati majjhimopi na passati pacchimopi na passati. Allo stesso modo, a me sembra che la dichiarazione dei bramini si rivela essere come una fila di uomini ciechi: il primo non vede, quello in mezzo non vede, e l’ultimo non vede.
Taṁ kiṁ maññasi, bhāradvāja, Cosa ne pensi, Bhāradvāja?
nanu evaṁ sante brāhmaṇānaṁ amūlikā saddhā sampajjatī”ti? Dato che è così, la fede dei bramini non si rivela non avere basi?”
“Na khvettha, bho gotama, brāhmaṇā saddhāyeva payirupāsanti, anussavāpettha brāhmaṇā payirupāsantī”ti. “I bramini non onorano questo solo per fede, ma anche per trasmissione orale”
“Pubbeva kho tvaṁ, bhāradvāja, saddhaṁ agamāsi, anussavaṁ idāni vadesi. “Prima ti sei basato sulla fede, ora parli di tradizione orale.
Pañca kho ime, bhāradvāja, dhammā diṭṭheva dhamme dvedhā vipākā. Queste cinque cose a volte si dimostrano sbagliate.
Katame pañca? Quali cinque?
Saddhā, ruci, anussavo, ākāraparivitakko, diṭṭhinijjhānakkhanti—Fede, preferenza, trasmissione orale, linea di ragionamento, e accettazione di un’opinione dopo deliberazione.
ime kho, bhāradvāja, pañca dhammā diṭṭheva dhamme dvedhā vipākā.
Api ca, bhāradvāja, susaddahitaṁyeva hoti, tañca hoti rittaṁ tucchaṁ musā; Anche se hai fede in qualcosa, potrebbe rivelarsi vuoto, vacuo, e falso.
no cepi susaddahitaṁ hoti, tañca hoti bhūtaṁ tacchaṁ anaññathā. E anche se non hai fede in qualcosa, potrebbe rivelarsi essere vero e reale, non altrimenti.
Api ca, bhāradvāja, surucitaṁyeva hoti …pe… Anche se preferisci qualcosa …
svānussutaṁyeva hoti …pe… se qualcosa è trasmesso bene …
suparivitakkitaṁyeva hoti …pe… se qualcosa è ragionato bene …
sunijjhāyitaṁyeva hoti, tañca hoti rittaṁ tucchaṁ musā; se qualcosa è deliberato bene, potrebbe rivelarsi vuoto, vacuo, e falso.
no cepi sunijjhāyitaṁ hoti, tañca hoti bhūtaṁ tacchaṁ anaññathā. E anche se non è deliberato bene, potrebbe rivelarsi essere vero e reale, non altrimenti.
Saccamanurakkhatā, bhāradvāja, viññunā purisena nālamettha ekaṁsena niṭṭhaṁ gantuṁ: Per chi preserva la verità questi modi non sono sufficienti per giungere alla conclusione categorica:
‘idameva saccaṁ, moghamaññan’”ti. questa è l’unica verità, qualsiasi altra idea è sciocca’”
“Kittāvatā pana, bho gotama, saccānurakkhaṇā hoti, kittāvatā saccamanurakkhati? “Ma, Signor Gotama, come definisce la preservazione della verità?”
Saccānurakkhaṇaṁ mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ pucchāmā”ti.
“Saddhā cepi, bhāradvāja, purisassa hoti; “Se una persona ha fede,
‘evaṁ me saddhā’ti—preserva la verità dicendo: ‘Questa è la mia fede’.
iti vadaṁ saccamanurakkhati, na tveva tāva ekaṁsena niṭṭhaṁ gacchati: Ma non giunge ancora alla conclusione categorica:
‘idameva saccaṁ, moghamaññan’ti (…). ‘Questa è l’unica verità, qualsiasi altra idea è sciocca’.
