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Majjhima Nikāya 78 Discorsi medi 78
Samaṇamuṇḍikasutta Il discorso con Uggāhamāna Samaṇamaṇḍikāputta
Evaṁ me sutaṁ—Così ho sentito.
ekaṁ samayaṁ bhagavā sāvatthiyaṁ viharati jetavane anāthapiṇḍikassa ārāme. Una volta il Buddha dimorava vicino a Sāvatthī, nel bosco di Jeta, il monastero di Anāthapiṇḍika.
Tena kho pana samayena uggāhamāno paribbājako samaṇamuṇḍikāputto samayappavādake tindukācīre ekasālake mallikāya ārāme paṭivasati mahatiyā paribbājakaparisāya saddhiṁ pañcamattehi paribbājakasatehi. In quell’occasione l’errante Uggāhamāna Samaṇamaṇḍikāputta si trovava assieme a circa cinquecento erranti nel monastero dalla sala singola di Mallikā per dibattiti filosofici, attorniato da alberi di Ebano di Malabar.
Atha kho pañcakaṅgo thapati sāvatthiyā nikkhami divā divassa bhagavantaṁ dassanāya. Il ciambellano Pañcakaṅga partì da Sāvatthī nel mezzo del giorno per andare a trovare il Buddha.
Atha kho pañcakaṅgassa thapatissa etadahosi: Poi pensò:
“akālo kho tāva bhagavantaṁ dassanāya; “È l’ora sbagliata per andare a trovare il Buddha,
paṭisallīno bhagavā. poiché è in ritiro.
Manobhāvaniyānampi bhikkhūnaṁ asamayo dassanāya; Ed è l’ora sbagliata per andare a trovare i monaci ammirevoli,
paṭisallīnā manobhāvaniyā bhikkhū. poiché sono in ritiro.
Yannūnāhaṁ yena samayappavādako tindukācīro ekasālako mallikāya ārāmo yena uggāhamāno paribbājako samaṇamuṇḍikāputto tenupasaṅkameyyan”ti. Perché non vado al monastero di Mallikā a visitare l’errante Uggāhamāna?”
Atha kho pañcakaṅgo thapati yena samayappavādako tindukācīro ekasālako mallikāya ārāmo yena uggāhamāno paribbājako samaṇamuṇḍikāputto tenupasaṅkami. E così fece.
Tena kho pana samayena uggāhamāno paribbājako samaṇamuṇḍikāputto mahatiyā paribbājakaparisāya saddhiṁ nisinno hoti unnādiniyā uccāsaddamahāsaddāya anekavihitaṁ tiracchānakathaṁ kathentiyā, seyyathidaṁ—In quell’occasione Uggāhamāna era seduto assieme a una grande assemblea di erranti facendo un gran trambusto, un terribile baccano. Conversavano su ogni tipo di argomento vile, come:
rājakathaṁ corakathaṁ mahāmattakathaṁ senākathaṁ bhayakathaṁ yuddhakathaṁ annakathaṁ pānakathaṁ vatthakathaṁ sayanakathaṁ mālākathaṁ gandhakathaṁ ñātikathaṁ yānakathaṁ gāmakathaṁ nigamakathaṁ nagarakathaṁ janapadakathaṁ itthikathaṁ sūrakathaṁ visikhākathaṁ kumbhaṭṭhānakathaṁ pubbapetakathaṁ nānattakathaṁ lokakkhāyikaṁ samuddakkhāyikaṁ itibhavābhavakathaṁ iti vā. conversazioni su re, banditi, e ministri; conversazioni su eserciti, minacce, e guerre; conversazioni su cibo, bevande, vestiti, e letti; conversazioni su collane e profumi; conversazioni su famiglia, veicoli, villaggi, cittadine, città, e Paesi; conversazioni su donne ed eroi, conversazioni da strada e pettegolezzi; conversazioni sui defunti, chiacchiere; storie di terra e mare; e conversazioni sull’esistenza in questo o quello stato.
