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Majjhima Nikāya 73 Discorsi medi 73

Mahāvacchasutta Il discorso più lungo con Vacchagotta

Evaṁ me sutaṁ—Così ho sentito.

ekaṁ samayaṁ bhagavā rājagahe viharati veḷuvane kalandakanivāpe. Una volta il Buddha dimorava vicino a Rājagaha, nel bosco di bambù, il terreno dove gli scoiattoli venivano a mangiare.

Atha kho vacchagotto paribbājako yena bhagavā tenupasaṅkami; upasaṅkamitvā bhagavatā saddhiṁ sammodi. Allora l’errante Vacchagotta andò dal Buddha e ci scambiò saluti.

Sammodanīyaṁ kathaṁ sāraṇīyaṁ vītisāretvā ekamantaṁ nisīdi. Ekamantaṁ nisinno kho vacchagotto paribbājako bhagavantaṁ etadavoca: Una volta che i saluti e le cordialità terminarono, si sedette a lato e disse al Buddha:

“dīgharattāhaṁ bhotā gotamena sahakathī. “Da molto tempo converso con il Signor Gotama.

Sādhu me bhavaṁ gotamo saṅkhittena kusalākusalaṁ desetū”ti. Per favore, mi insegni brevemente ciò che è buono e ciò che è cattivo”

“Saṅkhittenapi kho te ahaṁ, vaccha, kusalākusalaṁ deseyyaṁ, vitthārenapi kho te ahaṁ, vaccha, kusalākusalaṁ deseyyaṁ; “Vaccha, posso insegnarti ciò che è buono e ciò che è cattivo brevemente o in dettaglio.

api ca te ahaṁ, vaccha, saṅkhittena kusalākusalaṁ desessāmi. Comunque, lo faccio brevemente.

Taṁ suṇāhi, sādhukaṁ manasi karohi, bhāsissāmī”ti. Ascolta e presta la giusta attenzione, ora parlo”

“Evaṁ, bho”ti kho vacchagotto paribbājako bhagavato paccassosi. “Sì, Signore”, rispose Vaccha.

Bhagavā etadavoca: Il Buddha disse:

“Lobho kho, vaccha, akusalaṁ, alobho kusalaṁ; “La cupidigia è cattiva, non essere cupidi è buono.

doso kho, vaccha, akusalaṁ, adoso kusalaṁ; L’odio è cattivo, non odiare è buono.

moho kho, vaccha, akusalaṁ, amoho kusalaṁ. L’illusione è cattiva, non essere illusi è buono.

Iti kho, vaccha, ime tayo dhammā akusalā, tayo dhammā kusalā. Quindi ci sono queste tre cose cattive e tre che sono buone.

Pāṇātipāto kho, vaccha, akusalaṁ, pāṇātipātā veramaṇī kusalaṁ; Uccidere, Vaccha, è cattivo. Astenersi dall’uccidere è buono.

adinnādānaṁ kho, vaccha, akusalaṁ, adinnādānā veramaṇī kusalaṁ; Rubare, Vaccha, è cattivo. Astenersi dal rubare è buono.

kāmesumicchācāro kho, vaccha, akusalaṁ, kāmesumicchācārā veramaṇī kusalaṁ; La condotta sessuale sbagliata, Vaccha, è cattiva. Astenersi dalla condotta sessuale sbagliata è buono.

musāvādo kho, vaccha, akusalaṁ, musāvādā veramaṇī kusalaṁ; Il linguaggio falso, Vaccha, è cattivo. Astenersi dal linguaggio falso è buono.

pisuṇā vācā kho, vaccha, akusalaṁ, pisuṇāya vācāya veramaṇī kusalaṁ; Il linguaggio divisivo, Vaccha, è cattivo. Astenersi dal linguaggio divisivo è buono.

pharusā vācā kho, vaccha, akusalaṁ, pharusāya vācāya veramaṇī kusalaṁ; Il linguaggio aspro, Vaccha, è cattivo. Astenersi dal linguaggio aspro è buono.

samphappalāpo kho, vaccha, akusalaṁ, samphappalāpā veramaṇī kusalaṁ; Parlare senza motivo, Vaccha, è cattivo. Asternersi dal parlare senza motivo è buono.

abhijjhā kho, vaccha, akusalaṁ, anabhijjhā kusalaṁ; La bramosia, Vaccha, è cattiva. Non essere bramosi è buono.

byāpādo kho, vaccha, akusalaṁ, abyāpādo kusalaṁ; La malevolenza, Vaccha è cattiva. Non essere malevoli è buono.

micchādiṭṭhi kho, vaccha, akusalaṁ sammādiṭṭhi kusalaṁ. L’opinione sbagliata, Vaccha, è cattiva. L’opinione corretta è buona.

Iti kho, vaccha, ime dasa dhammā akusalā, dasa dhammā kusalā. Quindi ci sono queste dieci cose cattive e dieci cose buone.

