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Majjhima Nikāya 89 Discorsi medi 89

Dhammacetiyasutta Il discorso delle devozioni all’insegnamento

Evaṁ me sutaṁ—Così ho sentito.

ekaṁ samayaṁ bhagavā sakkesu viharati medāḷupaṁ nāma sakyānaṁ nigamo. Una volta il Buddha dimorava nella terra dei Sakya, vicino alla città Sakya di nome Medaḷumpa.

Tena kho pana samayena rājā pasenadi kosalo nagarakaṁ anuppatto hoti kenacideva karaṇīyena. In quell’occasione il Re Pasenadi di Kosala era giunto a Nagaraka per qualche faccenda.

Atha kho rājā pasenadi kosalo dīghaṁ kārāyanaṁ āmantesi: Si rivolse a Dīgha Kārāyana:

“yojehi, samma kārāyana, bhadrāni bhadrāni yānāni, uyyānabhūmiṁ gacchāma subhūmiṁ dassanāyā”ti. “Mio caro Kārāyana, fai imbrigliare le carrozze migliori. Andremo al parco ad ammirare il paesaggio”

“Evaṁ, devā”ti kho dīgho kārāyano rañño pasenadissa kosalassa paṭissutvā bhadrāni bhadrāni yānāni yojāpetvā rañño pasenadissa kosalassa paṭivedesi: “Sì, Sua Maestà”, rispose Dīgha Kārāyana. Fece imbrigliare le carrozze e informò il re:

“yuttāni kho te, deva, bhadrāni bhadrāni yānāni. “Sire, le carrozze migliori sono state imbrigliate.

Yassadāni kālaṁ maññasī”ti. Prego, vada pure quando vuole”.

Atha kho rājā pasenadi kosalo bhadraṁ yānaṁ abhiruhitvā bhadrehi bhadrehi yānehi nagarakamhā niyyāsi mahaccā rājānubhāvena. Allora il Re Pasenadi montò su una bella carrozza e, insieme ad altre belle carrozze, si avviò con sfarzo reale da Nagaraka,

Yena ārāmo tena pāyāsi. diretto verso il parco.

Yāvatikā yānassa bhūmi, yānena gantvā yānā paccorohitvā pattikova ārāmaṁ pāvisi. Andò in carrozza fino a quando il terreno lo permise, poi scese ed entrò nel parco a piedi.

Addasā kho rājā pasenadi kosalo ārāme jaṅghāvihāraṁ anucaṅkamamāno anuvicaramāno rukkhamūlāni pāsādikāni pasādanīyāni appasaddāni appanigghosāni vijanavātāni manussarāhasseyyakāni paṭisallānasāruppāni. Mentre passeggiava nel parco vide delle radici di alberi impressionanti ed emozionanti, silenziose e calme, via dalla pazza folla, lontane da insediamenti umani, e adatte al ritiro.

Disvāna bhagavantaṁyeva ārabbha sati udapādi: La vista gli ricordò subito del Buddha:

“imāni kho tāni rukkhamūlāni pāsādikāni pasādanīyāni appasaddāni appanigghosāni vijanavātāni manussarāhasseyyakāni paṭisallānasāruppāni, yattha sudaṁ mayaṁ taṁ bhagavantaṁ payirupāsāma arahantaṁ sammāsambuddhan”ti. “Queste radici d’albero, così impressionanti ed emozionanti, sono come quelle dove rendevamo omaggio al Beato, al perfetto, al Buddha completamente risvegliato”.

Atha kho rājā pasenadi kosalo dīghaṁ kārāyanaṁ āmantesi: Poi si rivolse a Dīgha Kārāyana:

“imāni kho, samma kārāyana, tāni rukkhamūlāni pāsādikāni pasādanīyāni appasaddāni appanigghosāni vijanavātāni manussarāhasseyyakāni paṭisallānasāruppāni, yattha sudaṁ mayaṁ taṁ bhagavantaṁ payirupāsāma arahantaṁ sammāsambuddhaṁ. “Queste radici d’albero, così impressionanti ed emozionanti, sono come quelle dove rendevamo omaggio al Beato, al perfetto, al Buddha completamente risvegliato.

