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Majjhima Nikāya 76 Discorsi medi 76
Sandakasutta Il discorso con Sandaka
Evaṁ me sutaṁ—Così ho sentito.
ekaṁ samayaṁ bhagavā kosambiyaṁ viharati ghositārāme. Una volta il Buddha dimorava vicino a Kosambī, nel monastero di Ghosita.
Tena kho pana samayena sandako paribbājako pilakkhaguhāyaṁ paṭivasati mahatiyā paribbājakaparisāya saddhiṁ pañcamattehi paribbājakasatehi. In quell’occasione l’errante Sandaka si trovava nella caverna dell’albero di fico dalle foglie ondulate, assieme a un’assemblea di circa cinquecento erranti.
Atha kho āyasmā ānando sāyanhasamayaṁ paṭisallānā vuṭṭhito bhikkhū āmantesi: Nel tardo pomeriggio, il Venerabile Ānanda uscì da ritiro e si rivolse ai monaci:
“āyāmāvuso, yena devakatasobbho tenupasaṅkamissāma guhādassanāyā”ti. “Venite, fratelli, andiamo alla Piscina di Devakata a vedere la caverna”
“Evamāvuso”ti kho te bhikkhū āyasmato ānandassa paccassosuṁ. “Sì, fratello”, risposero i monaci.
Atha kho āyasmā ānando sambahulehi bhikkhūhi saddhiṁ yena devakatasobbho tenupasaṅkami. Allora il Venerabile Ānanda e vari monaci andarono alla Piscina di Devakata.
Tena kho pana samayena sandako paribbājako mahatiyā paribbājakaparisāya saddhiṁ nisinno hoti unnādiniyā uccāsaddamahāsaddāya anekavihitaṁ tiracchānakathaṁ kathentiyā, seyyathidaṁ—In quell’occasione Sandaka e l’assemblea di erranti erano seduti facendo un gran trambusto, un terribile baccano. Conversavano su ogni tipo di argomento vile, come:
rājakathaṁ corakathaṁ mahāmattakathaṁ senākathaṁ bhayakathaṁ yuddhakathaṁ annakathaṁ pānakathaṁ vatthakathaṁ sayanakathaṁ mālākathaṁ gandhakathaṁ ñātikathaṁ yānakathaṁ gāmakathaṁ nigamakathaṁ nagarakathaṁ janapadakathaṁ itthikathaṁ sūrakathaṁ visikhākathaṁ kumbhaṭṭhānakathaṁ pubbapetakathaṁ nānattakathaṁ lokakkhāyikaṁ samuddakkhāyikaṁ itibhavābhavakathaṁ iti vā. conversazioni su re, banditi, e ministri; conversazioni su eserciti, minacce, e guerre; conversazioni su cibo, bevande, vestiti, e letti; conversazioni su collane e profumi; conversazioni su famiglia, veicoli, villaggi, cittadine, città, e Paesi; conversazioni su donne ed eroi, conversazioni da strada e pettegolezzi; conversazioni sui defunti, chiacchiere; storie di terra e mare; e conversazioni sull’esistenza in questo o quello stato.
Addasā kho sandako paribbājako āyasmantaṁ ānandaṁ dūratova āgacchantaṁ. Sandaka vide Ānanda arrivare da lontano,
Disvāna sakaṁ parisaṁ saṇṭhāpesi: e zittì l’assemblea:
“appasaddā bhonto hontu, mā bhonto saddamakattha; “Silenzio, cari signori, non fate rumore.
ayaṁ samaṇassa gotamassa sāvako āgacchati samaṇo ānando. Arriva l’asceta Ānanda, un discepolo dell’asceta Gotama.
Yāvatā kho pana samaṇassa gotamassa sāvakā kosambiyaṁ paṭivasanti, ayaṁ tesaṁ aññataro samaṇo ānando. Fa parte dei discepoli dell’asceta Gotama, che risiede vicino a Kosambī.
Appasaddakāmā kho pana te āyasmanto appasaddavinītā appasaddassa vaṇṇavādino; Ai venerabili piace la quiete, sono educati alla quiete, e lodano la quiete.
appeva nāma appasaddaṁ parisaṁ viditvā upasaṅkamitabbaṁ maññeyyā”ti. Magari se nota che la nostra assemblea è in silenzio riterrà opportuno avvicinarsi”.
Atha kho te paribbājakā tuṇhī ahesuṁ. Allora gli erranti taquero.
Atha kho āyasmā ānando yena sandako paribbājako tenupasaṅkami. Il Venerabile Ānanda andò dall’errante Sandaka,
Atha kho sandako paribbājako āyasmantaṁ ānandaṁ etadavoca: che gli disse:
“etu kho bhavaṁ ānando, svāgataṁ bhoto ānandassa. “Venga, Signor Ānanda! Benvenuto, Signor Ānanda!
Cirassaṁ kho bhavaṁ ānando imaṁ pariyāyamakāsi yadidaṁ idhāgamanāya. È molto tempo che non ha opportunità di venire qui.
Nisīdatu bhavaṁ ānando, idamāsanaṁ paññattan”ti. Per favore, Signore, si sieda, il posto è pronto”.
Nisīdi kho āyasmā ānando paññatte āsane. Il Venerabile Ānanda si sedette sul posto preparato,
Sandakopi kho paribbājako aññataraṁ nīcaṁ āsanaṁ gahetvā ekamantaṁ nisīdi. mentre Sandaka prese un posto più basso e si sedette a lato.
Ekamantaṁ nisinnaṁ kho sandakaṁ paribbājakaṁ āyasmā ānando etadavoca: Il Venerabile Ānanda disse a Sandaka:
“kāya nuttha, sandaka, etarahi kathāya sannisinnā, kā ca pana vo antarākathā vippakatā”ti? “Sandaka, di cosa stavate parlando mentre eravate seduti proprio ora? Che conversazione è stata interrotta?”
“Tiṭṭhatesā, bho ānanda, kathā yāya mayaṁ etarahi kathāya sannisinnā. “Signor Ānanda, lasci stare ciò di cui stavamo parlando mentre eravamo seduti proprio ora.
Nesā bhoto ānandassa kathā dullabhā bhavissati pacchāpi savanāya. Non le sarà difficile sentirlo più tardi.
Sādhu vata bhavantaṁyeva ānandaṁ paṭibhātu sake ācariyake dhammīkathā”ti. Sarebbe bello se il Signor Ānanda stesso desse un sermone spiegando la propria tradizione”
“Tena hi, sandaka, suṇāhi, sādhukaṁ manasi karohi, bhāsissāmī”ti. “Allora, Sandaka, ascolta e presta la giusta attenzione, ora parlo”
“Evaṁ, bho”ti kho sandako paribbājako āyasmato ānandassa paccassosi. “Sì, Signore”, rispose Sandaka.
Āyasmā ānando etadavoca: Il Venerabile Ānanda disse:
“cattārome, sandaka, tena bhagavatā jānatā passatā arahatā sammāsambuddhena abrahmacariyavāsā akkhātā cattāri ca anassāsikāni brahmacariyāni akkhātāni, yattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ na vaseyya, vasanto ca nārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalan”ti. “Sandaka, queste cose sono state spiegate dal Beato, che conosce e vede, il perfetto, il Buddha completamente risvegliato: quattro modi che negano un percorso spirituale, e quattro tipi di percorso spirituale inaffidabile. Una persona giudiziosa, per quanto possa, non praticherebbe questi percorsi spirituali, e se li praticasse, non completerebbe il sistema dell’insegnamento buono”
“Katame pana te, bho ānanda, tena bhagavatā jānatā passatā arahatā sammāsambuddhena cattāro abrahmacariyavāsā akkhātā, yattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ na vaseyya, vasanto ca nārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalan”ti? “Ma, Signor Ānanda, quali sono i quattro modi che negano un percorso spirituale, e i quattro tipi di percorso spirituale inaffidabile?”