Yato kho, vaccha, bhikkhuno taṇhā pahīnā hoti ucchinnamūlā tālāvatthukatā anabhāvaṅkatā āyatiṁ anuppādadhammā, so hoti bhikkhu arahaṁ khīṇāsavo vusitavā katakaraṇīyo ohitabhāro anuppattasadattho parikkhīṇabhavasaṁyojano sammadaññāvimutto”ti. Quando un monaco ha abbandonato la brama in modo che sia tagliata alla radice, resa come un ceppo di palma, obliterata, e non è in grado di manifestarsi in futuro, quel monaco è perfetto. Ha eliminato i contaminanti, ha completato il percorso spirituale, fatto ciò che c’era da fare, riposto il fardello, raggiunto il proprio vero obiettivo, assolutamente eliminato la catena dell’esistenza, ed è giustamente libero attraverso l’illuminazione”

“Tiṭṭhatu bhavaṁ gotamo. “A parte il Signor Gotama,

Atthi pana te bhoto gotamassa ekabhikkhupi sāvako yo āsavānaṁ khayā anāsavaṁ cetovimuttiṁ paññāvimuttiṁ diṭṭheva dhamme sayaṁ abhiññā sacchikatvā upasampajja viharatī”ti? c’è anche solo un monaco discepolo del Signor Gotama che ha realizzato la libertà incorrotta della mente e la libertà attraverso saggezza in questa stessa vita, e dimora avendo raggiunto ciò con la propria conoscenza diretta grazie all’eliminazione dei contaminanti?”

“Na kho, vaccha, ekaṁyeva sataṁ na dve satāni na tīṇi satāni na cattāri satāni na pañca satāni, atha kho bhiyyova ye bhikkhū mama sāvakā āsavānaṁ khayā anāsavaṁ cetovimuttiṁ paññāvimuttiṁ diṭṭheva dhamme sayaṁ abhiññā sacchikatvā upasampajja viharantī”ti. “Non ce ne sono solo cento di miei discepoli monaci così, Vaccha, o due, o tre, o quattro, o cinquecento, ma molti di più”

“Tiṭṭhatu bhavaṁ gotamo, tiṭṭhantu bhikkhū. “A parte il Signor Gotama e i monaci,

Atthi pana bhoto gotamassa ekā bhikkhunīpi sāvikā yā āsavānaṁ khayā anāsavaṁ cetovimuttiṁ paññāvimuttiṁ diṭṭheva dhamme sayaṁ abhiññā sacchikatvā upasampajja viharatī”ti? c’è anche solo una monaca discepola del Signor Gotama che ha realizzato la libertà incorrotta della mente e la libertà attraverso saggezza in questa stessa vita, e dimora avendo raggiunto ciò con la propria conoscenza diretta grazie all’eliminazione dei contaminanti?”

“Na kho, vaccha, ekaṁyeva sataṁ na dve satāni na tīṇi satāni na cattāri satāni na pañca satāni, atha kho bhiyyova yā bhikkhuniyo mama sāvikā āsavānaṁ khayā anāsavaṁ cetovimuttiṁ paññāvimuttiṁ diṭṭheva dhamme sayaṁ abhiññā sacchikatvā upasampajja viharantī”ti. “Non ce ne sono solo cento di mie discepole monache così, Vaccha, o due, o tre, o quattro, o cinquecento, ma molte di più”

“Tiṭṭhatu bhavaṁ gotamo, tiṭṭhantu bhikkhū, tiṭṭhantu bhikkhuniyo. “A parte il Signor Gotama, i monaci, e le monache,

Atthi pana bhoto gotamassa ekupāsakopi sāvako gihī odātavasano brahmacārī yo pañcannaṁ orambhāgiyānaṁ saṁyojanānaṁ parikkhayā opapātiko tattha parinibbāyī anāvattidhammo tasmā lokā”ti? c’è anche solo un discepolo laico del Signor Gotama, vestito di bianco e casto, che, con l’eliminazione delle cinque catene inferiori, rinasce spontaneamente, si estingue lì, senza tornare da quel mondo?”

“Na kho, vaccha, ekaṁyeva sataṁ na dve satāni na tīṇi satāni na cattāri satāni na pañca satāni, atha kho bhiyyova ye upāsakā mama sāvakā gihī odātavasanā brahmacārino pañcannaṁ orambhāgiyānaṁ saṁyojanānaṁ parikkhayā opapātikā tattha parinibbāyino anāvattidhammā tasmā lokā”ti. “Non ce ne sono solo cento di miei discepoli laici casti così, Vaccha, o due, o tre, o quattro, o cinquecento, ma molti di più”

“Tiṭṭhatu bhavaṁ gotamo, tiṭṭhantu bhikkhū, tiṭṭhantu bhikkhuniyo, tiṭṭhantu upāsakā gihī odātavasanā brahmacārino. “A parte il Signor Gotama, i monaci, le monache, e i laici casti,

Atthi pana bhoto gotamassa ekupāsakopi sāvako gihī odātavasano kāmabhogī sāsanakaro ovādappaṭikaro yo tiṇṇavicikiccho vigatakathaṅkatho vesārajjappatto aparappaccayo satthusāsane viharatī”ti? c’è anche solo un discepolo laico del Signor Gotama, vestito di bianco, che indulge nei piaceri dei sensi, che segue le istruzioni e risponde ai consigli; che ha superato il dubbio, si è liberato dell’indecisione, e dimora sicuro di sé e indipendente dagli altri nelle istruzioni del Maestro?”