Kahaṁ nu kho, samma kārāyana, etarahi so bhagavā viharati arahaṁ sammāsambuddho”ti? Mio caro Kārāyana, dove si trova il Buddha al momento?”

“Atthi, mahārāja, medāḷupaṁ nāma sakyānaṁ nigamo. “Grande re, c’è una città Sakya di nome Medaḷumpa.

Tattha so bhagavā etarahi viharati arahaṁ sammāsambuddho”ti. Il Buddha si trova lì al momento”

“Kīvadūre pana, samma kārāyana, nagarakamhā medāḷupaṁ nāma sakyānaṁ nigamo hotī”ti? “Ma quanto è lontana?”

“Na dūre, mahārāja; “Non molto, grande re.

tīṇi yojanāni; Tre leghe.

sakkā divasāvasesena gantun”ti. Possiamo arrivarci prima che faccia buio”

“Tena hi, samma kārāyana, yojehi bhadrāni bhadrāni yānāni, gamissāma mayaṁ taṁ bhagavantaṁ dassanāya arahantaṁ sammāsambuddhan”ti. “Beh, allora, fai imbrigliare le carrozze, e andiamo a trovare il Buddha”

“Evaṁ, devā”ti kho dīgho kārāyano rañño pasenadissa kosalassa paṭissutvā bhadrāni bhadrāni yānāni yojāpetvā rañño pasenadissa kosalassa paṭivedesi: “Sì, Sua Maestà”, rispose Dīgha Kārāyana. Fece imbrigliare le carrozze e informò il re:

“yuttāni kho te, deva, bhadrāni bhadrāni yānāni. “Sire, le carrozze migliori sono state imbrigliate.

Yassadāni kālaṁ maññasī”ti. Prego, vada pure quando vuole”.

Atha kho rājā pasenadi kosalo bhadraṁ yānaṁ abhiruhitvā bhadrehi bhadrehi yānehi nagarakamhā yena medāḷupaṁ nāma sakyānaṁ nigamo tena pāyāsi. Allora il Re Pasenadi montò su una bella carrozza e, insieme ad altre belle carrozze, si avviò con sfarzo reale da Nagaraka a Medaḷumpa.

Teneva divasāvasesena medāḷupaṁ nāma sakyānaṁ nigamaṁ sampāpuṇi. Giunse a Medaḷumpa prima del buio

Yena ārāmo tena pāyāsi. e si diresse verso il monastero.

Yāvatikā yānassa bhūmi, yānena gantvā yānā paccorohitvā pattikova ārāmaṁ pāvisi. Andò in carrozza fino a quando il terreno lo permise, poi scese ed entrò al monastero a piedi.

Tena kho pana samayena sambahulā bhikkhū abbhokāse caṅkamanti. In quell’occasione vari monaci stavano camminando all’aperto.

Atha kho rājā pasenadi kosalo yena te bhikkhū tenupasaṅkami; upasaṅkamitvā te bhikkhū etadavoca: Il Re Pasenadi di Kosala andò da loro e disse:

“kahaṁ nu kho, bhante, etarahi so bhagavā viharati arahaṁ sammāsambuddho? “Signori, dove si trova il Beato, il perfetto, il Buddha completamente risvegliato al momento?

Dassanakāmā hi mayaṁ taṁ bhagavantaṁ arahantaṁ sammāsambuddhan”ti. Poiché vorrei vederlo”

“Eso, mahārāja, vihāro saṁvutadvāro. Tena appasaddo upasaṅkamitvā ataramāno āḷindaṁ pavisitvā ukkāsitvā aggaḷaṁ ākoṭehi. Vivarissati bhagavā te dvāran”ti. “Grande re, quella è la sua dimora, con la porta chiusa. Avvicinati piano, senza fretta; vai sul portico, schiarisciti la gola, e bussa col chiavistello. Il Buddha aprirà la porta”

Atha kho rājā pasenadi kosalo tattheva khaggañca uṇhīsañca dīghassa kārāyanassa pādāsi. Il re consegnò immediatamente la propria spada e il proprio turbante a Dīgha Kārāyana,

Atha kho dīghassa kārāyanassa etadahosi: che pensò:

“rahāyati kho dāni rājā, idheva dāni mayā ṭhātabban”ti. “Ora il re vuole stare da solo. Aspetterò qui”.

