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Majjhima Nikāya 93 Discorsi medi 93
Assalāyanasutta Il discorso con Assalāyana
Evaṁ me sutaṁ—Così ho sentito.
ekaṁ samayaṁ bhagavā sāvatthiyaṁ viharati jetavane anāthapiṇḍikassa ārāme. Una volta il Buddha dimorava vicino a Sāvatthī, nel bosco di Jeta, il monastero di Anāthapiṇḍika.
Tena kho pana samayena nānāverajjakānaṁ brāhmaṇānaṁ pañcamattāni brāhmaṇasatāni sāvatthiyaṁ paṭivasanti kenacideva karaṇīyena. In quell’occasione circa cinquecento bramini che venivano da fuori si trovavano a Sāvatthī per qualche faccenda.
Atha kho tesaṁ brāhmaṇānaṁ etadahosi: I bramini pensarono:
“ayaṁ kho samaṇo gotamo cātuvaṇṇiṁ suddhiṁ paññapeti. “L’asceta Gotama sostiene la purezza di tutte e quattro le caste.
Ko nu kho pahoti samaṇena gotamena saddhiṁ asmiṁ vacane paṭimantetun”ti? Chi è in grado di dibattere con lui a riguardo?”
Tena kho pana samayena assalāyano nāma māṇavo sāvatthiyaṁ paṭivasati daharo, vuttasiro, soḷasavassuddesiko jātiyā, tiṇṇaṁ vedānaṁ pāragū sanighaṇḍukeṭubhānaṁ sākkharappabhedānaṁ itihāsapañcamānaṁ, padako, veyyākaraṇo, lokāyatamahāpurisalakkhaṇesu anavayo. In quel periodo lo studente bramino Assalāyana risiedeva a Sāvatthi. Era giovane, tonsurato, e aveva sedici anni. Aveva raggiunto maestria delle tre Veda, con i loro vocabolari e rituali, fonologia e classificazione delle parole, e testamento come quinto. Le sapeva parola per parola, con la loro grammatica. Era esperto in cosmologia e nei segni di un grande uomo.
Atha kho tesaṁ brāhmaṇānaṁ etadahosi: Allora i bramini pensarono:
“ayaṁ kho assalāyano māṇavo sāvatthiyaṁ paṭivasati daharo, vuttasiro, soḷasavassuddesiko jātiyā, tiṇṇaṁ vedānaṁ pāragū …pe… anavayo.
So kho pahoti samaṇena gotamena saddhiṁ asmiṁ vacane paṭimantetun”ti. “Assalāyana è in grado di dibattere con l’asceta Gotama a riguardo”.
Atha kho te brāhmaṇā yena assalāyano māṇavo tenupasaṅkamiṁsu; upasaṅkamitvā assalāyanaṁ māṇavaṁ etadavocuṁ: Allora andarono da Assalāyana e gli dissero:
“ayaṁ, bho assalāyana, samaṇo gotamo cātuvaṇṇiṁ suddhiṁ paññapeti. “L’asceta Gotama sostiene la purezza di tutte e quattro le caste.
Etu bhavaṁ assalāyano samaṇena gotamena saddhiṁ asmiṁ vacane paṭimantetū”ti. Per favore, signor Assalāyana, dibatti con l’asceta Gotama a riguardo”.
Evaṁ vutte, assalāyano māṇavo te brāhmaṇe etadavoca: Detto ciò, Assalāyana disse loro:
“samaṇo khalu, bho, gotamo dhammavādī; “Dicono che l’asceta Gotama sia un oratore di principio.
dhammavādino ca pana duppaṭimantiyā bhavanti. Gli oratori di principio sono difficili da controbattere.
Nāhaṁ sakkomi samaṇena gotamena saddhiṁ asmiṁ vacane paṭimantetun”ti. Non sono in grado di dibattere con l’asceta Gotama a riguardo”
Dutiyampi kho te brāhmaṇā assalāyanaṁ māṇavaṁ etadavocuṁ: Per la seconda volta, i bramini gli dissero:
“ayaṁ, bho assalāyana, samaṇo gotamo cātuvaṇṇiṁ suddhiṁ paññapeti. “L’asceta Gotama sostiene la purezza di tutte e quattro le caste.
Etu bhavaṁ assalāyano samaṇena gotamena saddhiṁ asmiṁ vacane paṭimantetu. Per favore, signor Assalāyana, dibatti con l’asceta Gotama a riguardo.
Caritaṁ kho pana bhotā assalāyanena paribbājakan”ti. Dato che hai vissuto da errante”.
Dutiyampi kho assalāyano māṇavo te brāhmaṇe etadavoca: E per la seconda volta, Assalāyana si rifiutò.
“samaṇo khalu, bho, gotamo dhammavādī;
dhammavādino ca pana duppaṭimantiyā bhavanti.
Nāhaṁ sakkomi samaṇena gotamena saddhiṁ asmiṁ vacane paṭimantetun”ti.
Tatiyampi kho te brāhmaṇā assalāyanaṁ māṇavaṁ etadavocuṁ: Per la terza volta, i bramini gli dissero:
“ayaṁ, bho assalāyana, samaṇo gotamo cātuvaṇṇiṁ suddhiṁ paññapeti. “L’asceta Gotama sostiene la purezza di tutte e quattro le caste.
Etu bhavaṁ assalāyano samaṇena gotamena saddhiṁ asmiṁ vacane paṭimantetu. Per favore, signor Assalāyana, dibatti con l’asceta Gotama a riguardo.
Caritaṁ kho pana bhotā assalāyanena paribbājakaṁ. Dato che hai vissuto da errante.