Addasā kho uggāhamāno paribbājako samaṇamuṇḍikāputto pañcakaṅgaṁ thapatiṁ dūratova āgacchantaṁ. Uggāhamāna vide Pañcakaṅga arrivare da lontano,
Disvāna sakaṁ parisaṁ saṇṭhāpesi: e zittì l’assemblea:
“appasaddā bhonto hontu, mā bhonto saddamakattha; “Silenzio, cari signori, non fate rumore.
ayaṁ samaṇassa gotamassa sāvako āgacchati pañcakaṅgo thapati. Arriva Pañcakaṅga, un discepolo dell’asceta Gotama.
Yāvatā kho pana samaṇassa gotamassa sāvakā gihī odātavasanā sāvatthiyaṁ paṭivasanti ayaṁ tesaṁ aññataro pañcakaṅgo thapati. Fa parte dei discepoli laici vestiti di bianco dell’asceta Gotama, il quale risiede a Sāvatthī.
Appasaddakāmā kho pana te āyasmanto appasaddavinītā appasaddassa vaṇṇavādino; Ai venerabili piace la quiete, sono educati alla quiete, e lodano la quiete.
appeva nāma appasaddaṁ parisaṁ viditvā upasaṅkamitabbaṁ maññeyyā”ti. Magari se nota che la nostra assemblea è in silenzio riterrà opportuno avvicinarsi”.
Atha kho te paribbājakā tuṇhī ahesuṁ. Quindi gli erranti taquero.
Atha kho pañcakaṅgo thapati yena uggāhamāno paribbājako samaṇamuṇḍikāputto tenupasaṅkami; upasaṅkamitvā uggāhamānena paribbājakena samaṇamuṇḍikāputtena saddhiṁ sammodi. Allora Pañcakaṅga andò da Uggāhamāna, e ci scambiò saluti.
Sammodanīyaṁ kathaṁ sāraṇīyaṁ vītisāretvā ekamantaṁ nisīdi. Ekamantaṁ nisinnaṁ kho pañcakaṅgaṁ thapatiṁ uggāhamāno paribbājako samaṇamuṇḍikāputto etadavoca: Una volta che i saluti e le cordialità terminarono, si sedette a lato. Uggāhamāna gli disse:
“catūhi kho ahaṁ, gahapati, dhammehi samannāgataṁ purisapuggalaṁ paññapemi sampannakusalaṁ paramakusalaṁ uttamapattipattaṁ samaṇaṁ ayojjhaṁ. “Laico, quando un individuo possiede quattro qualità lo descrivo come un asceta invincibile, esperto del bene, che eccelle nel bene, e che ha raggiunto l’obiettivo supremo.
Katamehi catūhi? Quali quattro?
Idha, gahapati, na kāyena pāpakammaṁ karoti, na pāpakaṁ vācaṁ bhāsati, na pāpakaṁ saṅkappaṁ saṅkappeti, na pāpakaṁ ājīvaṁ ājīvati—È quando non compie azioni malvagie col corpo, non dice parole malvagie, non fa pensieri malvagi, e non si mantiene attraverso un sostentamento malvagio.
imehi kho ahaṁ, gahapati, catūhi dhammehi samannāgataṁ purisapuggalaṁ paññapemi sampannakusalaṁ paramakusalaṁ uttamapattipattaṁ samaṇaṁ ayojjhan”ti. Quando un individuo possiede queste quattro qualità lo descrivo come un asceta invincibile”.
Atha kho pañcakaṅgo thapati uggāhamānassa paribbājakassa samaṇamuṇḍikāputtassa bhāsitaṁ neva abhinandi nappaṭikkosi. Allora Pañcakaṅga né approvò né respinse la dichiarazione di quell’errante.
Anabhinanditvā appaṭikkositvā uṭṭhāyāsanā pakkāmi: Si alzò dal proprio posto pensando:
“bhagavato santike etassa bhāsitassa atthaṁ ājānissāmī”ti. “Imparerò il significato di questa dichiarazione dal Buddha stesso”.
Atha kho pañcakaṅgo thapati yena bhagavā tenupasaṅkami; upasaṅkamitvā bhagavantaṁ abhivādetvā ekamantaṁ nisīdi. Poi andò dal Buddha, si inchinò, si sedette a lato
Ekamantaṁ nisinno kho pañcakaṅgo thapati yāvatako ahosi uggāhamānena paribbājakena samaṇamuṇḍikāputtena saddhiṁ kathāsallāpo taṁ sabbaṁ bhagavato ārocesi. e gli riferì tutto ciò di cui avevano discusso.