“Idha, sandaka, ekacco satthā evaṁvādī hoti evaṁdiṭṭhi: “Sandaka, prendi un certo maestro che è di questa dottrina e opinione:
‘natthi dinnaṁ, natthi yiṭṭhaṁ, natthi hutaṁ, natthi sukatadukkaṭānaṁ kammānaṁ phalaṁ vipāko, natthi ayaṁ loko, natthi paroloko, natthi mātā, natthi pitā, natthi sattā opapātikā, natthi loke samaṇabrāhmaṇā sammaggatā sammāpaṭipannā ye imañca lokaṁ parañca lokaṁ sayaṁ abhiññā sacchikatvā pavedenti. ‘Non c’è significato nel donare, nel sacrificio, o nelle offerte. Non c’è frutto o risultato di azioni buone o cattive. L’aldilà non esiste. Non ci sono madre e padre, o esseri che nascono in maniera spontanea. E non ci sono asceti o bramini di buona condotta e buona pratica che descrivono l’aldilà dopo averlo realizzato con la propria conoscenza diretta.
Cātumahābhūtiko ayaṁ puriso yadā kālaṁ karoti, pathavī pathavīkāyaṁ anupeti anupagacchati, āpo āpokāyaṁ anupeti anupagacchati, tejo tejokāyaṁ anupeti anupagacchati, vāyo vāyokāyaṁ anupeti anupagacchati, ākāsaṁ indriyāni saṅkamanti. Questa persona è fatta dei quattro stati della materia. Quando muore, la materia solida nel suo corpo si fonde e viene assorbita dalla grande massa di materia solida. La materia liquida nel suo corpo si fonde e viene assorbita dalla grande massa di materia liquida. Il calore nel suo corpo si fonde e viene assorbito dalla grande massa di calore. La materia gassosa nel suo corpo si fonde e viene assorbita dalla grande massa di materia gassosa. Le facoltà si dissolvono nello spazio.
Āsandipañcamā purisā mataṁ ādāya gacchanti, Quattro uomini portano via il corpo in una bara.
yāvāḷāhanā padāni paññāyanti. Le loro impronte mostrano la via per il cimitero.
Kāpotakāni aṭṭhīni bhavanti. Le ossa si sbiancano.
Bhassantā āhutiyo; Le offerte finiscono in cenere.
dattupaññattaṁ yadidaṁ dānaṁ. Donare offerte è da ritardati.
Tesaṁ tucchā musā vilāpo ye keci atthikavādaṁ vadanti. Quando qualcuno sostiene un insegnamento positivo sono solo sciocchezze vuote e false.
Bāle ca paṇḍite ca kāyassa bhedā ucchijjanti vinassanti na honti paraṁ maraṇā’ti. Entrambi gli stolti e gli astuti vengono annientati e distrutti quando il loro corpo muore, e non esistono dopo la morte’.
Tatra, sandaka, viññū puriso iti paṭisañcikkhati: Una persona giudiziosa riflette sulla questione così:
‘ayaṁ kho bhavaṁ satthā evaṁvādī evaṁdiṭṭhi—‘Questo maestro è di questa dottrina e opinione.
natthi dinnaṁ, natthi yiṭṭhaṁ, natthi hutaṁ, natthi sukatadukkaṭānaṁ kammānaṁ phalaṁ vipāko, natthi ayaṁ loko, natthi paroloko, natthi mātā, natthi pitā, natthi sattā opapātikā, natthi loke samaṇabrāhmaṇā sammaggatā sammāpaṭipannā ye imañca lokaṁ parañca lokaṁ sayaṁ abhiññā sacchikatvā pavedenti.
Cātumahābhūtiko ayaṁ puriso yadā kālaṁ karoti, pathavī pathavīkāyaṁ anupeti anupagacchati, āpo āpokāyaṁ anupeti anupagacchati, tejo tejokāyaṁ anupeti anupagacchati, vāyo vāyokāyaṁ anupeti anupagacchati, ākāsaṁ indriyāni saṅkamanti.
Āsandipañcamā purisā mataṁ ādāya gacchanti, yāvāḷāhanā padāni paññāyanti.
Kāpotakāni aṭṭhīni bhavanti.
Bhassantā āhutiyo;
dattupaññattaṁ yadidaṁ dānaṁ.
Tesaṁ tucchā musā vilāpo ye keci atthikavādaṁ vadanti.
Bāle ca paṇḍite ca kāyassa bhedā ucchijjanti vinassanti na honti paraṁ maraṇā’ti.
Sace imassa bhoto satthuno saccaṁ vacanaṁ, akatena me ettha kataṁ, avusitena me ettha vusitaṁ. Se ciò che questo maestro dice è vero, sia io, che non ho completato questo percorso, e uno che l’ha completato
Ubhopi mayaṁ ettha samasamā sāmaññaṁ pattā, yo cāhaṁ na vadāmi ‘ubho kāyassa bhedā ucchijjissāma, vinassissāma, na bhavissāma paraṁ maraṇā’ti. abbiamo raggiunto entrambi esattamente lo stesso livello. Eppure, io non dico che entrambi veniamo annientati e distrutti quando il nostro corpo muore, e non esistiamo dopo la morte.
Atirekaṁ kho panimassa bhoto satthuno naggiyaṁ muṇḍiyaṁ ukkuṭikappadhānaṁ kesamassulocanaṁ, yohaṁ puttasambādhasayanaṁ ajjhāvasanto kāsikacandanaṁ paccanubhonto mālāgandhavilepanaṁ dhārento jātarūparajataṁ sādiyanto iminā bhotā satthārā samasamagatiko bhavissāmi abhisamparāyaṁ. Ma è superfluo da parte di questo maestro vagare nudo, pelato, persistere nell’accovacciarsi, e strapparsi capelli e barba. Poiché io vivo a casa con i miei bambini, uso sandalo importato da Kāsi, indosso collane, profumi, e trucco, e accetto oro e soldi. Eppure avrò esattamente lo stesso destino nella prossima vita di questo maestro.
Sohaṁ kiṁ jānanto kiṁ passanto imasmiṁ satthari brahmacariyaṁ carissāmi? Cosa conosco o vedo per cui dovrei seguire il percorso spirituale di questo maestro?
‘So abrahmacariyavāso ayan’ti—Questo nega il percorso spirituale’.
iti viditvā tasmā brahmacariyā nibbijja pakkamati. Realizzando ciò, se ne va delusa.
Ayaṁ kho, sandaka, tena bhagavatā jānatā passatā arahatā sammāsambuddhena paṭhamo abrahmacariyavāso akkhāto yattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ na vaseyya, vasanto ca nārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalaṁ. Questo è il primo modo che nega il percorso spirituale.
Puna caparaṁ, sandaka, idhekacco satthā evaṁvādī hoti evaṁdiṭṭhi: Inoltre, prendi un certo maestro che è di questa dottrina e opinione:
‘karoto kārayato chindato chedāpayato pacato pācāpayato socayato socāpayato kilamato kilamāpayato phandato phandāpayato pāṇamatipātayato adinnaṁ ādiyato sandhiṁ chindato nillopaṁ harato ekāgārikaṁ karoto paripanthe tiṭṭhato paradāraṁ gacchato musā bhaṇato karoto na karīyati pāpaṁ. ‘Chi punisce, mutila, tortura, addolora, opprime, intimida, o incoraggia gli altri a fare lo stesso non fa nulla di sbagliato. Non fa nulla di sbagliato quando uccide, ruba, entra in casa d’altri, saccheggia, ruba da edifici isolati, commette rapine di strada, commette adulterio, e mente.
Khurapariyantena cepi cakkena yo imissā pathaviyā pāṇe ekaṁ maṁsakhalaṁ ekaṁ maṁsapuñjaṁ kareyya, natthi tatonidānaṁ pāpaṁ, natthi pāpassa āgamo. Se riducessi ogni creatura su questa terra a un mucchio e massa di carne con un chakram affilato come un rasoio, nessun male ne verrebbe, nessun risultato del male.
Dakkhiṇañcepi gaṅgāya tīraṁ gaccheyya hananto ghātento chindanto chedāpento pacanto pacāpento, natthi tatonidānaṁ pāpaṁ, natthi pāpassa āgamo. Se andassi sulla riva sud del Gange uccidendo, mutilando, e torturando, e incoraggiando altri a fare lo stesso, nessun male ne verrebbe, nessun risultato del male.
