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Majjhima Nikāya 92 Discorsi medi 92
Selasutta Il discorso con Sela
Evaṁ me sutaṁ—Così ho sentito.
ekaṁ samayaṁ bhagavā aṅguttarāpesu cārikaṁ caramāno mahatā bhikkhusaṅghena saddhiṁ aḍḍhateḷasehi bhikkhusatehi yena āpaṇaṁ nāma aṅguttarāpānaṁ nigamo tadavasari. Una volta il Buddha stava vagando nella terra degli Aṅguttarāpan, assieme a una grande comunità di 1.250 monaci, quando giunse alla città chiamata Āpaṇa.
Assosi kho keṇiyo jaṭilo: L’asceta dai capelli arruffati Keṇiya sentì:
“samaṇo khalu, bho, gotamo sakyaputto sakyakulā pabbajito aṅguttarāpesu cārikaṁ caramāno mahatā bhikkhusaṅghena saddhiṁ aḍḍhateḷasehi bhikkhusatehi āpaṇaṁ anuppatto. “Sembra che l’asceta Gotama, un Sakya, che ha lasciato casa da una famiglia Sakya, sia arrivato ad Āpaṇa, assieme a una grande comunità di 1.250 monaci.
Taṁ kho pana bhavantaṁ gotamaṁ evaṁ kalyāṇo kittisaddo abbhuggato: Ha questa buona reputazione:
‘itipi so bhagavā arahaṁ sammāsambuddho vijjācaraṇasampanno sugato lokavidū anuttaro purisadammasārathi satthā devamanussānaṁ buddho bhagavā’ti. ‘Il Beato è perfetto, un Buddha completamente risvegliato, esperto di conoscenza e condotta, santo, conoscitore del mondo, guida suprema per coloro che desiderano addestrarsi, insegnante di esseri celesti e umani, risvegliato, beato’.
So imaṁ lokaṁ sadevakaṁ samārakaṁ sabrahmakaṁ sassamaṇabrāhmaṇiṁ pajaṁ sadevamanussaṁ sayaṁ abhiññā sacchikatvā pavedeti. Ha realizzato con la propria conoscenza diretta questo mondo, con i suoi angeli, diavoli, e dei, questa popolazione con i suoi asceti e bramini, esseri celesti e umani, e lo rende noto agli altri.
So dhammaṁ deseti ādikalyāṇaṁ majjhekalyāṇaṁ pariyosānakalyāṇaṁ sātthaṁ sabyañjanaṁ, kevalaparipuṇṇaṁ parisuddhaṁ brahmacariyaṁ pakāseti. Spiega un’insegnamento buono all’inizio, nel mezzo, e alla fine, significativo e ben espresso. E rivela un percorso spirituale assolutamente completo e puro.
Sādhu kho pana tathārūpānaṁ arahataṁ dassanaṁ hotī”ti. È bene vedere tali perfetti”.
Atha kho keṇiyo jaṭilo yena bhagavā tenupasaṅkami; upasaṅkamitvā bhagavatā saddhiṁ sammodi. Allora Keṇiya andò dal Buddha e ci scambiò saluti.
Sammodanīyaṁ kathaṁ sāraṇīyaṁ vītisāretvā ekamantaṁ nisīdi. Una volta che i saluti e cordialità terminarono, si sedette a lato.
Ekamantaṁ nisinnaṁ kho keṇiyaṁ jaṭilaṁ bhagavā dhammiyā kathāya sandassesi samādapesi samuttejesi sampahaṁsesi. Il Buddha lo educò, incoraggiò, eccitò, ed ispirò con un sermone.
Atha kho keṇiyo jaṭilo bhagavatā dhammiyā kathāya sandassito samādapito samuttejito sampahaṁsito bhagavantaṁ etadavoca: Poi Keṇiya disse al Buddha:
“adhivāsetu me bhavaṁ gotamo svātanāya bhattaṁ saddhiṁ bhikkhusaṅghenā”ti. “Il Signor Gotama accetterebbe il pasto di domani insieme alla comunità monastica da parte mia?”