Atha kho rājā pasenadi kosalo yena so vihāro saṁvutadvāro tena appasaddo upasaṅkamitvā ataramāno āḷindaṁ pavisitvā ukkāsitvā aggaḷaṁ ākoṭesi. Vivari bhagavā dvāraṁ. Poi il re si avvicinò alla dimora del Buddha, si schiarì la gola e bussò, e il Buddha aprì la porta.

Atha kho rājā pasenadi kosalo vihāraṁ pavisitvā bhagavato pādesu sirasā nipatitvā bhagavato pādāni mukhena ca paricumbati, pāṇīhi ca parisambāhati, nāmañca sāveti: Il Re Pasenadi entrò nella dimora, si inchinò con la testa ai piedi del Buddha, accarezzandoli e ricoprendoli di baci, e pronunciò il proprio nome:

“rājāhaṁ, bhante, pasenadi kosalo; “Signore, sono Pasenadi, re di Kosala!

rājāhaṁ, bhante, pasenadi kosalo”ti. Sono Pasenadi, re di Kosala!”

“Kiṁ pana tvaṁ, mahārāja, atthavasaṁ sampassamāno imasmiṁ sarīre evarūpaṁ paramanipaccakāraṁ karosi, mittūpahāraṁ upadaṁsesī”ti? “Ma, grande re, per quale ragione mostri così tanta devozione per questo corpo, trasmettendo il tuo affetto?”

“Atthi kho me, bhante, bhagavati dhammanvayo hoti: “Signore, deduco del Buddha dall’insegnamento:

‘sammāsambuddho bhagavā, svākkhāto bhagavatā dhammo, suppaṭipanno bhagavato sāvakasaṅgho’ti. ‘Il Beato è un Buddha completamente risvegliato. L’insegnamento è ben spiegato. La comunità sta praticando bene’.

Idhāhaṁ, bhante, passāmi eke samaṇabrāhmaṇe pariyantakataṁ brahmacariyaṁ carante dasapi vassāni, vīsampi vassāni, tiṁsampi vassāni, cattārīsampi vassāni. Succede, Signore, che veda qualche asceta o bramino che segue il percorso spirituale solo per un periodo limitato: dieci, venti, trenta, o quarant’anni.

Te aparena samayena sunhātā suvilittā kappitakesamassū pañcahi kāmaguṇehi samappitā samaṅgībhūtā paricārenti. Qualche tempo dopo, ben lavato e unto, con capelli e barba curati, si diverte, fornito dei cinque tipi di stimolazione dei sensi.

Idha panāhaṁ, bhante, bhikkhū passāmi yāvajīvaṁ āpāṇakoṭikaṁ paripuṇṇaṁ parisuddhaṁ brahmacariyaṁ carante. Ma qui vedo i monaci seguire il percorso spirituale completamente pieno e puro finché vivono, fino all’ultimo respiro.

Na kho panāhaṁ, bhante, ito bahiddhā aññaṁ evaṁ paripuṇṇaṁ parisuddhaṁ brahmacariyaṁ samanupassāmi. Non vedo un percorso spirituale così completo e puro da nessun’altra parte.

Ayampi kho me, bhante, bhagavati dhammanvayo hoti: È per questo che deduco del Buddha dall’insegnamento:

‘sammāsambuddho bhagavā, svākkhāto bhagavatā dhammo, suppaṭipanno bhagavato sāvakasaṅgho’ti. ‘Il Beato è un Buddha completamente risvegliato. L’insegnamento è ben spiegato. La comunità sta praticando bene’.

