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Majjhima Nikāya 60 Discorsi medi 60
Apaṇṇakasutta Il discoro sull’infallibile
Evaṁ me sutaṁ—Così ho sentito.
ekaṁ samayaṁ bhagavā kosalesu cārikaṁ caramāno mahatā bhikkhusaṅghena saddhiṁ yena sālā nāma kosalānaṁ brāhmaṇagāmo tadavasari. Una volta il Buddha stava vagando nella terra dei Kosala assieme a una grande comunità di monaci quando giunse al villaggio bramino di Kosala chiamato Sālā.
Assosuṁ kho sāleyyakā brāhmaṇagahapatikā: I bramini e i laici di Sālā sentirono:
“samaṇo khalu bho gotamo sakyaputto sakyakulā pabbajito kosalesu cārikaṁ caramāno mahatā bhikkhusaṅghena saddhiṁ sālaṁ anuppatto. “Sembra che l’asceta Gotama, un Sakya, che ha lasciato casa da una famiglia Sakya, sia arrivato a Sālā, assieme a una grande comunità di monaci.
Taṁ kho pana bhavantaṁ gotamaṁ evaṁ kalyāṇo kittisaddo abbhuggato: Ha questa buona reputazione:
‘itipi so bhagavā arahaṁ sammāsambuddho vijjācaraṇasampanno sugato lokavidū anuttaro purisadammasārathi satthā devamanussānaṁ buddho bhagavā’ti. ‘Il Beato è perfetto, un Buddha completamente risvegliato, esperto di conoscenza e condotta, santo, conoscitore del mondo, guida suprema per coloro che desiderano addestrarsi, insegnante di esseri celesti e umani, risvegliato, beato’.
So imaṁ lokaṁ sadevakaṁ samārakaṁ sabrahmakaṁ sassamaṇabrāhmaṇiṁ pajaṁ sadevamanussaṁ sayaṁ abhiññā sacchikatvā pavedeti. Ha realizzato con la propria conoscenza diretta questo mondo, con i suoi angeli, diavoli, e dei, questa popolazione con i suoi asceti e bramini, esseri celesti e umani, e lo rende noto agli altri.
So dhammaṁ deseti ādikalyāṇaṁ majjhekalyāṇaṁ pariyosānakalyāṇaṁ sātthaṁ sabyañjanaṁ, kevalaparipuṇṇaṁ parisuddhaṁ brahmacariyaṁ pakāseti. Spiega un’insegnamento buono all’inizio, nel mezzo, e alla fine, significativo e ben espresso. E rivela un percorso spirituale assolutamente completo e puro.
Sādhu kho pana tathārūpānaṁ arahataṁ dassanaṁ hotī”ti. È bene vedere tali perfetti”.
Atha kho sāleyyakā brāhmaṇagahapatikā yena bhagavā tenupasaṅkamiṁsu; upasaṅkamitvā appekacce bhagavantaṁ abhivādetvā ekamantaṁ nisīdiṁsu. Appekacce bhagavatā saddhiṁ sammodiṁsu; sammodanīyaṁ kathaṁ sāraṇīyaṁ vītisāretvā ekamantaṁ nisīdiṁsu. Appekacce yena bhagavā tenañjaliṁ paṇāmetvā ekamantaṁ nisīdiṁsu. Appekacce bhagavato santike nāmagottaṁ sāvetvā ekamantaṁ nisīdiṁsu. Appekacce tuṇhībhūtā ekamantaṁ nisīdiṁsu. Ekamantaṁ nisinne kho sāleyyake brāhmaṇagahapatike bhagavā etadavoca: Allora i bramini e i laici di Sālā andarono dal Buddha. Prima di sedersi a lato, alcuni si inchinarono, alcuni scambiarono saluti e cordialità, alcuni alzarono le mani giunte verso il Buddha, alcuni annunciarono il proprio nome e famiglia, mentre altri rimasero in silenzio. Il Buddha disse loro:
“atthi pana vo, gahapatayo, koci manāpo satthā yasmiṁ vo ākāravatī saddhā paṭiladdhā”ti? “Allora, laici, c’è qualche insegnante di cui siete contenti, in cui avete acquisito fede stabile?”
“Natthi kho no, bhante, koci manāpo satthā yasmiṁ no ākāravatī saddhā paṭiladdhā”ti. “No, Signore”
“Manāpaṁ vo, gahapatayo, satthāraṁ alabhantehi ayaṁ apaṇṇako dhammo samādāya vattitabbo. “Dato che non avete trovato un insegnate di cui siete contenti, dovreste intraprendere e implementare questo insegnamento infallibile.
Apaṇṇako hi, gahapatayo, dhammo samatto samādinno, so vo bhavissati dīgharattaṁ hitāya sukhāya. Poiché quando l’insegnamento infallibile viene intrapreso, porta a beneficio e felicità per molto tempo.
Katamo ca, gahapatayo, apaṇṇako dhammo? E qual è l’insegnamento infallibile?
Santi, gahapatayo, eke samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: Ci sono asceti e bramini che sono di questa dottrina e opinione:
‘natthi dinnaṁ, natthi yiṭṭhaṁ, natthi hutaṁ; natthi sukatadukkaṭānaṁ kammānaṁ phalaṁ vipāko, natthi ayaṁ loko, natthi paro loko; natthi mātā, natthi pitā; natthi sattā opapātikā; natthi loke samaṇabrāhmaṇā sammaggatā sammā paṭipannā ye imañca lokaṁ parañca lokaṁ sayaṁ abhiññā sacchikatvā pavedentī’ti. ‘Non c’è significato nel donare, nel sacrificio, o nelle offerte. Non c’è frutto o risultato di azioni buone o cattive. L’aldilà non esiste. Non ci sono madre e padre, o esseri che nascono in maniera spontanea. E non ci sono asceti o bramini di buona condotta e buona pratica che descrivono l’aldilà dopo averlo realizzato con la propria conoscenza diretta’.
Tesaṁyeva kho, gahapatayo, samaṇabrāhmaṇānaṁ eke samaṇabrāhmaṇā ujuvipaccanīkavādā. E ci sono asceti e bramini la cui dottrina è l’esatto opposto.
Te evamāhaṁsu: Dicono:
‘atthi dinnaṁ, atthi yiṭṭhaṁ, atthi hutaṁ; atthi sukatadukkaṭānaṁ kammānaṁ phalaṁ vipāko; atthi ayaṁ loko, atthi paro loko; atthi mātā, atthi pitā; atthi sattā opapātikā; atthi loke samaṇabrāhmaṇā sammaggatā sammā paṭipannā ye imañca lokaṁ parañca lokaṁ sayaṁ abhiññā sacchikatvā pavedentī’ti. ‘C’è significato nel donare, nel sacrificio, e nelle offerte. C’è frutto e risultato di azioni buone e cattive. L’aldilà esiste. Ci sono madre e padre, ed esseri che nascono in maniera spontanea. E ci sono asceti o bramini di buona condotta e buona pratica che descrivono l’aldilà dopo averlo realizzato con la propria conoscenza diretta’.
Taṁ kiṁ maññatha, gahapatayo: Cosa ne pensate, laici?
‘nanume samaṇabrāhmaṇā aññamaññassa ujuvipaccanīkavādā’”ti? Queste dottrine non sono l’esatto opposto?”
“Evaṁ, bhante”. “Sì, Signore”
“Tatra, gahapatayo, ye te samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: “Dato che è così, considerate quegli asceti e bramini la cui dottrina è che
‘natthi dinnaṁ, natthi yiṭṭhaṁ …pe… ye imañca lokaṁ parañca lokaṁ sayaṁ abhiññā sacchikatvā pavedentī’ti non c’è significato nel donare, ecc.
tesametaṁ pāṭikaṅkhaṁ—yamidaṁ kāyasucaritaṁ, vacīsucaritaṁ, manosucaritaṁ—ime tayo kusale dhamme abhinivajjetvā yamidaṁ kāyaduccaritaṁ, vacīduccaritaṁ, manoduccaritaṁ—ime tayo akusale dhamme samādāya vattissanti. Ci si può aspettare che respingano la buona condotta attraverso corpo, parola e mente, e che implementino cattiva condotta attraverso corpo, parola, e mente.
Taṁ kissa hetu? Perché questo?
Na hi te bhonto samaṇabrāhmaṇā passanti akusalānaṁ dhammānaṁ ādīnavaṁ okāraṁ saṅkilesaṁ, kusalānaṁ dhammānaṁ nekkhamme ānisaṁsaṁ vodānapakkhaṁ. Poiché quegli asceti e bramini non vedono che le cattive qualità sono piene di svantaggi, di sordidezza, e corruzione, o che le buone qualità hanno il beneficio e il potere purificante della rinuncia.