Uttarañcepi gaṅgāya tīraṁ gaccheyya dadanto dāpento yajanto yajāpento, natthi tatonidānaṁ puññaṁ, natthi puññassa āgamo. Se andassi sulla riva nord del Gange donando e compiendo sacrifici, e incoraggiando gli altri a fare lo stesso, nessun merito ne verrebbe, nessun risultato del merito.
Dānena damena saṁyamena saccavajjena natthi puññaṁ, natthi puññassa āgamo’ti. Nel donare, controllarsi, contenersi, e dire la verità non c’è merito, né risultato del merito’.
Tatra, sandaka, viññū puriso iti paṭisañcikkhati: Una persona giudiziosa riflette sulla questione così:
‘ayaṁ kho bhavaṁ satthā evaṁvādī evaṁdiṭṭhi—‘Questo maestro è di questa dottrina e opinione.
karoto kārayato chindato chedāpayato pacato pācāpayato socato socāpayato kilamato kilamāpayato phandato phandāpayato pāṇamatipātayato adinnaṁ ādiyato sandhiṁ chindato nillopaṁ harato ekāgārikaṁ karoto paripanthe tiṭṭhato paradāraṁ gacchato musā bhaṇato karoto na karīyati pāpaṁ khurapariyantena cepi cakkena yo imissā pathaviyā pāṇe ekaṁ maṁsakhalaṁ ekaṁ maṁsapuñjaṁ kareyya, natthi tatonidānaṁ pāpaṁ, natthi pāpassa āgamo.
Dakkhiṇañcepi gaṅgāya tīraṁ gaccheyya hananto ghātento chindanto chedāpento pacanto pacāpento, natthi tatonidānaṁ pāpaṁ, natthi pāpassa āgamo.
Uttarañcepi gaṅgāya tīraṁ gaccheyya dadanto dāpento yajanto yajāpento, natthi tatonidānaṁ puññaṁ, natthi puññassa āgamo.
Dānena damena saṁyamena saccavajjena natthi puññaṁ, natthi puññassa āgamo’ti.
Sace imassa bhoto satthuno saccaṁ vacanaṁ, akatena me ettha kataṁ, avusitena me ettha vusitaṁ. Se ciò che questo maestro dice è vero, sia io, che non ho completato questo percorso, e uno che l’ha completato
Ubhopi mayaṁ ettha samasamā sāmaññaṁ pattā, yo cāhaṁ na vadāmi ‘ubhinnaṁ kurutaṁ na karīyati pāpan’ti. abbiamo raggiunto entrambi esattamente lo stesso livello. Eppure, io non dico che quando agiamo non facciamo nulla di male.
Atirekaṁ kho panimassa bhoto satthuno naggiyaṁ muṇḍiyaṁ ukkuṭikappadhānaṁ kesamassulocanaṁ, yohaṁ puttasambādhasayanaṁ ajjhāvasanto kāsikacandanaṁ paccanubhonto mālāgandhavilepanaṁ dhārento jātarūparajataṁ sādiyanto iminā bhotā satthārā samasamagatiko bhavissāmi abhisamparāyaṁ. Ma è superfluo da parte di questo maestro vagare nudo, pelato, persistere nell’accovacciarsi, e strapparsi capelli e barba. Poiché io vivo a casa con i miei bambini, uso sandalo importato da Kāsi, indosso collane, profumi, e trucco, e accetto oro e soldi. Eppure avrò esattamente lo stesso destino nella prossima vita di questo maestro.
Sohaṁ kiṁ jānanto kiṁ passanto imasmiṁ satthari brahmacariyaṁ carissāmi? Cosa conosco o vedo per cui dovrei seguire il percorso spirituale di questo maestro?
‘So abrahmacariyavāso ayan’ti Questo nega il percorso spirituale’.
iti viditvā tasmā brahmacariyā nibbijja pakkamati. Realizzando ciò, se ne va delusa.
Ayaṁ kho, sandaka, tena bhagavatā jānatā passatā arahatā sammāsambuddhena dutiyo abrahmacariyavāso akkhāto yattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ na vaseyya, vasanto ca nārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalaṁ. Questo è il secondo modo che nega un percorso spirituale.
Puna caparaṁ, sandaka, idhekacco satthā evaṁvādī hoti evaṁdiṭṭhi: Inoltre, prendi un certo maestro che è di questa dottrina e opinione:
‘natthi hetu, natthi paccayo sattānaṁ saṅkilesāya; ‘Non esiste causa o motivo per la corruzione degli esseri senzienti.
ahetū appaccayā sattā saṅkilissanti; Gli esseri senzienti vengono corrotti senza causa o motivo.
natthi hetu, natthi paccayo sattānaṁ visuddhiyā; Non esiste causa o motivo per la purificazione degli esseri senzienti.
ahetū appaccayā sattā visujjhanti; Gli esseri senzienti vengono purificati senza causa o motivo.
natthi balaṁ, natthi vīriyaṁ, natthi purisathāmo, natthi purisaparakkamo; Non c’è potere, non c’è energia, non c’è forza o vigore virili.
sabbe sattā sabbe pāṇā sabbe bhūtā sabbe jīvā avasā abalā avīriyā niyatisaṅgatibhāvapariṇatā chasvevābhijātīsu sukhadukkhaṁ paṭisaṁvedentī’ti. Nessun essere senziente, creatura vivente, essere, o anima ha controllo, potere, o energia. Modellati dal destino, circostanze, e natura, provano piacere e dolore nelle sei classi di esistenza’.
Tatra, sandaka, viññū puriso iti paṭisañcikkhati: Una persona giudiziosa riflette sulla questione così:
‘ayaṁ kho bhavaṁ satthā evaṁvādī evaṁdiṭṭhi—‘Questo maestro è di questa dottrina e opinione.
natthi hetu, natthi paccayo sattānaṁ saṅkilesāya, ahetū appaccayā sattā saṅkilissanti.
Natthi hetu natthi paccayo sattānaṁ visuddhiyā, ahetū appaccayā sattā visujjhanti.
Natthi balaṁ, natthi vīriyaṁ, natthi purisathāmo, natthi purisaparakkamo, sabbe sattā sabbe pāṇā sabbe bhūtā sabbe jīvā avasā abalā avīriyā niyatisaṅgatibhāvapariṇatā chasvevābhijātīsu sukhadukkhaṁ paṭisaṁvedentī’ti.
Sace imassa bhoto satthuno saccaṁ vacanaṁ, akatena me ettha kataṁ, avusitena me ettha vusitaṁ. Se ciò che questo maestro dice è vero, sia io, che non ho completato questo percorso, e uno che l’ha completato
Ubhopi mayaṁ ettha samasamā sāmaññaṁ pattā, yo cāhaṁ na vadāmi ‘ubho ahetū appaccayā visujjhissāmā’ti. abbiamo raggiunto entrambi esattamente lo stesso livello. Eppure, io non dico che entrambi veniamo purificati senza causa o motivo.
Atirekaṁ kho panimassa bhoto satthuno naggiyaṁ muṇḍiyaṁ ukkuṭikappadhānaṁ kesamassulocanaṁ, yohaṁ puttasambādhasayanaṁ ajjhāvasanto kāsikacandanaṁ paccanubhonto mālāgandhavilepanaṁ dhārento jātarūparajataṁ sādiyanto iminā bhotā satthārā samasamagatiko bhavissāmi abhisamparāyaṁ. Ma è superfluo da parte di questo maestro vagare nudo, pelato, persistere nell’accovacciarsi, e strapparsi capelli e barba. Poiché io vivo a casa con i miei bambini, uso sandalo importato da Kāsi, indosso collane, profumi, e trucco, e accetto oro e soldi. Eppure avrò esattamente lo stesso destino nella prossima vita di questo maestro.
Sohaṁ kiṁ jānanto kiṁ passanto imasmiṁ satthari brahmacariyaṁ carissāmi? Cosa conosco o vedo per cui dovrei seguire il percorso spirituale di questo maestro?
‘So abrahmacariyavāso ayan’ti—Questo nega il percorso spirituale’.
iti viditvā tasmā brahmacariyā nibbijja pakkamati. Realizzando ciò, se ne va delusa.
Ayaṁ kho, sandaka, tena bhagavatā jānatā passatā arahatā sammāsambuddhena tatiyo abrahmacariyavāso akkhāto yattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ na vaseyya, vasanto ca nārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalaṁ. Questo è il terzo modo che nega un percorso spirituale.