Mā bhavaṁ assalāyano ayuddhaparājitaṁ parājayī”ti. Non accettare la sconfitta prima ancora di essere andato in battaglia!”
Evaṁ vutte, assalāyano māṇavo te brāhmaṇe etadavoca: Detto ciò, Assalāyana disse loro:
“addhā kho ahaṁ bhavanto na labhāmi. “È chiaro, signori, che non riesco a farmi capire da voi quando dico:
Samaṇo khalu, bho, gotamo dhammavādī; ‘Dicono che l’asceta Gotama sia un oratore di principio.
dhammavādino ca pana duppaṭimantiyā bhavanti. Gli oratori di principio sono difficili da controbattere.
Nāhaṁ sakkomi samaṇena gotamena saddhiṁ asmiṁ vacane paṭimantetunti. Non sono in grado di dibattere con l’asceta Gotama a riguardo’.
Api cāhaṁ bhavantānaṁ vacanena gamissāmī”ti. Ma comunque, farò come volete”.
Atha kho assalāyano māṇavo mahatā brāhmaṇagaṇena saddhiṁ yena bhagavā tenupasaṅkami; upasaṅkamitvā bhagavatā saddhiṁ sammodi. Allora Assalāyana assieme a un grande gruppo di bramini andò dal Buddha e ci scambiò saluti.
Sammodanīyaṁ kathaṁ sāraṇīyaṁ vītisāretvā ekamantaṁ nisīdi. Ekamantaṁ nisinno kho assalāyano māṇavo bhagavantaṁ etadavoca: Una volta che i saluti e le cordialità terminarono, si sedette a lato e disse al Buddha:
“brāhmaṇā, bho gotama, evamāhaṁsu: “Signor Gotama, i bramini dicono:
‘brāhmaṇova seṭṭho vaṇṇo, hīno añño vaṇṇo; ‘Solo i bramini sono la casta migliore; le altre caste sono inferiori.
brāhmaṇova sukko vaṇṇo, kaṇho añño vaṇṇo; Solo i bramini sono una casta di luce; le altre caste sono oscure.
brāhmaṇova sujjhanti, no abrāhmaṇā; Solo i bramini sono puri, gli altri no.
brāhmaṇāva brahmuno puttā orasā mukhato jātā brahmajā brahmanimmitā brahmadāyādā’ti. Solo i bramini sono i figli legittimi di Dio, nati dalla sua bocca, nati da Dio, creati da Dio, eredi di Dio’.
Idha bhavaṁ gotamo kimāhā”ti? Cosa dice lei a riguardo?”
“Dissanti kho pana, assalāyana, brāhmaṇānaṁ brāhmaṇiyo utuniyopi gabbhiniyopi vijāyamānāpi pāyamānāpi. “Ma, Assalāyana, le donne bramine hanno le mestruazioni, sono incinte, partoriscono, e allattano.
Te ca brāhmaṇiyonijāva samānā evamāhaṁsu: Eppure, seppur nascano da un grembo bramino, dicono:
‘brāhmaṇova seṭṭho vaṇṇo, hīno añño vaṇṇo; ‘Solo i bramini sono la casta migliore; le altre caste sono inferiori.
brāhmaṇova sukko vaṇṇo, kaṇho añño vaṇṇo; Solo i bramini sono una casta di luce; le altre caste sono oscure.
brāhmaṇāva sujjhanti, no abrāhmaṇā; Solo i bramini sono puri, gli altri no.
brāhmaṇāva brahmuno puttā orasā mukhato jātā brahmajā brahmanimmitā brahmadāyādā’”ti. Solo i bramini sono i figli legittimi di Dio, nati dalla sua bocca, nati da Dio, creati da Dio, eredi di Dio’”
“Kiñcāpi bhavaṁ gotamo evamāha, atha khvettha brāhmaṇā evametaṁ maññanti: “Anche se lei dice così, i bramini continuano a sostenere il loro parere”
‘brāhmaṇova seṭṭho vaṇṇo, hīno añño vaṇṇo …pe…
brahmadāyādā’”ti.
“Taṁ kiṁ maññasi, assalāyana, “Cosa ne pensi, Assalāyana?
sutaṁ te: ‘yonakambojesu aññesu ca paccantimesu janapadesu dveva vaṇṇā—ayyo ceva dāso ca; ayyo hutvā dāso hoti, dāso hutvā ayyo hotī’”ti? Hai sentito che in Grecia, in Persia e in altre terre straniere ci sono solo due classi: padroni e servi? E che i padroni possono diventare servi, e i servi padroni?”
“Evaṁ, bho, sutaṁ taṁ me: ‘yonakambojesu aññesu ca paccantimesu janapadesu dveva vaṇṇā—ayyo ceva dāso ca; ayyo hutvā dāso hoti, dāso hutvā ayyo hotī’”ti. “Sì, l’ho sentito”
“Ettha, assalāyana, brāhmaṇānaṁ kiṁ balaṁ, ko assāso yadettha brāhmaṇā evamāhaṁsu: “Quindi qual è la fonte della certezza e della forza dei bramini sulla questione per fare questa dichiarazione?”
‘brāhmaṇova seṭṭho vaṇṇo, hīno añño vaṇṇo …pe…
brahmadāyādā’”ti?
“Kiñcāpi bhavaṁ gotamo evamāha, atha khvettha brāhmaṇā evametaṁ maññanti: “Anche se lei dice così, i bramini continuano a sostenere il loro parere”
‘brāhmaṇova seṭṭho vaṇṇo, hīno añño vaṇṇo …pe…
brahmadāyādā’”ti.