Santaṁyeva pana paraṁ lokaṁ ‘natthi paro loko’ tissa diṭṭhi hoti; sāssa hoti micchādiṭṭhi. In più, dato che esiste davvero l’aldilà, la loro opinione che l’aldilà non esiste è sbagliata.
Santaṁyeva kho pana paraṁ lokaṁ ‘natthi paro loko’ti saṅkappeti; svāssa hoti micchāsaṅkappo. Dato che esiste davvero l’aldilà, il loro pensiero che l’aldilà non esiste è sbagliato.
Santaṁyeva kho pana paraṁ lokaṁ ‘natthi paro loko’ti vācaṁ bhāsati; sāssa hoti micchāvācā. Dato che esiste davvero l’aldilà, il loro linguaggio che l’aldilà non esiste è sbagliato.
Santaṁyeva kho pana paraṁ lokaṁ ‘natthi paro loko’ti āha; ye te arahanto paralokaviduno tesamayaṁ paccanīkaṁ karoti. Dato che esiste davvero l’aldilà, dicendo che l’aldilà non esiste contraddicono quei perfetti che conoscono l’aldilà.
Santaṁyeva kho pana paraṁ lokaṁ ‘natthi paro loko’ti paraṁ saññāpeti; sāssa hoti asaddhammasaññatti. Dato che esiste davvero l’aldilà, convincendo gli altri che l’aldilà non esiste, li convincono ad accettare un’insegnamento falso.
Tāya ca pana asaddhammasaññattiyā attānukkaṁseti, paraṁ vambheti. E sulla base di ciò glorificano loro stessi e denigrano gli altri.
Iti pubbeva kho panassa susīlyaṁ pahīnaṁ hoti, dussīlyaṁ paccupaṭṭhitaṁ—Quindi abbandonano la loro condotta morale precedente e si stabiliscono nella condotta immorale.
ayañca micchādiṭṭhi micchāsaṅkappo micchāvācā ariyānaṁ paccanīkatā asaddhammasaññatti attukkaṁsanā paravambhanā. Evamassime aneke pāpakā akusalā dhammā sambhavanti micchādiṭṭhipaccayā. Ed è così che queste varie qualità malvagie e cattive vengono in essere con l’opinione sbagliata come condizione: opinione sbagliata, pensiero sbagliato, linguaggio sbagliato, contraddire i nobili, convincere gli altri ad accettare un insegnamento falso, e glorificare se stessi e denigrare gli altri.
Tatra, gahapatayo, viññū puriso iti paṭisañcikkhati: Una persona giudiziosa riflette sulla questione così:
‘sace kho natthi paro loko evamayaṁ bhavaṁ purisapuggalo kāyassa bhedā sotthimattānaṁ karissati; ‘Se l’aldilà non esiste, alla dissoluzione del corpo questo individuo sarà salvo.
sace kho atthi paro loko, evamayaṁ bhavaṁ purisapuggalo kāyassa bhedā paraṁ maraṇā apāyaṁ duggatiṁ vinipātaṁ nirayaṁ upapajjissati. Ma se l’aldilà esiste, alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, rinascerà in un posto di perdizione, un brutto posto, in un regno inferiore, all’inferno.
Kāmaṁ kho pana māhu paro loko, hotu nesaṁ bhavataṁ samaṇabrāhmaṇānaṁ saccaṁ vacanaṁ; Concediamo che chi dice che l’aldilà non esiste abbia ragione.
atha ca panāyaṁ bhavaṁ purisapuggalo diṭṭheva dhamme viññūnaṁ gārayho—dussīlo purisapuggalo micchādiṭṭhi natthikavādo’ti. Comunque, quell’individuo viene criticato dalle persone giudiziose nella vita presente come un individuo immorale con opinione sbagliata, un nichilista’.
Sace kho attheva paro loko, evaṁ imassa bhoto purisapuggalassa ubhayattha kaliggaho—Ma se l’aldilà esiste davvero, ha una mano perdente da entrambe le parti.
yañca diṭṭheva dhamme viññūnaṁ gārayho, yañca kāyassa bhedā paraṁ maraṇā apāyaṁ duggatiṁ vinipātaṁ nirayaṁ upapajjissati. Poiché viene criticato dalle persone giudiziose nella vita presente, e alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, rinascerà in un posto di perdizione, un brutto posto, in un regno inferiore, all’inferno.
Evamassāyaṁ apaṇṇako dhammo dussamatto samādinno, ekaṁsaṁ pharitvā tiṭṭhati, riñcati kusalaṁ ṭhānaṁ. Ha intrapreso male questo insegnamento infallibile, insistendo su un lato solo, e trascurando la probabilità del risultato buono.
Tatra, gahapatayo, ye te samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: Dato che è così, considerate quegli asceti e bramini la cui dottrina è che
‘atthi dinnaṁ …pe… ye imañca lokaṁ parañca lokaṁ sayaṁ abhiññā sacchikatvā pavedentī’ti c’è significato nel donare, ecc.
tesametaṁ pāṭikaṅkhaṁ—yamidaṁ kāyaduccaritaṁ, vacīduccaritaṁ, manoduccaritaṁ—ime tayo akusale dhamme abhinivajjetvā yamidaṁ kāyasucaritaṁ, vacīsucaritaṁ, manosucaritaṁ—ime tayo kusale dhamme samādāya vattissanti. Ci si può aspettare che respingano la cattiva condotta attraverso corpo, parola e mente, e che implementino buona condotta attraverso corpo, parola, e mente.
Taṁ kissa hetu? Perché questo?
Passanti hi te bhonto samaṇabrāhmaṇā akusalānaṁ dhammānaṁ ādīnavaṁ okāraṁ saṅkilesaṁ, kusalānaṁ dhammānaṁ nekkhamme ānisaṁsaṁ vodānapakkhaṁ. Poiché quegli asceti e bramini vedono che le cattive qualità sono piene di svantaggi, di sordidezza, e corruzione, e che le buone qualità hanno il beneficio e il potere purificante della rinuncia.
Santaṁyeva kho pana paraṁ lokaṁ ‘atthi paro loko’ tissa diṭṭhi hoti; sāssa hoti sammādiṭṭhi. In più, dato che esiste davvero l’aldilà, la loro opinione che l’aldilà esiste è corretta.
Santaṁyeva kho pana paraṁ lokaṁ ‘atthi paro loko’ti saṅkappeti; svāssa hoti sammāsaṅkappo. Dato che esiste davvero l’aldilà, il loro pensiero che l’aldilà esiste è corretto.
Santaṁyeva kho pana paraṁ lokaṁ ‘atthi paro loko’ti vācaṁ bhāsati; sāssa hoti sammāvācā. Dato che esiste davvero l’aldilà, il loro linguaggio che l’aldilà esiste è corretto.
Santaṁyeva kho pana paraṁ lokaṁ ‘atthi paro loko’ti āha; ye te arahanto paralokaviduno tesamayaṁ na paccanīkaṁ karoti. Dato che esiste davvero l’aldilà, dicendo che l’aldilà esiste non contraddicono quei perfetti che conoscono l’aldilà.
Santaṁyeva kho pana paraṁ lokaṁ ‘atthi paro loko’ti paraṁ saññāpeti; sāssa hoti saddhammasaññatti. Dato che esiste davvero l’aldilà, convincendo gli altri che l’aldilà esiste, li convincono ad accettare un’insegnamento vero.
Tāya ca pana saddhammasaññattiyā nevattānukkaṁseti, na paraṁ vambheti. E sulla base di ciò non glorificano loro stessi o denigrano gli altri.
Iti pubbeva kho panassa dussīlyaṁ pahīnaṁ hoti, susīlyaṁ paccupaṭṭhitaṁ—Quindi abbandonano la loro condotta immorale precedente e si stabiliscono nella condotta morale.
ayañca sammādiṭṭhi sammāsaṅkappo sammāvācā ariyānaṁ apaccanīkatā saddhammasaññatti anattukkaṁsanā aparavambhanā. Evamassime aneke kusalā dhammā sambhavanti sammādiṭṭhipaccayā. Ed è così che queste varie buone qualità vengono in essere con l’opinione corretta come condizione: opinione corretta, pensiero corretto, linguaggio corretto, non contraddire i nobili, convincere gli altri ad accettare un insegnamento vero, e non glorificare se stessi o denigrare gli altri.
Tatra, gahapatayo, viññū puriso iti paṭisañcikkhati: Una persona giudiziosa riflette sulla questione così:
‘sace kho atthi paro loko, evamayaṁ bhavaṁ purisapuggalo kāyassa bhedā paraṁ maraṇā sugatiṁ saggaṁ lokaṁ upapajjissati. ‘Se l’aldilà esiste, alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, questo individuo rinascerà in un bel posto, in paradiso.