Puna caparaṁ, bhante, rājānopi rājūhi vivadanti, khattiyāpi khattiyehi vivadanti, brāhmaṇāpi brāhmaṇehi vivadanti, gahapatayopi gahapatīhi vivadanti, mātāpi puttena vivadati, puttopi mātarā vivadati, pitāpi puttena vivadati, puttopi pitarā vivadati, bhātāpi bhaginiyā vivadati, bhaginīpi bhātarā vivadati, sahāyopi sahāyena vivadati. Inoltre, re combattono contro re, aristocratici combattono contro aristocratici, bramini combattono contro bramini, e laici contro laici. Madre combatte contro figlio, figlio contro madre, padre contro figlio, e figlio contro padre. Fratelli combattono contro fratelli, fratelli contro sorelle, sorelle contro fratelli, e amici combattono contro amici.

Idha panāhaṁ, bhante, bhikkhū passāmi samagge sammodamāne avivadamāne khīrodakībhūte aññamaññaṁ piyacakkhūhi sampassante viharante. Ma qui vedo i monaci dimorare in armonia, apprezzandosi l’un l’altro, senza litigare, mischiandosi come latte e acqua, e trattandosi l’un l’altro con occhi gentili.

Na kho panāhaṁ, bhante, ito bahiddhā aññaṁ evaṁ samaggaṁ parisaṁ samanupassāmi. Non vedo una congregazione così armoniosa da nessun’altra parte.

Ayampi kho me, bhante, bhagavati dhammanvayo hoti: È per questo che deduco del Buddha dall’insegnamento:

‘sammāsambuddho bhagavā, svākkhāto bhagavatā dhammo, suppaṭipanno bhagavato sāvakasaṅgho’ti. ‘Il Beato è un Buddha completamente risvegliato. L’insegnamento è ben spiegato. La comunità sta praticando bene’.

Puna caparāhaṁ, bhante, ārāmena ārāmaṁ, uyyānena uyyānaṁ anucaṅkamāmi anuvicarāmi. Inoltre, camminai e vagai da monastero a monastero e da parco a parco.

Sohaṁ tattha passāmi eke samaṇabrāhmaṇe kise lūkhe dubbaṇṇe uppaṇḍuppaṇḍukajāte dhamanisanthatagatte, na viya maññe cakkhuṁ bandhante janassa dassanāya. Lì vidi asceti e bramini magri, emaciati, pallidi, a cui si vedono le vene, una vista non proprio attraente alla gente.

Tassa mayhaṁ, bhante, etadahosi: Allora pensai:

‘addhā ime āyasmanto anabhiratā vā brahmacariyaṁ caranti, atthi vā tesaṁ kiñci pāpaṁ kammaṁ kataṁ paṭicchannaṁ; ‘Chiaramente questi venerabili seguono il percorso spirituale controvoglia, o nascondono qualche cattiva azione che hanno compiuto.

tathā hi ime āyasmanto kisā lūkhā dubbaṇṇā uppaṇḍuppaṇḍukajātā dhamanisanthatagattā, na viya maññe cakkhuṁ bandhanti janassa dassanāyā’ti. È per questo che sono magri, emaciati, pallidi, si vedono loro le vene, una vista non proprio attraente alla gente.

Tyāhaṁ upasaṅkamitvā evaṁ vadāmi: Andai da loro e dissi:

‘kiṁ nu kho tumhe āyasmanto kisā lūkhā dubbaṇṇā uppaṇḍuppaṇḍukajātā dhamanisanthatagattā, na viya maññe cakkhuṁ bandhatha janassa dassanāyā’ti? ‘Venerabili, perché siete così magri, emaciati, pallidi, vi si vedono le vene, una vista non proprio attraente alla gente?

Te evamāhaṁsu: Mi dissero:

‘bandhukarogo no, mahārājā’ti. ‘Siamo affetti da ittero, grande re’.

Idha panāhaṁ, bhante, bhikkhū passāmi haṭṭhapahaṭṭhe udaggudagge abhiratarūpe pīṇindriye appossukke pannalome paradattavutte migabhūtena cetasā viharante. Ma qui vedo i monaci sempre sorridenti e gioiosi, ovviamente felici, con facce allegre, che vivono rilassati, indisturbati, vivendo di carità, con cuori liberi come cerbiatti selvaggi.