Puna caparaṁ, sandaka, idhekacco satthā evaṁvādī hoti evaṁdiṭṭhi: Inoltre, prendi un certo maestro che è di questa dottrina e opinione:
‘sattime kāyā akaṭā akaṭavidhā animmitā animmātā vañjhā kūṭaṭṭhā esikaṭṭhāyiṭṭhitā, ‘Queste sette sostanze non sono state fatte, non sono derivate, non sono state create, sono senza creatore, stabili, costanti come la cima di una montagna, e rimangono ferme come un pilastro.
te na iñjanti na vipariṇamanti na aññamaññaṁ byābādhenti nālaṁ aññamaññassa sukhāya vā dukkhāya vā sukhadukkhāya vā. Non si muovono, non si deteriorano e non si ostruiscono l’una con l’altra. Non possono causare piacere, dolore, o entrambi piacere e dolore l’una all’altra.
Katame satta? Quali sette?
Pathavīkāyo āpokāyo tejokāyo vāyokāyo sukhe dukkhe jīve sattame—Le sostanze della terra, acqua, fuoco, aria, piacere, dolore, e l’anima come settima.
ime sattakāyā akaṭā akaṭavidhā animmitā animmātā vañjhā kūṭaṭṭhā esikaṭṭhāyiṭṭhitā. Queste sette sostanze non sono state fatte, non sono derivate, non sono state create, sono senza creatore, stabili, costanti come la cima di una montagna, e rimangono ferme come un pilastro.
Te na iñjanti na vipariṇamanti na aññamaññaṁ byābādhenti. Nālaṁ aññamaññassa sukhāya vā dukkhāya vā sukhadukkhāya vā. Non si muovono, non si deteriorano e non si ostruiscono l’una con l’altra. Non possono causare piacere, dolore, o entrambi piacere e dolore l’una all’altra.
Tattha natthi hantā vā ghātetā vā sotā vā sāvetā vā viññātā vā viññāpetā vā. E non c’è nessuno che uccide o che fa uccidere; nessuno che impara ed educa gli altri; nessuno che comprende o aiuta gli altri a comprendere.
Yopi tiṇhena satthena sīsaṁ chindati, na koci kañci jīvitā voropeti. Se tagli la testa a qualcuno con una spada affilata, non togli la vita a nessuno.
Sattannaṁ tveva kāyānamantarena satthaṁ vivaramanupatati. La spada passa semplicemente attraverso lo spazio fra le sette sostanze.
Cuddasa kho panimāni yonipamukhasatasahassāni saṭṭhi ca satāni cha ca satāni pañca ca kammuno satāni pañca ca kammāni tīṇi ca kammāni, kamme ca aḍḍhakamme ca, dvaṭṭhipaṭipadā, dvaṭṭhantarakappā, chaḷābhijātiyo, aṭṭha purisabhūmiyo, ekūnapaññāsa ājīvakasate, ekūnapaññāsa paribbājakasate, ekūnapaññāsa nāgāvāsasate, vīse indriyasate, tiṁse nirayasate, chattiṁsa rajodhātuyo, satta saññīgabbhā, satta asaññīgabbhā, satta nigaṇṭhigabbhā, satta devā, satta mānusā, satta pesācā, satta sarā, satta pavuṭā, satta papātā, satta papātasatāni, satta supinā, satta supinasatāni, cullāsīti mahākappino satasahassāni, yāni bāle ca paṇḍite ca sandhāvitvā saṁsaritvā dukkhassantaṁ karissanti. Ci sono 1,4 milioni di grembi principali, e 6.000, e 600. Ci sono 500 azioni, e cinque, e tre. Ci sono azioni e mezze azioni. Ci sono 62 percorsi, 62 sub-ere, sei classi di esistenza, ed otto stadi nella vita di una persona. Ci sono 4.900 asceti Ājīvaka, 4.900 erranti, e 4.900 asceti nudi. Ci sono 2.000 facoltà, 3.000 inferni, e 36 regni di polvere. Ci sono sette embrioni percipienti, sette embrioni non percipienti, e sette embrioni senza nodi. Ci sono sette angeli, sette umani, e sette goblin. Ci sono sette laghi, sette fiumi, 700 fiumi, sette rupi, e 700 rupi. Ci sono sette sogni e 700 sogni. Ci sono 8,4 milioni di grandi ere attraverso le quali gli stolti e gli astuti trasmigrano prima di porre fine alla sofferenza.
Tattha natthi imināhaṁ sīlena vā vatena vā tapena vā brahmacariyena vā aparipakkaṁ vā kammaṁ paripācessāmi, paripakkaṁ vā kammaṁ phussa phussa byantiṁ karissāmīti. E non esiste questo: “Attraverso questo precetto, osservanza, fervore, o percorso spirituale forzerò le azioni acerbe a dare i propri frutti, o eliminerò vecchie azioni facendo esperienza dei loro risultati poco a poco”, poiché questo non può essere.
Hevaṁ natthi doṇamite sukhadukkhe pariyantakate saṁsāre, natthi hāyanavaḍḍhane, natthi ukkaṁsāvakaṁse. Piacere e dolore sono assegnati. La trasmigrazione dura solo per un periodo limitato, quindi non c’è aumento o diminuzione, nessun miglioramento o peggioramento.
Seyyathāpi nāma suttaguḷe khitte nibbeṭhiyamānameva paleti; È come, quando tiri un gomitolo, si svolge rotolando.
evameva bāle ca paṇḍite ca sandhāvitvā saṁsaritvā dukkhassantaṁ karissantī’ti. Allo stesso modo, dopo aver trasmigrato gli stolti e gli astuti porranno fine alla sofferenza’.
Tatra, sandaka, viññū puriso iti paṭisañcikkhati: Una persona giudiziosa riflette sulla questione così:
‘ayaṁ kho bhavaṁ satthā evaṁvādī evaṁdiṭṭhi—‘Questo maestro è di questa dottrina e opinione.
sattime kāyā akaṭā akaṭavidhā animmitā animmātā vañjhā kūṭaṭṭhā esikaṭṭhāyiṭṭhitā.
Te na iñjanti na vipariṇamanti na aññamaññaṁ byābādhenti.
Nālaṁ aññamaññassa sukhāya vā dukkhāya vā sukhadukkhāya vā.
Katame satta?
Pathavīkāyo āpokāyo tejokāyo vāyokāyo sukhe dukkhe jīve sattame—
ime satta kāyā akaṭā akaṭavidhā animmitā animmātā vañjhā kūṭaṭṭhā esikaṭṭhāyiṭṭhitā.
Te na iñjanti na vipariṇamanti na aññamaññaṁ byābādhenti.
Nālaṁ aññamaññassa sukhāya vā dukkhāya vā sukhadukkhāya vā.
Tattha natthi hantā vā ghātetā vā sotā vā sāvetā vā viññātā vā viññāpetā vā.
Yopi tiṇhena satthena sīsaṁ chindati, na koci kañci jīvitā voropeti.
Sattannaṁ tveva kāyānamantarena satthaṁ vivaramanupatati.
Cuddasa kho panimāni yonipamukhasatasahassāni saṭṭhi ca satāni cha ca satāni pañca ca kammuno satāni pañca ca kammāni tīṇi ca kammāni, kamme ca aḍḍhakamme ca, dvaṭṭhipaṭipadā, dvaṭṭhantarakappā, chaḷābhijātiyo, aṭṭha purisabhūmiyo, ekūnapaññāsa ājīvakasate, ekūnapaññāsa paribbājakasate, ekūnapaññāsa nāgāvāsasate, vīse indriyasate, tiṁse nirayasate, chattiṁsa rajodhātuyo, satta saññīgabbhā, satta asaññīgabbhā, satta nigaṇṭhigabbhā, satta devā, satta mānusā, satta pesācā, satta sarā, satta pavuṭā, satta papātā, satta papātasatāni, satta supinā, satta supinasatāni, cullāsīti mahākappino satasahassāni, yāni bāle ca paṇḍite ca sandhāvitvā saṁsaritvā dukkhassantaṁ karissanti.