Evaṁ vutte, bhagavā keṇiyaṁ jaṭilaṁ etadavoca: Detto ciò, il Buddha gli disse:
“mahā kho, keṇiya, bhikkhusaṅgho aḍḍhateḷasāni bhikkhusatāni, tvañca brāhmaṇesu abhippasanno”ti. “La comunità monastica è grande, Keṇiya; ci sono 1.250 monaci. E tu sei devoto ai bramini”.
Dutiyampi kho keṇiyo jaṭilo bhagavantaṁ etadavoca: Per la seconda volta, Keṇiya chiese al Buddha di accettare l’offerta per il pasto.
“kiñcāpi kho, bho gotama, mahā bhikkhusaṅgho aḍḍhateḷasāni bhikkhusatāni, ahañca brāhmaṇesu abhippasanno; “Non importa se la comunità monastica è grande, con 1.250 monaci, e se sono devoto ai bramini.
adhivāsetu me bhavaṁ gotamo svātanāya bhattaṁ saddhiṁ bhikkhusaṅghenā”ti. Il Signor Gotama accetterebbe il pasto di domani insieme alla comunità monastica da parte mia?”
Dutiyampi kho bhagavā keṇiyaṁ jaṭilaṁ etadavoca: E per la seconda volta il Buddha diede la stessa risposta.
“mahā kho, keṇiya, bhikkhusaṅgho aḍḍhateḷasāni bhikkhusatāni, tvañca brāhmaṇesu abhippasanno”ti.
Tatiyampi kho keṇiyo jaṭilo bhagavantaṁ etadavoca: Per la terza volta, Keṇiya chiese al Buddha di accettare l’offerta per il pasto.
“kiñcāpi kho, bho gotama, mahā bhikkhusaṅgho aḍḍhateḷasāni bhikkhusatāni, ahañca brāhmaṇesu abhippasanno; “Non importa se la comunità monastica è grande, con 1.250 monaci, e se sono devoto ai bramini.
adhivāsetu me bhavaṁ gotamo svātanāya bhattaṁ saddhiṁ bhikkhusaṅghenā”ti. Il Signor Gotama accetterebbe il pasto di domani insieme alla comunità monastica da parte mia?”
Adhivāsesi bhagavā tuṇhībhāvena. Il Buddha acconsentì in silenzio.
Atha kho keṇiyo jaṭilo bhagavato adhivāsanaṁ viditvā uṭṭhāyāsanā yena sako assamo tenupasaṅkami; upasaṅkamitvā mittāmacce ñātisālohite āmantesi: Allora, sapendo che il Buddha aveva acconsentito, Keṇiya si alzò dal proprio posto e tornò al proprio eremo. Lì si rivolse ai suoi amici e colleghi, parenti e conoscenti:
“suṇantu me bhonto, mittāmaccā ñātisālohitā; “Miei amici e colleghi, parenti e conoscenti: per favore, ascoltate!
samaṇo me gotamo nimantito svātanāya bhattaṁ saddhiṁ bhikkhusaṅghena. Ho invitato l’asceta Gotama insieme alla comunità monastica per il pasto di domani.
Yena me kāyaveyyāvaṭikaṁ kareyyāthā”ti. Per favore, aiutatemi a preparare”
“Evaṁ, bho”ti kho keṇiyassa jaṭilassa mittāmaccā ñātisālohitā keṇiyassa jaṭilassa paṭissutvā appekacce uddhanāni khaṇanti, appekacce kaṭṭhāni phālenti, appekacce bhājanāni dhovanti, appekacce udakamaṇikaṁ patiṭṭhāpenti, appekacce āsanāni paññapenti. “Sì, Signore”, risposero. Alcuni scavarono forni, alcuni tagliarono la legna, alcuni lavarono i piatti, alcuni sistemarono brocche per l’acqua, e alcuni prepararono i posti a sedere.
Keṇiyo pana jaṭilo sāmaṁyeva maṇḍalamālaṁ paṭiyādeti. Nel frattempo, Keṇiya preparò il padiglione da solo.