“Taṁ kiṁ maññasi, assalāyana, “Cosa ne pensi, Assalāyana?
khattiyova nu kho pāṇātipātī adinnādāyī kāmesumicchācārī musāvādī pisuṇavāco pharusavāco samphappalāpī abhijjhālu byāpannacitto micchādiṭṭhi kāyassa bhedā paraṁ maraṇā apāyaṁ duggatiṁ vinipātaṁ nirayaṁ upapajjeyya, no brāhmaṇo? Prendi un aristocratico che uccide, ruba, ha condotta sessuale sbagliata, usa linguaggio falso, divisivo, aspro, o senza motivo; ed è desideroso, malevolo, e ha opinione sbagliata. Alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, rinascerebbe in un posto di perdizione, un brutto posto, in un regno inferiore, all’inferno. Questo accadrebbe solo a un aristocratico, e non a un bramino?
Vessova nu kho …pe… O immagina un contadino,
suddova nu kho pāṇātipātī adinnādāyī kāmesumicchācārī musāvādī pisuṇavāco pharusavāco samphappalāpī abhijjhālu byāpannacitto micchādiṭṭhi kāyassa bhedā paraṁ maraṇā apāyaṁ duggatiṁ vinipātaṁ nirayaṁ upapajjeyya, no brāhmaṇo”ti? o un servo che agisce allo stesso modo. Solo un contadino o un servo andrebbero all’inferno, e non un bramino?
“No hidaṁ, bho gotama. “No, Signor Gotama.
Khattiyopi hi, bho gotama, pāṇātipātī adinnādāyī kāmesumicchācārī musāvādī pisuṇavāco pharusavāco samphappalāpī abhijjhālu byāpannacitto micchādiṭṭhi kāyassa bhedā paraṁ maraṇā apāyaṁ duggatiṁ vinipātaṁ nirayaṁ upapajjeyya. Se agissero allo stesso modo, un aristocratico, un bramino, un contadino, o un servo andrebbero tutti all’inferno allo stesso modo.
Brāhmaṇopi hi, bho gotama …pe…
vessopi hi, bho gotama …pe…
suddopi hi, bho gotama …pe…
sabbepi hi, bho gotama, cattāro vaṇṇā pāṇātipātino adinnādāyino kāmesumicchācārino musāvādino pisuṇavācā pharusavācā samphappalāpino abhijjhālū byāpannacittā micchādiṭṭhī kāyassa bhedā paraṁ maraṇā apāyaṁ duggatiṁ vinipātaṁ nirayaṁ upapajjeyyun”ti. Se ognuna delle quattro caste uccidesse, rubasse, avesse condotta sessuale sbagliata, usasse linguaggio falso, divisivo, aspro, o senza motivo; e fosse desiderosa, maligna, e avesse opinione sbagliata, allora, alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, rinascerebbe in un posto di perdizione, un brutto posto, in un regno inferiore, all’inferno”
“Ettha, assalāyana, brāhmaṇānaṁ kiṁ balaṁ, ko assāso yadettha brāhmaṇā evamāhaṁsu: “Quindi qual è la fonte della certezza e della forza dei bramini sulla questione per fare questa dichiarazione?”
‘brāhmaṇova seṭṭho vaṇṇo, hīno añño vaṇṇo …pe…
brahmadāyādā’”ti?
“Kiñcāpi bhavaṁ gotamo evamāha, atha khvettha brāhmaṇā evametaṁ maññanti: “Anche se lei dice così, i bramini continuano a sostenere il loro parere”
‘brāhmaṇova seṭṭho vaṇṇo, hīno añño vaṇṇo …pe…
brahmadāyādā’”ti.
“Taṁ kiṁ maññasi, assalāyana, “Cosa ne pensi, Assalāyana?
brāhmaṇova nu kho pāṇātipātā paṭivirato adinnādānā paṭivirato kāmesumicchācārā paṭivirato musāvādā paṭivirato pisuṇāya vācāya paṭivirato pharusāya vācāya paṭivirato samphappalāpā paṭivirato anabhijjhālu abyāpannacitto sammādiṭṭhi kāyassa bhedā paraṁ maraṇā sugatiṁ saggaṁ lokaṁ upapajjeyya, no khattiyo, no vesso, no suddo”ti? Prendi un bramino che non uccide, non ruba, non ha condotta sessuale sbagliata, non usa linguaggio falso, divisivo, aspro, o senza motivo; ed è soddisfatto con poco, dal cuore gentile, e ha opinione corretta. Alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, rinascerebbe in un bel posto, in paradiso. Questo accadrebbe solo a un bramino, e non a un aristocratico, a un contadino, o a un servo?”
“No hidaṁ, bho gotama. “No, Signor Gotama.
Khattiyopi hi, bho gotama, pāṇātipātā paṭivirato adinnādānā paṭivirato kāmesumicchācārā paṭivirato musāvādā paṭivirato pisuṇāya vācāya paṭivirato pharusāya vācāya paṭivirato samphappalāpā paṭivirato anabhijjhālu abyāpannacitto sammādiṭṭhi kāyassa bhedā paraṁ maraṇā sugatiṁ saggaṁ lokaṁ upapajjeyya. Se agissero allo stesso modo, un aristocratico, un bramino, un contadino, o un servo andrebbero tutti in paradiso allo stesso modo.