Ruci cepi, bhāradvāja, purisassa hoti …pe… Se una persona ha una preferenza …
anussavo cepi, bhāradvāja, purisassa hoti …pe… o ha ricevuto trasmissione orale …
ākāraparivitakko cepi, bhāradvāja, purisassa hoti …pe… o ha ragionato su qualcosa …
diṭṭhinijjhānakkhanti cepi, bhāradvāja, purisassa hoti; o ha accettato un’opinione dopo deliberazione,
‘evaṁ me diṭṭhinijjhānakkhantī’ti—preserva la verità dicendo: ‘Questa è l’opinione che ho accettato dopo deliberazione’.
iti vadaṁ saccamanurakkhati, na tveva tāva ekaṁsena niṭṭhaṁ gacchati: Ma non giunge ancora alla conclusione categorica:
‘idameva saccaṁ, moghamaññan’ti. ‘Questa è l’unica verità, qualsiasi altra idea è sciocca’.
Ettāvatā kho, bhāradvāja, saccānurakkhaṇā hoti, ettāvatā saccamanurakkhati, ettāvatā ca mayaṁ saccānurakkhaṇaṁ paññapema; Così è come si descrive la preservazione della verità, Bhāradvāja. Io descrivo la preservazione della verità definita in questo modo.
na tveva tāva saccānubodho hotī”ti. Ma questo non è ancora il risveglio alla verità”
“Ettāvatā, bho gotama, saccānurakkhaṇā hoti, ettāvatā saccamanurakkhati, ettāvatā ca mayaṁ saccānurakkhaṇaṁ pekkhāma. “Così è come si descrive la preservazione della verità, Signor Gotama. Ritengo la preservazione della verità definita in questo modo.
Kittāvatā pana, bho gotama, saccānubodho hoti, kittāvatā saccamanubujjhati? Ma, Signor Gotama, come definisce il risveglio alla verità?”
Saccānubodhaṁ mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ pucchāmā”ti.
“Idha, bhāradvāja, bhikkhu aññataraṁ gāmaṁ vā nigamaṁ vā upanissāya viharati. “Prendi il caso, Bhāradvāja, di un monaco che vive supportato da un paese o da un villaggio.
Tamenaṁ gahapati vā gahapatiputto vā upasaṅkamitvā tīsu dhammesu samannesati—Un laico o suo figlio va da lui e lo scruta per trovare tre cose:
lobhanīyesu dhammesu, dosanīyesu dhammesu, mohanīyesu dhammesu. cose che suscitano cupidigia, cose che provocano odio, e cose che promuovono illusione.
Atthi nu kho imassāyasmato tathārūpā lobhanīyā dhammā yathārūpehi lobhanīyehi dhammehi pariyādinnacitto ajānaṁ vā vadeyya—‘Questo venerabile possiede qualità che suscitano cupidigia? Qualità che, se la sua mente ne venisse sopraffatta, potrebbe dire
jānāmīti, apassaṁ vā vadeyya—che sa, anche se non sa, o che vede, anche se non vede;
passāmīti, paraṁ vā tadatthāya samādapeyya yaṁ paresaṁ assa dīgharattaṁ ahitāya dukkhāyāti? o che potrebbero incoraggiare gli altri a fare ciò che è a loro danno e sofferenza per molto tempo?’
Tamenaṁ samannesamāno evaṁ jānāti: Scrutinandolo scopre:
‘natthi kho imassāyasmato tathārūpā lobhanīyā dhammā yathārūpehi lobhanīyehi dhammehi pariyādinnacitto ajānaṁ vā vadeyya—‘Questo venerabile non possiede qualità così che suscitano cupidigia.
jānāmīti, apassaṁ vā vadeyya—
passāmīti, paraṁ vā tadatthāya samādapeyya yaṁ paresaṁ assa dīgharattaṁ ahitāya dukkhāya.
Tathārūpo kho panimassāyasmato kāyasamācāro tathārūpo vacīsamācāro yathā taṁ aluddhassa. Piuttosto, quel venerabile ha un comportamento corporeo e verbale come quello di qualcuno senza avidità.
Yaṁ kho pana ayamāyasmā dhammaṁ deseti, gambhīro so dhammo duddaso duranubodho santo paṇīto atakkāvacaro nipuṇo paṇḍitavedanīyo; E il principio che insegna è profondo, difficile da vedere, difficile da comprendere, pacifico, sublime, fuori dalla portata del ragionamento, raffinato, comprensibile agli astuti.
na so dhammo sudesiyo luddhenā’ti. Non è facile per chi è avido insegnare questo’.