Evaṁ vutte, bhagavā pañcakaṅgaṁ thapatiṁ etadavoca: Detto ciò, il Buddha gli disse:
“evaṁ sante kho, thapati, daharo kumāro mando uttānaseyyako sampannakusalo bhavissati paramakusalo uttamapattipatto samaṇo ayojjho, yathā uggāhamānassa paribbājakassa samaṇamuṇḍikāputtassa vacanaṁ. “Ciambellano, se ciò che Uggāhamāna dice è vero, allora un neonato è un asceta invincibile, esperto del bene, che eccelle nel bene, e che ha raggiunto l’obiettivo supremo.
Daharassa hi, thapati, kumārassa mandassa uttānaseyyakassa kāyotipi na hoti, kuto pana kāyena pāpakammaṁ karissati, aññatra phanditamattā. Poiché un neonato non ha nemmeno il concetto di ‘corpo’, quindi come potrebbe compiere un’azione malvagia col corpo, oltre a gattonare?
Daharassa hi, thapati, kumārassa mandassa uttānaseyyakassa vācātipi na hoti, kuto pana pāpakaṁ vācaṁ bhāsissati, aññatra roditamattā. Un neonato non ha nemmeno il concetto di ‘parola’, quindi come potrebbe dire parole malvagie, oltre a piangere?
Daharassa hi, thapati, kumārassa mandassa uttānaseyyakassa saṅkappotipi na hoti, kuto pana pāpakaṁ saṅkappaṁ saṅkappissati, aññatra vikūjitamattā. Un neonato non ha nemmeno il concetto di ‘pensiero’, quindi come potrebbe fare pensieri malvagi, oltre a piagnucolare?
Daharassa hi, thapati, kumārassa mandassa uttānaseyyakassa ājīvotipi na hoti, kuto pana pāpakaṁ ājīvaṁ ājīvissati, aññatra mātuthaññā. Un neonato non ha nemmeno il concetto di ‘sostentamento’, quindi come potrebbe mantenersi attraverso un sostentamento malvagio, oltre al seno della madre?
Evaṁ sante kho, thapati, daharo kumāro mando uttānaseyyako sampannakusalo bhavissati paramakusalo uttamapattipatto samaṇo ayojjho, yathā uggāhamānassa paribbājakassa samaṇamuṇḍikāputtassa vacanaṁ. Se ciò che Uggāhamāna dice è vero, allora un neonato è un asceta invincibile, esperto del bene, che eccelle nel bene, e che ha raggiunto l’obiettivo supremo.
Catūhi kho ahaṁ, thapati, dhammehi samannāgataṁ purisapuggalaṁ paññapemi na ceva sampannakusalaṁ na paramakusalaṁ na uttamapattipattaṁ samaṇaṁ ayojjhaṁ, api cimaṁ daharaṁ kumāraṁ mandaṁ uttānaseyyakaṁ samadhigayha tiṭṭhati. Quando un individuo possiede quattro qualità lo descrivo non come un asceta invincibile, esperto del bene, che eccelle nel bene, e che ha raggiunto l’obiettivo supremo, ma come uno che ha raggiunto lo stesso livello di un neonato.
Katamehi catūhi? Quali quattro?
Idha, thapati, na kāyena pāpakammaṁ karoti, na pāpakaṁ vācaṁ bhāsati, na pāpakaṁ saṅkappaṁ saṅkappeti, na pāpakaṁ ājīvaṁ ājīvati—È quando non compie azioni malvagie col corpo, non dice parole malvagie, non fa pensieri malvagi, e non si mantiene attraverso un sostentamento malvagio.
imehi kho ahaṁ, thapati, catūhi dhammehi samannāgataṁ purisapuggalaṁ paññapemi na ceva sampannakusalaṁ na paramakusalaṁ na uttamapattipattaṁ samaṇaṁ ayojjhaṁ, api cimaṁ daharaṁ kumāraṁ mandaṁ uttānaseyyakaṁ samadhigayha tiṭṭhati. Quando un individuo possiede queste quattro qualità lo descrivo non come un asceta invincibile, ma come uno che ha raggiunto lo stesso livello di un neonato.