Brāhmaṇopi hi, bho gotama …pe…
vessopi hi, bho gotama …pe…
suddopi hi, bho gotama …pe…
sabbepi hi, bho gotama, cattāro vaṇṇā pāṇātipātā paṭiviratā adinnādānā paṭiviratā kāmesumicchācārā paṭiviratā musāvādā paṭiviratā pisuṇāya vācāya paṭiviratā pharusāya vācāya paṭiviratā samphappalāpā paṭiviratā anabhijjhālū abyāpannacittā sammādiṭṭhī kāyassa bhedā paraṁ maraṇā sugatiṁ saggaṁ lokaṁ upapajjeyyun”ti. Se ognuna delle quattro caste non uccidesse, non rubasse, non avesse condotta sessuale sbagliata, non usasse linguaggio falso, divisivo, aspro, o senza motivo; e fosse soddisfatta con poco, dal cuore gentile, e avesse opinione corretta, allora, alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, rinascerebbe in un bel posto, in paradiso”
“Ettha, assalāyana, brāhmaṇānaṁ kiṁ balaṁ, ko assāso yadettha brāhmaṇā evamāhaṁsu: “Quindi qual è la fonte della certezza e della forza dei bramini sulla questione per fare questa dichiarazione?”
‘brāhmaṇova seṭṭho vaṇṇo, hīno añño vaṇṇo …pe…
brahmadāyādā’”ti?
“Kiñcāpi bhavaṁ gotamo evamāha, atha khvettha brāhmaṇā evametaṁ maññanti: “Anche se lei dice così, i bramini continuano a sostenere il loro parere”
‘brāhmaṇova seṭṭho vaṇṇo, hīno añño vaṇṇo …pe…
brahmadāyādā’”ti.
“Taṁ kiṁ maññasi, assalāyana, “Cosa ne pensi, Assalāyana?
brāhmaṇova nu kho pahoti asmiṁ padese averaṁ abyābajjhaṁ mettacittaṁ bhāvetuṁ, no khattiyo, no vesso, no suddo”ti? Solo un bramino è in grado di sviluppare una mente di amichevolezza, libera da inimicizia e malevolenza verso questa regione, e non un aristocratico, un contadino, o un servo?”
“No hidaṁ, bho gotama. “No, Signor Gotama.
Khattiyopi hi, bho gotama, pahoti asmiṁ padese averaṁ abyābajjhaṁ mettacittaṁ bhāvetuṁ; Possono farlo aristocratici, bramini, contadini, e servi.
brāhmaṇopi hi, bho gotama …
vessopi hi, bho gotama …
suddopi hi, bho gotama …
sabbepi hi, bho gotama, cattāro vaṇṇā pahonti asmiṁ padese averaṁ abyābajjhaṁ mettacittaṁ bhāvetun”ti. Ognuna delle quattro caste è in grado di sviluppare una mente di amichevolezza, libera da inimicizia e malevolenza verso questa regione”
“Ettha, assalāyana, brāhmaṇānaṁ kiṁ balaṁ, ko assāso yadettha brāhmaṇā evamāhaṁsu: “Quindi qual è la fonte della certezza e della forza dei bramini sulla questione per fare questa dichiarazione?”
‘brāhmaṇova seṭṭho vaṇṇo, hīno añño vaṇṇo …pe…
brahmadāyādā’”ti?
“Kiñcāpi bhavaṁ gotamo evamāha, atha khvettha brāhmaṇā evametaṁ maññanti: “Anche se lei dice così, i bramini continuano a sostenere il loro parere”
‘brāhmaṇova seṭṭho vaṇṇo, hīno añño vaṇṇo …pe…
brahmadāyādā’”ti.
“Taṁ kiṁ maññasi, assalāyana, “Cosa ne pensi, Assalāyana?
brāhmaṇova nu kho pahoti sottisināniṁ ādāya nadiṁ gantvā rajojallaṁ pavāhetuṁ, no khattiyo, no vesso, no suddo”ti? Solo un bramino è in grado di prendere del sapone, andare al fiume, lavare via polvere e sporco, e non un aristocratico, un contadino, o un servo?”
“No hidaṁ, bho gotama. “No, Signor Gotama.
Khattiyopi hi, bho gotama, pahoti sottisināniṁ ādāya nadiṁ gantvā rajojallaṁ pavāhetuṁ, brāhmaṇopi hi, bho gotama …
vessopi hi, bho gotama …
suddopi hi, bho gotama …
sabbepi hi, bho gotama, cattāro vaṇṇā pahonti sottisināniṁ ādāya nadiṁ gantvā rajojallaṁ pavāhetun”ti. Possono farlo aristocratici, bramini, contadini, e servi”
“Ettha, assalāyana, brāhmaṇānaṁ kiṁ balaṁ, ko assāso yadettha brāhmaṇā evamāhaṁsu: “Quindi qual è la fonte della certezza e della forza dei bramini sulla questione per fare questa dichiarazione?”
‘brāhmaṇova seṭṭho vaṇṇo, hīno añño vaṇṇo …pe…
brahmadāyādā’”ti?
“Kiñcāpi bhavaṁ gotamo evamāha, atha khvettha brāhmaṇā evametaṁ maññanti: “Anche se lei dice così, i bramini continuano a sostenere il loro parere”
‘brāhmaṇova seṭṭho vaṇṇo, hīno añño vaṇṇo …pe…
brahmadāyādā’”ti.
“Taṁ kiṁ maññasi, assalāyana, “Cosa ne pensi, Assalāyana?
idha rājā khattiyo muddhāvasitto nānājaccānaṁ purisānaṁ purisasataṁ sannipāteyya: Immagina un re aristocratico consacrato che raduna cento persone di varie caste e dice:
‘āyantu bhonto ye tattha khattiyakulā brāhmaṇakulā rājaññakulā uppannā, sākassa vā sālassa vā salaḷassa vā candanassa vā padumakassa vā uttarāraṇiṁ ādāya, aggiṁ abhinibbattentu, tejo pātukarontu. ‘Per favore, signori, che chiunque qui sia nato in una famiglia di aristocratici, bramini, o padroni prenda un bastoncino fatto di legno di teak, sal, franchincenso, sandalo, o ciliegio, e appicci un fuoco che faccia calore.