Tena kho pana samayena selo brāhmaṇo āpaṇe paṭivasati tiṇṇaṁ vedānaṁ pāragū sanighaṇḍukeṭubhānaṁ sākkharappabhedānaṁ itihāsapañcamānaṁ, padako, veyyākaraṇo, lokāyatamahāpurisalakkhaṇesu anavayo, tīṇi ca māṇavakasatāni mante vāceti. In quel periodo il bramino Sela risiedeva ad Āpaṇa. Aveva raggiunto maestria delle tre Veda, con i loro vocabolari e rituali, fonologia e classificazione delle parole, e testamento come quinto. Le sapeva parola per parola, con la loro grammatica. Era esperto in cosmologia e nei segni di un grande uomo. E insegnava a recitare gli inni a trecento studenti.
Tena kho pana samayena keṇiyo jaṭilo sele brāhmaṇe abhippasanno hoti. In quel periodo Keṇiya era devoto a Sela.
Atha kho selo brāhmaṇo tīhi māṇavakasatehi parivuto jaṅghāvihāraṁ anucaṅkamamāno anuvicaramāno yena keṇiyassa jaṭilassa assamo tenupasaṅkami. Poi Sela, mentre faceva una passeggiata accompagnato dai trecento studenti, si avvicinò all’eremo di Keṇiya.
Addasā kho selo brāhmaṇo keṇiyassa jaṭilassa assame appekacce uddhanāni khaṇante, appekacce kaṭṭhāni phālente, appekacce bhājanāni dhovante, appekacce udakamaṇikaṁ patiṭṭhāpente, appekacce āsanāni paññapente, keṇiyaṁ pana jaṭilaṁ sāmaṁyeva maṇḍalamālaṁ paṭiyādentaṁ. Vide le preparazioni,
Disvāna keṇiyaṁ jaṭilaṁ etadavoca: e disse a Keṇiya:
“kiṁ nu bhoto keṇiyassa āvāho vā bhavissati vivāho vā bhavissati mahāyañño vā paccupaṭṭhito, rājā vā māgadho seniyo bimbisāro nimantito svātanāya saddhiṁ balakāyenā”ti? “Keṇiya, tuo figlio o tua figlia si sposano? O stai preparando un grande sacrificio? O il Re Seniya Bimbisāra di Maghada è stato invitato per il pasto di domani?”
“Na me, bho sela, āvāho bhavissati napi vivāho bhavissati napi rājā māgadho seniyo bimbisāro nimantito svātanāya saddhiṁ balakāyena; “Non c’è matrimonio, Sela, e non verrà il re.
api ca kho me mahāyañño paccupaṭṭhito. Piuttosto, sto preparando un grande sacrificio.
Atthi, bho, samaṇo gotamo sakyaputto sakyakulā pabbajito aṅguttarāpesu cārikaṁ caramāno mahatā bhikkhusaṅghena saddhiṁ aḍḍhateḷasehi bhikkhusatehi āpaṇaṁ anuppatto. L’asceta Gotama è arrivato ad Āpaṇa, assieme a una grande comunità di 1.250 monaci.
Taṁ kho pana bhavantaṁ gotamaṁ evaṁ kalyāṇo kittisaddo abbhuggato: Ha questa buona reputazione:
‘itipi so bhagavā arahaṁ sammāsambuddho vijjācaraṇasampanno sugato lokavidū anuttaro purisadammasārathi satthā devamanussānaṁ buddho bhagavā’ti. ‘Il Beato è perfetto, un Buddha completamente risvegliato, esperto di conoscenza e condotta, santo, conoscitore del mondo, guida suprema per coloro che desiderano addestrarsi, insegnante di esseri celesti e umani, risvegliato, beato’.
So me nimantito svātanāya bhattaṁ saddhiṁ bhikkhusaṅghenā”ti. Ho invitato l’asceta Gotama insieme alla comunità monastica per il pasto di domani”
“Buddhoti—bho keṇiya, vadesi”? “Signor Keṇiya, hai detto ‘risvegliato’?”
“Buddhoti—bho sela, vadāmi”. “Ho detto ‘risvegliato’”
“Buddhoti—bho keṇiya, vadesi”? “Hai detto ‘risvegliato’?”