Dasahi kho ahaṁ, thapati, dhammehi samannāgataṁ purisapuggalaṁ paññapemi sampannakusalaṁ paramakusalaṁ uttamapattipattaṁ samaṇaṁ ayojjhaṁ. Quando un individuo possiede dieci qualità lo descrivo come un asceta invincibile, esperto del bene, che eccelle nel bene, e che ha raggiunto l’obiettivo supremo.
Ime akusalā sīlā; Prima però le seguenti cose devono essere comprese, dico io. ‘Questi sono atteggiamenti cattivi’.
tamahaṁ, thapati, veditabbanti vadāmi. Questo deve essere compreso, Ciambellano.
Itosamuṭṭhānā akusalā sīlā; ‘Gli atteggiamenti cattivi nascono da questo’.
tamahaṁ, thapati, veditabbanti vadāmi. Questo deve essere compreso, Ciambellano.
Idha akusalā sīlā aparisesā nirujjhanti; ‘Qui è dove gli atteggiamenti cattivi cessano senza che ne rimanga nulla’.
tamahaṁ, thapati, veditabbanti vadāmi. Questo deve essere compreso, Ciambellano.
Evaṁ paṭipanno akusalānaṁ sīlānaṁ nirodhāya paṭipanno hoti; ‘Chi pratica così sta praticando per la cessazione degli atteggiamenti cattivi’.
tamahaṁ, thapati, veditabbanti vadāmi. Questo deve essere compreso, Ciambellano.
Ime kusalā sīlā; ‘Questi sono atteggiamenti buoni’.
tamahaṁ, thapati, veditabbanti vadāmi. Questo deve essere compreso, Ciambellano.
Itosamuṭṭhānā kusalā sīlā; ‘Gli atteggiamenti buoni nascono da questo’.
tamahaṁ, thapati, veditabbanti vadāmi. Questo deve essere compreso, Ciambellano.
Idha kusalā sīlā aparisesā nirujjhanti; ‘Qui è dove gli atteggiamenti buoni cessano senza che ne rimanga nulla’.
tamahaṁ, thapati, veditabbanti vadāmi. Questo deve essere compreso, Ciambellano.
Evaṁ paṭipanno kusalānaṁ sīlānaṁ nirodhāya paṭipanno hoti; ‘Chi pratica così sta praticando per la cessazione degli atteggiamenti buoni’.
tamahaṁ, thapati, veditabbanti vadāmi. Questo deve essere compreso, Ciambellano.
Ime akusalā saṅkappā; ‘Questi sono pensieri cattivi’.
tamahaṁ, thapati, veditabbanti vadāmi. Questo deve essere compreso, Ciambellano.
Itosamuṭṭhānā akusalā saṅkappā; ‘I pensieri cattivi nascono da questo’.
tamahaṁ, thapati, veditabbanti vadāmi. Questo deve essere compreso, Ciambellano.
Idha akusalā saṅkappā aparisesā nirujjhanti; ‘Qui è dove i pensieri cattivi cessano senza che ne rimanga nulla’.
tamahaṁ, thapati, veditabbanti vadāmi. Questo deve essere compreso, Ciambellano.
Evaṁ paṭipanno akusalānaṁ saṅkappānaṁ nirodhāya paṭipanno hoti; ‘Chi pratica così sta praticando per la cessazione dei pensieri cattivi’.
tamahaṁ, thapati, veditabbanti vadāmi. Questo deve essere compreso, Ciambellano.
Ime kusalā saṅkappā; ‘Questi sono pensieri buoni’.
tamahaṁ, thapati, veditabbanti vadāmi. Questo deve essere compreso, Ciambellano.
Itosamuṭṭhānā kusalā saṅkappā; ‘I pensieri buoni nascono da questo’.
tamahaṁ, thapati, veditabbanti vadāmi. Questo deve essere compreso, Ciambellano.
Idha kusalā saṅkappā aparisesā nirujjhanti; ‘Qui è dove i pensieri buoni cessano senza che ne rimanga nulla’.
tamahaṁ, thapati, veditabbanti vadāmi. Questo deve essere compreso, Ciambellano.
Evaṁ paṭipanno kusalānaṁ saṅkappānaṁ nirodhāya paṭipanno hoti; ‘Chi pratica così sta praticando per la cessazione dei pensieri buoni’.
tamahaṁ, thapati, veditabbanti vadāmi. Questo deve essere compreso, Ciambellano.