Āyantu pana bhonto ye tattha caṇḍālakulā nesādakulā venakulā rathakārakulā pukkusakulā uppannā, sāpānadoṇiyā vā sūkaradoṇiyā vā rajakadoṇiyā vā eraṇḍakaṭṭhassa vā uttarāraṇiṁ ādāya, aggiṁ abhinibbattentu, tejo pātukarontū’ti. E che chiunque qui sia nato in una famiglia di becchini, cacciatori, coltivatori, carrai, o spazzini prenda un bastoncino fatto dalla mangiatoia di un cane, di un maiale, o da un cestino per l’immondizia, o di legno di ricino, e appicci un fuoco che faccia calore.
Taṁ kiṁ maññasi, assalāyana, Cosa ne pensi, Assalāyana?
yo evaṁ nu kho so khattiyakulā brāhmaṇakulā rājaññakulā uppannehi sākassa vā sālassa vā salaḷassa vā candanassa vā padumakassa vā uttarāraṇiṁ ādāya aggi abhinibbatto, tejo pātukato, so eva nu khvāssa aggi accimā ceva vaṇṇavā ca pabhassaro ca, tena ca sakkā agginā aggikaraṇīyaṁ kātuṁ; Solo il fuoco appicciato dalla gente di casta alta con legno di alta qualità avrebbe fiamme, colore, luce, e sarebbe utilizzabile come fuoco,
yo pana so caṇḍālakulā nesādakulā venakulā rathakārakulā pukkusakulā uppannehi sāpānadoṇiyā vā sūkaradoṇiyā vā rajakadoṇiyā vā eraṇḍakaṭṭhassa vā uttarāraṇiṁ ādāya aggi abhinibbatto, tejo pātukato svāssa aggi na ceva accimā na ca vaṇṇavā na ca pabhassaro, na ca tena sakkā agginā aggikaraṇīyaṁ kātun”ti? e non il fuoco appicciato dalla gente di casta bassa con legno di bassa qualità?”
“No hidaṁ, bho gotama. “No, Signor Gotama.
Yopi hi so, bho gotama, khattiyakulā brāhmaṇakulā rājaññakulā uppannehi sākassa vā sālassa vā salaḷassa vā candanassa vā padumakassa vā uttarāraṇiṁ ādāya aggi abhinibbatto, tejo pātukato svāssa aggi accimā ceva vaṇṇavā ca pabhassaro ca, tena ca sakkā agginā aggikaraṇīyaṁ kātuṁ; Il fuoco appicciato dalla gente di casta alta con legno di alta qualità avrebbe fiamme, colore, luce, e sarebbe utilizzabile come fuoco,
yopi so caṇḍālakulā nesādakulā venakulā rathakārakulā pukkusakulā uppannehi sāpānadoṇiyā vā sūkaradoṇiyā vā rajakadoṇiyā vā eraṇḍakaṭṭhassa vā uttarāraṇiṁ ādāya aggi abhinibbatto, tejo pātukato, svāssa aggi accimā ceva vaṇṇavā ca pabhassaro ca, tena ca sakkā agginā aggikaraṇīyaṁ kātuṁ. e lo stesso sarebbe per il fuoco appicciato dalla gente di casta bassa con legno di bassa qualità.
Sabbopi hi, bho gotama, aggi accimā ceva vaṇṇavā ca pabhassaro ca, sabbenapi sakkā agginā aggikaraṇīyaṁ kātun”ti. Poiché ogni tipo di fuoco ha fiamme, colore, e luce, ed è utilizzabile come fuoco”
“Ettha, assalāyana, brāhmaṇānaṁ kiṁ balaṁ, ko assāso yadettha brāhmaṇā evamāhaṁsu: “Quindi qual è la fonte della certezza e della forza dei bramini sulla questione per fare questa dichiarazione?”
‘brāhmaṇova seṭṭho vaṇṇo, hīno añño vaṇṇo;
brāhmaṇova sukko vaṇṇo, kaṇho añño vaṇṇo;
brāhmaṇāva sujjhanti, no abrāhmaṇā;
brāhmaṇāva brahmuno puttā orasā mukhato jātā brahmajā brahmanimmitā brahmadāyādā’”ti?
“Kiñcāpi bhavaṁ gotamo evamāha, atha khvettha brāhmaṇā evametaṁ maññanti: “Anche se lei dice così, i bramini continuano a sostenere il loro parere”
‘brāhmaṇova seṭṭho vaṇṇo, hīno añño vaṇṇo …pe…
brahmadāyādā’”ti.
“Taṁ kiṁ maññasi, assalāyana, “Cosa ne pensi, Assalāyana?
idha khattiyakumāro brāhmaṇakaññāya saddhiṁ saṁvāsaṁ kappeyya, tesaṁ saṁvāsamanvāya putto jāyetha; Immagina un ragazzo aristocratico che va a letto con una ragazza bramina, e hanno un figlio.
yo so khattiyakumārena brāhmaṇakaññāya putto uppanno, siyā so mātupi sadiso pitupi sadiso, ‘khattiyo’tipi vattabbo ‘brāhmaṇo’tipi vattabbo”ti? Quel bambino verrebbe chiamato aristocratico per il padre o bramino per la madre?”