Tassa mayhaṁ, bhante, etadahosi: Allora penso:

‘addhā ime āyasmanto tassa bhagavato sāsane uḷāraṁ pubbenāparaṁ visesaṁ jānanti; ‘Chiaramente questi venerabili hanno raggiunto una distinzione più alta nelle istruzioni del Buddha di quella che avevano prima.

tathā hi ime āyasmanto haṭṭhapahaṭṭhā udaggudaggā abhiratarūpā pīṇindriyā appossukkā pannalomā paradattavuttā migabhūtena cetasā viharantī’ti. È per questo che sono sempre sorridenti e gioiosi, ovviamente felici, con facce allegre, che dimorano rilassati, indisturbati, vivendo di carità, con cuori liberi come cerbiatti selvaggi’.

Ayampi kho me, bhante, bhagavati dhammanvayo hoti: Allora deduco del Buddha dall’insegnamento:

‘sammāsambuddho bhagavā, svākkhāto bhagavatā dhammo, suppaṭipanno bhagavato sāvakasaṅgho’ti. ‘Il Beato è un Buddha completamente risvegliato. L’insegnamento è ben spiegato. La comunità sta praticando bene’.

Puna caparāhaṁ, bhante, rājā khattiyo muddhāvasitto; Inoltre, come re aristocratico consacrato

pahomi ghātetāyaṁ vā ghātetuṁ, jāpetāyaṁ vā jāpetuṁ, pabbājetāyaṁ vā pabbājetuṁ. ho il potere di giustiziare, multare, o bandire chi è colpevole di un reato.

Tassa mayhaṁ, bhante, aḍḍakaraṇe nisinnassa antarantarā kathaṁ opātenti. Eppure mentre siedo in giudizio mi interrompono.

Sohaṁ na labhāmi: E non riesco a farli

‘mā me bhonto aḍḍakaraṇe nisinnassa antarantarā kathaṁ opātetha, kathāpariyosānaṁ me bhonto āgamentū’ti. smettere di interrompermi e aspettare che abbia finito di parlare.

Tassa mayhaṁ, bhante, antarantarā kathaṁ opātenti.

Idha panāhaṁ, bhante, bhikkhū passāmi; Ma qui vedo i monaci

yasmiṁ samaye bhagavā anekasatāya parisāya dhammaṁ deseti, neva tasmiṁ samaye bhagavato sāvakānaṁ khipitasaddo vā hoti ukkāsitasaddo vā. mentre il Buddha insegna ad assemblee di molte centinaia, e non c’è rumore dei suoi discepoli che tossiscono o si schiariscono la gola.

Bhūtapubbaṁ, bhante, bhagavā anekasatāya parisāya dhammaṁ deseti. Una volta accadde che il Buddha stava insegnando a un assemblea di molte centinaia.

Tatraññataro bhagavato sāvako ukkāsi. Uno dei suoi discepoli si schiarì la gola.

Tamenaṁ aññataro sabrahmacārī jaṇṇukena ghaṭṭesi: E uno dei suoi compagni spirituali lo toccò col ginocchio a indicare:

‘appasaddo āyasmā hotu, māyasmā saddamakāsi; satthā no bhagavā dhammaṁ desetī’ti. “Silenzio, venerabile, non fare rumore! Il nostro Maestro, il Beato, sta insegnando!”

Tassa mayhaṁ, bhante, etadahosi: Pensai:

‘acchariyaṁ vata bho, abbhutaṁ vata bho. ‘Oh, è incredibile, è strabiliante

Adaṇḍena vata kira, bho, asatthena evaṁ suvinītā parisā bhavissatī’ti. come un’assemblea possa essere così ben addestrata senza bastone o spada!’

Na kho panāhaṁ, bhante, ito bahiddhā aññaṁ evaṁ suvinītaṁ parisaṁ samanupassāmi. Non vedo un’assemblea così ben addestrata da nessun’altra parte.