“Buddhoti—bho sela, vadāmī”ti. “Ho detto ‘risvegliato’”.
Atha kho selassa brāhmaṇassa etadahosi: Allora Sela pensò:
“ghosopi kho eso dullabho lokasmiṁ—yadidaṁ ‘buddho’ti. “È difficile trovare persino la parola ‘risvegliato’ nel mondo.
Āgatāni kho panamhākaṁ mantesu dvattiṁsamahāpurisalakkhaṇāni, yehi samannāgatassa mahāpurisassa dveyeva gatiyo bhavanti anaññā. I trentadue segni di un grande uomo sono stati tramandati nei nostri inni. Un grande uomo che possiede questi segni ha solo due destini possibili, nessun altro.
Sace agāraṁ ajjhāvasati, rājā hoti cakkavattī dhammiko dhammarājā cāturanto vijitāvī janapadatthāvariyappatto sattaratanasamannāgato. Se rimane a casa diventa re, un monarca che mette in moto la ruota, un re giusto e di principio. Il suo dominio si estende nelle quattro direzioni, ottiene la stabilità del Paese, e possiede i sette tesori.
Tassimāni satta ratanāni bhavanti, seyyathidaṁ—Possiede i seguenti sette tesori:
cakkaratanaṁ, hatthiratanaṁ, assaratanaṁ, maṇiratanaṁ, itthiratanaṁ, gahapatiratanaṁ, pariṇāyakaratanameva sattamaṁ. la ruota, l’elefante, il cavallo, il gioiello, la donna, il tesoriere, e il consigliere come settimo.
Parosahassaṁ kho panassa puttā bhavanti sūrā vīraṅgarūpā parasenappamaddanā. Ha più di mille figli valorosi ed eroici, che schiacciano gli eserciti nemici.
So imaṁ pathaviṁ sāgarapariyantaṁ adaṇḍena asatthena dhammena abhivijiya ajjhāvasati. Dopo aver conquistato la terra contornata dal mare, regna attraverso principio, senza bastone o spada.
Sace pana agārasmā anagāriyaṁ pabbajati, arahaṁ hoti sammāsambuddho loke vivaṭṭacchado”. Ma se lascia la vita di casa per quella mendicante, diventa un perfetto, un Buddha completamente risvegliato, che rimuove il velo dal mondo”
“Kahaṁ pana, bho keṇiya, etarahi so bhavaṁ gotamo viharati arahaṁ sammāsambuddho”ti? “Ma, Keṇiya, dove si trova ora quel Beato, il perfetto, il Buddha completamente risvegliato?”
Evaṁ vutte, keṇiyo jaṭilo dakkhiṇaṁ bāhuṁ paggahetvā selaṁ brāhmaṇaṁ etadavoca: Allora Keṇiya indicò con il proprio braccio destro e disse:
“yenesā, bho sela, nīlavanarājī”ti. “Lì, Signor Sela, in quella linea di foresta blu”.
Atha kho selo brāhmaṇo tīhi māṇavakasatehi saddhiṁ yena bhagavā tenupasaṅkami. Allora Sela, assieme ai propri studenti, andò dal Buddha.
Atha kho selo brāhmaṇo te māṇavake āmantesi: Disse ai propri studenti:
“appasaddā bhonto āgacchantu pade padaṁ nikkhipantā; “Fate piano, signori, camminate in silenzio.
durāsadā hi te bhagavanto sīhāva ekacarā. Poiché i Buddha sono impressionanti, come un leone che vive solo.
Yadā cāhaṁ, bho, samaṇena gotamena saddhiṁ manteyyaṁ, mā me bhonto antarantarā kathaṁ opātetha. Mentre mi consulto con l’asceta Gotama, non interrompete.
Kathāpariyosānaṁ me bhavanto āgamentū”ti. Aspettate finché non ho finito di parlare”.
Atha kho selo brāhmaṇo yena bhagavā tenupasaṅkami; upasaṅkamitvā bhagavatā saddhiṁ sammodi. Poi Sela andò dal Buddha e ci scambiò saluti.