“Yo so, bho gotama, khattiyakumārena brāhmaṇakaññāya putto uppanno, siyā so mātupi sadiso pitupi sadiso, ‘khattiyo’tipi vattabbo ‘brāhmaṇo’tipi vattabbo”ti. “Verrebbe chiamato in uno qualsiasi dei due modi”
“Taṁ kiṁ maññasi, assalāyana, “Cosa ne pensi, Assalāyana?
idha brāhmaṇakumāro khattiyakaññāya saddhiṁ saṁvāsaṁ kappeyya, tesaṁ saṁvāsamanvāya putto jāyetha; Immagina un ragazzo bramino che va a letto con una ragazza aristocratica, e hanno un figlio.
yo so brāhmaṇakumārena khattiyakaññāya putto uppanno, siyā so mātupi sadiso pitupi sadiso, ‘khattiyo’tipi vattabbo ‘brāhmaṇo’tipi vattabbo”ti? Quel bambino verrebbe chiamato aristocratico per la madre o bramino per il padre?”
“Yo so, bho gotama, brāhmaṇakumārena khattiyakaññāya putto uppanno, siyā so mātupi sadiso pitupi sadiso, ‘khattiyo’tipi vattabbo ‘brāhmaṇo’tipi vattabbo”ti. “Verrebbe chiamato in uno qualsiasi dei due modi”
“Taṁ kiṁ maññasi, assalāyana, “Cosa ne pensi, Assalāyana?
idha vaḷavaṁ gadrabhena sampayojeyyuṁ, tesaṁ sampayogamanvāya kisoro jāyetha; Immagina una cavalla che si accoppia con un asino, e dà alla luce un mulo.
yo so vaḷavāya gadrabhena kisoro uppanno, siyā so mātupi sadiso pitupi sadiso, ‘asso’tipi vattabbo ‘gadrabho’tipi vattabbo”ti? Quel mulo verrebbe chiamato cavallo per la madre o asino per il padre?”
“Kuṇḍañhi so, bho gotama, assataro hoti. “È un mulo, è un incrocio.
Idaṁ hissa, bho gotama, nānākaraṇaṁ passāmi; Vedo la differenza in questo caso,
amutra ca panesānaṁ na kiñci nānākaraṇaṁ passāmī”ti. ma non nei casi precedenti”
“Taṁ kiṁ maññasi, assalāyana, “Cosa ne pensi, Assalāyana?
idhāssu dve māṇavakā bhātaro sodariyā, eko ajjhāyako upanīto eko anajjhāyako anupanīto. Immagina due studenti bramini fratelli gemelli. Uno è un recitatore colto, mentre l’altro no.
Kamettha brāhmaṇā paṭhamaṁ bhojeyyuṁ saddhe vā thālipāke vā yaññe vā pāhune vā”ti? I bramini chi servirebbero prima nell’occasione di un’offerta di cibo per gli avi, un’offerta di un piatto di riso al latte, un sacrificio, o una festa per ospiti?”
“Yo so, bho gotama, māṇavako ajjhāyako upanīto tamettha brāhmaṇā paṭhamaṁ bhojeyyuṁ saddhe vā thālipāke vā yaññe vā pāhune vā. “Servirebbero prima lo studente che è un recitatore colto.
Kiñhi, bho gotama, anajjhāyake anupanīte dinnaṁ mahapphalaṁ bhavissatī”ti? Poiché come potrebbe un’offerta a chi non è un recitatore colto dare molto frutto?”
“Taṁ kiṁ maññasi, assalāyana, “Cosa ne pensi, Assalāyana?
idhāssu dve māṇavakā bhātaro sodariyā, eko ajjhāyako upanīto dussīlo pāpadhammo, eko anajjhāyako anupanīto sīlavā kalyāṇadhammo. Immagina due studenti bramini fratelli gemelli. Uno è un recitatore colto, ma immorale, con brutto carattere, mentre l’altro non è un recitatore colto, ma è morale, dal buon carattere.
Kamettha brāhmaṇā paṭhamaṁ bhojeyyuṁ saddhe vā thālipāke vā yaññe vā pāhune vā”ti? I bramini chi servirebbero prima?”
“Yo so, bho gotama, māṇavako anajjhāyako anupanīto sīlavā kalyāṇadhammo tamettha brāhmaṇā paṭhamaṁ bhojeyyuṁ saddhe vā thālipāke vā yaññe vā pāhune vā. “Servirebbero prima lo studente che non è un recitatore colto, ma che è morale e dal buon carattere.
Kiñhi, bho gotama, dussīle pāpadhamme dinnaṁ mahapphalaṁ bhavissatī”ti? Poiché come potrebbe un’offerta a chi è immorale e con brutto carattere dare molto frutto?”
“Pubbe kho tvaṁ, assalāyana, jātiṁ agamāsi; “Prima ti sei basato sulla nascita, Assalāyana,
jātiṁ gantvā mante agamāsi; poi sei passato all’educazione,
mante gantvā tape agamāsi; poi sei passato al comportamento astemio.
tape gantvā cātuvaṇṇiṁ suddhiṁ paccāgato, yamahaṁ paññapemī”ti. Sei arrivato al punto di credere nella possibilità di purezza di tutte e quattro le caste, proprio come sostengo io”.
Evaṁ vutte, assalāyano māṇavo tuṇhībhūto maṅkubhūto pattakkhandho adhomukho pajjhāyanto appaṭibhāno nisīdi. Detto ciò, Assalāyana rimase seduto in silenzio, imbarazzato, con spalle cadenti, abbattuto, depresso, senza dire nulla.