Yato naṁ samannesamāno visuddhaṁ lobhanīyehi dhammehi samanupassati tato naṁ uttari samannesati dosanīyesu dhammesu. Scrutinandolo in questo modo vede che è privo di qualità che suscitano cupidigia. Poi cerca qualità che provocano odio.
Atthi nu kho imassāyasmato tathārūpā dosanīyā dhammā yathārūpehi dosanīyehi dhammehi pariyādinnacitto ajānaṁ vā vadeyya—‘Questo venerabile possiede qualità che provocano odio? Qualità che, se la sua mente ne venisse sopraffatta, potrebbe dire
jānāmīti, apassaṁ vā vadeyya—che sa, anche se non sa, o che vede, anche se non vede;
passāmīti, paraṁ vā tadatthāya samādapeyya yaṁ paresaṁ assa dīgharattaṁ ahitāya dukkhāyāti? o che potrebbero incoraggiare gli altri a fare ciò che è a loro danno e sofferenza per molto tempo?’
Tamenaṁ samannesamāno evaṁ jānāti: Scrutinandolo scopre:
‘natthi kho imassāyasmato tathārūpā dosanīyā dhammā yathārūpehi dosanīyehi dhammehi pariyādinnacitto ajānaṁ vā vadeyya—‘Questo venerabile non possiede qualità così che provocano odio.
jānāmīti, apassaṁ vā vadeyya—
passāmīti, paraṁ vā tadatthāya samādapeyya yaṁ paresaṁ assa dīgharattaṁ ahitāya dukkhāya.
Tathārūpo kho panimassāyasmato kāyasamācāro tathārūpo vacīsamācāro yathā taṁ aduṭṭhassa. Piuttosto, quel venerabile ha un comportamento corporeo e verbale come quello di qualcuno senza odio.
Yaṁ kho pana ayamāyasmā dhammaṁ deseti, gambhīro so dhammo duddaso duranubodho santo paṇīto atakkāvacaro nipuṇo paṇḍitavedanīyo; E il principio che insegna è profondo, difficile da vedere, difficile da comprendere, pacifico, sublime, fuori dalla portata del ragionamento, raffinato, comprensibile agli astuti.
na so dhammo sudesiyo duṭṭhenā’ti. Non è facile per chi odia insegnare questo’.
Yato naṁ samannesamāno visuddhaṁ dosanīyehi dhammehi samanupassati, tato naṁ uttari samannesati mohanīyesu dhammesu. Scrutinandolo in questo modo vede che è privo di qualità che provocano odio. Poi cerca qualità che promuovono illusione.
Atthi nu kho imassāyasmato tathārūpā mohanīyā dhammā yathārūpehi mohanīyehi dhammehi pariyādinnacitto ajānaṁ vā vadeyya—‘Questo venerabile possiede qualità che promuovono illusione? Qualità che, se la sua mente ne venisse sopraffatta, potrebbe dire
jānāmīti, apassaṁ vā vadeyya—che sa, anche se non sa, o che vede, anche se non vede;
passāmīti, paraṁ vā tadatthāya samādapeyya yaṁ paresaṁ assa dīgharattaṁ ahitāya dukkhāyāti? o che potrebbero incoraggiare gli altri a fare ciò che è a loro danno e sofferenza per molto tempo?’
Tamenaṁ samannesamāno evaṁ jānāti: Scrutinandolo scopre:
‘natthi kho imassāyasmato tathārūpā mohanīyā dhammā yathārūpehi mohanīyehi dhammehi pariyādinnacitto ajānaṁ vā vadeyya—‘Questo venerabile non possiede qualità così che promuovono illusione.
jānāmīti, apassaṁ vā vadeyya—
passāmīti, paraṁ vā tadatthāya samādapeyya yaṁ paresaṁ assa dīgharattaṁ ahitāya dukkhāya.
Tathārūpo kho panimassāyasmato kāyasamācāro tathārūpo vacīsamācāro yathā taṁ amūḷhassa. Piuttosto, quel venerabile ha un comportamento corporeo e verbale come quello di qualcuno senza illusione.