“Na kho, vaccha, ekaṁyeva sataṁ na dve satāni na tīṇi satāni na cattāri satāni na pañca satāni, atha kho bhiyyova ye upāsakā mama sāvakā gihī odātavasanā kāmabhogino sāsanakarā ovādappaṭikarā tiṇṇavicikicchā vigatakathaṅkathā vesārajjappattā aparappaccayā satthusāsane viharantī”ti. “Non ce ne sono solo cento di miei discepoli laici che indulgono nei piaceri dei sensi così, Vaccha, o due, o tre, o quattro, o cinquecento, ma molti di più”

“Tiṭṭhatu bhavaṁ gotamo, tiṭṭhantu bhikkhū, tiṭṭhantu bhikkhuniyo, tiṭṭhantu upāsakā gihī odātavasanā brahmacārino, tiṭṭhantu upāsakā gihī odātavasanā kāmabhogino. “A parte il Signor Gotama, i monaci, le monache, i laici casti, e i laici che indulgono nei piaceri dei sensi,

Atthi pana bhoto gotamassa ekupāsikāpi sāvikā gihinī odātavasanā brahmacārinī yā pañcannaṁ orambhāgiyānaṁ saṁyojanānaṁ parikkhayā opapātikā tattha parinibbāyinī anāvattidhammā tasmā lokā”ti? c’è anche solo una discepola laica del Signor Gotama, vestita di bianco e casta, che, con l’eliminazione delle cinque catene inferiori, rinasce spontaneamente, si estingue lì, senza tornare da quel mondo?”

“Na kho, vaccha, ekaṁyeva sataṁ na dve satāni na tīṇi satāni na cattāri satāni na pañca satāni, atha kho bhiyyova yā upāsikā mama sāvikā gihiniyo odātavasanā brahmacāriniyo pañcannaṁ orambhāgiyānaṁ saṁyojanānaṁ parikkhayā opapātikā tattha parinibbāyiniyo anāvattidhammā tasmā lokā”ti. “Non ce ne sono solo cento di mie discepole laiche caste così, Vaccha, o due, o tre, o quattro, o cinquecento, ma molte di più”

“Tiṭṭhatu bhavaṁ gotamo, tiṭṭhantu bhikkhū, tiṭṭhantu bhikkhuniyo, tiṭṭhantu upāsakā gihī odātavasanā brahmacārino, tiṭṭhantu upāsakā gihī odātavasanā kāmabhogino, tiṭṭhantu upāsikā gihiniyo odātavasanā brahmacāriniyo. “A parte il Signor Gotama, i monaci, le monache, i laici casti, i laici che indulgono nei piaceri dei sensi, e le laiche caste,

Atthi pana bhoto gotamassa ekupāsikāpi sāvikā gihinī odātavasanā kāmabhoginī sāsanakarā ovādappaṭikarā yā tiṇṇavicikicchā vigatakathaṅkathā vesārajjappattā aparappaccayā satthusāsane viharatī”ti? c’è anche solo una discepola laica del Signor Gotama, vestita di bianco, che indulge nei piaceri dei sensi, che segue le istruzioni e risponde ai consigli; che ha superato il dubbio, si è liberata dell’indecisione, e dimora sicura di sé e indipendente dagli altri nelle istruzioni del Maestro?”

“Na kho, vaccha, ekaṁyeva sataṁ na dve satāni na tīṇi satāni na cattāri satāni na pañca satāni, atha kho bhiyyova yā upāsikā mama sāvikā gihiniyo odātavasanā kāmabhoginiyo sāsanakarā ovādappaṭikarā tiṇṇavicikicchā vigatakathaṅkathā vesārajjappattā aparappaccayā satthusāsane viharantī”ti. “Non ce ne sono solo cento di mie discepole laiche che indulgono nei piaceri dei sensi così, Vaccha, o due, o tre, o quattro, o cinquecento, ma molte di più”

“Sace hi, bho gotama, imaṁ dhammaṁ bhavaṁyeva gotamo ārādhako abhavissa, no ca kho bhikkhū ārādhakā abhavissaṁsu; “Se il Signor Gotama fosse l’unico a essere riuscito a completare questo insegnamento, e non i monaci,

evamidaṁ brahmacariyaṁ aparipūraṁ abhavissa tenaṅgena. allora questo percorso spirituale sarebbe incompleto in quel senso.

Yasmā ca kho, bho gotama, imaṁ dhammaṁ bhavañceva gotamo ārādhako bhikkhū ca ārādhakā; Ma dato che sia il Signor Gotama che i monaci sono riusciti a completare questo insegnamento,

evamidaṁ brahmacariyaṁ paripūraṁ tenaṅgena. questo percorso spirituale è completo in questo senso.