Tattha natthi imināhaṁ sīlena vā vatena vā tapena vā brahmacariyena vā aparipakkaṁ vā kammaṁ paripācessāmi, paripakkaṁ vā kammaṁ phussa phussa byantiṁ karissāmīti, hevaṁ natthi doṇamite sukhadukkhe pariyantakate saṁsāre, natthi hāyanavaḍḍhane, natthi ukkaṁsāvakaṁse.
Seyyathāpi nāma suttaguḷe khitte nibbeṭhiyamānameva paleti;
evameva bāle ca paṇḍite ca sandhāvitvā saṁsaritvā dukkhassantaṁ karissantī’ti.
Sace pana imassa bhoto satthuno saccaṁ vacanaṁ, akatena me ettha kataṁ, avusitena me ettha vusitaṁ. Se ciò che questo maestro dice è vero, sia io che non ho completato questo percorso e uno che l’ha completato
Ubhopi mayaṁ ettha samasamā sāmaññaṁ pattā, yo cāhaṁ na vadāmi ‘ubho sandhāvitvā saṁsaritvā dukkhassantaṁ karissāmā’ti. abbiamo raggiunto entrambi esattamente lo stesso livello. Eppure, io non dico che dopo aver trasmigrato entrambi porremo fine alla sofferenza.
Atirekaṁ kho panimassa bhoto satthuno naggiyaṁ muṇḍiyaṁ ukkuṭikappadhānaṁ kesamassulocanaṁ, yohaṁ puttasambādhasayanaṁ ajjhāvasanto kāsikacandanaṁ paccanubhonto mālāgandhavilepanaṁ dhārento jātarūparajataṁ sādiyanto iminā bhotā satthārā samasamagatiko bhavissāmi abhisamparāyaṁ. Ma è superfluo da parte di questo maestro vagare nudo, pelato, persistere nell’accovacciarsi, e strapparsi capelli e barba. Poiché io vivo a casa con i miei bambini, uso sandalo importato da Kāsi, indosso collane, profumi, e trucco, e accetto oro e soldi. Eppure avrò esattamente lo stesso destino nella prossima vita di questo maestro.
Sohaṁ kiṁ jānanto kiṁ passanto imasmiṁ satthari brahmacariyaṁ carissāmi? Cosa conosco o vedo per cui dovrei seguire il percorso spirituale di questo maestro?
‘So abrahmacariyavāso ayan’ti—Questo nega il percorso spirituale’.
iti viditvā tasmā brahmacariyā nibbijja pakkamati. Realizzando ciò, se ne va delusa.
Ayaṁ kho, sandaka, tena bhagavatā jānatā passatā arahatā sammāsambuddhena catuttho abrahmacariyavāso akkhāto yattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ na vaseyya, vasanto ca nārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalaṁ. Questo è il quarto modo che nega un percorso spirituale.
Ime kho te, sandaka, tena bhagavatā jānatā passatā arahatā sammāsambuddhena cattāro abrahmacariyavāsā akkhātā yattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ na vaseyya, vasanto ca nārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalan”ti. Questi sono i quattro modi che negano un percorso spirituale che sono stati spiegati dal Beato, che conosce e vede, il perfetto, il Buddha completamente risvegliato. Una persona giudiziosa, per quanto possa, non praticherebbe questi percorsi spirituali, e se li praticasse, non completerebbe il sistema dell’insegnamento buono”
“Acchariyaṁ, bho ānanda, abbhutaṁ, bho ānanda. “È incredibile, Signor Ānanda, è strabiliante
Yāvañcidaṁ tena bhagavatā jānatā passatā arahatā sammāsambuddhena cattāro abrahmacariyavāsāva samānā ‘abrahmacariyavāsā’ti akkhātā yattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ na vaseyya, vasanto ca nārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalanti. quanto questi quattro modi che negano un percorso spirituale siano stati ben spiegati dal Buddha.
Katamāni pana tāni, bho ānanda, tena bhagavatā jānatā passatā arahatā sammāsambuddhena cattāri anassāsikāni brahmacariyāni akkhātāni yattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ na vaseyya, vasanto ca nārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalan”ti? Ma, Signor Ānanda, quali sono i quattro tipi di percorso spirituale inaffidabile?”
“Idha, sandaka, ekacco satthā sabbaññū sabbadassāvī aparisesaṁ ñāṇadassanaṁ paṭijānāti: “Sandaka, prendi un certo maestro che dice di essere onnisciente e onniveggente, di conoscere e vedere ogni cosa senza eccezione, così:
‘carato ca me tiṭṭhato ca suttassa ca jāgarassa ca satataṁ samitaṁ ñāṇadassanaṁ paccupaṭṭhitan’ti. ‘Conoscenza e visione sono costantemente e continuamente presenti in me, mentre cammino, sto in piedi, dormo, e sono sveglio’.
So suññampi agāraṁ pavisati, piṇḍampi na labhati, kukkuropi ḍaṁsati, caṇḍenapi hatthinā samāgacchati, caṇḍenapi assena samāgacchati, caṇḍenapi goṇena samāgacchati, itthiyāpi purisassapi nāmampi gottampi pucchati, gāmassapi nigamassapi nāmampi maggampi pucchati. Entra in una casa vuota; non riceve elemosina; un cane lo morde, incontra un elefante selvaggio, un cavallo selvaggio, o una mucca selvaggia; chiede il nome e la famiglia di una donna o di un uomo; chiede il nome e il percorso per un paese o città.
So ‘kimidan’ti puṭṭho samāno ‘suññaṁ me agāraṁ pavisitabbaṁ ahosi’, tena pāvisiṁ; ‘piṇḍampi aladdhabbaṁ ahosi’, tena nālatthaṁ; ‘kukkurena ḍaṁsitabbaṁ ahosi’, tenamhi daṭṭho; ‘caṇḍena hatthinā samāgantabbaṁ ahosi’, tena samāgamiṁ; ‘caṇḍena assena samāgantabbaṁ ahosi’, tena samāgamiṁ; ‘caṇḍena goṇena samāgantabbaṁ ahosi’, tena samāgamiṁ; ‘itthiyāpi purisassapi nāmampi gottampi pucchitabbaṁ ahosi’, tena pucchiṁ; ‘gāmassapi nigamassapi nāmampi maggampi pucchitabbaṁ ahosi’, tena pucchinti. Quando gli si chiede: ‘Perché questo?’, risponde: ‘Dovevo entrare in una casa vuota, è per questo che ci sono entrato. Dovevo non ricevere elemosina, è per questo che non ne ho ricevuta. Dovevo venire morso da un cane, è per questo che sono stato morso. Dovevo incontrare un elefante selvaggio, un cavallo selvaggio, o una mucca selvaggia, è per questo che li ho incontrati. Dovevo chiedere il nome e la famiglia di una donna o di un uomo, è per questo che ho chiesto. Dovevo chiedere il nome e il percorso per un paese o città, è per questo che ho chiesto’.
Tatra, sandaka, viññū puriso iti paṭisañcikkhati: Una persona giudiziosa riflette sulla questione così:
‘ayaṁ kho bhavaṁ satthā sabbaññū sabbadassāvī aparisesaṁ ñāṇadassanaṁ paṭijānāti …pe… ‘gāmassapi nigamassapi nāmampi maggampi pucchitabbaṁ ahosi, tena pucchin’ti. ‘Questo maestro dice di essere onnisciente e onniveggente, ma risponde così.
So ‘anassāsikaṁ idaṁ brahmacariyan’ti—Questo percorso spirituale è inaffidabile’.
iti viditvā tasmā brahmacariyā nibbijja pakkamati. Realizzando ciò, se ne va delusa.
Idaṁ kho, sandaka, tena bhagavatā jānatā passatā arahatā sammāsambuddhena paṭhamaṁ anassāsikaṁ brahmacariyaṁ akkhātaṁ yattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ na vaseyya, vasanto ca nārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalaṁ. Questo è il primo tipo di percorso spirituale inaffidabile.
Puna caparaṁ, sandaka, idhekacco satthā anussaviko hoti anussavasacco. Inoltre, prendi un certo maestro che è un trasmettitore orale, che prende la trasmissione orale come la verità.
So anussavena itihitihaparamparāya piṭakasampadāya dhammaṁ deseti. Insegna attraverso trasmissione orale, attraverso lignaggio di testamento, attraverso autorità canonica.