Yaṁ kho pana ayamāyasmā dhammaṁ deseti, gambhīro so dhammo duddaso duranubodho santo paṇīto atakkāvacaro nipuṇo paṇḍitavedanīyo; E il principio che insegna è profondo, difficile da vedere, difficile da comprendere, pacifico, sublime, fuori dalla portata del ragionamento, raffinato, comprensibile agli astuti.
na so dhammo sudesiyo mūḷhenā’ti. Non è facile per chi è illuso insegnare questo’.
Yato naṁ samannesamāno visuddhaṁ mohanīyehi dhammehi samanupassati; Scrutinandolo in questo modo vede che è privo di qualità che promuovono illusione.
atha tamhi saddhaṁ niveseti, saddhājāto upasaṅkamati, upasaṅkamanto payirupāsati, payirupāsanto sotaṁ odahati, ohitasoto dhammaṁ suṇāti, sutvā dhammaṁ dhāreti, dhatānaṁ dhammānaṁ atthaṁ upaparikkhati, atthaṁ upaparikkhato dhammā nijjhānaṁ khamanti, dhammanijjhānakkhantiyā sati chando jāyati, chandajāto ussahati, ussahitvā tuleti, tulayitvā padahati, pahitatto samāno kāyena ceva paramasaccaṁ sacchikaroti paññāya ca naṁ ativijjha passati. Allora ripone fede in lui. Una volta che la fede è sorta va dal maestro. Rende omaggio, ascolta attivamente, sente gli insegnamenti, ricorda gli insegnamenti, riflette sul significato, e li accetta dopo deliberazione. Allora nasce in lui entusiasmo; applica zelo, si impegna, e lavora duro. Lavorando duro, realizza direttamente la verità suprema, e la vede con saggezza penetrante.
Ettāvatā kho, bhāradvāja, saccānubodho hoti, ettāvatā saccamanubujjhati, ettāvatā ca mayaṁ saccānubodhaṁ paññapema; Così è come si descrive il risveglio alla verità, Bhāradvāja. Io descrivo il risveglio alla verità definito in questo modo.
na tveva tāva saccānuppatti hotī”ti. Ma questo non è ancora il raggiungimento della verità”
“Ettāvatā, bho gotama, saccānubodho hoti, ettāvatā saccamanubujjhati, ettāvatā ca mayaṁ saccānubodhaṁ pekkhāma. Così è come si descrive il risveglio alla verità, Signor Gotama. Ritengo il risveglio alla verità definito in questo modo.
Kittāvatā pana, bho gotama, saccānuppatti hoti, kittāvatā saccamanupāpuṇāti? Ma, Signor Gotama, come definisce il raggiungimento della verità?”
Saccānuppattiṁ mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ pucchāmā”ti.
“Tesaṁyeva, bhāradvāja, dhammānaṁ āsevanā bhāvanā bahulīkammaṁ saccānuppatti hoti. “Attraverso la coltivazione, lo sviluppo, e la dedizione proprio a queste cose si arriva al raggiungimento della verità.
Ettāvatā kho, bhāradvāja, saccānuppatti hoti, ettāvatā saccamanupāpuṇāti, ettāvatā ca mayaṁ saccānuppattiṁ paññapemā”ti. Così è come si descrive il raggiungimento della verità, Bhāradvāja. Io descrivo il raggiungimento della verità definito in questo modo”
“Ettāvatā, bho gotama, saccānuppatti hoti, ettāvatā saccamanupāpuṇāti, ettāvatā ca mayaṁ saccānuppattiṁ pekkhāma. “Così è come si descrive il raggiungimento della verità, Signor Gotama. Ritengo il raggiungimento della verità definito in questo modo.
Saccānuppattiyā pana, bho gotama, katamo dhammo bahukāro? Ma che qualità è utile per giungere alla verità?”
Saccānuppattiyā bahukāraṁ dhammaṁ mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ pucchāmā”ti.
“Saccānuppattiyā kho, bhāradvāja, padhānaṁ bahukāraṁ. “Lavorare duro è utile per giungere alla verità.
No cetaṁ padaheyya, nayidaṁ saccamanupāpuṇeyya. Se non si lavora duro, non si giunge alla verità.
Yasmā ca kho padahati tasmā saccamanupāpuṇāti. Si giunge alla verità grazie al duro lavoro.