Sace hi, bho gotama, imaṁ dhammaṁ bhavañceva gotamo ārādhako abhavissa, bhikkhū ca ārādhakā abhavissaṁsu, no ca kho bhikkhuniyo ārādhikā abhavissaṁsu; Se il Signor Gotama e i monaci fossero gli unici a essere riusciti a completare questo insegnamento, e non le monache …

evamidaṁ brahmacariyaṁ aparipūraṁ abhavissa tenaṅgena.

Yasmā ca kho, bho gotama, imaṁ dhammaṁ bhavañceva gotamo ārādhako, bhikkhū ca ārādhakā, bhikkhuniyo ca ārādhikā;

evamidaṁ brahmacariyaṁ paripūraṁ tenaṅgena.

Sace hi, bho gotama, imaṁ dhammaṁ bhavañceva gotamo ārādhako abhavissa, bhikkhū ca ārādhakā abhavissaṁsu, bhikkhuniyo ca ārādhikā abhavissaṁsu, no ca kho upāsakā gihī odātavasanā brahmacārino ārādhakā abhavissaṁsu; i laici casti …

evamidaṁ brahmacariyaṁ aparipūraṁ abhavissa tenaṅgena.

Yasmā ca kho, bho gotama, imaṁ dhammaṁ bhavañceva gotamo ārādhako, bhikkhū ca ārādhakā, bhikkhuniyo ca ārādhikā, upāsakā ca gihī odātavasanā brahmacārino ārādhakā;

evamidaṁ brahmacariyaṁ paripūraṁ tenaṅgena.

Sace hi, bho gotama, imaṁ dhammaṁ bhavañceva gotamo ārādhako abhavissa, bhikkhū ca ārādhakā abhavissaṁsu, bhikkhuniyo ca ārādhikā abhavissaṁsu, upāsakā ca gihī odātavasanā brahmacārino ārādhakā abhavissaṁsu, no ca kho upāsakā gihī odātavasanā kāmabhogino ārādhakā abhavissaṁsu; i laici che indulgono nei piaceri dei sensi …

evamidaṁ brahmacariyaṁ aparipūraṁ abhavissa tenaṅgena.

Yasmā ca kho, bho gotama, imaṁ dhammaṁ bhavañceva gotamo ārādhako, bhikkhū ca ārādhakā, bhikkhuniyo ca ārādhikā, upāsakā ca gihī odātavasanā brahmacārino ārādhakā, upāsakā ca gihī odātavasanā kāmabhogino ārādhakā;

evamidaṁ brahmacariyaṁ paripūraṁ tenaṅgena.

Sace hi, bho gotama, imaṁ dhammaṁ bhavañceva gotamo ārādhako abhavissa, bhikkhū ca ārādhakā abhavissaṁsu, bhikkhuniyo ca ārādhikā abhavissaṁsu, upāsakā ca gihī odātavasanā brahmacārino ārādhakā abhavissaṁsu, upāsakā ca gihī odātavasanā kāmabhogino ārādhakā abhavissaṁsu, no ca kho upāsikā gihiniyo odātavasanā brahmacāriniyo ārādhikā abhavissaṁsu; le laiche caste …

evamidaṁ brahmacariyaṁ aparipūraṁ abhavissa tenaṅgena.

Yasmā ca kho, bho gotama, imaṁ dhammaṁ bhavañceva gotamo ārādhako, bhikkhū ca ārādhakā, bhikkhuniyo ca ārādhikā, upāsakā ca gihī odātavasanā brahmacārino ārādhakā, upāsakā ca gihī odātavasanā kāmabhogino ārādhakā, upāsikā ca gihiniyo odātavasanā brahmacāriniyo ārādhikā;

evamidaṁ brahmacariyaṁ paripūraṁ tenaṅgena.

Sace hi, bho gotama, imaṁ dhammaṁ bhavañceva gotamo ārādhako abhavissa, bhikkhū ca ārādhakā abhavissaṁsu, bhikkhuniyo ca ārādhikā abhavissaṁsu, upāsakā ca gihī odātavasanā brahmacārino ārādhakā abhavissaṁsu, upāsakā ca gihī odātavasanā kāmabhogino ārādhakā abhavissaṁsu, upāsikā ca gihiniyo odātavasanā brahmacāriniyo ārādhikā abhavissaṁsu, no ca kho upāsikā gihiniyo odātavasanā kāmabhoginiyo ārādhikā abhavissaṁsu; le laiche che indulgono nei piaceri dei sensi …

evamidaṁ brahmacariyaṁ aparipūraṁ abhavissa tenaṅgena. allora questo percorso spirituale sarebbe incompleto in quel senso.

Yasmā ca kho, bho gotama, imaṁ dhammaṁ bhavañceva gotamo ārādhako, bhikkhū ca ārādhakā, bhikkhuniyo ca ārādhikā, upāsakā ca gihī odātavasanā brahmacārino ārādhakā, upāsakā ca gihī odātavasanā kāmabhogino ārādhakā, upāsikā ca gihiniyo odātavasanā brahmacāriniyo ārādhikā, upāsikā ca gihiniyo odātavasanā kāmabhoginiyo ārādhikā; Ma dato che il Signor Gotama, i monaci, le monache, i laici casti, i laici che indulgono nei piaceri dei sensi, le laiche caste, e le laiche che indulgono nei piaceri dei sensi sono riusciti tutti a completare questo insegnamento,

evamidaṁ brahmacariyaṁ paripūraṁ tenaṅgena. questo percorso spirituale è completo in questo senso.