Anussavikassa kho pana, sandaka, satthuno anussavasaccassa sussutampi hoti dussutampi hoti tathāpi hoti aññathāpi hoti. Ma quando un maestro prende la trasmissione orale come la verità, una parte viene imparata bene, un’altra imparata male, una parte è vera, un’altra no.
Tatra, sandaka, viññū puriso iti paṭisañcikkhati: Una persona giudiziosa riflette sulla questione così:
‘ayaṁ kho bhavaṁ satthā anussaviko anussavasacco so anussavena itihitihaparamparāya piṭakasampadāya dhammaṁ deseti. ‘Questo maestro prende la trasmissione orale come la verità. Insegna attraverso trasmissione orale, attraverso lignaggio di testamento, attraverso autorità canonica.
Anussavikassa kho pana satthuno anussavasaccassa sussutampi hoti dussutampi hoti tathāpi hoti aññathāpi hoti’. Ma quando un maestro prende la trasmissione orale come la verità, una parte viene imparata bene, un’altra imparata male, una parte è vera, un’altra no.
So ‘anassāsikaṁ idaṁ brahmacariyan’ti—Questo percorso spirituale è inaffidabile’.
iti viditvā tasmā brahmacariyā nibbijja pakkamati. Realizzando ciò, se ne va delusa.
Idaṁ kho, sandaka, tena bhagavatā jānatā passatā arahatā sammāsambuddhena dutiyaṁ anassāsikaṁ brahmacariyaṁ akkhātaṁ yattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ na vaseyya, vasanto ca nārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalaṁ. Questo è il secondo tipo di percorso spirituale inaffidabile.
Puna caparaṁ, sandaka, idhekacco satthā takkī hoti vīmaṁsī. Inoltre, prendi un certo maestro che fa affidamento sul ragionamento e sull’indagine razionale.
So takkapariyāhataṁ vīmaṁsānucaritaṁ sayampaṭibhānaṁ dhammaṁ deseti. Insegna ciò che ha elaborato con la logica, seguendo una linea di pensiero, esprimendo la propria prospettiva.
Takkissa kho pana, sandaka, satthuno vīmaṁsissa sutakkitampi hoti duttakkitampi hoti tathāpi hoti aññathāpi hoti. Ma quando un maestro fa affidamento sul ragionamento e sull’indagine razionale, una parte è ragionata bene, un’altra è ragionata male, una parte è vera, un’altra no.
Tatra, sandaka, viññū puriso iti paṭisañcikkhati: Una persona giudiziosa riflette sulla questione così:
‘ayaṁ kho bhavaṁ satthā takkī vīmaṁsī. ‘Questo maestro fa affidamento sul ragionamento e sull’indagine razionale.
So takkapariyāhataṁ vīmaṁsānucaritaṁ sayampaṭibhānaṁ dhammaṁ deseti. Insegna ciò che ha elaborato con la logica, seguendo una linea di pensiero, esprimendo la propria prospettiva.
Takkissa kho pana satthuno vīmaṁsissa sutakkitampi hoti duttakkitampi hoti tathāpi hoti aññathāpi hoti’. Ma quando un maestro fa affidamento sul ragionamento e sull’indagine razionale, una parte è ragionata bene, un’altra è ragionata male, una parte è vera, un’altra no.
So ‘anassāsikaṁ idaṁ brahmacariyan’ti—Questo percorso spirituale è inaffidabile’.
iti viditvā tasmā brahmacariyā nibbijja pakkamati. Realizzando ciò, se ne va delusa.
Idaṁ kho, sandaka, tena bhagavatā jānatā passatā arahatā sammāsambuddhena tatiyaṁ anassāsikaṁ brahmacariyaṁ akkhātaṁ yattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ na vaseyya, vasanto ca nārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalaṁ. Questo è il terzo tipo di percorso spirituale inaffidabile.
Puna caparaṁ, sandaka, idhekacco satthā mando hoti momūho. Inoltre, prendi un certo maestro che è ottuso e stupido.
So mandattā momūhattā tattha tattha pañhaṁ puṭṭho samāno vācāvikkhepaṁ āpajjati amarāvikkhepaṁ: A causa di ciò, quando gli viene posta una domanda ricorre a dichiarazioni equivoche ed evasività senza fine:
‘evantipi me no, tathātipi me no, aññathātipi me no, notipi me no, no notipi me no’ti. ‘Non dico sia così. Non dico sia cosà. Non dico sia altrimenti. Non dico non sia così. E non nego che non sia così’.
Tatra, sandaka, viññū puriso iti paṭisañcikkhati: Una persona giudiziosa riflette sulla questione così:
‘ayaṁ kho bhavaṁ satthā mando momūho. ‘Questo maestro è ottuso e stupido.
So mandattā momūhattā tattha tattha pañhaṁ puṭṭho samāno vācāvikkhepaṁ āpajjati amarāvikkhepaṁ—A causa di ciò, quando gli viene posta una domanda ricorre a dichiarazioni equivoche ed evasività senza fine:
evantipi me no, tathātipi me no, aññathātipi me no, notipi me no, no notipi me no’ti. ‘Non dico sia così. Non dico sia cosà. Non dico sia altrimenti. Non dico non sia così. E non nego che non sia così’.
So ‘anassāsikaṁ idaṁ brahmacariyan’ti—Questo percorso spirituale è inaffidabile’.
iti viditvā tasmā brahmacariyā nibbijja pakkamati. Realizzando ciò, se ne va delusa.
Idaṁ kho, sandaka, tena bhagavatā jānatā passatā arahatā sammāsambuddhena catutthaṁ anassāsikaṁ brahmacariyaṁ akkhātaṁ yattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ na vaseyya, vasanto ca nārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalaṁ. Questo è il quarto tipo di percorso spirituale inaffidabile.
Imāni kho tāni, sandaka, tena bhagavatā jānatā passatā arahatā sammāsambuddhena cattāri anassāsikāni brahmacariyāni akkhātāni yattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ na vaseyya, vasanto ca nārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalan”ti. Questi sono i quattro tipi di percorso spirituale inaffidabile che sono stati spiegati dal Beato, che conosce e vede, il perfetto, il Buddha completamente risvegliato. Una persona giudiziosa, per quanto possa, non praticherebbe questi percorsi spirituali, e se li praticasse, non completerebbe il sistema dell’insegnamento buono”
“Acchariyaṁ, bho ānanda, abbhutaṁ, bho ānanda. “È incredibile, Signor Ānanda, è strabiliante
Yāvañcidaṁ tena bhagavatā jānatā passatā arahatā sammāsambuddhena cattāri anassāsikāneva brahmacariyāni anassāsikāni brahmacariyānīti akkhātāni yattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ na vaseyya, vasanto ca nārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalaṁ. quanto questi quattro tipi di spirituale inafidabile siano stati ben spiegati dal Buddha.
So pana, bho ānanda, satthā kiṁ vādī kiṁ akkhāyī yattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ vaseyya, vasanto ca ārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalan”ti. Ma, Signor Ānanda, cosa direbbe e spiegherebbe un maestro in modo che una persona giudiziosa, per quanto possa, pratichi questo percorso spirituale, e praticandolo, completerebbe il sistema dell’insegnamento buono?”
“Idha, sandaka, tathāgato loke uppajjati arahaṁ sammāsambuddho vijjācaraṇasampanno sugato lokavidū anuttaro purisadammasārathi satthā devamanussānaṁ buddho bhagavā …pe… “Sandaka, è quando un Realizzato appare nel mondo, perfetto, un Buddha completamente risvegliato, esperto di conoscenza e condotta, santo, conoscitore del mondo, guida suprema per coloro che desiderano addestrarsi, insegnante di esseri celesti e umani, risvegliato, beato. …
so ime pañca nīvaraṇe pahāya cetaso upakkilese paññāya dubbalīkaraṇe Abbandona questi cinque impedimenti, corruzioni della mente che indeboliscono la saggezza.
vivicceva kāmehi vivicca akusalehi dhammehi savitakkaṁ savicāraṁ vivekajaṁ pītisukhaṁ paṭhamaṁ jhānaṁ upasampajja viharati. Poi, sufficientemente isolato dai piaceri dei sensi, isolato da cattive qualità, con pensiero e valutazione, ed euforia e felicità nate dall’isolamento, raggiunge e dimora nella prima estasi.