Ayampi kho me, bhante, bhagavati dhammanvayo hoti: Allora deduco del Buddha dall’insegnamento:

‘sammāsambuddho bhagavā, svākkhāto bhagavatā dhammo, suppaṭipanno bhagavato sāvakasaṅgho’ti. ‘Il Beato è un Buddha completamente risvegliato. L’insegnamento è ben spiegato. La comunità sta praticando bene’.

Puna caparāhaṁ, bhante, passāmi idhekacce khattiyapaṇḍite nipuṇe kataparappavāde vālavedhirūpe. Te bhindantā maññe caranti paññāgatena diṭṭhigatāni. Inoltre, vedo aristocratici intelligenti che sono minuziosi, esperti nelle dottrine altrui, molto pignoli. Si penserebbe che vivono per demolire le convinzioni altrui col proprio intelletto.

Te suṇanti: Sentono:

‘samaṇo khalu, bho, gotamo amukaṁ nāma gāmaṁ vā nigamaṁ vā osarissatī’ti. ‘Quindi, signori, l’asceta Gotama arriverà a questo o quel villaggio o paese’.

Te pañhaṁ abhisaṅkharonti: Formulano una domanda, pensando:

‘imaṁ mayaṁ pañhaṁ samaṇaṁ gotamaṁ upasaṅkamitvā pucchissāma. ‘Andremo dall’asceta Gotama e gli faremo questa domanda.

Evañce no puṭṭho evaṁ byākarissati, evamassa mayaṁ vādaṁ āropessāma; Se risponde così, lo confuteremo cosà;

evañcepi no puṭṭho evaṁ byākarissati, evampissa mayaṁ vādaṁ āropessāmā’ti. e se risponde cosà, lo confuteremo così’.

Te suṇanti: Quando sentono che

‘samaṇo khalu, bho, gotamo amukaṁ nāma gāmaṁ vā nigamaṁ vā osaṭo’ti. è arrivato

Te yena bhagavā tenupasaṅkamanti. vanno da lui.

Te bhagavā dhammiyā kathāya sandasseti samādapeti samuttejeti sampahaṁseti. Il Buddha li educa, incoraggia, entusiasma, e ispira con un sermone.

Te bhagavatā dhammiyā kathāya sandassitā samādapitā samuttejitā sampahaṁsitā na ceva bhagavantaṁ pañhaṁ pucchanti, kuto vādaṁ āropessanti? Non hanno nemmeno occasione di fare la loro domanda al Buddha, quindi come potrebbero confutarlo?

Aññadatthu bhagavato sāvakā sampajjanti. Al contrario, si fanno suoi discepoli.

Ayampi kho me, bhante, bhagavati dhammanvayo hoti: Allora deduco del Buddha dall’insegnamento:

‘sammāsambuddho bhagavā, svākkhāto bhagavatā dhammo, suppaṭipanno bhagavato sāvakasaṅgho’ti. ‘Il Beato è un Buddha completamente risvegliato. L’insegnamento è ben spiegato. La comunità sta praticando bene’.

Puna caparāhaṁ, bhante, passāmi idhekacce brāhmaṇapaṇḍite …pe… Inoltre, vedo bramini intelligenti …

gahapatipaṇḍite …pe… laici intelligenti …

samaṇapaṇḍite nipuṇe kataparappavāde vālavedhirūpe. Te bhindantā maññe caranti paññāgatena diṭṭhigatāni. asceti intelligenti che sono minuziosi, esperti nelle dottrine altrui, molto pignoli. …

Te suṇanti:

‘samaṇo khalu, bho, gotamo amukaṁ nāma gāmaṁ vā nigamaṁ vā osarissatī’ti.

Te pañhaṁ abhisaṅkharonti:

‘imaṁ mayaṁ pañhaṁ samaṇaṁ gotamaṁ upasaṅkamitvā pucchissāma.

Evañce no puṭṭho evaṁ byākarissati, evamassa mayaṁ vādaṁ āropessāma;

evañcepi no puṭṭho evaṁ byākarissati, evampissa mayaṁ vādaṁ āropessāmā’ti.

Te suṇanti:

‘samaṇo khalu, bho, gotamo amukaṁ nāma gāmaṁ vā nigamaṁ vā osaṭo’ti.