Seyyathāpi, bho gotama, gaṅgā nadī samuddaninnā samuddapoṇā samuddapabbhārā samuddaṁ āhacca tiṭṭhati, evamevāyaṁ bhoto gotamassa parisā sagahaṭṭhapabbajitā nibbānaninnā nibbānapoṇā nibbānapabbhārā nibbānaṁ āhacca tiṭṭhati. Proprio come il Gange è angolato, pende, e inclina verso l’oceano, e continua a spingere verso l’oceano, allo stesso modo la congregazione del Signor Gotama, con entrambi laici e rinuncianti, è angolata, pende, e inclina all’estinzione, e continua a spingere verso l’estinzione.

Abhikkantaṁ, bho gotama …pe… Eccellente, Signor Gotama! Eccellente! …

esāhaṁ bhavantaṁ gotamaṁ saraṇaṁ gacchāmi dhammañca bhikkhusaṅghañca. Prendo rifugio nel Signor Gotama, nell’insegnamento, e nella comunità monastica.

Labheyyāhaṁ bhoto gotamassa santike pabbajjaṁ, labheyyaṁ upasampadan”ti. Potrei lasciare casa, e ricevere l’ordinazione in presenza del Signor Gotama?”

“Yo kho, vaccha, aññatitthiyapubbo imasmiṁ dhammavinaye ākaṅkhati pabbajjaṁ, ākaṅkhati upasampadaṁ, so cattāro māse parivasati. Catunnaṁ māsānaṁ accayena āraddhacittā bhikkhū pabbājenti upasampādenti bhikkhubhāvāya; “Vaccha, se qualcuno precedentemente ordinato in un’altra religione desidera lasciare casa, e ricevere l’ordinazione in questo insegnamento e addestramento, deve passare quattro mesi in prova. Una volta che i quattro mesi sono passati, se i monaci sono soddisfatti, permetteranno di lasciare casa, e daranno l’ordinazione per la vita monastica.

api ca mettha puggalavemattatā viditā”ti. Tuttavia, ho riconosciuto differenze individuali in questo”

“Sace, bhante, aññatitthiyapubbā imasmiṁ dhammavinaye ākaṅkhantā pabbajjaṁ, ākaṅkhantā upasampadaṁ cattāro māse parivasanti, catunnaṁ māsānaṁ accayena āraddhacittā bhikkhū pabbājenti upasampādenti bhikkhubhāvāya; ahaṁ cattāri vassāni parivasissāmi. Catunnaṁ vassānaṁ accayena āraddhacittā bhikkhū pabbājentu upasampādentu bhikkhubhāvāyā”ti. “Signore, se sono richiesti quattro mesi di prova in questo caso, passerò quattro anni in prova. Una volta che i quattro anni saranno passati, se i monaci saranno soddisfatti, che mi permettano di lasciare casa, e mi diano l’ordinazione per la vita monastica”.

Alattha kho vacchagotto paribbājako bhagavato santike pabbajjaṁ alattha upasampadaṁ. E l’errante Vaccha lasciò casa, e ricevette l’ordinazione in presenza del Buddha.

Acirūpasampanno kho panāyasmā vacchagotto addhamāsūpasampanno yena bhagavā tenupasaṅkami; upasaṅkamitvā bhagavantaṁ abhivādetvā ekamantaṁ nisīdi. Ekamantaṁ nisinno kho āyasmā vacchagotto bhagavantaṁ etadavoca: Non molto dopo la propria ordinazione, due settimane dopo, il Venerabile Vacchagotta andò dal Buddha, si inchinò, si sedette a lato, e gli disse:

“yāvatakaṁ, bhante, sekhena ñāṇena sekhāya vijjāya pattabbaṁ, anuppattaṁ taṁ mayā; “Signore, ho raggiunto il massimo della conoscenza e comprensione di un apprendista.

uttari ca me bhagavā dhammaṁ desetū”ti. Per favore, mi istruisca ulteriormente”

“Tena hi tvaṁ, vaccha, dve dhamme uttari bhāvehi—samathañca vipassanañca. “Beh, allora, Vaccha, continua a sviluppare due cose: controllo della mente e visione profonda.

Ime kho te, vaccha, dve dhammā uttari bhāvitā—samatho ca vipassanā ca—anekadhātupaṭivedhāya saṁvattissanti. Una volta che avrai sviluppato queste due cose, porteranno alla penetrazione di molti elementi.