Yasmiṁ kho, sandaka, satthari sāvako evarūpaṁ uḷāravisesaṁ adhigacchati tattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ vaseyya, vasanto ca ārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalaṁ. Una persona giudiziosa, per quanto possa, seguirebbe il percorso spirituale di un maestro che raggiunge una distinzione così alta, e praticandolo, completerebbe il sistema dell’insegnamento buono.
Puna caparaṁ, sandaka, bhikkhu vitakkavicārānaṁ vūpasamā …pe… dutiyaṁ jhānaṁ upasampajja viharati. Inoltre, con il placarsi di pensiero e valutazione, … un monaco raggiunge e dimora nella seconda estasi.
Yasmiṁ kho, sandaka, satthari sāvako evarūpaṁ uḷāravisesaṁ adhigacchati tattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ vaseyya, vasanto ca ārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalaṁ. Una persona ragionevole, per quanto possa, seguirebbe il percorso spirituale di un maestro che raggiunge una distinzione così alta, e praticandolo, completerebbe il sistema dell’insegnamento buono.
Puna caparaṁ, sandaka, bhikkhu pītiyā ca virāgā upekkhako ca viharati …pe… tatiyaṁ jhānaṁ upasampajja viharati. Inoltre, con lo svanire dell’euforia, dimorando con equanimità, … un monaco raggiunge e dimora nella terza estasi.
Yasmiṁ kho, sandaka, satthari sāvako evarūpaṁ uḷāravisesaṁ adhigacchati tattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ vaseyya, vasanto ca ārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalaṁ. Una persona ragionevole, per quanto possa, seguirebbe il percorso spirituale di un maestro che raggiunge una distinzione così alta, e praticandolo, completerebbe il sistema dell’insegnamento buono.
Puna caparaṁ, sandaka, bhikkhu sukhassa ca pahānā …pe… catutthaṁ jhānaṁ upasampajja viharati. Inoltre, abbandonando piacere e dolore, … un monaco raggiunge e dimora nella quarta estasi.
Yasmiṁ kho, sandaka, satthari sāvako evarūpaṁ uḷāravisesaṁ adhigacchati tattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ vaseyya, vasanto ca ārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalaṁ. Una persona giudiziosa, per quanto possa, seguirebbe il percorso spirituale di un maestro che raggiunge una distinzione così alta, e praticandolo, completerebbe il sistema dell’insegnamento buono.
So evaṁ samāhite citte parisuddhe pariyodāte anaṅgaṇe vigatūpakkilese mudubhūte kammaniye ṭhite āneñjappatte pubbenivāsānussatiñāṇāya cittaṁ abhininnāmeti. Una volta che la sua mente diventa così concentrata, purificata, luminosa, impeccabile, libera da corruzioni, flessibile, lavorabile, stabile, e imperturbabile, la estende al ricordo delle vite passate.
So anekavihitaṁ pubbenivāsaṁ anussarati, seyyathidaṁ—ekampi jātiṁ dvepi jātiyo …pe… iti sākāraṁ sauddesaṁ anekavihitaṁ pubbenivāsaṁ anussarati. Si ricorda molti tipi di vite passate, cioè, una nascita, due nascite, tre nascite, quattro nascite, cinque nascite, dieci nascite, venti nascite, trenta nascite, quaranta nascite, cinquanta nascite, cento nascite, mille nascite, centomila nascite; molte ere di formazione, molte ere di dissoluzione, molte ere di formazione e dissoluzione. … Si ricorda i suoi molti tipi di vite passate, nei particolari e nello specifico.
Yasmiṁ kho, sandaka, satthari sāvako evarūpaṁ uḷāravisesaṁ adhigacchati tattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ vaseyya, vasanto ca ārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalaṁ. Una persona giudiziosa, per quanto possa, seguirebbe il percorso spirituale di un maestro che raggiunge una distinzione così alta, e praticandolo, completerebbe il sistema dell’insegnamento buono.
So evaṁ samāhite citte parisuddhe pariyodāte anaṅgaṇe vigatūpakkilese mudubhūte kammaniye ṭhite āneñjappatte sattānaṁ cutūpapātañāṇāya cittaṁ abhininnāmeti. Una volta che la sua mente diventa così concentrata, purificata, luminosa, impeccabile, libera da corruzioni, flessibile, lavorabile, stabile, e imperturbabile, la estende alla conoscenza della morte e rinascita degli esseri viventi.
So dibbena cakkhunā visuddhena atikkantamānusakena satte passati cavamāne upapajjamāne hīne paṇīte suvaṇṇe dubbaṇṇe sugate duggate …pe… yathākammūpage satte pajānāti. Con chiaroveggenza purificata e sovrumana, vede gli esseri viventi morire e rinascere; inferiori e superiori, belli e brutti, in un bel posto o un brutto posto. Comprende come gli esseri viventi rinascono secondo le proprie azioni.
Yasmiṁ kho, sandaka, satthari sāvako evarūpaṁ uḷāravisesaṁ adhigacchati tattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ vaseyya, vasanto ca ārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalaṁ. Una persona giudiziosa, per quanto possa, seguirebbe il percorso spirituale di un maestro che raggiunge una distinzione così alta, e praticandolo, completerebbe il sistema dell’insegnamento buono.
So evaṁ samāhite citte parisuddhe pariyodāte anaṅgaṇe vigatūpakkilese mudubhūte kammaniye ṭhite āneñjappatte āsavānaṁ khayañāṇāya cittaṁ abhininnāmeti. Una volta che la sua mente diventa così concentrata, purificata, luminosa, impeccabile, libera da corruzioni, flessibile, lavorabile, stabile, e imperturbabile, la estende alla conoscenza dell’eliminazione dei contaminanti.
So ‘idaṁ dukkhan’ti yathābhūtaṁ pajānāti, ‘ayaṁ dukkhasamudayo’ti yathābhūtaṁ pajānāti, ‘ayaṁ dukkhanirodho’ti yathābhūtaṁ pajānāti, ‘ayaṁ dukkhanirodhagāminī paṭipadā’ti yathābhūtaṁ pajānāti; Comprende secondo realtà: ‘Questa è la sofferenza’, comprende secondo realtà: ‘Questa è l’origine della sofferenza’, comprende secondo realtà: ‘Questa è la cessazione della sofferenza’, comprende secondo realtà: ‘Questa è la pratica che porta alla cessazione della sofferenza’.
‘ime āsavā’ti yathābhūtaṁ pajānāti, ‘ayaṁ āsavasamudayo’ti yathābhūtaṁ pajānāti, ‘ayaṁ āsavanirodho’ti yathābhūtaṁ pajānāti, ‘ayaṁ āsavanirodhagāminī paṭipadā’ti yathābhūtaṁ pajānāti. Comprende secondo realtà: ‘Questi sono i contaminanti’, comprende secondo realtà: ‘Questa è l’origine dei contaminanti’, comprende secondo realtà: ‘Questa è la cessazione dei contaminanti’, comprende secondo realtà: ‘Questa è la pratica che porta alla cessazione dei contaminanti’.
Tassa evaṁ jānato evaṁ passato kāmāsavāpi cittaṁ vimuccati, bhavāsavāpi cittaṁ vimuccati, avijjāsavāpi cittaṁ vimuccati. Conoscendo così e vedendo così, la sua mente viene liberata dal contaminante dei piaceri dei sensi, la sua mente viene liberata dal contaminante dell’esistenza, e la sua mente viene liberata dal contaminante dell’ignoranza.
Vimuttasmiṁ vimuttamiti ñāṇaṁ hoti. Una volta libero, capisce di essere libero.
‘Khīṇā jāti, vusitaṁ brahmacariyaṁ, kataṁ karaṇīyaṁ, nāparaṁ itthattāyā’ti pajānāti. Comprende: ‘La nascita è terminata, il percorso spirituale è stato completato, ciò che c’era da fare è stato fatto, non ci sarà più nulla di questo’.