Sammodanīyaṁ kathaṁ sāraṇīyaṁ vītisāretvā ekamantaṁ nisīdi. Una volta che i saluti e cordialità terminarono, si sedette a lato,
Ekamantaṁ nisinno kho selo brāhmaṇo bhagavato kāye dvattiṁsamahāpurisalakkhaṇāni samannesi. e scrutò il corpo del Buddha per trovare i trentadue segni di un grande uomo.
Addasā kho selo brāhmaṇo bhagavato kāye dvattiṁsamahāpurisalakkhaṇāni, yebhuyyena ṭhapetvā dve. Li vide tutti tranne due,
Dvīsu mahāpurisalakkhaṇesu kaṅkhati vicikicchati nādhimuccati na sampasīdati—su cui aveva dubbi:
kosohite ca vatthaguyhe pahūtajivhatāya ca. se le parti intime avevano prepuzio, e la grandezza della lingua.
Atha kho bhagavato etadahosi: Allora il Buddha pensò:
“passati kho me ayaṁ selo brāhmaṇo dvattiṁsamahāpurisalakkhaṇāni, yebhuyyena ṭhapetvā dve. “Sela vede tutti i segni tranne due,
Dvīsu mahāpurisalakkhaṇesu kaṅkhati vicikicchati nādhimuccati na sampasīdati—sui cui ha dubbi:
kosohite ca vatthaguyhe pahūtajivhatāya cā”ti. se le parti intime hanno prepuzio, e la grandezza della lingua”.
Atha kho bhagavā tathārūpaṁ iddhābhisaṅkhāraṁ abhisaṅkhāsi, yathā addasa selo brāhmaṇo bhagavato kosohitaṁ vatthaguyhaṁ. Allora il Buddha usò i propri poteri psichici per esprimere la volontà che Sela vedesse le sue parti intime ricoperte da prepuzio.
Atha kho bhagavā jivhaṁ ninnāmetvā ubhopi kaṇṇasotāni anumasi paṭimasi; ubhopi nāsikasotāni anumasi paṭimasi; kevalampi nalāṭamaṇḍalaṁ jivhāya chādesi. E tirò fuori la lingua toccandosi con essa avanti e indietro le orecchie e le narici, e si coprì l’intera fronte con la lingua.
Atha kho selassa brāhmaṇassa etadahosi: Allora Sela pensò:
“samannāgato kho samaṇo gotamo dvattiṁsamahāpurisalakkhaṇehi paripuṇṇehi, no aparipuṇṇehi; “L’asceta Gotama possiede i trentadue segni completamente, non ne manca nessuno.
no ca kho naṁ jānāmi buddho vā no vā. Ma non so se è risvegliato o no.
Sutaṁ kho pana metaṁ brāhmaṇānaṁ vuddhānaṁ mahallakānaṁ ācariyapācariyānaṁ bhāsamānānaṁ: Ho sentito che i bramini anziani del passato, i maestri dei maestri, dicevano:
‘ye te bhavanti arahanto sammāsambuddhā te sake vaṇṇe bhaññamāne attānaṁ pātukarontī’ti. ‘I perfetti, i Buddha completamente risvegliati si rivelano se lodati’
Yannūnāhaṁ samaṇaṁ gotamaṁ sammukhā sāruppāhi gāthāhi abhitthaveyyan”ti. Perchè non lo esalto in sua presenza con versetti adatti?”
Atha kho selo brāhmaṇo bhagavantaṁ sammukhā sāruppāhi gāthāhi abhitthavi: Allora Sela esaltò il Buddha in sua presenza con versetti adatti:
“Paripuṇṇakāyo suruci, “Oh beato, il tuo corpo è perfetto,
Sujāto cārudassano; sei splendente, affascinante, piacevole da ammirare;
Suvaṇṇavaṇṇosi bhagavā, dal colore dorato,
Susukkadāṭhosi vīriyavā. con denti così bianchi; sei forte.