Kāmaṁ kho pana māhu paro loko, hotu nesaṁ bhavataṁ samaṇabrāhmaṇānaṁ saccaṁ vacanaṁ; Concediamo che chi dice che l’aldilà non esiste abbia ragione.
atha ca panāyaṁ bhavaṁ purisapuggalo diṭṭheva dhamme viññūnaṁ pāsaṁso—sīlavā purisapuggalo sammādiṭṭhi atthikavādo’ti. Comunque, quell’individuo viene lodato dalle persone giudiziose nella vita presente come un individuo morale con opinione corretta, che afferma un insegnamento positivo’.
Sace kho attheva paro loko, evaṁ imassa bhoto purisapuggalassa ubhayattha kaṭaggaho—Quindi se l’aldilà esiste davvero ha una mano perfetta da entrambe le parti.
yañca diṭṭheva dhamme viññūnaṁ pāsaṁso, yañca kāyassa bhedā paraṁ maraṇā sugatiṁ saggaṁ lokaṁ upapajjissati. Poiché viene lodato dalle persone giudiziose nella vita presente, e alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, rinascerà in un bel posto, in paradiso.
Evamassāyaṁ apaṇṇako dhammo susamatto samādinno ubhayaṁsaṁ pharitvā tiṭṭhati, riñcati akusalaṁ ṭhānaṁ. Ha intrapreso bene questo insegnamento infallibile, prendendo in considerazione entrambe le possibilità, e trascurando la probabilità del risultato cattivo.
Santi, gahapatayo, eke samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: Ci sono asceti e bramini che sono di questa dottrina e opinione:
‘karoto kārayato, chindato chedāpayato, pacato pācāpayato, socayato socāpayato, kilamato kilamāpayato, phandato phandāpayato, pāṇamatipātayato, adinnaṁ ādiyato, sandhiṁ chindato, nillopaṁ harato, ekāgārikaṁ karoto, paripanthe tiṭṭhato, paradāraṁ gacchato, musā bhaṇato; karoto na karīyati pāpaṁ. ‘Chi punisce, mutila, tortura, addolora, opprime, intimida, o incoraggia gli altri a fare lo stesso non fa nulla di sbagliato. Non fa nulla di sbagliato quando uccide, ruba, entra in casa d’altri, saccheggia, ruba da edifici isolati, commette rapine di strada, commette adulterio, e mente.
Khurapariyantena cepi cakkena yo imissā pathaviyā pāṇe ekaṁ maṁsakhalaṁ ekaṁ maṁsapuñjaṁ kareyya, natthi tatonidānaṁ pāpaṁ, natthi pāpassa āgamo. Se riducessi ogni creatura su questa terra a un mucchio e massa di carne con un chakram affilato come un rasoio, nessun male ne verrebbe, nessun risultato del male.
Dakkhiṇañcepi gaṅgāya tīraṁ gaccheyya hananto ghātento, chindanto chedāpento, pacanto pācento; natthi tatonidānaṁ pāpaṁ, natthi pāpassa āgamo. Se andassi sulla riva sud del Gange uccidendo, mutilando, e torturando, e incoraggiando altri a fare lo stesso, nessun male ne verrebbe, nessun risultato del male.
Uttarañcepi gaṅgāya tīraṁ gaccheyya dadanto dāpento, yajanto yajāpento; natthi tatonidānaṁ puññaṁ, natthi puññassa āgamo. Se andassi sulla riva nord del Gange donando e compiendo sacrifici, e incoraggiando gli altri a fare lo stesso, nessun merito ne verrebbe, nessun risultato del merito.
Dānena damena saṁyamena saccavajjena natthi puññaṁ, natthi puññassa āgamo’ti. Nel donare, controllarsi, contenersi, e dire la verità non c’è merito, né risultato del merito’.
Tesaṁyeva kho, gahapatayo, samaṇabrāhmaṇānaṁ eke samaṇabrāhmaṇā ujuvipaccanīkavādā te evamāhaṁsu: E ci sono asceti e bramini la cui dottrina è l’esatto opposto. Dicono:
‘karoto kārayato, chindato chedāpayato, pacato pācāpayato, socayato socāpayato, kilamato kilamāpayato, phandato phandāpayato, pāṇamatipātayato, adinnaṁ ādiyato, sandhiṁ chindato, nillopaṁ harato, ekāgārikaṁ karoto, paripanthe tiṭṭhato, paradāraṁ gacchato, musā bhaṇato; karoto karīyati pāpaṁ. ‘Chi punisce, mutila, tortura, addolora, opprime, intimida, o incoraggia gli altri a fare lo stesso compie cattive azioni. Compie cattive azioni quando uccide, ruba, entra in casa d’altri, saccheggia, ruba da edifici isolati, commette rapine di strada, commette adulterio, e mente.
Khurapariyantena cepi cakkena yo imissā pathaviyā pāṇe ekaṁ maṁsakhalaṁ ekaṁ maṁsapuñjaṁ kareyya, atthi tatonidānaṁ pāpaṁ, atthi pāpassa āgamo. Se riducessi ogni creatura su questa terra a un mucchio e massa di carne con un chakram affilato come un rasoio, molto male ne verrebbe, molto risultato del male.
Dakkhiṇañcepi gaṅgāya tīraṁ gaccheyya hananto ghātento, chindanto chedāpento, pacanto pācento; atthi tatonidānaṁ pāpaṁ, atthi pāpassa āgamo. Se andassi sulla riva sud del Gange uccidendo, mutilando, e torturando, e incoraggiando altri a fare lo stesso, molto male ne verrebbe, molto risultato del male.
Uttarañcepi gaṅgāya tīraṁ gaccheyya dadanto dāpento, yajanto yajāpento; atthi tatonidānaṁ puññaṁ, atthi puññassa āgamo. Se andassi sulla riva nord del Gange donando e compiendo sacrifici, e incoraggiando gli altri a fare lo stesso, molto merito ne verrebbe, molto risultato del merito.
Dānena damena saṁyamena saccavajjena atthi puññaṁ, atthi puññassa āgamo’ti. Nel donare, controllarsi, contenersi, e dire la verità c’è merito e risultato del merito’.
Taṁ kiṁ maññatha, gahapatayo, Cosa ne pensate, laici?
nanume samaṇabrāhmaṇā aññamaññassa ujuvipaccanīkavādā”ti? Queste dottrine non sono l’esatto opposto?”
“Evaṁ, bhante”. “Sì, Signore”
“Tatra, gahapatayo, ye te samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: “Dato che è così, considerate quegli asceti e bramini la cui dottrina è che
‘karoto kārayato, chindato chedāpayato, pacato pācāpayato, socayato socāpayato, kilamato kilamāpayato, phandato phandāpayato, pāṇamatipātayato, adinnaṁ ādiyato, sandhiṁ chindato, nillopaṁ harato, ekāgārikaṁ karoto, paripanthe tiṭṭhato, paradāraṁ gacchato, musā bhaṇato; karoto na karīyati pāpaṁ. chi punisce, mutila, tortura, addolora, opprime, intimida, o incoraggia gli altri a fare lo stesso non fa nulla di sbagliato, ecc.
Khurapariyantena cepi cakkena yo imissā pathaviyā pāṇe ekaṁ maṁsakhalaṁ ekaṁ maṁsapuñjaṁ kareyya, natthi tatonidānaṁ pāpaṁ, natthi pāpassa āgamo.
Dakkhiṇañcepi gaṅgāya tīraṁ gaccheyya hananto ghātento …pe… dānena damena saṁyamena saccavajjena natthi puññaṁ, natthi puññassa āgamo’ti
tesametaṁ pāṭikaṅkhaṁ—yamidaṁ kāyasucaritaṁ, vacīsucaritaṁ, manosucaritaṁ—ime tayo kusale dhamme abhinivajjetvā yamidaṁ kāyaduccaritaṁ, vacīduccaritaṁ, manoduccaritaṁ—ime tayo akusale dhamme samādāya vattissanti. Ci si può aspettare che respingano la buona condotta attraverso corpo, parola e mente, e che implementino cattiva condotta attraverso corpo, parola, e mente.
Taṁ kissa hetu? Perché questo?
Na hi te bhonto samaṇabrāhmaṇā passanti akusalānaṁ dhammānaṁ ādīnavaṁ okāraṁ saṅkilesaṁ, kusalānaṁ dhammānaṁ nekkhamme ānisaṁsaṁ vodānapakkhaṁ. Poiché quegli asceti e bramini non vedono che le cattive qualità sono piene di svantaggi, di sordidezza, e corruzione, e che le buone qualità hanno il beneficio e il potere purificante della rinuncia.