Yasmiṁ kho, sandaka, satthari sāvako evarūpaṁ uḷāravisesaṁ adhigacchati tattha viññū puriso sasakkaṁ brahmacariyaṁ vaseyya, vasanto ca ārādheyya ñāyaṁ dhammaṁ kusalan”ti. Una persona giudiziosa, per quanto possa, seguirebbe il percorso spirituale di un maestro che raggiunge una distinzione così alta, e praticandolo, completerebbe il sistema dell’insegnamento buono”
“Yo pana so, bho ānanda, bhikkhu arahaṁ khīṇāsavo vusitavā katakaraṇīyo ohitabhāro anuppattasadattho parikkhīṇabhavasaṁyojano sammadaññā vimutto paribhuñjeyya so kāme”ti? “Ma, Signor Ānanda, quando un monaco è perfetto, con contaminanti eliminati, che ha completato il percorso spirituale, che ha fatto ciò che c’era da fare, che ha riposto il fardello, che ha raggiunto il proprio vero obiettivo, che ha eliminato definitivamente la catena dell’esistenza, ed è giustamente libero attraverso l’illuminazione, può ancora indulgere nei piaceri dei sensi?”
“Yo so, sandaka, bhikkhu arahaṁ khīṇāsavo vusitavā katakaraṇīyo ohitabhāro anuppattasadattho parikkhīṇabhavasaṁyojano sammadaññāvimutto, abhabbo so pañcaṭṭhānāni ajjhācarituṁ. “Sandaka, un monaco perfetto, con contaminanti eliminati, che ha completato il percorso spirituale, che ha fatto ciò che c’era da fare, che ha riposto il fardello, che ha raggiunto il proprio vero obiettivo, che ha eliminato definitivamente la catena dell’esistenza, ed è libero attraverso l’illuminazione, non può trasgredire in cinque aspetti.
Abhabbo khīṇāsavo bhikkhu sañcicca pāṇaṁ jīvitā voropetuṁ, abhabbo khīṇāsavo bhikkhu adinnaṁ theyyasaṅkhātaṁ ādātuṁ, abhabbo khīṇāsavo bhikkhu methunaṁ dhammaṁ paṭisevetuṁ, abhabbo khīṇāsavo bhikkhu sampajānamusā bhāsituṁ, abhabbo khīṇāsavo bhikkhu sannidhikārakaṁ kāme paribhuñjituṁ, seyyathāpi pubbe agāriyabhūto. Un monaco con contaminanti eliminati non può togliere intenzionalmente la vita di un essere vivente, non può prendere qualcosa con l’intenzione di rubare, non può fare sesso, non può dire deliberatamente una bugia, e non può immagazzinare averi a proprio piacere come faceva quando era un laico.
Yo so, sandaka, bhikkhu arahaṁ khīṇāsavo vusitavā katakaraṇīyo ohitabhāro anuppattasadattho parikkhīṇabhavasaṁyojano sammadaññāvimutto, abhabbo so imāni pañcaṭṭhānāni ajjhācaritun”ti. Un monaco perfetto non può trasgredire in questi aspetti”
“Yo pana so, bho ānanda, bhikkhu arahaṁ khīṇāsavo vusitavā katakaraṇīyo ohitabhāro anuppattasadattho parikkhīṇabhavasaṁyojano sammadaññāvimutto tassa carato ceva tiṭṭhato ca suttassa ca jāgarassa ca satataṁ samitaṁ ñāṇadassanaṁ paccupaṭṭhitaṁ: “Ma, Signor Ānanda, quando un monaco è perfetto, la conoscenza e visione del fatto che i propri contaminanti sono stati eliminati è presente costantemente e continuamente in lui, mentre cammina, sta in piedi, dorme, ed è sveglio?”
‘khīṇā me āsavā’”ti?
“Tena hi, sandaka, upamaṁ te karissāmi; “Beh, allora, Sandaka, uso una similitudine.
upamāyapidhekacce viññū purisā bhāsitassa atthaṁ ājānanti. Poiché attraverso le similitudini le persone giudiziose comprendono il significato di ciò che viene detto.
Seyyathāpi, sandaka, purisassa hatthapādā chinnā; Immagina che a una persona vengano amputate le mani e i piedi.
tassa carato ceva tiṭṭhato ca suttassa ca jāgarassa ca satataṁ samitaṁ jānāti: Sarebbe consapevole costantemente e continuamente del fatto che le sue mani e i suoi piedi sono stati amputati, mentre cammina, sta in piedi, dorme, ed è sveglia?
‘chinnā me hatthapādā’ti, udāhu paccavekkhamāno jānāti: O ne sarebbe consapevole solo nel controllare?”
‘chinnā me hatthapādā’”ti?
“Na kho, bho ānanda, so puriso satataṁ samitaṁ jānāti: “Non ne sarebbe consapevole costantemente, Signor Ānanda,
‘chinnā me hatthapādā’ti.
Api ca kho pana naṁ paccavekkhamāno jānāti: solo nel controllare”
‘chinnā me hatthapādā’”ti.
“Evameva kho, sandaka, yo so bhikkhu arahaṁ khīṇāsavo vusitavā katakaraṇīyo ohitabhāro anuppattasadattho parikkhīṇabhavasaṁyojano sammadaññāvimutto tassa carato ceva tiṭṭhato ca suttassa ca jāgarassa ca satataṁ samitaṁ ñāṇadassanaṁ na paccupaṭṭhitaṁ: “Allo stesso modo, quando un monaco è perfetto, la conoscenza e visione del fatto che i propri contaminanti sono stati eliminati non è presente costantemente e continuamente in lui, mentre cammina, sta in piedi, dorme, ed è sveglio.
‘khīṇā me āsavā’ti;
api ca kho pana naṁ paccavekkhamāno jānāti: Piuttosto, ne è consapevole solo nel controllare”
‘khīṇā me āsavā’”ti.
“Kīvabahukā pana, bho ānanda, imasmiṁ dhammavinaye niyyātāro”ti? “Ma, Signor Ānanda, in questo insegnamento e addestramento quanti sono emancipati?”
“Na kho, sandaka, ekaṁyeva sataṁ na dve satāni na tīṇi satāni na cattāri satāni na pañca satāni, atha kho bhiyyova ye imasmiṁ dhammavinaye niyyātāro”ti. “Non ci sono solo cento che sono emancipati, Sandaka, o due, o tre, o quattro, o cinquecento, ma molti di più in questo insegnamento e addestramento”
“Acchariyaṁ, bho ānanda, abbhutaṁ, bho ānanda. “È incredibile, Signor Ānanda, è strabiliante!
Na ca nāma sadhammokkaṁsanā bhavissati, na paradhammavambhanā, āyatane ca dhammadesanā tāva bahukā ca niyyātāro paññāyissanti. Cioè, che non ci sia glorificazione del proprio insegnamento e denigrazione degli insegnamenti altrui, che l’insegnamento sia spiegato nel proprio campo, e che vengano riconosciuti così tanti emancipati.
Ime panājīvakā puttamatāya puttā attānañceva ukkaṁsenti, pare ca vambhenti tayo ceva niyyātāro paññapenti, seyyathidaṁ—Ma questi Ājīvaka, figli di colei i cui figli sono morti, glorificano se stessi e denigrano gli altri. E riconoscono solo tre che sono stati emancipati:
nandaṁ vacchaṁ, kisaṁ saṅkiccaṁ, makkhaliṁ gosālan”ti. Nanda Vaccha, Kisa Saṅkicca, e l’asceta dal bastone di bambù Gosala”.
Atha kho sandako paribbājako sakaṁ parisaṁ āmantesi: Poi l’errante Sandaka si rivolse alla propria congregazione:
“carantu bhonto samaṇe gotame brahmacariyavāso. “Andate, cari signori. Il percorso spirituale da seguire è quello dell’asceta Gotama.
Na dāni sukaraṁ amhehi lābhasakkārasiloke pariccajitun”ti. Non è facile per me lasciare i miei averi, onori, e popolarità ora”.
Iti hidaṁ sandako paribbājako sakaṁ parisaṁ uyyojesi bhagavati brahmacariyeti. E così fu che l’errante Sandaka mandò la propria congregazione a seguire il percorso spirituale del Buddha.
Sandakasuttaṁ niṭṭhitaṁ chaṭṭhaṁ.