Tasmā saccānuppattiyā padhānaṁ bahukāran”ti. È per questo che lavorare duro è utile per giungere alla verità”
“Padhānassa pana, bho gotama, katamo dhammo bahukāro? “Ma che qualità è utile per lavorare duro?”
Padhānassa bahukāraṁ dhammaṁ mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ pucchāmā”ti.
“Padhānassa kho, bhāradvāja, tulanā bahukārā. “Valutare gli insegnamenti è utile per lavorare duro.
No cetaṁ tuleyya, nayidaṁ padaheyya. Se non si valutano gli insegnamenti, non si lavora duro.
Yasmā ca kho tuleti tasmā padahati. Si lavora duro grazie al valutare gli insegnamenti.
Tasmā padhānassa tulanā bahukārā”ti. È per questo che valutare gli insegnamenti è utile per lavorare duro”
“Tulanāya pana, bho gotama, katamo dhammo bahukāro? “Ma che qualità è utile per valutare gli insegnamenti?”
Tulanāya bahukāraṁ dhammaṁ mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ pucchāmā”ti.
“Tulanāya kho, bhāradvāja, ussāho bahukāro. “Lo zelo è utile per valutare gli insegnamenti.
No cetaṁ ussaheyya, nayidaṁ tuleyya. Se non si ha zelo, non si valutano gli insegnamenti.
Yasmā ca kho ussahati tasmā tuleti. Si valutano gli insegnamenti perché si ha zelo.
Tasmā tulanāya ussāho bahukāro”ti. È per questo lo zelo è utile per valutare gli insegnamenti”
“Ussāhassa pana, bho gotama, katamo dhammo bahukāro? “Ma che qualità è utile per lo zelo?”
Ussāhassa bahukāraṁ dhammaṁ mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ pucchāmā”ti.
“Ussāhassa kho, bhāradvāja, chando bahukāro. “L’entusiasmo è utile per lo zelo.
No cetaṁ chando jāyetha, nayidaṁ ussaheyya. Se non si ha entusiasmo, non si ha zelo.
Yasmā ca kho chando jāyati tasmā ussahati. Si ha zelo perché si ha entusiasmo.
Tasmā ussāhassa chando bahukāro”ti. È per questo l’entusiasmo è utile per lo zelo”
“Chandassa pana, bho gotama, katamo dhammo bahukāro? “Ma che qualità è utile per l’entusiasmo?”
Chandassa bahukāraṁ dhammaṁ mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ pucchāmā”ti.
“Chandassa kho, bhāradvāja, dhammanijjhānakkhanti bahukārā. “L’accettazione degli insegnamenti dopo deliberazione è utile per l’entusiasmo.
No cete dhammā nijjhānaṁ khameyyuṁ, nayidaṁ chando jāyetha. Se non si accettano gli insegnamenti dopo deliberazione, non si ha entusiasmo.
Yasmā ca kho dhammā nijjhānaṁ khamanti tasmā chando jāyati. Si ha entusiasmo perché si accettano gli insegnamenti dopo deliberazione.
Tasmā chandassa dhammanijjhānakkhanti bahukārā”ti. È per questo che accettare gli insegnamenti dopo deliberazione è utile per l’entusiasmo”
“Dhammanijjhānakkhantiyā pana, bho gotama, katamo dhammo bahukāro? “Ma che qualità è utile per accettare gli insegnamenti dopo deliberazione?”
Dhammanijjhānakkhantiyā bahukāraṁ dhammaṁ mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ pucchāmā”ti.
“Dhammanijjhānakkhantiyā kho, bhāradvāja, atthūpaparikkhā bahukārā. “Riflettere sul significato degli insegnamenti è utile per accettarli dopo deliberazione.
No cetaṁ atthaṁ upaparikkheyya, nayidaṁ dhammā nijjhānaṁ khameyyuṁ. Se non si riflette sul significato degli insegnamenti, non si accettano dopo deliberazione.
Yasmā ca kho atthaṁ upaparikkhati tasmā dhammā nijjhānaṁ khamanti. Si accettano gli insegnamenti dopo deliberazione perché si riflette sul loro significato.