Narassa hi sujātassa, Le caratteristiche
ye bhavanti viyañjanā; di un uomo affascinante,
Sabbe te tava kāyasmiṁ, i segni di un grande uomo,
mahāpurisalakkhaṇā. si trovano tutti sul tuo corpo.
Pasannanetto sumukho, I tuoi occhi sono limpidi, la tua faccia è bella,
brahā uju patāpavā; sei formidabile, diritto, maestoso.
Majjhe samaṇasaṅghassa, Nel mezzo della comunità di asceti,
ādiccova virocasi. brilli come il sole.
Kalyāṇadassano bhikkhu, Sei un monaco bello da vedere,
kañcanasannibhattaco; con pelle dorata.
Kiṁ te samaṇabhāvena, Ma con un’apparenza così eccellente,
evaṁ uttamavaṇṇino. cosa vuoi dalla vita ascetica?
Rājā arahasi bhavituṁ, Sei adatto a essere un re,
cakkavattī rathesabho; un monarca che mette in moto la ruota, condottiero di aurighi,
Cāturanto vijitāvī, vittorioso nelle quattro direzioni,
jambusaṇḍassa issaro. signore di tutta l’India.
Khattiyā bhogirājāno, Aristocratici, nobili, e re
anuyantā bhavantu te; dovrebbero seguire i tuoi comandi.
Rājābhirājā manujindo, Gotama, regna
rajjaṁ kārehi gotama”. come re dei re, signore degli uomini!”
“Rājāhamasmi selāti, “Io sono un re, Sela,
dhammarājā anuttaro; il re supremo dell’insegnamento.
Dhammena cakkaṁ vattemi, Attraverso l’insegnamento giro la ruota
cakkaṁ appaṭivattiyaṁ”. che non può essere invertita”
“Sambuddho paṭijānāsi, “Dici di essere risvegliato,
dhammarājā anuttaro; il re supremo dell’insegnamento.
‘Dhammena cakkaṁ vattemi’, ‘Giro la ruota dell’insegnamento’:
iti bhāsasi gotama. dici così, Gotama.
Ko nu senāpati bhoto, Allora chi è il tuo generale,
sāvako satthuranvayo; il discepolo che segue la via del Maestro?
Ko tetamanuvatteti, Che continua a far girare la ruota
dhammacakkaṁ pavattitaṁ”. dell’insegnamento che hai messo in moto?”
“Mayā pavattitaṁ cakkaṁ, “Da me la ruota è stata messa in moto”,
(selāti bhagavā) disse il Buddha,
Dhammacakkaṁ anuttaraṁ; “la ruota suprema dell’insegnamento.
Sāriputto anuvatteti, Sāriputta, seguendo l’esempio del Realizzato,
Anujāto tathāgataṁ. continua a farla girare.
Abhiññeyyaṁ abhiññātaṁ, Ho conosciuto ciò che c’è da conoscere,
bhāvetabbañca bhāvitaṁ; sviluppato ciò che c’è da sviluppare,
Pahātabbaṁ pahīnaṁ me, e abbandonato ciò che c’è da abbandonare:
tasmā buddhosmi brāhmaṇa. quindi, bramino, sono un Buddha.
Vinayassu mayi kaṅkhaṁ, Dissipa il tuo dubbio in me,
adhimuccassu brāhmaṇa; deciditi, bramino!
Dullabhaṁ dassanaṁ hoti, La vista di un Buddha
sambuddhānaṁ abhiṇhaso. è difficile da trovare di nuovo.
Yesaṁ ve dullabho loke, Sono un Buddha, bramino,
pātubhāvo abhiṇhaso; il chirurgo supremo,
Sohaṁ brāhmaṇa sambuddho, colui la cui apparizione nel mondo
sallakatto anuttaro. è difficile trovare di nuovo.
Brahmabhūto atitulo, Una manifestazione di divinità, ineguagliato,
mārasenappamaddano; distruttore dell’esercito del diavolo;
Sabbāmitte vasī katvā, avendo sottomesso tutti i miei nemici,
modāmi akutobhayo”. gioisco, senza paura da nessuna direzione”
“Imaṁ bhonto nisāmetha, “Rendete omaggio, signori, a ciò
yathā bhāsati cakkhumā; che viene detto dal Chiaroveggente.