Katame ca, thapati, akusalā sīlā? E quali sono, ciambellano, gli atteggiamenti cattivi?
Akusalaṁ kāyakammaṁ, akusalaṁ vacīkammaṁ, pāpako ājīvo—Cattive azioni attraverso il corpo, cattive azioni attraverso la parola, e sostentamento malvagio.
ime vuccanti, thapati, akusalā sīlā. Questi si chiamano atteggiamenti cattivi.
Ime ca, thapati, akusalā sīlā kiṁsamuṭṭhānā? E da dove nascono gli atteggiamenti cattivi?
Samuṭṭhānampi nesaṁ vuttaṁ. La loro fonte è stata dichiarata.
‘Cittasamuṭṭhānā’tissa vacanīyaṁ. Devi dire che nascono dalla mente.
Katamaṁ cittaṁ? Quale mente?
Cittampi hi bahuṁ anekavidhaṁ nānappakārakaṁ. La mente prende varie forme diverse.
Yaṁ cittaṁ sarāgaṁ sadosaṁ samohaṁ, itosamuṭṭhānā akusalā sīlā. Ma gli atteggiamenti cattivi nascono da una mente con avidità, odio, e illusione.
Ime ca, thapati, akusalā sīlā kuhiṁ aparisesā nirujjhanti? E dov’è che gli atteggiamenti cattivi cessano senza che ne rimanga nulla?
Nirodhopi nesaṁ vutto. Anche la loro cessazione è stata dichiarata.
Idha, thapati, bhikkhu kāyaduccaritaṁ pahāya kāyasucaritaṁ bhāveti, vacīduccaritaṁ pahāya vacīsucaritaṁ bhāveti, manoduccaritaṁ pahāya manosucaritaṁ bhāveti, micchājīvaṁ pahāya sammājīvena jīvitaṁ kappeti—È quando un monaco abbandona la cattiva condotta attraverso corpo, e sviluppa buona condotta attraverso corpo; abbandona la cattiva condotta attraverso parola, e sviluppa buona condotta attraverso parola; abbandona la cattiva condotta attraverso mente, e sviluppa buona condotta attraverso mente; abbandona il sostentamento sbagliato, e si mantiene attraverso sostentamento corretto.
etthete akusalā sīlā aparisesā nirujjhanti. È qui che questi atteggiamenti cattivi cessano senza che ne rimanga nulla.
Kathaṁ paṭipanno, thapati, akusalānaṁ sīlānaṁ nirodhāya paṭipanno hoti? E com’è che si pratica per la cessazione degli atteggiamenti cattivi?
Idha, thapati, bhikkhu anuppannānaṁ pāpakānaṁ akusalānaṁ dhammānaṁ anuppādāya chandaṁ janeti vāyamati vīriyaṁ ārabhati cittaṁ paggaṇhāti padahati; È quando un monaco genera entusiasmo, ci prova, fa uno sforzo, esercita la mente, e lavora in modo che le qualità malvagie e cattive non si manifestino.
uppannānaṁ pāpakānaṁ akusalānaṁ dhammānaṁ pahānāya chandaṁ janeti vāyamati vīriyaṁ ārabhati cittaṁ paggaṇhāti padahati; Genera entusiasmo, ci prova, fa uno sforzo, esercita la mente, e lavora in modo che le qualità malvagie e cattive manifestate vengano abbandonate.
anuppannānaṁ kusalānaṁ dhammānaṁ uppādāya chandaṁ janeti vāyamati vīriyaṁ ārabhati cittaṁ paggaṇhāti padahati; Genera entusiasmo, ci prova, fa uno sforzo, esercita la mente, e lavora in modo che le qualità buone si manifestino.
uppannānaṁ kusalānaṁ dhammānaṁ ṭhitiyā asammosāya bhiyyobhāvāya vepullāya bhāvanāya pāripūriyā chandaṁ janeti vāyamati vīriyaṁ ārabhati cittaṁ paggaṇhāti padahati. Genera entusiasmo, ci prova, fa uno sforzo, esercita la mente, e lavora in modo che le buone qualità manifestate rimangano, non vengano perse, ma aumentino, maturino, e vengano adempite attraverso lo sviluppo.