Atha kho bhagavā assalāyanaṁ māṇavaṁ tuṇhībhūtaṁ maṅkubhūtaṁ pattakkhandhaṁ adhomukhaṁ pajjhāyantaṁ appaṭibhānaṁ viditvā assalāyanaṁ māṇavaṁ etadavoca: Vedendo ciò, il Buddha gli disse:
“bhūtapubbaṁ, assalāyana, sattannaṁ brāhmaṇisīnaṁ araññāyatane paṇṇakuṭīsu sammantānaṁ evarūpaṁ pāpakaṁ diṭṭhigataṁ uppannaṁ hoti: “Una volta, Assalāyana, sette veggenti bramini si stanziarono in capanne di foglie in una regione selvaggia. Mantenevano questa idea sbagliata e dannosa:
‘brāhmaṇova seṭṭho vaṇṇo, hīno añño vaṇṇo … ‘Solo i bramini sono la casta migliore; le altre caste sono inferiori.
pe… Solo i bramini sono una casta di luce; le altre caste sono oscure. Solo i bramini sono puri, gli altri no.
brahmadāyādā’ti. Solo i bramini sono i figli legittimi di Dio, nati dalla sua bocca, nati da Dio, creati da Dio, eredi di Dio’.
Assosi kho, assalāyana, asito devalo isi: Il veggente Devala l’Oscuro sentì di ciò.
‘sattannaṁ kira brāhmaṇisīnaṁ araññāyatane paṇṇakuṭīsu sammantānaṁ evarūpaṁ pāpakaṁ diṭṭhigataṁ uppannaṁ—
brāhmaṇova seṭṭho vaṇṇo …pe…
brahmadāyādā’ti.
Atha kho, assalāyana, asito devalo isi kesamassuṁ kappetvā mañjiṭṭhavaṇṇāni dussāni nivāsetvā paṭaliyo upāhanā āruhitvā jātarūpamayaṁ daṇḍaṁ gahetvā sattannaṁ brāhmaṇisīnaṁ patthaṇḍile pāturahosi. Allora si sistemò capelli e barba, indossò gli abiti magenta e gli stivali, prese il bastone dorato, e apparve nel cortile dei sette veggenti bramini.
Atha kho, assalāyana, asito devalo isi sattannaṁ brāhmaṇisīnaṁ patthaṇḍile caṅkamamāno evamāha: Poi si mise a vagare per il cortile dicendo:
‘handa ko nu kho ime bhavanto brāhmaṇisayo gatā; ‘Dove, oh dove sono andati quei veggenti bramini?
handa ko nu kho ime bhavanto brāhmaṇisayo gatā’ti? Dove, oh dove sono andati quei veggenti bramini?’
Atha kho, assalāyana, sattannaṁ brāhmaṇisīnaṁ etadahosi: Allora quei bramini dissero:
‘ko nāyaṁ gāmaṇḍalarūpo viya sattannaṁ brāhmaṇisīnaṁ patthaṇḍile caṅkamamāno evamāha: ‘Chi è questo che vaga per il cortile come uno zoticone di villaggio?
“handa ko nu kho ime bhavanto brāhmaṇisayo gatā;
handa ko nu kho ime bhavanto brāhmaṇisayo gatāti?
Handa naṁ abhisapāmā”’ti. Malediciamolo!’
Atha kho, assalāyana, satta brāhmaṇisayo asitaṁ devalaṁ isiṁ abhisapiṁsu: Quindi maledissero Devala l’Oscuro:
‘bhasmā, vasala, hohi; ‘Riduciti in cenere, schifoso!
bhasmā, vasala, hohī’ti. Riduciti in cenere, schifoso!’
Yathā yathā kho, assalāyana, satta brāhmaṇisayo asitaṁ devalaṁ isiṁ abhisapiṁsu tathā tathā asito devalo isi abhirūpataro ceva hoti dassanīyataro ca pāsādikataro ca. Ma più i veggenti lo maledicevano, più Devala l’Oscuro diventava attraente, bello, e affascinante.
Atha kho, assalāyana, sattannaṁ brāhmaṇisīnaṁ etadahosi: Allora i bramini dissero:
‘moghaṁ vata no tapo, aphalaṁ brahmacariyaṁ. ‘Il nostro fervore è in vano! Il nostro percorso spirituale è inutile!
Mayañhi pubbe yaṁ abhisapāma—Dato che quando maledicevamo qualcuno
bhasmā, vasala, hohi; per farlo ridurre in cenere,
bhasmā, vasala, hohīti bhasmāva bhavati ekacco. veniva ridotto in cenere.
Imaṁ pana mayaṁ yathā yathā abhisapāma tathā tathā abhirūpataro ceva hoti dassanīyataro ca pāsādikataro cā’ti. Ma più malediciamo questo, più attraente, bello, e affascinante diventa’
‘Na bhavantānaṁ moghaṁ tapo, nāphalaṁ brahmacariyaṁ. ‘Signori, il vostro fervore non è in vano; il vostro percorso spirituale non è inutile.
Iṅgha bhavanto, yo mayi manopadoso taṁ pajahathā’ti. Per favore, lasciate andare la vostra malevolenza nei miei confronti’
‘Yo bhavati manopadoso taṁ pajahāma. ‘Lasciamo andare la nostra malevolenza nei tuoi confronti.
Ko nu bhavaṁ hotī’ti? Ma chi sei, signore?’
‘Suto nu bhavataṁ—‘Avete sentito del
asito devalo isī’ti? veggente Devala l’Oscuro?’
‘Evaṁ, bho’. “Sì, signore’
‘So khvāhaṁ, bho, homī’ti. ‘Sono io, signori’.
Atha kho, assalāyana, satta brāhmaṇisayo asitaṁ devalaṁ isiṁ abhivādetuṁ upakkamiṁsu. Allora si avvicinarono a Devala e si inchinarono.