Sallakatto mahāvīro, Il chirurgo, il grande eroe,
sīhova nadatī vane. ruggisce come un leone nella giungla.
Brahmabhūtaṁ atitulaṁ, Santo, ineguagliato,
mārasenappamaddanaṁ; distruttore dell’esercito del diavolo;
Ko disvā nappasīdeyya, chi non ne verrebbe ispirato,
api kaṇhābhijātiko. persino se nato in una casta oscura?
Yo maṁ icchati anvetu, Chi vuole può seguirmi;
yo vā nicchati gacchatu; chi non vuole può andare.
Idhāhaṁ pabbajissāmi, Proprio qui, lascerò casa in sua presenza,
varapaññassa santike”. colui dalla saggezza così splendida”
“Etañce ruccati bhoto, “Signore, se approva
sammāsambuddhasāsanaṁ; dell’insegnamento del Buddha,
Mayampi pabbajissāma, lasceremo anche noi casa in sua presenza,
varapaññassa santike”. colui dalla saggezza così splendida”
Brāhmaṇā tisatā ime, “Questi trecento bramini
yācanti pañjalīkatā; con mani giunte alzate, chiedono:
“Brahmacariyaṁ carissāma, ‘Possiamo seguire il percorso spirituale
bhagavā tava santike”. in sua presenza, Beato?’”
“Svākkhātaṁ brahmacariyaṁ, “Il percorso spirituale è ben spiegato”,
(selāti bhagavā) disse il Buddha,
Sandiṭṭhikamakālikaṁ; “visibile nella vita presente, con efficacia immediata.
Yattha amoghā pabbajjā, Qui lasciare casa non è in vano
Appamattassa sikkhato”ti. per chi si addestra con diligenza”.
Alattha kho selo brāhmaṇo sapariso bhagavato santike pabbajjaṁ, alattha upasampadaṁ. E il bramino Sela assieme alla propria congregazione lasciò casa, e ricevette l’ordinazione in presenza del Buddha.
Atha kho keṇiyo jaṭilo tassā rattiyā accayena sake assame paṇītaṁ khādanīyaṁ bhojanīyaṁ paṭiyādāpetvā bhagavato kālaṁ ārocāpesi: E una volta passata la notte, Keṇiya fece preparare vari cibi freschi deliziosi nel proprio eremo. Poi fece annunciare l’ora al Buddha, dicendo:
“kālo, bho gotama, niṭṭhitaṁ bhattan”ti. “Signor Gotama, è ora. Il pranzo è pronto”.
Atha kho bhagavā pubbaṇhasamayaṁ nivāsetvā pattacīvaramādāya yena keṇiyassa jaṭilassa assamo tenupasaṅkami; upasaṅkamitvā paññatte āsane nisīdi saddhiṁ bhikkhusaṅghena. Allora al mattino il Buddha si vestì, prese la propria ciotola e tunica, andò all’eremo di Keṇiya, e si sedette al posto preparato insieme alla comunità di monaci.
Atha kho keṇiyo jaṭilo buddhappamukhaṁ bhikkhusaṅghaṁ paṇītena khādanīyena bhojanīyena sahatthā santappesi, sampavāresi. Poi Keṇiya servì e soddisfece la comunità monastica guidata dal Buddha con vari cibi freschi deliziosi cotti con le proprie mani.
Atha kho keṇiyo jaṭilo bhagavantaṁ bhuttāviṁ onītapattapāṇiṁ aññataraṁ nīcaṁ āsanaṁ gahetvā ekamantaṁ nisīdi. Una volta che il Buddha ebbe mangiato ed ebbe lavato mani e ciotola, Keṇiya prese un posto basso e si sedette a lato.