Tasmā dhammanijjhānakkhantiyā atthūpaparikkhā bahukārā”ti. È per questo che riflettere sul significato degli insegnamenti è utile per accettarli dopo deliberazione”
“Atthūpaparikkhāya pana, bho gotama, katamo dhammo bahukāro? “Ma che qualità è utile per riflettere sul significato degli insegnamenti?”
Atthūpaparikkhāya bahukāraṁ dhammaṁ mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ pucchāmā”ti.
“Atthūpaparikkhāya kho, bhāradvāja, dhammadhāraṇā bahukārā. “Ricordare gli insegnamenti è utile per riflettere sul loro significato.
No cetaṁ dhammaṁ dhāreyya, nayidaṁ atthaṁ upaparikkheyya. Se non si ricordano gli insegnamenti, non si riflette sul loro significato.
Yasmā ca kho dhammaṁ dhāreti tasmā atthaṁ upaparikkhati. Si riflette sul significato degli insegnamenti perché si ricordano.
Tasmā atthūpaparikkhāya dhammadhāraṇā bahukārā”ti. È per questo che ricordare gli insegnamenti è utile per riflettere sul loro significato”
“Dhammadhāraṇāya pana, bho gotama, katamo dhammo bahukāro? “Ma che qualità è utile per ricordare gli insegnamenti?”
Dhammadhāraṇāya bahukāraṁ dhammaṁ mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ pucchāmā”ti.
“Dhammadhāraṇāya kho, bhāradvāja, dhammassavanaṁ bahukāraṁ. “Sentire gli insegnamenti è utile per ricordarli.
No cetaṁ dhammaṁ suṇeyya, nayidaṁ dhammaṁ dhāreyya. Se non si sentono gli insegnamenti, non si ricordano.
Yasmā ca kho dhammaṁ suṇāti tasmā dhammaṁ dhāreti. Si ricordano gli insegnamenti perché si sentono.
Tasmā dhammadhāraṇāya dhammassavanaṁ bahukāran”ti. È per questo che sentire gli insegnamenti è utile per ricordarli”
“Dhammassavanassa pana, bho gotama, katamo dhammo bahukāro? “Ma che qualità è utile per sentire gli insegnamenti?”
Dhammassavanassa bahukāraṁ dhammaṁ mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ pucchāmā”ti.
“Dhammassavanassa kho, bhāradvāja, sotāvadhānaṁ bahukāraṁ. “Ascoltare attivamente è utile per sentire gli insegnamenti.
No cetaṁ sotaṁ odaheyya, nayidaṁ dhammaṁ suṇeyya. Se non si ascolta attivamente, non si sentono gli insegnamenti.
Yasmā ca kho sotaṁ odahati tasmā dhammaṁ suṇāti. Si sentono gli insegnamenti perché si ascolta attivamente.
Tasmā dhammassavanassa sotāvadhānaṁ bahukāran”ti. È per questo che ascoltare attivamente è utile per sentire gli insegnamenti”
“Sotāvadhānassa pana, bho gotama, katamo dhammo bahukāro? “Ma che qualità è utile per ascoltare attivamente?”
Sotāvadhānassa bahukāraṁ dhammaṁ mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ pucchāmā”ti.
“Sotāvadhānassa kho, bhāradvāja, payirupāsanā bahukārā. “Rendere omaggio è utile per ascoltare attivamente.
No cetaṁ payirupāseyya, nayidaṁ sotaṁ odaheyya. Se non si rende omaggio, non si ascolta attivamente.
Yasmā ca kho payirupāsati tasmā sotaṁ odahati. Si ascolta attivamente perché si rende omaggio.
Tasmā sotāvadhānassa payirupāsanā bahukārā”ti. È per questo che rendere omaggio è utile per ascoltare attivamente”
“Payirupāsanāya pana, bho gotama, katamo dhammo bahukāro? “Ma che qualità è utile per rendere omaggio?”
Payirupāsanāya bahukāraṁ dhammaṁ mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ pucchāmā”ti.
“Payirupāsanāya kho, bhāradvāja, upasaṅkamanaṁ bahukāraṁ. “Andare dal maestro è utile per rendere omaggio.