So tvaṁ, vaccha, yāvadeva ākaṅkhissasi: Quando vorrai, sarai in grado di realizzare queste cose, ognuna di esse a portata di mano:

‘anekavihitaṁ iddhividhaṁ paccanubhaveyyaṁ—ekopi hutvā bahudhā assaṁ, bahudhāpi hutvā eko assaṁ; āvibhāvaṁ, tirobhāvaṁ; tirokuṭṭaṁ tiropākāraṁ tiropabbataṁ asajjamāno gaccheyyaṁ, seyyathāpi ākāse; pathaviyāpi ummujjanimujjaṁ kareyyaṁ, seyyathāpi udake; udakepi abhijjamāne gaccheyyaṁ, seyyathāpi pathaviyaṁ; ākāsepi pallaṅkena kameyyaṁ, seyyathāpi pakkhī sakuṇo; imepi candimasūriye evaṁmahiddhike evaṁmahānubhāve pāṇinā parimaseyyaṁ, parimajjeyyaṁ; yāva brahmalokāpi kāyena vasaṁ vatteyyan’ti, ‘Che io eserciti i molti tipi di poteri psichici: moltiplicarmi e ritornare uno; apparire e scomparire; passare senza ostacolo attraverso un muro, un bastione, o una montagna come se fosse spazio; tuffarmi dentro e fuori dalla terra come se fosse acqua; camminare sull’acqua come se fosse terra; volare con le gambe incrociate nel cielo come un uccello; toccare ed accarezzare con la mano il sole e la luna, così potente e forte; controllare il corpo fino al regno di Dio’.

tatra tatreva sakkhibhabbataṁ pāpuṇissasi, sati satiāyatane.

So tvaṁ, vaccha, yāvadeva ākaṅkhissasi: Quando vorrai, sarai in grado di realizzare queste cose, ognuna di esse a portata di mano:

‘dibbāya sotadhātuyā visuddhāya atikkantamānusikāya ubho sadde suṇeyyaṁ—dibbe ca mānuse ca, ye dūre santike cā’ti, tatra tatreva sakkhibhabbataṁ pāpuṇissasi, sati satiāyatane. ‘Con chiarudienza purificata e sovrumana, che io senta entrambi i tipi di suoni, umani e divini, sia vicini che lontani’.

So tvaṁ, vaccha, yāvadeva ākaṅkhissasi: Quando vorrai, sarai in grado di realizzare queste cose, ognuna di esse a portata di mano:

‘parasattānaṁ parapuggalānaṁ cetasā ceto paricca pajāneyyaṁ—‘Che io legga le menti degli altri esseri e individui, avendole lette con la mia mente.

sarāgaṁ vā cittaṁ sarāgaṁ cittanti pajāneyyaṁ, Che io legga una mente con avidità come “mente con avidità”,

vītarāgaṁ vā cittaṁ vītarāgaṁ cittanti pajāneyyaṁ; e una mente senza avidità come “mente senza avidità”;

sadosaṁ vā cittaṁ sadosaṁ cittanti pajāneyyaṁ, una mente con odio come “mente con odio”,

vītadosaṁ vā cittaṁ vītadosaṁ cittanti pajāneyyaṁ; e una mente senza odio come “mente senza odio”;

samohaṁ vā cittaṁ samohaṁ cittanti pajāneyyaṁ, una mente con illusione come “mente con illusione”,

vītamohaṁ vā cittaṁ vītamohaṁ cittanti pajāneyyaṁ; e una mente senza illusione come “mente senza illusione”;

saṅkhittaṁ vā cittaṁ saṅkhittaṁ cittanti pajāneyyaṁ, una mente ristretta come “mente ristretta”,

vikkhittaṁ vā cittaṁ vikkhittaṁ cittanti pajāneyyaṁ; e una mente sparpagliata come “mente sparpagliata”;

mahaggataṁ vā cittaṁ mahaggataṁ cittanti pajāneyyaṁ, una mente espansiva come “mente espansiva”,

amahaggataṁ vā cittaṁ amahaggataṁ cittanti pajāneyyaṁ; e una mente non espansiva come “mente non espansiva”;

sauttaraṁ vā cittaṁ sauttaraṁ cittanti pajāneyyaṁ, una mente non suprema come “mente non suprema”,

anuttaraṁ vā cittaṁ anuttaraṁ cittanti pajāneyyaṁ; e una mente suprema come “mente suprema”;

samāhitaṁ vā cittaṁ samāhitaṁ cittanti pajāneyyaṁ, una mente concentrata come “mente concentrata”,

asamāhitaṁ vā cittaṁ asamāhitaṁ cittanti pajāneyyaṁ; e una mente non concentrata come “mente non concentrata”;

vimuttaṁ vā cittaṁ vimuttaṁ cittanti pajāneyyaṁ, una mente libera come “mente libera”,

avimuttaṁ vā cittaṁ avimuttaṁ cittanti pajāneyyan’ti, e mente non libera come “mente non libera”’.

tatra tatreva sakkhibhabbataṁ pāpuṇissasi, sati satiāyatane.