Santaṁyeva kho pana kiriyaṁ ‘natthi kiriyā’ tissa diṭṭhi hoti; sāssa hoti micchādiṭṭhi. In più, dato che le azioni hanno davvero risultati, la loro opinione che le azioni non hanno risultati è sbagliata.
Santaṁyeva kho pana kiriyaṁ ‘natthi kiriyā’ti saṅkappeti; svāssa hoti micchāsaṅkappo. Dato che le azioni hanno davvero risultati, il loro pensiero che le azioni non hanno risultati è sbagliato.
Santaṁyeva kho pana kiriyaṁ ‘natthi kiriyā’ti vācaṁ bhāsati; sāssa hoti micchāvācā. Dato che le azioni hanno davvero risultati, il loro linguaggio che le azioni non hanno risultati è sbagliato.
Santaṁyeva kho pana kiriyaṁ ‘natthi kiriyā’ti āha, ye te arahanto kiriyavādā tesamayaṁ paccanīkaṁ karoti. Dato che le azioni hanno davvero risultati, dicendo che le azioni non hanno risultati contraddicono quei perfetti che insegnano che le azioni hanno risultati.
Santaṁyeva kho pana kiriyaṁ ‘natthi kiriyā’ti paraṁ saññāpeti; sāssa hoti asaddhammasaññatti. Dato che le azioni hanno davvero risultati, convincendo gli altri che le azioni non hanno risultati, li convincono ad accettare un insegnamento falso.
Tāya ca pana asaddhammasaññattiyā attānukkaṁseti, paraṁ vambheti. E sulla base di ciò glorificano loro stessi e denigrano gli altri.
Iti pubbeva kho panassa susīlyaṁ pahīnaṁ hoti, dussīlyaṁ paccupaṭṭhitaṁ—Quindi abbandonano la loro condotta morale precedente e si stabiliscono nella condotta immorale.
ayañca micchādiṭṭhi micchāsaṅkappo micchāvācā ariyānaṁ paccanīkatā asaddhammasaññatti attukkaṁsanā paravambhanā. Evamassime aneke pāpakā akusalā dhammā sambhavanti micchādiṭṭhipaccayā. Ed è così che queste varie qualità malvagie e cattive vengono in essere con l’opinione sbagliata come condizione: opinione sbagliata, pensiero sbagliato, linguaggio sbagliato, contraddire i nobili, convincere gli altri ad accettare un insegnamento falso, e glorificare se stessi e denigrare gli altri.
Tatra, gahapatayo, viññū puriso iti paṭisañcikkhati: Una persona giudiziosa riflette sulla questione così:
‘sace kho natthi kiriyā, evamayaṁ bhavaṁ purisapuggalo kāyassa bhedā sotthimattānaṁ karissati; ‘Se non c’è risultato delle azioni, alla dissoluzione del corpo questo individuo sarà salvo.
sace kho atthi kiriyā evamayaṁ bhavaṁ purisapuggalo kāyassa bhedā paraṁ maraṇā apāyaṁ duggatiṁ vinipātaṁ nirayaṁ upapajjissati. Ma se c’è risultato delle azioni, alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, rinascerà in un posto di perdizione, un brutto posto, in un regno inferiore, all’inferno.
Kāmaṁ kho pana māhu kiriyā, hotu nesaṁ bhavataṁ samaṇabrāhmaṇānaṁ saccaṁ vacanaṁ; Concediamo che chi dice che le azioni non hanno risultato abbia ragione.
atha ca panāyaṁ bhavaṁ purisapuggalo diṭṭheva dhamme viññūnaṁ gārayho—dussīlo purisapuggalo micchādiṭṭhi akiriyavādo’ti. Comunque, quell’individuo viene criticato dalle persone giudiziose nella vita presente come un individuo immorale con opinione sbagliata, che nega il risultato delle azioni’.
Sace kho attheva kiriyā, evaṁ imassa bhoto purisapuggalassa ubhayattha kaliggaho—Ma se c’è davvero risultato delle azioni, ha una mano perdente da entrambe le parti.
yañca diṭṭheva dhamme viññūnaṁ gārayho, yañca kāyassa bhedā paraṁ maraṇā apāyaṁ duggatiṁ vinipātaṁ nirayaṁ upapajjissati. Poiché viene criticato dalle persone giudiziose nella vita presente, e alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, rinascerà in un posto di perdizione, un brutto posto, in un regno inferiore, all’inferno.
Evamassāyaṁ apaṇṇako dhammo dussamatto samādinno, ekaṁsaṁ pharitvā tiṭṭhati, riñcati kusalaṁ ṭhānaṁ. Ha intrapreso male questo insegnamento infallibile, insistendo su un lato solo, e trascurando la probabilità del risultato buono.
Tatra, gahapatayo, ye te samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: Dato che è così, considerate quegli asceti e bramini la cui dottrina è che
‘karoto kārayato, chindato chedāpayato, pacato pācāpayato, socayato socāpayato, kilamato kilamāpayato, phandato phandāpayato, pāṇamatipātayato, adinnaṁ ādiyato, sandhiṁ chindato, nillopaṁ harato, ekāgārikaṁ karoto, paripanthe tiṭṭhato, paradāraṁ gacchato, musā bhaṇato; karoto karīyati pāpaṁ. chi punisce, mutila, tortura, addolora, opprime, intimida, o incoraggia gli altri a fare lo stesso fa azioni cattive, ecc.
Khurapariyantena cepi cakkena yo imissā pathaviyā pāṇe ekaṁ maṁsakhalaṁ ekaṁ maṁsapuñjaṁ kareyya, atthi tatonidānaṁ pāpaṁ, atthi pāpassa āgamo.
Dakkhiṇañcepi gaṅgāya tīraṁ gaccheyya hananto ghātento, chindanto chedāpento, pacanto pācento, atthi tatonidānaṁ pāpaṁ, atthi pāpassa āgamo.
Uttarañcepi gaṅgāya tīraṁ gaccheyya dadanto dāpento, yajanto yajāpento, atthi tatonidānaṁ puññaṁ, atthi puññassa āgamo. Dānena damena saṁyamena saccavajjena atthi puññaṁ, atthi puññassa āgamo’ti
tesametaṁ pāṭikaṅkhaṁ yamidaṁ kāyaduccaritaṁ, vacīduccaritaṁ, manoduccaritaṁ—ime tayo akusale dhamme abhinivajjetvā yamidaṁ kāyasucaritaṁ, vacīsucaritaṁ, manosucaritaṁ—ime tayo kusale dhamme samādāya vattissanti. Ci si può aspettare che respingano la cattiva condotta attraverso corpo, parola e mente, e che implementino buona condotta attraverso corpo, parola, e mente.
Taṁ kissa hetu? Perché questo?
Passanti hi te bhonto samaṇabrāhmaṇā akusalānaṁ dhammānaṁ ādīnavaṁ okāraṁ saṅkilesaṁ, kusalānaṁ dhammānaṁ nekkhamme ānisaṁsaṁ vodānapakkhaṁ. Poiché quegli asceti e bramini vedono che le cattive qualità sono piene di svantaggi, di sordidezza, e corruzione, e che le buone qualità hanno il beneficio e il potere purificante della rinuncia.
Santaṁyeva kho pana kiriyaṁ ‘atthi kiriyā’ tissa diṭṭhi hoti; sāssa hoti sammādiṭṭhi. In più, dato che le azioni hanno davvero risultati, la loro opinione che le azioni hanno risultati è corretta.
Santaṁyeva kho pana kiriyaṁ ‘atthi kiriyā’ti saṅkappeti; svāssa hoti sammāsaṅkappo. Dato che le azioni hanno davvero risultati, il loro pensiero che le azioni hanno risultati è corretto.
Santaṁyeva kho pana kiriyaṁ ‘atthi kiriyā’ti vācaṁ bhāsati; sāssa hoti sammāvācā. Dato che le azioni hanno davvero risultati, il loro linguaggio che le azioni hanno risultati è corretto.
Santaṁyeva kho pana kiriyaṁ ‘atthi kiriyā’ti āha; ye te arahanto kiriyavādā tesamayaṁ na paccanīkaṁ karoti. Dato che le azioni hanno davvero risultati, dicendo che le azioni hanno risultati non contraddicono quei perfetti che insegnano che le azioni hanno risultati.
Santaṁyeva kho pana kiriyaṁ ‘atthi kiriyā’ti paraṁ saññāpeti; sāssa hoti saddhammasaññatti. Dato che le azioni hanno davvero risultati, convincendo gli altri che le azioni hanno risultati, li convincono ad accettare un insegnamento vero.