Ekamantaṁ nisinnaṁ kho keṇiyaṁ jaṭilaṁ bhagavā imāhi gāthāhi anumodi: Il Buddha espresse la propria gratitudine con questi versetti:
“Aggihuttamukhā yaññā, ‘Il sacrificio più importante è l’offerta alla fiamma sacra;
sāvittī chandaso mukhaṁ; il mantra Sāvitrī è la poesia più importante;
Rājā mukhaṁ manussānaṁ, tra gli umani, il re è il più importante;
nadīnaṁ sāgaro mukhaṁ. l’oceano è il fiume più importante;
Nakkhattānaṁ mukhaṁ cando, la luna è la stella più importante;
ādicco tapataṁ mukhaṁ; il sole è la luce più importante;
Puññaṁ ākaṅkhamānānaṁ, per chi sacrifica e cerca merito,
saṅgho ve yajataṁ mukhan”ti. la comunità è la più importante”.
Atha kho bhagavā keṇiyaṁ jaṭilaṁ imāhi gāthāhi anumoditvā uṭṭhāyāsanā pakkāmi. Una volta che il Buddha ebbe espresso la propria gratitudine a Keṇiya l’asceta dai capelli arruffati con questi versetti, si alzò dal proprio posto e se ne andò.
Atha kho āyasmā selo sapariso eko vūpakaṭṭho appamatto ātāpī pahitatto viharanto nacirasseva—yassatthāya kulaputtā sammadeva agārasmā anagāriyaṁ pabbajanti, tadanuttaraṁ—brahmacariyapariyosānaṁ diṭṭheva dhamme sayaṁ abhiññā sacchikatvā upasampajja vihāsi. Poi il Venerabile Sela e la sua congregazione, dimorando soli, ritirati, diligenti, fervidi, e risoluti, presto realizzarono la suprema culminazione del percorso spirituale in questa stessa vita. Dimorarono avendo raggiunto con la propria conoscenza diretta l’obiettivo per cui i giovani giustamente lasciano la vita di casa per quella mendicante.
“Khīṇā jāti, vusitaṁ brahmacariyaṁ, kataṁ karaṇīyaṁ, nāparaṁ itthattāyā”ti abbhaññāsi. Compresero: “La nascita è terminata, il percorso spirituale è stato completato, ciò che c’era da fare è stato fatto, non ci sarà più nulla di questo”.
Aññataro kho panāyasmā selo sapariso arahataṁ ahosi. E il Venerabile Sela e la propria congregazione divennero perfetti.
Atha kho āyasmā selo sapariso yena bhagavā tenupasaṅkami; upasaṅkamitvā ekaṁsaṁ cīvaraṁ katvā yena bhagavā tenañjaliṁ paṇāmetvā bhagavantaṁ gāthāhi ajjhabhāsi: Allora Sela e la propria congregazione andarono a trovare il Buddha. Si aggiustò l’abito su una spalla, alzò le mani giunte verso il Buddha, e disse:
“Yaṁ taṁ saraṇamāgamma, “Oggi è l’ottavo giorno da quando
ito aṭṭhami cakkhumā; abbiamo preso rifugio, oh Chiaroveggente.
Sattarattena bhagavā, In questi sette giorni, Beato,
dantamha tava sāsane. siamo diventati domati nel tuo insegnamento.
Tuvaṁ buddho tuvaṁ satthā, Tu sei il Buddha, tu sei il Maestro,
tuvaṁ mārābhibhū muni; tu sei il saggio che ha sconfitto il diavolo;
Tuvaṁ anusaye chetvā, hai tagliato le tendenze latenti,
tiṇṇo tāresimaṁ pajaṁ. hai attraversato, e porti con te l’umanità.
Upadhī te samatikkantā, Hai trasceso gli attaccamenti,
āsavā te padālitā; i tuoi contaminanti sono frantumati;
Sīhova anupādāno, senza aggrapparti, come un leone,
pahīnabhayabheravo. hai abbandonato paura e terrore.
Bhikkhavo tisatā ime, Questi trecento monaci
tiṭṭhanti pañjalīkatā; sono qui con le mani giunte alzate.
Pāde vīra pasārehi, Allunga i piedi, grande eroe:
nāgā vandantu satthuno”ti. permetti che questi giganti si inchinino al Maestro”.
Selasuttaṁ niṭṭhitaṁ dutiyaṁ.