So tvaṁ, vaccha, yāvadeva ākaṅkhissasi: Quando vorrai, sarai in grado di realizzare queste cose, ognuna di esse a portata di mano:

‘anekavihitaṁ pubbenivāsaṁ anussareyyaṁ, seyyathidaṁ—ekampi jātiṁ dvepi jātiyo tissopi jātiyo catassopi jātiyo pañcapi jātiyo dasapi jātiyo vīsampi jātiyo tiṁsampi jātiyo cattālīsampi jātiyo paññāsampi jātiyo jātisatampi jātisahassampi jātisatasahassampi; anekepi saṁvaṭṭakappe anekepi vivaṭṭakappe anekepi saṁvaṭṭavivaṭṭakappe—amutrāsiṁ evaṁnāmo evaṅgotto evaṁvaṇṇo evamāhāro evaṁsukhadukkhappaṭisaṁvedī evamāyupariyanto, so tato cuto amutra udapādiṁ; tatrāpāsiṁ evaṁnāmo evaṅgotto evaṁvaṇṇo evamāhāro evaṁsukhadukkhappaṭisaṁvedī evamāyupariyanto, so tato cuto idhūpapannoti; iti sākāraṁ sauddesaṁ anekavihitaṁ pubbenivāsaṁ anussareyyan’ti, ‘Che mi ricordi molti tipi di vite passate. Cioè: una nascita, due nascite, tre nascite, quattro nascite, cinque nascite, dieci nascite, venti nascite, trenta nascite, quaranta nascite, cinquanta nascite, cento nascite, mille nascite, centomila nascite; molte ere di formazione, molte ere di dissoluzione, molte ere di formazione e dissoluzione. Mi sono ricordato: ‘Lì, mi chiamavo così, quella era la mia famiglia, ero fatto così, e quello era il mio cibo. Sentivo piacere e dolore così, e la mia vita finì così. Una volta deceduto da quel posto rinacqui da un'altra parte. Anche lì, mi chiamavo così, quella era la mia famiglia, ero fatto così, e quello era il mio cibo. Sentivo piacere e dolore così, e la mia vita finì così. Una volta deceduto da quel posto rinacqui qui.’ Che io ricordi così i miei molti tipi di vite passate, con caratteristiche e dettagli’.

tatra tatreva sakkhibhabbataṁ pāpuṇissasi, sati satiāyatane.

So tvaṁ, vaccha, yāvadeva ākaṅkhissasi: Quando vorrai, sarai in grado di realizzare queste cose, ognuna di esse a portata di mano:

‘dibbena cakkhunā visuddhena atikkantamānusakena satte passeyyaṁ cavamāne upapajjamāne hīne paṇīte suvaṇṇe dubbaṇṇe sugate duggate yathākammūpage satte pajāneyyaṁ—ime vata bhonto sattā kāyaduccaritena samannāgatā vacīduccaritena samannāgatā manoduccaritena samannāgatā ariyānaṁ upavādakā micchādiṭṭhikā micchādiṭṭhikammasamādānā, te kāyassa bhedā paraṁ maraṇā apāyaṁ duggatiṁ vinipātaṁ nirayaṁ upapannā; ime vā pana bhonto sattā kāyasucaritena samannāgatā vacīsucaritena samannāgatā manosucaritena samannāgatā ariyānaṁ anupavādakā sammādiṭṭhikā sammādiṭṭhikammasamādānā, te kāyassa bhedā paraṁ maraṇā sugatiṁ saggaṁ lokaṁ upapannāti; iti dibbena cakkhunā visuddhena atikkantamānusakena satte passeyyaṁ cavamāne upapajjamāne hīne paṇīte suvaṇṇe dubbaṇṇe sugate duggate yathākammūpage satte pajāneyyan’ti, ‘Che io, con chiaroveggenza purificata e sovrumana, veda gli esseri viventi morire e rinascere, inferiori e superiori, belli e brutti, in un bel posto o un brutto posto, e capisca come gli esseri viventi rinascono secondo le proprie azioni: ‘Questi cari esseri hanno fatto cose cattive di corpo, parola, e mente. Hanno parlato male dei nobili; avevano opinione sbagliata; e hanno deciso di agire secondo quella opinione sbagliata. Alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, rinascono in un posto di perdizione, un brutto posto, in un regno inferiore, all’inferno. Questi cari esseri, invece, hanno fatto cose buone di corpo, parola, e mente. Non hanno mai parlato male dei nobili; avevano opinione corretta; e hanno deciso di agire secondo quella opinione corretta. Alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, rinascono in un bel posto, in paradiso.’ E quindi, con chiaroveggenza purificata e sovrumana, che io veda gli esseri viventi morire e rinascere, inferiori e superiori, belli e brutti, in un bel posto o un brutto posto. E che io capisca come gli esseri viventi rinascono secondo le proprie azioni’.

tatra tatreva sakkhibhabbataṁ pāpuṇissasi, sati satiāyatane.

So tvaṁ, vaccha, yāvadeva ākaṅkhissasi: Quando vorrai, sarai in grado di realizzare queste cose, ognuna di esse a portata di mano:

‘āsavānaṁ khayā anāsavaṁ cetovimuttiṁ paññāvimuttiṁ diṭṭheva dhamme sayaṁ abhiññā sacchikatvā upasampajja vihareyyan’ti, ‘Che io realizzi la libertà incorrotta della mente e la libertà attraverso saggezza in questa stessa vita, e dimori avendo raggiunto ciò con la mia conoscenza diretta grazie all’eliminazione dei contaminanti’”.

tatra tatreva sakkhibhabbataṁ pāpuṇissasi, sati satiāyatane”ti.