Tāya ca pana saddhammasaññattiyā nevattānukkaṁseti, na paraṁ vambheti. E sulla base di ciò non glorificano loro stessi o denigrano gli altri.
Iti pubbeva kho panassa dussīlyaṁ pahīnaṁ hoti, susīlyaṁ paccupaṭṭhitaṁ—Quindi abbandonano la loro condotta immorale precedente e si stabiliscono nella condotta morale.
ayañca sammādiṭṭhi sammāsaṅkappo sammāvācā ariyānaṁ apaccanīkatā saddhammasaññatti anattukkaṁsanā aparavambhanā. Evamassime aneke kusalā dhammā sambhavanti sammādiṭṭhipaccayā. Ed è così che queste varie buone qualità vengono in essere con l’opinione corretta come condizione: opinione corretta, pensiero corretto, linguaggio corretto, non contraddire i nobili, convincere gli altri ad accettare un insegnamento vero, e non glorificare se stessi o denigrare gli altri.
Tatra, gahapatayo, viññū puriso iti paṭisañcikkhati: Una persona giudiziosa riflette sulla questione così:
‘sace kho atthi kiriyā, evamayaṁ bhavaṁ purisapuggalo kāyassa bhedā paraṁ maraṇā sugatiṁ saggaṁ lokaṁ upapajjissati. ‘Se c’è risultato delle azioni, alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, questo individuo rinascerà in un bel posto, in paradiso.
Kāmaṁ kho pana māhu kiriyā, hotu nesaṁ bhavataṁ samaṇabrāhmaṇānaṁ saccaṁ vacanaṁ; Ma concediamo che chi dice che le azioni non hanno risultato abbia ragione.
atha ca panāyaṁ bhavaṁ purisapuggalo diṭṭheva dhamme viññūnaṁ pāsaṁso—sīlavā purisapuggalo sammādiṭṭhi kiriyavādo’ti. Comunque, quell’individuo viene lodato dalle persone giudiziose nella vita presente come un individuo morale con opinione corretta, che afferma il risultato delle azioni’.
Sace kho attheva kiriyā, evaṁ imassa bhoto purisapuggalassa ubhayattha kaṭaggaho—Quindi se c’è davvero risultato delle azioni, ha una mano perfetta da entrambe le parti.
yañca diṭṭheva dhamme viññūnaṁ pāsaṁso, yañca kāyassa bhedā paraṁ maraṇā sugatiṁ saggaṁ lokaṁ upapajjissati. Poiché viene lodato dalle persone giudiziose nella vita presente, e alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, rinascerà in un bel posto, in paradiso.
Evamassāyaṁ apaṇṇako dhammo susamatto samādinno, ubhayaṁsaṁ pharitvā tiṭṭhati, riñcati akusalaṁ ṭhānaṁ. Ha intrapreso bene questo insegnamento infallibile, prendendo in considerazione entrambe le possibilità, e trascurando la probabilità del risultato cattivo.
Santi, gahapatayo, eke samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: Ci sono asceti e bramini che sono di questa dottrina e opinione:
‘natthi hetu, natthi paccayo sattānaṁ saṅkilesāya; ‘Non esiste causa o motivo per la corruzione degli esseri senzienti.
ahetū appaccayā sattā saṅkilissanti. Gli esseri senzienti vengono corrotti senza causa o motivo.
Natthi hetu, natthi paccayo sattānaṁ visuddhiyā; Non esiste causa o motivo per la purificazione degli esseri senzienti.
ahetū appaccayā sattā visujjhanti. Gli esseri senzienti vengono purificati senza causa o motivo.
Natthi balaṁ, natthi vīriyaṁ, natthi purisathāmo, natthi purisaparakkamo; Non c’è potere, non c’è energia, non c’è forza o vigore umani.
sabbe sattā sabbe pāṇā sabbe bhūtā sabbe jīvā avasā abalā avīriyā niyatisaṅgatibhāvapariṇatā chasvevābhijātīsu sukhadukkhaṁ paṭisaṁvedentī’ti. Nessun essere senziente, creatura vivente, essere, o anima ha controllo, potere, o energia. Modellati dal destino, circostanze, e natura, provano piacere e dolore nelle sei classi di esistenza’.
Tesaṁyeva kho, gahapatayo, samaṇabrāhmaṇānaṁ eke samaṇabrāhmaṇā ujuvipaccanīkavādā. E ci sono asceti e bramini la cui dottrina è l’esatto opposto.
Te evamāhaṁsu: Dicono:
‘atthi hetu, atthi paccayo sattānaṁ saṅkilesāya; ‘Esiste causa e motivo per la corruzione degli esseri senzienti.
sahetū sappaccayā sattā saṅkilissanti. Gli esseri senzienti vengono corrotti da causa e motivo.
Atthi hetu, atthi paccayo sattānaṁ visuddhiyā; Esiste causa e motivo per la purificazione degli esseri senzienti.
sahetū sappaccayā sattā visujjhanti. Gli esseri senzienti vengono purificati da causa e motivo.
Atthi balaṁ, atthi vīriyaṁ, atthi purisathāmo, atthi purisaparakkamo; C’è potere, c’è energia, ci sono forza e vigore umani.
na sabbe sattā sabbe pāṇā sabbe bhūtā sabbe jīvā avasā abalā avīriyā niyatisaṅgatibhāvapariṇatā chasvevābhijātīsu sukhadukkhaṁ paṭisaṁvedentī’ti. Non è vero che nessun essere senziente, creatura vivente, essere, o anima ha controllo, potere, o energia, o che modellati dal destino, circostanze, e natura, provano piacere e dolore nelle sei classi di esistenza’.
Taṁ kiṁ maññatha, gahapatayo, Cosa ne pensate, laici?
nanume samaṇabrāhmaṇā aññamaññassa ujuvipaccanīkavādā”ti? Queste dottrine non sono l’esatto opposto?”
“Evaṁ, bhante”. “Sì, Signore”
“Tatra, gahapatayo, ye te samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: “Dato che è così, considerate quegli asceti e bramini la cui dottrina è che
‘natthi hetu, natthi paccayo sattānaṁ saṅkilesāya; non esiste causa o motivo per la corruzione degli esseri senzienti, ecc.
ahetū appaccayā sattā saṅkilissanti.
Natthi hetu, natthi paccayo sattānaṁ visuddhiyā;
ahetū appaccayā sattā visujjhanti.
Natthi balaṁ, natthi vīriyaṁ, natthi purisathāmo, natthi purisaparakkamo; sabbe sattā sabbe pāṇā sabbe bhūtā sabbe jīvā avasā abalā avīriyā niyatisaṅgatibhāvapariṇatā chasvevābhijātīsu sukhadukkhaṁ paṭisaṁvedentī’ti
tesametaṁ pāṭikaṅkhaṁ—yamidaṁ kāyasucaritaṁ, vacīsucaritaṁ, manosucaritaṁ—ime tayo kusale dhamme abhinivajjetvā yamidaṁ kāyaduccaritaṁ, vacīduccaritaṁ, manoduccaritaṁ—ime tayo akusale dhamme samādāya vattissanti. Ci si può aspettare che respingano la buona condotta attraverso corpo, parola e mente, e che implementino cattiva condotta attraverso corpo, parola, e mente.
Taṁ kissa hetu? Perché questo?
Na hi te bhonto samaṇabrāhmaṇā passanti akusalānaṁ dhammānaṁ ādīnavaṁ okāraṁ saṅkilesaṁ, kusalānaṁ dhammānaṁ nekkhamme ānisaṁsaṁ vodānapakkhaṁ. Poiché quegli asceti e bramini non vedono che le cattive qualità sono piene di svantaggi, di sordidezza, e corruzione, o che le buone qualità hanno il beneficio e il potere purificante della rinuncia.
Santaṁyeva kho pana hetuṁ ‘natthi hetū’ tissa diṭṭhi hoti; sāssa hoti micchādiṭṭhi. In più, dato che la causalità esiste, la loro opinione che la causalità non esiste è sbagliata.
Santaṁyeva kho pana hetuṁ ‘natthi hetū’ti saṅkappeti; svāssa hoti micchāsaṅkappo. Dato che la causalità esiste, il loro pensiero che la causalità non esiste è sbagliato.
Santaṁyeva kho pana hetuṁ ‘natthi hetū’ti vācaṁ bhāsati; sāssa hoti micchāvācā. Dato che la causalità esiste, il loro linguaggio che la causalità non esiste è sbagliato.
Santaṁyeva kho pana hetuṁ ‘natthi hetū’ti āha; ye te arahanto hetuvādā tesamayaṁ paccanīkaṁ karoti. Dato che la causalità esiste, dicendo che la causalità non esiste contraddicono quei perfetti che insegnano che la causalità esiste.