Te yena bhagavā tenupasaṅkamanti.

Te bhagavā dhammiyā kathāya sandasseti samādapeti samuttejeti sampahaṁseti.

Te bhagavatā dhammiyā kathāya sandassitā samādapitā samuttejitā sampahaṁsitā na ceva bhagavantaṁ pañhaṁ pucchanti, kuto vādaṁ āropessanti? Non hanno nemmeno occasione di fare la loro domanda al Buddha, quindi come potrebbero confutarlo?

Aññadatthu bhagavantaṁyeva okāsaṁ yācanti agārasmā anagāriyaṁ pabbajjāya. Infatti, chiedono al Buddha l’opportunità di lasciare casa.

Te bhagavā pabbājeti. E lui gli permette di lasciare casa.

Te tathāpabbajitā samānā ekā vūpakaṭṭhā appamattā ātāpino pahitattā viharantā nacirasseva—yassatthāya kulaputtā sammadeva agārasmā anagāriyaṁ pabbajanti, tadanuttaraṁ—brahmacariyapariyosānaṁ diṭṭheva dhamme sayaṁ abhiññā sacchikatvā upasampajja viharanti. Non molto dopo la loro ordinazione, dimorando soli, ritirati, diligenti, fervidi, e risoluti, presto realizzano la suprema culminazione del percorso spirituale in questa stessa vita. Dimorano avendo raggiunto con la propria conoscenza diretta l’obiettivo per cui i giovani giustamente lasciano la vita di casa per quella mendicante.

Te evamāhaṁsu: Dicono:

‘manaṁ vata, bho, anassāma; manaṁ vata, bho, panassāma’. ‘Eravamo quasi perduti! Quasi perivamo!

Mayañhi pubbe assamaṇāva samānā samaṇāmhāti paṭijānimhā, abrāhmaṇāva samānā brāhmaṇāmhāti paṭijānimhā, anarahantova samānā arahantāmhāti paṭijānimhā. Poiché sostenevamo di essere asceti, bramini, e perfetti, ma non eravamo nessuna di queste cose.

‘Idāni khomha samaṇā, idāni khomha brāhmaṇā, idāni khomha arahanto’ti. Ma ora siamo davvero asceti, bramini, e perfetti!’

Ayampi kho me, bhante, bhagavati dhammanvayo hoti: Allora deduco del Buddha dall’insegnamento:

‘sammāsambuddho bhagavā, svākkhāto bhagavatā dhammo, suppaṭipanno bhagavato sāvakasaṅgho’ti. ‘Il Beato è un Buddha completamente risvegliato. L’insegnamento è ben spiegato. La comunità sta praticando bene’.

Puna caparāhaṁ, bhante, ime isidattapurāṇā thapatayo mamabhattā mamayānā, ahaṁ nesaṁ jīvikāya dātā, yasassa āhattā; Inoltre, questi ciambellani Isidatta e Purāṇa condividono con me i pasti e le carrozze. Io li mantengo e porto loro fama.

atha ca pana no tathā mayi nipaccakāraṁ karonti yathā bhagavati. Eppure non mi mostrano lo stesso livello di devozione che mostrano al Buddha.

Bhūtapubbāhaṁ, bhante, senaṁ abbhuyyāto samāno ime ca isidattapurāṇā thapatayo vīmaṁsamāno aññatarasmiṁ sambādhe āvasathe vāsaṁ upagacchiṁ. Una volta accadde che mentre stavo conducendo una campagna militare testando Isidatta e Purāṇa mi fermai per la notte in una casa angusta.

Atha kho, bhante, ime isidattapurāṇā thapatayo bahudeva rattiṁ dhammiyā kathāya vītināmetvā, yato ahosi bhagavā tato sīsaṁ katvā maṁ pādato karitvā nipajjiṁsu. Loro passarono gran parte della notte a conversare sull’insegnamento, poi si stesero con la testa rivolta nella direzione in cui il Buddha si trovava e con i piedi rivolti verso di me.