Atha kho, assalāyana, asito devalo isi satta brāhmaṇisayo etadavoca: Devala disse loro:
‘sutaṁ metaṁ, bho, sattannaṁ kira brāhmaṇisīnaṁ araññāyatane paṇṇakuṭīsu sammantānaṁ evarūpaṁ pāpakaṁ diṭṭhigataṁ uppannaṁ—‘Ho sentito che quando i sette veggenti bramini si stanziarono in capanne di foglie in una regione selvaggia, mantenevano questa idea sbagliata e dannosa:
brāhmaṇova seṭṭho vaṇṇo, hīno añño vaṇṇo; ‘Solo i bramini sono la casta migliore; le altre caste sono inferiori.
brāhmaṇova sukko vaṇṇo, kaṇho añño vaṇṇo; Solo i bramini sono una casta di luce; le altre caste sono oscure.
brāhmaṇāva sujjhanti, no abrāhmaṇā; Solo i bramini sono puri, gli altri no.
brāhmaṇāva brahmuno puttā orasā mukhato jātā brahmajā brahmanimmitā brahmadāyādā’ti. Solo i bramini sono i figli legittimi di Dio, nati dalla sua bocca, nati da Dio, creati da Dio, eredi di Dio’.
‘Evaṁ, bho’. ‘È così, signore’
‘Jānanti pana bhonto—‘Ma voi sapete
yā janikā mātā brāhmaṇaṁyeva agamāsi, no abrāhmaṇan’ti? se vostra madre ha avuto relazioni solo con bramini e non con non bramini?’
‘No hidaṁ, bho’. ‘Non lo sappiamo’
‘Jānanti pana bhonto—‘Ma voi sapete
yā janikāmātu mātā yāva sattamā mātumātāmahayugā brāhmaṇaṁyeva agamāsi, no abrāhmaṇan’ti? se le madri delle vostre madri fino alla settima generazione hanno avuto relazioni solo con bramini e non con non bramini?’
‘No hidaṁ, bho’. ‘Non lo sappiamo’
‘Jānanti pana bhonto—‘Ma voi sapete
yo janako pitā brāhmaṇiṁyeva agamāsi, no abrāhmaṇin’ti? se vostro padre ha avuto relazioni solo con bramine e non con non bramine?’
‘No hidaṁ, bho’. ‘Non lo sappiamo’
‘Jānanti pana bhonto—‘Ma voi sapete
yo janakapitu pitā yāva sattamā pitupitāmahayugā brāhmaṇiṁyeva agamāsi, no abrāhmaṇin’ti? se i padri dei vostri padri fino alla settima generazione hanno avuto relazioni solo con bramine e non con non bramine?’
‘No hidaṁ, bho’. ‘Non lo sappiamo’
‘Jānanti pana bhonto—‘Ma voi sapete
yathā gabbhassa avakkanti hotī’ti? come si concepisce un embrione?’
‘Jānāma mayaṁ, bho—‘Lo sappiamo, signore.
yathā gabbhassa avakkanti hoti.
Idha mātāpitaro ca sannipatitā honti, mātā ca utunī hoti, gandhabbo ca paccupaṭṭhito hoti; evaṁ tiṇṇaṁ sannipātā gabbhassa avakkanti hotī’ti. Un embrione viene concepito quando tre cose accadono: la madre e il padre si uniscono, la madre è nel periodo fertile del ciclo mestruale, e l’anima che vuole rinascere è presente’
‘Jānanti pana bhonto—‘Ma voi sapete
taggha, so gandhabbo khattiyo vā brāhmaṇo vā vesso vā suddo vā’ti? con certezza se quell’anima è un aristocratico, un bramino, un contadino, o un servo?’
‘Na mayaṁ, bho, jānāma—‘Non lo sappiamo’
taggha so gandhabbo khattiyo vā brāhmaṇo vā vesso vā suddo vā’ti.
‘Evaṁ sante, bho, jānātha—‘Dato che è così, signori, non sapete
ke tumhe hothā’ti? cosa siete?’
‘Evaṁ sante, bho, na mayaṁ jānāma—‘Dato che è così, signore, non sappiamo
ke mayaṁ homā’ti. cosa siamo’.
Te hi nāma, assalāyana, satta brāhmaṇisayo asitena devalena isinā sake jātivāde samanuyuñjīyamānā samanuggāhīyamānā samanubhāsīyamānā na sampāyissanti; Dato che nemmeno quei sette veggenti bramini riuscirono a prevalere una volta torchiati, pressati, ed esortati dal veggente Devala riguardo alla propria genealogia,
kiṁ pana tvaṁ etarahi mayā sakasmiṁ jātivāde samanuyuñjīyamāno samanuggāhīyamāno samanubhāsīyamāno sampāyissasi, yesaṁ tvaṁ sācariyako na puṇṇo dabbigāho”ti. come potresti tu prevalere se torchiato, pressato, ed esortato da me riguardo alla tua genealogia, considerando che tu e la tua tradizione non raccogliete nemmeno l’ultimo cucchiaino?”
Evaṁ vutte, assalāyano māṇavo bhagavantaṁ etadavoca: Detto ciò, Assalāyana disse al Buddha:
“abhikkantaṁ, bho gotama …pe… Eccellente, Signor Gotama! Eccellente! …
upāsakaṁ maṁ bhavaṁ gotamo dhāretu ajjatagge pāṇupetaṁ saraṇaṁ gatan”ti. Da oggi in poi, che il Signor Gotama si ricordi di me come un discepolo laico che ha preso rifugio a vita”.
Assalāyanasuttaṁ niṭṭhitaṁ tatiyaṁ.