Atha kho āyasmā vacchagotto bhagavato bhāsitaṁ abhinanditvā anumoditvā uṭṭhāyāsanā bhagavantaṁ abhivādetvā padakkhiṇaṁ katvā pakkāmi. Allora il Venerabile Vacchagotta trasse piacere e gioì in ciò che il Buddha disse. Si alzò dal proprio posto, si inchinò, e circumambulò il Buddha, mantenendolo alla propria destra, prima di andare.

Atha kho āyasmā vacchagotto eko vūpakaṭṭho appamatto ātāpī pahitatto viharanto nacirasseva—yassatthāya kulaputtā sammadeva agārasmā anagāriyaṁ pabbajanti, tadanuttaraṁ—brahmacariyapariyosānaṁ diṭṭheva dhamme sayaṁ abhiññā sacchikatvā upasampajja vihāsi. Poi il Venerabile Vacchagotta, dimorando solo, ritirato, diligente, fervido, e risoluto, presto realizzò la suprema culminazione del percorso spirituale in questa stessa vita. Dimorò avendo raggiunto con la propria conoscenza diretta l’obiettivo per cui i giovani giustamente lasciano la vita di casa per quella mendicante.

“Khīṇā jāti, vusitaṁ brahmacariyaṁ, kataṁ karaṇīyaṁ, nāparaṁ itthattāyā”ti abbhaññāsi. Comprese: “La nascita è terminata, il percorso spirituale è stato completato, ciò che c’era da fare è stato fatto, non ci sarà più nulla di questo”.

Aññataro kho panāyasmā vacchagotto arahataṁ ahosi. E il Venerabile Vacchagotta divenne uno dei perfetti.

Tena kho pana samayena sambahulā bhikkhū bhagavantaṁ dassanāya gacchanti. In quell’occasione vari monaci stavano andando a trovare il Buddha.

Addasā kho āyasmā vacchagotto te bhikkhū dūratova āgacchante. Vacchagotta li vide arrivare da lontano,

Disvāna yena te bhikkhū tenupasaṅkami; upasaṅkamitvā te bhikkhū etadavoca: andò da loro, e disse:

“handa kahaṁ pana tumhe āyasmanto gacchathā”ti? “Salve, venerabili. Dove andate?”

“Bhagavantaṁ kho mayaṁ, āvuso, dassanāya gacchāmā”ti. “Fratello, andiamo a trovare il Buddha”

“Tenahāyasmanto mama vacanena bhagavato pāde sirasā vandatha, evañca vadetha: “Beh, allora, fratelli, per favore inchinatevi con la testa ai piedi del Buddha in mio nome e dite:

‘vacchagotto, bhante, bhikkhu bhagavato pāde sirasā vandati, evañca vadeti—‘Signore, il monaco Vacchagotta si inchina con la testa ai suoi piedi e dice:

pariciṇṇo me bhagavā, pariciṇṇo me sugato’”ti. “Ho servito il Beato! Ho servito il Santo!”’”

“Evamāvuso”ti kho te bhikkhū āyasmato vacchagottassa paccassosuṁ. “Sì, fratello”, risposero i monaci.

Atha kho te bhikkhū yena bhagavā tenupasaṅkamiṁsu; upasaṅkamitvā bhagavantaṁ abhivādetvā ekamantaṁ nisīdiṁsu. Ekamantaṁ nisinnā kho te bhikkhū bhagavantaṁ etadavocuṁ: Allora andarono dal Buddha, si inchinarono, si sedettero a lato, e gli dissero:

“āyasmā, bhante, vacchagotto bhagavato pāde sirasā vandati, evañca vadeti: “Signore, il monaco Vacchagotta si inchina con la testa ai suoi piedi e dice:

‘pariciṇṇo me bhagavā, pariciṇṇo me sugato’”ti. ‘Ho servito il Beato! Ho servito il Santo!’”

“Pubbeva me, bhikkhave, vacchagotto bhikkhu cetasā ceto paricca vidito: “Ho già letto la mente di Vacchagotta e ho capito che

‘tevijjo vacchagotto bhikkhu mahiddhiko mahānubhāvo’ti. possiede le tre conoscenze, ed è così potente e forte.

Devatāpi me etamatthaṁ ārocesuṁ: E anche gli angeli me l’hanno detto”.

‘tevijjo, bhante, vacchagotto bhikkhu mahiddhiko mahānubhāvo’”ti.

Idamavoca bhagavā. Questo è ciò che il Buddha disse.

Attamanā te bhikkhū bhagavato bhāsitaṁ abhinandunti. Contenti, i monaci trassero piacere da ciò che il Buddha disse.

Mahāvacchasuttaṁ niṭṭhitaṁ tatiyaṁ.
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