Evaṁ paṭipanno kho, thapati, akusalānaṁ sīlānaṁ nirodhāya paṭipanno hoti. Chi pratica così sta praticando per la cessazione degli atteggiamenti cattivi.
Katame ca, thapati, kusalā sīlā? E quali sono, ciambellano, gli atteggiamenti buoni?
Kusalaṁ kāyakammaṁ, kusalaṁ vacīkammaṁ, ājīvaparisuddhampi kho ahaṁ, thapati, sīlasmiṁ vadāmi. Buone azioni attraverso il corpo, buone azioni attraverso la parola, e sostentamento puro sono inclusi negli atteggiamenti, dico io.
Ime vuccanti, thapati, kusalā sīlā. Questi si chiamano atteggiamenti buoni.
Ime ca, thapati, kusalā sīlā kiṁsamuṭṭhānā? E da dove nascono gli atteggiamenti buoni?
Samuṭṭhānampi nesaṁ vuttaṁ. La loro fonte è stata dichiarata.
‘Cittasamuṭṭhānā’tissa vacanīyaṁ. Devi dire che nascono dalla mente.
Katamaṁ cittaṁ? Quale mente?
Cittampi hi bahuṁ anekavidhaṁ nānappakārakaṁ. La mente prende varie forme diverse.
Yaṁ cittaṁ vītarāgaṁ vītadosaṁ vītamohaṁ, itosamuṭṭhānā kusalā sīlā. Ma gli atteggiamenti buoni nascono da una mente libera da avidità, odio, e illusione.
Ime ca, thapati, kusalā sīlā kuhiṁ aparisesā nirujjhanti? E dov’è che gli atteggiamenti buoni cessano senza che ne rimanga nulla?
Nirodhopi nesaṁ vutto. Anche la loro cessazione è stata dichiarata.
Idha, thapati, bhikkhu sīlavā hoti no ca sīlamayo, È quando un monaco si comporta in maniera morale, ma non è definito dal comportamento morale.
tañca cetovimuttiṁ paññāvimuttiṁ yathābhūtaṁ pajānāti; yatthassa te kusalā sīlā aparisesā nirujjhanti. E comprende secondo realtà la libertà mentale e la libertà attraverso saggezza in cui quegli atteggiamenti buoni cessano senza che ne rimanga nulla.
Kathaṁ paṭipanno ca, thapati, kusalānaṁ sīlānaṁ nirodhāya paṭipanno hoti? E com’è che si pratica per la cessazione degli atteggiamenti buoni?
Idha, thapati, bhikkhu anuppannānaṁ pāpakānaṁ akusalānaṁ dhammānaṁ anuppādāya chandaṁ janeti vāyamati vīriyaṁ ārabhati cittaṁ paggaṇhāti padahati; È quando un monaco genera entusiasmo, ci prova, fa uno sforzo, esercita la mente, e lavora in modo che le qualità malvagie e cattive non si manifestino …
uppannānaṁ pāpakānaṁ akusalānaṁ dhammānaṁ pahānāya …pe… in modo che le qualità malvagie e cattive vengano abbandonate …
anuppannānaṁ kusalānaṁ dhammānaṁ uppādāya …pe… in modo che le qualità buone si manifestino …
uppannānaṁ kusalānaṁ dhammānaṁ ṭhitiyā asammosāya bhiyyobhāvāya vepullāya bhāvanāya pāripūriyā chandaṁ janeti vāyamati vīriyaṁ ārabhati cittaṁ paggaṇhāti padahati. e in modo che le buone qualità manifestate rimangano, non vengano perse, ma aumentino, maturino, e vengano adempite attraverso sviluppo.
Evaṁ paṭipanno kho, thapati, kusalānaṁ sīlānaṁ nirodhāya paṭipanno hoti. Chi pratica così sta praticando per la cessazione degli atteggiamenti buoni.
Katame ca, thapati, akusalā saṅkappā? E quali sono, ciambellano, i pensieri cattivi?
Kāmasaṅkappo, byāpādasaṅkappo, vihiṁsāsaṅkappo—Pensieri sensuali, pensieri malevoli, e pensieri crudeli.
ime vuccanti, thapati, akusalā saṅkappā. Questi si chiamano pensieri cattivi.