No cetaṁ upasaṅkameyya, nayidaṁ payirupāseyya. Se non si va dal maestro non si rende omaggio.
Yasmā ca kho upasaṅkamati tasmā payirupāsati. Si rende omaggio perché si va dal maestro.
Tasmā payirupāsanāya upasaṅkamanaṁ bahukāran”ti. È per questo che andare dal maestro è utile per rendere omaggio”
“Upasaṅkamanassa pana, bho gotama, katamo dhammo bahukāro? “Ma che qualità è utile per andare dal maestro?”
Upasaṅkamanassa bahukāraṁ dhammaṁ mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ pucchāmā”ti.
“Upasaṅkamanassa kho, bhāradvāja, saddhā bahukārā. “La fede è utile per andare dal maestro.
No cetaṁ saddhā jāyetha, nayidaṁ upasaṅkameyya. Se non si fa nascere fede, non si va dal maestro.
Yasmā ca kho saddhā jāyati tasmā upasaṅkamati. Si va dal maestro perché si fa nascere fede.
Tasmā upasaṅkamanassa saddhā bahukārā”ti. È per questo che la fede è utile per andare dal maestro”
“Saccānurakkhaṇaṁ mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ apucchimha, saccānurakkhaṇaṁ bhavaṁ gotamo byākāsi; “Ho chiesto al Signor Gotama riguardo alla preservazione della verità, e lui mi ha risposto.
tañca panamhākaṁ ruccati ceva khamati ca tena camha attamanā. Approvo e accetto la risposta, e ne sono soddisfatto.
Saccānubodhaṁ mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ apucchimha, saccānubodhaṁ bhavaṁ gotamo byākāsi; Ho chiesto al Signor Gotama riguardo al risveglio alla verità, e lui mi ha risposto.
tañca panamhākaṁ ruccati ceva khamati ca tena camha attamanā. Approvo e accetto la risposta, e ne sono soddisfatto.
Saccānuppattiṁ mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ apucchimha, saccānuppattiṁ bhavaṁ gotamo byākāsi; Ho chiesto al Signor Gotama riguardo al raggiungimento della verità, e lui mi ha risposto.
tañca panamhākaṁ ruccati ceva khamati ca tena camha attamanā. Approvo e accetto la risposta, e ne sono soddisfatto.
Saccānuppattiyā bahukāraṁ dhammaṁ mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ apucchimha, saccānuppattiyā bahukāraṁ dhammaṁ bhavaṁ gotamo byākāsi; Ho chiesto al Signor Gotama riguardo alle cose che sono utili per il raggiungimento della verità, e lui mi ha risposto.
tañca panamhākaṁ ruccati ceva khamati ca tena camha attamanā. Approvo e accetto la risposta, e ne sono soddisfatto.
Yaṁyadeva ca mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ apucchimha taṁtadeva bhavaṁ gotamo byākāsi; Tutto ciò che ho chiesto al Signor Gotama, lui mi ha risposto.
tañca panamhākaṁ ruccati ceva khamati ca tena camha attamanā. Approvo e accetto la risposta, e ne sono soddisfatto.
Mayañhi, bho gotama, pubbe evaṁ jānāma: Signor Gotama, prima pensavo questo:
‘ke ca muṇḍakā samaṇakā ibbhā kaṇhā bandhupādāpaccā, ke ca dhammassa aññātāro’ti? ‘Chi sono questi pelati, finti asceti, primitivi, pecore nere nate dai piedi del Padre rispetto a coloro che comprendono l’insegnamento?’
Ajanesi vata me bhavaṁ gotamo samaṇesu samaṇapemaṁ, samaṇesu samaṇapasādaṁ, samaṇesu samaṇagāravaṁ. Il Buddha mi ha convinto ad avere amore, fiducia, e rispetto per gli asceti!
Abhikkantaṁ, bho gotama …pe… Eccellente, Signor Gotama! Eccellente! …
upāsakaṁ maṁ bhavaṁ gotamo dhāretu ajjatagge pāṇupetaṁ saraṇaṁ gatan”ti. Da oggi in poi, che il Signor Gotama si ricordi di me come un discepolo laico che ha preso rifugio a vita”.
Caṅkīsuttaṁ niṭṭhitaṁ pañcamaṁ.