Santaṁyeva kho pana hetuṁ ‘natthi hetū’ti paraṁ saññāpeti; sāssa hoti asaddhammasaññatti. Dato che la causalità esiste, convincendo gli altri che la causalità non esiste, li convincono ad accettare un insegnamento falso.
Tāya ca pana asaddhammasaññattiyā attānukkaṁseti, paraṁ vambheti. E sulla base di ciò glorificano loro stessi e denigrano gli altri.
Iti pubbeva kho panassa susīlyaṁ pahīnaṁ hoti, dussīlyaṁ paccupaṭṭhitaṁ—Quindi abbandonano la loro condotta morale precedente e si stabiliscono nella condotta immorale.
ayañca micchādiṭṭhi micchāsaṅkappo micchāvācā ariyānaṁ paccanīkatā asaddhammasaññatti attānukkaṁsanā paravambhanā. Evamassime aneke pāpakā akusalā dhammā sambhavanti micchādiṭṭhipaccayā. Ed è così che queste varie qualità malvagie e cattive vengono in essere con l’opinione sbagliata come condizione: opinione sbagliata, pensiero sbagliato, linguaggio sbagliato, contraddire i nobili, convincere gli altri ad accettare un insegnamento falso, e glorificare se stessi e denigrare gli altri.
Tatra, gahapatayo, viññū puriso iti paṭisañcikkhati: Una persona giudiziosa riflette sulla questione così:
‘sace kho natthi hetu, evamayaṁ bhavaṁ purisapuggalo kāyassa bhedā paraṁ maraṇā sotthimattānaṁ karissati; ‘Se la causalità non esiste, alla dissoluzione del corpo questo individuo sarà salvo.
sace kho atthi hetu, evamayaṁ bhavaṁ purisapuggalo kāyassa bhedā paraṁ maraṇā apāyaṁ duggatiṁ vinipātaṁ nirayaṁ upapajjissati. Ma se la causalità esiste, alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, rinascerà in un posto di perdizione, un brutto posto, in un regno inferiore, all’inferno.
Kāmaṁ kho pana māhu hetu, hotu nesaṁ bhavataṁ samaṇabrāhmaṇānaṁ saccaṁ vacanaṁ; Concediamo che chi dice che la causalità non esiste abbia ragione.
atha ca panāyaṁ bhavaṁ purisapuggalo diṭṭheva dhamme viññūnaṁ gārayho—dussīlo purisapuggalo micchādiṭṭhi ahetukavādo’ti. Comunque, quell’individuo viene criticato dalle persone giudiziose nella vita presente come un individuo immorale con opinione sbagliata, che nega la causalità’.
Sace kho attheva hetu, evaṁ imassa bhoto purisapuggalassa ubhayattha kaliggaho—Ma se la causalità esiste davvero, ha una mano perdente da entrambe le parti.
yañca diṭṭheva dhamme viññūnaṁ gārayho, yañca kāyassa bhedā paraṁ maraṇā apāyaṁ duggatiṁ vinipātaṁ nirayaṁ upapajjissati. Poiché viene criticato dalla gente giudiziosa nella vita presente, e alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, rinascerà in un posto di perdizione, un brutto posto, in un regno inferiore, all’inferno.
Evamassāyaṁ apaṇṇako dhammo dussamatto samādinno, ekaṁsaṁ pharitvā tiṭṭhati, riñcati kusalaṁ ṭhānaṁ. Ha intrapreso male questo insegnamento infallibile, insistendo su un lato solo, e trascurando la probabilità del risultato buono.
Tatra, gahapatayo, ye te samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: Dato che è così, considerate quegli asceti e bramini la cui dottrina è che
‘atthi hetu, atthi paccayo sattānaṁ saṅkilesāya; esiste causa e motivo per la corruzione degli esseri senzienti, ecc.
sahetū sappaccayā sattā saṅkilissanti.
Atthi hetu, atthi paccayo sattānaṁ visuddhiyā;
sahetū sappaccayā sattā visujjhanti.
Atthi balaṁ, atthi vīriyaṁ, atthi purisathāmo, atthi purisaparakkamo; na sabbe sattā sabbe pāṇā sabbe bhūtā sabbe jīvā avasā abalā avīriyā niyatisaṅgatibhāvapariṇatā chasvevābhijātīsu sukhadukkhaṁ paṭisaṁvedentī’ti
tesametaṁ pāṭikaṅkhaṁ—yamidaṁ kāyaduccaritaṁ, vacīduccaritaṁ, manoduccaritaṁ—ime tayo akusale dhamme abhinivajjetvā yamidaṁ kāyasucaritaṁ, vacīsucaritaṁ, manosucaritaṁ—ime tayo kusale dhamme samādāya vattissanti. Ci si può aspettare che respingano la cattiva condotta attraverso corpo, parola e mente, e che implementino buona condotta attraverso corpo, parola, e mente.
Taṁ kissa hetu? Perché questo?
Passanti hi te bhonto samaṇabrāhmaṇā akusalānaṁ dhammānaṁ ādīnavaṁ okāraṁ saṅkilesaṁ, kusalānaṁ dhammānaṁ nekkhamme ānisaṁsaṁ vodānapakkhaṁ. Poiché quegli asceti e bramini vedono che le cattive qualità sono piene di svantaggi, di sordidezza, e corruzione, e che le buone qualità hanno il beneficio e il potere purificante della rinuncia.
Santaṁyeva kho pana hetuṁ ‘atthi hetū’ tissa diṭṭhi hoti; sāssa hoti sammādiṭṭhi. In più, dato che la causalità esiste davvero, la loro opinione che la causalità esiste è corretta.
Santaṁyeva kho pana hetuṁ ‘atthi hetū’ti saṅkappeti; svāssa hoti sammāsaṅkappo. Dato che la causalità esiste, il loro pensiero che la causalità esiste è corretto.
Santaṁyeva kho pana hetuṁ ‘atthi hetū’ti vācaṁ bhāsati; sāssa hoti sammāvācā. Dato che la causalità esiste, il loro linguaggio che la causalità esiste è corretto.
Santaṁyeva kho pana hetuṁ ‘atthi hetū’ti āha, ye te arahanto hetuvādā tesamayaṁ na paccanīkaṁ karoti. Dato che la causalità esiste, dicendo che la causalità esiste non contraddicono quei perfetti che insegnano che la causalità esiste.
Santaṁyeva kho pana hetuṁ ‘atthi hetū’ti paraṁ saññāpeti; sāssa hoti saddhammasaññatti. Dato che la causalità esiste, convincendo gli altri che la causalità esiste, li convincono ad accettare un insegnamento vero.
Tāya ca pana saddhammasaññattiyā nevattānukkaṁseti, na paraṁ vambheti. E sulla base di ciò non glorificano loro stessi o denigrano gli altri.
Iti pubbeva kho panassa dussīlyaṁ pahīnaṁ hoti, susīlyaṁ paccupaṭṭhitaṁ—Quindi abbandonano la loro condotta immorale precedente e si stabiliscono nella condotta morale.
ayañca sammādiṭṭhi sammāsaṅkappo sammāvācā ariyānaṁ apaccanīkatā saddhammasaññatti anattukkaṁsanā aparavambhanā. Evamassime aneke kusalā dhammā sambhavanti sammādiṭṭhipaccayā. Ed è così che queste varie buone qualità vengono in essere con l’opinione corretta come condizione: opinione corretta, pensiero corretto, linguaggio corretto, non contraddire i nobili, convincere gli altri ad accettare un insegnamento vero, e non glorificare se stessi o denigrare gli altri.
Tatra, gahapatayo, viññū puriso iti paṭisañcikkhati: ‘sace kho atthi hetu, evamayaṁ bhavaṁ purisapuggalo kāyassa bhedā paraṁ maraṇā sugatiṁ saggaṁ lokaṁ upapajjissati. Una persona giudiziosa riflette sulla questione così: ‘Se l’aldilà esiste, alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, questo individuo rinascerà in un bel posto, in paradiso.
Kāmaṁ kho pana māhu hetu, hotu nesaṁ bhavataṁ samaṇabrāhmaṇānaṁ saccaṁ vacanaṁ; Ma concediamo che chi dice che la causalità non esiste abbia ragione.
atha ca panāyaṁ bhavaṁ purisapuggalo diṭṭheva dhamme viññūnaṁ pāsaṁso—sīlavā purisapuggalo sammādiṭṭhi hetuvādo’ti. Comunque, quell’individuo viene lodato dalle persone giudiziose nella vita presente come un individuo morale con opinione corretta, che afferma la causalità’.