Ime ca, thapati, akusalā saṅkappā kiṁsamuṭṭhānā? E da dove nascono i pensieri cattivi?
Samuṭṭhānampi nesaṁ vuttaṁ. La loro fonte è stata dichiarata.
‘Saññāsamuṭṭhānā’tissa vacanīyaṁ. Devi dire che nascono dalla percezione.
Katamā saññā? Quale percezione?
Saññāpi hi bahū anekavidhā nānappakārakā. La percezione prende varie forme diverse.
Kāmasaññā, byāpādasaññā, vihiṁsāsaññā—Percezioni sensuali, percezioni malevole, e percezioni crudeli:
itosamuṭṭhānā akusalā saṅkappā. i pensieri cattivi nascono da queste.
Ime ca, thapati, akusalā saṅkappā kuhiṁ aparisesā nirujjhanti? E dov’è che i pensieri cattivi cessano senza che ne rimanga nulla?
Nirodhopi nesaṁ vutto. Anche la loro cessazione è stata dichiarata.
Idha, thapati, bhikkhu vivicceva kāmehi …pe… paṭhamaṁ jhānaṁ upasampajja viharati; È quando un discepolo nobile, sufficientemente isolato dai piaceri dei sensi, … raggiunge e dimora nella prima estasi.
etthete akusalā saṅkappā aparisesā nirujjhanti. È qui che questi pensieri cattivi cessano senza che ne rimanga nulla.
Kathaṁ paṭipanno ca, thapati, akusalānaṁ saṅkappānaṁ nirodhāya paṭipanno hoti? E com’è che si pratica per la cessazione dei pensieri cattivi?
Idha, thapati, bhikkhu anuppannānaṁ pāpakānaṁ akusalānaṁ dhammānaṁ anuppādāya chandaṁ janeti vāyamati vīriyaṁ ārabhati cittaṁ paggaṇhāti padahati; È quando un monaco genera entusiasmo, ci prova, fa uno sforzo, esercita la mente, e lavora in modo che le qualità malvagie e cattive non si manifestino …
uppannānaṁ pāpakānaṁ akusalānaṁ dhammānaṁ pahānāya …pe… in modo che le qualità malvagie e cattive vengano abbandonate …
anuppannānaṁ kusalānaṁ dhammānaṁ uppādāya …pe… in modo che le qualità buone si manifestino …
uppannānaṁ kusalānaṁ dhammānaṁ ṭhitiyā asammosāya bhiyyobhāvāya vepullāya bhāvanāya pāripūriyā chandaṁ janeti vāyamati vīriyaṁ ārabhati cittaṁ paggaṇhāti padahati. e in modo che le buone qualità manifestate rimangano, non vengano perse, ma aumentino, maturino, e vengano adempite attraverso sviluppo.
Evaṁ paṭipanno kho, thapati, akusalānaṁ saṅkappānaṁ nirodhāya paṭipanno hoti. Chi pratica così sta praticando per la cessazione dei pensieri cattivi.
Katame ca, thapati, kusalā saṅkappā? E quali sono, ciambellano, i pensieri buoni?
Nekkhammasaṅkappo, abyāpādasaṅkappo, avihiṁsāsaṅkappo—Pensieri di rinuncia, pensieri benevoli, e pensieri innocenti.
ime vuccanti, thapati, kusalā saṅkappā. Questi si chiamano pensieri buoni.
Ime ca, thapati, kusalā saṅkappā kiṁsamuṭṭhānā? E da dove nascono i pensieri buoni?
Samuṭṭhānampi nesaṁ vuttaṁ. La loro fonte è stata dichiarata.
‘Saññāsamuṭṭhānā’tissa vacanīyaṁ. Devi dire che nascono dalla percezione.
Katamā saññā? Quale percezione?
Saññāpi hi bahū anekavidhā nānappakārakā. La percezione prende varie forme diverse.
Nekkhammasaññā, abyāpādasaññā, avihiṁsāsaññā—Percezioni di rinuncia, percezioni non maligne, e percezioni non crudeli:
itosamuṭṭhānā kusalā saṅkappā. i pensieri buoni nascono da queste.