Tassa mayhaṁ, bhante, etadahosi: Pensai:

‘acchariyaṁ vata bho, abbhutaṁ vata bho. ‘Oh, è incredibile, è strabiliante!

Ime isidattapurāṇā thapatayo mamabhattā mamayānā, ahaṁ nesaṁ jīvikāya dātā, yasassa āhattā; Questi ciambellani Isidatta e Purāṇa condividono con me i pasti e le carrozze. Io li mantengo e porto loro fama.

atha ca pana no tathā mayi nipaccakāraṁ karonti yathā bhagavati. Eppure non mi mostrano lo stesso livello di devozione che mostrano al Buddha.

Addhā ime āyasmanto tassa bhagavato sāsane uḷāraṁ pubbenāparaṁ visesaṁ jānantī’ti. Chiaramente questi venerabili hanno raggiunto una distinzione più alta nelle istruzioni del Buddha di quella che avevano prima’.

Ayampi kho me, bhante, bhagavati dhammanvayo hoti: Allora deduco del Buddha dall’insegnamento:

‘sammāsambuddho bhagavā, svākkhāto bhagavatā dhammo, suppaṭipanno bhagavato sāvakasaṅgho’ti. ‘Il Beato è un Buddha completamente risvegliato. L’insegnamento è ben spiegato. La comunità sta praticando bene’.

Puna caparaṁ, bhante, bhagavāpi khattiyo, ahampi khattiyo; Inoltre, il Buddha è un aristocratico, come me.

bhagavāpi kosalo, ahampi kosalo; Il Buddha è di Kosala, come me.

bhagavāpi āsītiko, ahampi āsītiko. Il Buddha ha ottant’anni, come me.

Yampi, bhante, bhagavāpi khattiyo ahampi khattiyo, bhagavāpi kosalo ahampi kosalo, bhagavāpi āsītiko ahampi āsītiko; Dato che è così

imināvārahāmevāhaṁ, bhante, bhagavati paramanipaccakāraṁ kātuṁ, mittūpahāraṁ upadaṁsetuṁ. è opportuno da parte mia mostrare così tanta devozione e amicizia al Buddha.

Handa ca dāni mayaṁ, bhante, gacchāma; Beh, ora, Signore, devo andare.

bahukiccā mayaṁ bahukaraṇīyā”ti. Ho molti compiti, e molto da fare”

“Yassadāni tvaṁ, mahārāja, kālaṁ maññasī”ti. “Prego, grande re, vai pure quando vuoi”.

Atha kho rājā pasenadi kosalo uṭṭhāyāsanā bhagavantaṁ abhivādetvā padakkhiṇaṁ katvā pakkāmi. Allora il Re Pasenadi si alzò dal proprio posto, si inchinò, e circumambulò il Buddha, mantenendolo alla propria destra, prima di andare.

Atha kho bhagavā acirapakkantassa rañño pasenadissa kosalassa bhikkhū āmantesi: Poco dopo che il re se n’era andato, il Buddha si rivolse ai monaci:

“eso, bhikkhave, rājā pasenadi kosalo dhammacetiyāni bhāsitvā uṭṭhāyāsanā pakkanto. “Monaci, prima di alzarsi e andarsene, il Re Pasenadi pronunciò delle devozioni all’insegnamento.

Uggaṇhatha, bhikkhave, dhammacetiyāni; Imparate queste devozioni all’insegnamento!

pariyāpuṇātha, bhikkhave, dhammacetiyāni; Memorizzate queste devozioni all’insegnamento!

dhāretha, bhikkhave, dhammacetiyāni. Ricordate queste devozioni all’insegnamento!

Atthasaṁhitāni, bhikkhave, dhammacetiyāni ādibrahmacariyakānī”ti. Queste devozioni all’insegnamento sono benefiche e pertinenti ai fondamenti del percorso spirituale”.

Idamavoca bhagavā. Questo è ciò che il Buddha disse.

Attamanā te bhikkhū bhagavato bhāsitaṁ abhinandunti. Contenti, i monaci trassero piacere da ciò che il Buddha disse.

Dhammacetiyasuttaṁ niṭṭhitaṁ navamaṁ.
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