Sace kho atthi hetu, evaṁ imassa bhoto purisapuggalassa ubhayattha kaṭaggaho—Quindi se la causalità esiste davvero ha una mano perfetta da entrambe le parti.
yañca diṭṭheva dhamme viññūnaṁ pāsaṁso, yañca kāyassa bhedā paraṁ maraṇā sugatiṁ saggaṁ lokaṁ upapajjissati. Poiché viene lodato dalla gente giudiziosa nella vita presente, e alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, rinascerà in un bel posto, in paradiso.
Evamassāyaṁ apaṇṇako dhammo susamatto samādinno, ubhayaṁsaṁ pharitvā tiṭṭhati, riñcati akusalaṁ ṭhānaṁ. Ha intrapreso bene questo insegnamento infallibile, prendendo in considerazione entrambe le possibilità, e trascurando la probabilità del risultato cattivo.
Santi, gahapatayo, eke samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: Ci sono asceti e bramini che sono di questa dottrina e opinione:
‘natthi sabbaso āruppā’ti. ‘Non esiste esistenza totalmente immateriale’.
Tesaṁyeva kho, gahapatayo, samaṇabrāhmaṇānaṁ eke samaṇabrāhmaṇā ujuvipaccanīkavādā. E ci sono asceti e bramini la cui dottrina è l’esatto opposto.
Te evamāhaṁsu: Dicono:
‘atthi sabbaso āruppā’ti. ‘L’esistenza totalmente immateriale esiste’.
Taṁ kiṁ maññatha, gahapatayo, Cosa ne pensate, laici?
nanume samaṇabrāhmaṇā aññamaññassa ujuvipaccanīkavādā”ti? Queste dottrine non sono l’esatto opposto?”
“Evaṁ, bhante”. “Sì, Signore”
“Tatra, gahapatayo, viññū puriso iti paṭisañcikkhati—“Una persona giudiziosa riflette sulla questione così:
ye kho te bhonto samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: ‘Alcuni asceti e bramini dicono che
‘natthi sabbaso āruppā’ti, idaṁ me adiṭṭhaṁ; non esiste esistenza totalmente immateriale, ma io non ho visto se è così.
yepi te bhonto samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: Alcuni asceti e bramini dicono che
‘atthi sabbaso āruppā’ti, idaṁ me aviditaṁ. l’esistenza totalmente immateriale esiste, ma io non so se è così.
Ahañceva kho pana ajānanto apassanto ekaṁsena ādāya vohareyyaṁ—Senza sapere o vedere, non sarebbe opportuno da parte mia prendere una posizione e dichiarare:
idameva saccaṁ, moghamaññanti, na metaṁ assa patirūpaṁ. “Questa è l’unica verità, qualsiasi altra idea è sciocca”.
Ye kho te bhonto samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: Se quegli asceti e bramini che dicono che
‘natthi sabbaso āruppā’ti, sace tesaṁ bhavataṁ samaṇabrāhmaṇānaṁ saccaṁ vacanaṁ, ṭhānametaṁ vijjati—non esiste esistenza totalmente immateriale hanno ragione, è possibile
ye te devā rūpino manomayā, apaṇṇakaṁ me tatrūpapatti bhavissati. che io rinasca infallibilmente tra gli angeli che possiedono forma di materia mentale.
Ye pana te bhonto samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: Se quegli asceti e bramini che dicono che
‘atthi sabbaso āruppā’ti, sace tesaṁ bhavataṁ samaṇabrāhmaṇānaṁ saccaṁ vacanaṁ, ṭhānametaṁ vijjati—l’esistenza totalmente immateriale esiste hanno ragione, è possibile
ye te devā arūpino saññāmayā, apaṇṇakaṁ me tatrūpapatti bhavissati. che io rinasca infallibilmente tra gli angeli immateriali, fatti di percezione.
Dissanti kho pana rūpādhikaraṇaṁ daṇḍādānasatthādānakalahaviggahavivādatuvaṁtuvaṁpesuññamusāvādā. Ora, a causa della materia, si vedono cose brutte: la presa di bastone e spada, litigi, discussioni, e dispute, accuse, linguaggio divisivo, e bugie.
‘Natthi kho panetaṁ sabbaso arūpe’ti. Ma queste cose non esistono dove è totalmente immateriale’.
So iti paṭisaṅkhāya rūpānaṁyeva nibbidāya virāgāya nirodhāya paṭipanno hoti. Riflettendo così, pratica semplicemente per la disillusione, per lo svanire dell’avidità, e per la cessazione nei confronti della materia.
Santi, gahapatayo, eke samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: Ci sono asceti e bramini che sono di questa dottrina e opinione:
‘natthi sabbaso bhavanirodho’ti. ‘Non è possibile porre fine all’esistenza in maniera definitiva’.
Tesaṁyeva kho, gahapatayo, samaṇabrāhmaṇānaṁ eke samaṇabrāhmaṇā ujuvipaccanīkavādā. E ci sono asceti e bramini la cui dottrina è l’esatto opposto.
Te evamāhaṁsu: Dicono:
‘atthi sabbaso bhavanirodho’ti. ‘È possibile porre fine all’esistenza in maniera definitiva’.
Taṁ kiṁ maññatha, gahapatayo, Cosa ne pensate, laici?
nanume samaṇabrāhmaṇā aññamaññassa ujuvipaccanīkavādā”ti? Queste dottrine non sono l’esatto opposto?”
“Evaṁ, bhante”. “Sì, Signore”
“Tatra, gahapatayo, viññū puriso iti paṭisañcikkhati—“Una persona giudiziosa riflette sulla questione così:
ye kho te bhonto samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: ‘Alcuni asceti e bramini dicono che
‘natthi sabbaso bhavanirodho’ti, idaṁ me adiṭṭhaṁ; non è possibile porre fine all’esistenza in maniera definitiva, ma io non ho visto se è così.
yepi te bhonto samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: Alcuni asceti e bramini dicono che
‘atthi sabbaso bhavanirodho’ti, idaṁ me aviditaṁ. è possibile porre fine all’esistenza in maniera definitiva, ma io non so se è così.
Ahañceva kho pana ajānanto apassanto ekaṁsena ādāya vohareyyaṁ—Senza sapere o vedere, non sarebbe opportuno da parte mia prendere una posizione e dichiarare:
idameva saccaṁ, moghamaññanti, na metaṁ assa patirūpaṁ. “Questa è l’unica verità, qualsiasi altra idea è sciocca”.
Ye kho te bhonto samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: Se quegli asceti e bramini che dicono che
‘natthi sabbaso bhavanirodho’ti, sace tesaṁ bhavataṁ samaṇabrāhmaṇānaṁ saccaṁ vacanaṁ, ṭhānametaṁ vijjati—non è possibile porre fine all’esistenza in maniera definitiva hanno ragione, è possibile
ye te devā arūpino saññāmayā apaṇṇakaṁ me tatrūpapatti bhavissati. che io rinasca infallibilmente tra gli angeli immateriali, fatti di percezione.
Ye pana te bhonto samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: Se quegli asceti e bramini che dicono che
‘atthi sabbaso bhavanirodho’ti, sace tesaṁ bhavataṁ samaṇabrāhmaṇānaṁ saccaṁ vacanaṁ, ṭhānametaṁ vijjati—è possibile porre fine all’esistenza in maniera definitiva hanno ragione, è possibile
yaṁ diṭṭheva dhamme parinibbāyissāmi. che io mi estingua completamente nella vita presente.
Ye kho te bhonto samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: L’opinione di quegli asceti e bramini che dicono che
‘natthi sabbaso bhavanirodho’ti, tesamayaṁ diṭṭhi sārāgāya santike, saṁyogāya santike, abhinandanāya santike, ajjhosānāya santike, upādānāya santike. non è possibile porre fine all’esistenza in maniera definitiva è dalla parte dell’avidità, del soggiogamento, del godimento, dell’aggrapparsi, e dell’attaccamento.
Ye pana te bhonto samaṇabrāhmaṇā evaṁvādino evaṁdiṭṭhino: L’opinione di quegli asceti e bramini che dicono che
‘atthi sabbaso bhavanirodho’ti, tesamayaṁ diṭṭhi asārāgāya santike, asaṁyogāya santike, anabhinandanāya santike, anajjhosānāya santike, anupādānāya santiketi. è possibile porre fine all’esistenza in maniera definitiva non è dalla parte dell’avidità, del soggiogamento, del godimento, dell’aggrapparsi, o dell’attacamento’.
So iti paṭisaṅkhāya bhavānaṁyeva nibbidāya virāgāya nirodhāya paṭipanno hoti. Riflettendo così, pratica semplicemente per la disillusione, per lo svanire dell’avidità, e per la cessazione nei confronti dell’esistenza.