Ime ca, thapati, kusalā saṅkappā kuhiṁ aparisesā nirujjhanti? E dov’è che i pensieri buoni cessano senza che ne rimanga nulla?
Nirodhopi nesaṁ vutto. Anche la loro cessazione è stata dichiarata.
Idha, thapati, bhikkhu vitakkavicārānaṁ vūpasamā …pe… dutiyaṁ jhānaṁ upasampajja viharati; È quando un monaco, con il placarsi di pensiero e valutazione, … raggiunge e dimora nella seconda estasi.
etthete kusalā saṅkappā aparisesā nirujjhanti. È qui che questi pensieri buoni cessano senza che ne rimanga nulla.
Kathaṁ paṭipanno ca, thapati, kusalānaṁ saṅkappānaṁ nirodhāya paṭipanno hoti? E com’è che si pratica per la cessazione dei pensieri buoni?
Idha, thapati, bhikkhu anuppannānaṁ pāpakānaṁ akusalānaṁ dhammānaṁ anuppādāya chandaṁ janeti vāyamati vīriyaṁ ārabhati cittaṁ paggaṇhāti padahati; È quando un monaco genera entusiasmo, ci prova, fa uno sforzo, esercita la mente, e lavora in modo che le qualità malvagie e cattive non si manifestino …
uppannānaṁ pāpakānaṁ akusalānaṁ dhammānaṁ pahānāya …pe… in modo che le qualità malvagie e cattive vengano abbandonate …
anuppannānaṁ kusalānaṁ dhammānaṁ uppādāya …pe… in modo che le qualità buone si manifestino …
uppannānaṁ kusalānaṁ dhammānaṁ ṭhitiyā asammosāya bhiyyobhāvāya vepullāya bhāvanāya pāripūriyā chandaṁ janeti vāyamati vīriyaṁ ārabhati cittaṁ paggaṇhāti padahati. e in modo che le buone qualità manifestate rimangano, non vengano perse, ma aumentino, maturino, e vengano adempite attraverso sviluppo.
Evaṁ paṭipanno kho, thapati, kusalānaṁ saṅkappānaṁ nirodhāya paṭipanno hoti. Chi pratica così sta praticando per la cessazione dei pensieri buoni.
Katamehi cāhaṁ, thapati, dasahi dhammehi samannāgataṁ purisapuggalaṁ paññapemi sampannakusalaṁ paramakusalaṁ uttamapattipattaṁ samaṇaṁ ayojjhaṁ? Ciambellano, quando un individuo possiede quali dieci qualità lo descrivo come un asceta invincibile, esperto del bene, che eccelle nel bene, e che ha raggiunto l’obiettivo supremo?
Idha, thapati, bhikkhu asekhāya sammādiṭṭhiyā samannāgato hoti, asekhena sammāsaṅkappena samannāgato hoti, asekhāya sammāvācāya samannāgato hoti, asekhena sammākammantena samannāgato hoti, asekhena sammāājīvena samannāgato hoti, asekhena sammāvāyāmena samannāgato hoti, asekhāya sammāsatiyā samannāgato hoti, asekhena sammāsamādhinā samannāgato hoti, asekhena sammāñāṇena samannāgato hoti, asekhāya sammāvimuttiyā samannāgato hoti—È quando un monaco possiede l’opinione corretta, il pensiero corretto, il linguaggio corretto, l’azione corretta, il sostentamento corretto, lo sforzo corretto, la consapevolezza corretta, la concentrazione corretta, la conoscenza corretta, e la libertà corretta di un esperto.
imehi kho ahaṁ, thapati, dasahi dhammehi samannāgataṁ purisapuggalaṁ paññapemi sampannakusalaṁ paramakusalaṁ uttamapattipattaṁ samaṇaṁ ayojjhan”ti. Quando un individuo possiede queste dieci qualità lo descrivo come un asceta invincibile, esperto del bene, che eccelle nel bene, e che ha raggiunto l’obiettivo supremo”.
Idamavoca bhagavā. Questo è ciò che il Buddha disse.
Attamano pañcakaṅgo thapati bhagavato bhāsitaṁ abhinandīti. Contento, Pañcakaṅga il ciabellano trasse piacere da ciò che il Buddha disse.
Samaṇamuṇḍikasuttaṁ niṭṭhitaṁ aṭṭhamaṁ.