Cattārome, gahapatayo, puggalā santo saṁvijjamānā lokasmiṁ. Laici, nel mondo si trovano queste quattro persone.
Katame cattāro? Quali quattro?
Idha, gahapatayo, ekacco puggalo attantapo hoti attaparitāpanānuyogamanuyutto. Una persona mortifica se stessa, dedita alla pratica del mortificare se stessa.
Idha, gahapatayo, ekacco puggalo parantapo hoti paraparitāpanānuyogamanuyutto. Una persona mortifica gli altri, dedita alla pratica del mortificare gli altri.
Idha, gahapatayo, ekacco puggalo attantapo ca hoti attaparitāpanānuyogamanuyutto parantapo ca paraparitāpanānuyogamanuyutto. Una persona mortifica se stessa e gli altri, dedita alla pratica del mortificare se stessa e gli altri.
Idha, gahapatayo, ekacco puggalo nevattantapo hoti nāttaparitāpanānuyogamanuyutto na parantapo na paraparitāpanānuyogamanuyutto; Una persona non mortifica né se stessa né gli altri, dedita alla pratica del non mortificare né se stessa né gli altri.
so anattantapo aparantapo diṭṭheva dhamme nicchāto nibbuto sītībhūto sukhappaṭisaṁvedī brahmabhūtena attanā viharati. Vive senza desideri nella vita presente, estinta, rinfrescata, provando felicità, diventata divina.
Katamo ca, gahapatayo, puggalo attantapo attaparitāpanānuyogamanuyutto? E quale persona mortifica se stessa, dedita alla pratica del mortificare se stessa?
Idha, gahapatayo, ekacco puggalo acelako hoti muttācāro hatthāpalekhano …pe… È quando qualcuno vaga nudo, ignorando le convenzioni …
iti evarūpaṁ anekavihitaṁ kāyassa ātāpanaparitāpanānuyogamanuyutto viharati. E così vive dedito al praticare questi vari modi di mortificare e tormentare il corpo.
Ayaṁ vuccati, gahapatayo, puggalo attantapo attaparitāpanānuyogamanuyutto. Questa si chiama una persona che mortifica se stessa, dedita alla pratica del mortificare se stessa.
Katamo ca, gahapatayo, puggalo parantapo paraparitāpanānuyogamanuyutto? E quale persona mortifica gli altri, dedita alla pratica del mortificare gli altri?
Idha, gahapatayo, ekacco puggalo orabbhiko hoti sūkariko …pe… ye vā panaññepi keci kurūrakammantā. È quando una persona è un macellatore di pecore, maiali, pollame, o cervi, è un cacciatore o un pescatore, un bandito, un boia, un macellaio di bestiame, un carceriere, o qualcuno con qualche altro tipo di sostentamento crudele.
Ayaṁ vuccati, gahapatayo, puggalo parantapo paraparitāpanānuyogamanuyutto. Questa si chiama una persona che mortifica gli altri, dedita alla pratica del mortificare gli altri.
Katamo ca, gahapatayo, puggalo attantapo ca attaparitāpanānuyogamanuyutto parantapo ca paraparitāpanānuyogamanuyutto? E quale persona mortifica se stessa e gli altri, dedita alla pratica del mortificare se stessa e gli altri?
Idha, gahapatayo, ekacco puggalo rājā vā hoti khattiyo muddhāvasitto …pe… È quando una persona è un re aristocratico consacrato o un bramino abbiente. …
tepi daṇḍatajjitā bhayatajjitā assumukhā rudamānā parikammāni karonti. I suoi servi, servitori, e operai fanno il loro lavoro sotto minaccia di punizione e pericolo, piangendo con facce piene di lacrime.
Ayaṁ vuccati, gahapatayo, puggalo attantapo ca attaparitāpanānuyogamanuyutto parantapo ca paraparitāpanānuyogamanuyutto. Questa si chiama una persona che mortifica se stessa e gli altri, dedita alla pratica del mortificare se stessa e gli altri.
Katamo ca, gahapatayo, puggalo nevattantapo nāttaparitāpanānuyogamanuyutto na parantapo na paraparitāpanānuyogamanuyutto; E quale persona non mortifica né se stessa né gli altri, dedita alla pratica del non mortificare né se stessa né gli altri,
so anattantapo aparantapo diṭṭheva dhamme nicchāto nibbuto sītībhūto sukhappaṭisaṁvedī brahmabhūtena attanā viharati? vivendo senza desideri nella vita presente, estinta, rinfrescata, provando felicità, diventata divina?
Idha, gahapatayo, tathāgato loke uppajjati arahaṁ sammāsambuddho … È quando un Realizzato appare nel mondo, perfetto, un Buddha completamente risvegliato. …
pe… Un laico sente quell’insegnamento, o il figlio di un laico, o qualcuno nato in qualche buona famiglia. …
so ime pañca nīvaraṇe pahāya cetaso upakkilese paññāya dubbalīkaraṇe Abbandona questi cinque impedimenti, corruzioni della mente che indeboliscono la saggezza.
vivicceva kāmehi vivicca akusalehi dhammehi savitakkaṁ savicāraṁ vivekajaṁ pītisukhaṁ paṭhamaṁ jhānaṁ upasampajja viharati. Sufficientemente isolato dai piaceri dei sensi, isolato da cattive qualità, con pensiero e valutazione, ed euforia e felicità nate dall’isolamento, raggiunge e dimora nella prima estasi.
Vitakkavicārānaṁ vūpasamā ajjhattaṁ sampasādanaṁ cetaso ekodibhāvaṁ avitakkaṁ avicāraṁ samādhijaṁ pītisukhaṁ dutiyaṁ jhānaṁ …pe… Con il placarsi di pensiero e valutazione, con chiarezza interna e mente raccolta, senza pensiero e valutazione, con euforia e felicità nate dalla concentrazione, raggiunge e dimora nella seconda estasi. …
tatiyaṁ jhānaṁ …pe… nella terza estasi …
catutthaṁ jhānaṁ upasampajja viharati. e nella quarta estasi.
So evaṁ samāhite citte parisuddhe pariyodāte anaṅgaṇe vigatūpakkilese mudubhūte kammaniye ṭhite āneñjappatte pubbenivāsānussatiñāṇāya cittaṁ abhininnāmeti. Una volta che la sua mente diventa così concentrata, purificata, luminosa, impeccabile, libera da corruzioni, flessibile, lavorabile, stabile, e imperturbabile, la estende al ricordo delle vite passate.
So anekavihitaṁ pubbenivāsaṁ anussarati seyyathidaṁ—ekampi jātiṁ dvepi jātiyo …pe… iti sākāraṁ sauddesaṁ anekavihitaṁ pubbenivāsaṁ anussarati. Ricorda vari tipi di vite passate, nei particolari e nello specifico.
So evaṁ samāhite citte parisuddhe pariyodāte anaṅgaṇe vigatūpakkilese mudubhūte kammaniye ṭhite āneñjappatte sattānaṁ cutūpapātañāṇāya cittaṁ abhininnāmeti. Una volta che la sua mente diventa così concentrata, purificata, luminosa, impeccabile, libera da corruzioni, flessibile, lavorabile, stabile, e imperturbabile, la estende alla conoscenza della morte e rinascita degli esseri viventi.
So dibbena cakkhunā visuddhena atikkantamānusakena satte passati cavamāne upapajjamāne hīne paṇīte suvaṇṇe dubbaṇṇe, sugate duggate …pe… yathākammūpage satte pajānāti. Con chiaroveggenza purificata e sovrumana, vede gli esseri viventi morire e rinascere; inferiori e superiori, belli e brutti, in un bel posto o un brutto posto. Comprende come gli esseri viventi rinascono secondo le proprie azioni.
So evaṁ samāhite citte parisuddhe pariyodāte anaṅgaṇe vigatūpakkilese mudubhūte kammaniye ṭhite āneñjappatte āsavānaṁ khayañāṇāya cittaṁ abhininnāmeti. Una volta che la sua mente diventa così concentrata, purificata, luminosa, impeccabile, libera da corruzioni, flessibile, lavorabile, stabile, e imperturbabile, la estende alla conoscenza dell’eliminazione dei contaminanti.
So ‘idaṁ dukkhan’ti yathābhūtaṁ pajānāti …pe… Comprende secondo realtà: ‘Questa è la sofferenza’, comprende secondo realtà: ‘Questa è l’origine della sofferenza’, comprende secondo realtà: ‘Questa è la cessazione della sofferenza’, comprende secondo realtà: ‘Questa è la pratica che porta alla cessazione della sofferenza’.
‘ayaṁ āsavanirodhagāminī paṭipadā’ti yathābhūtaṁ pajānāti. Comprende secondo realtà: ‘Questi sono i contaminanti’, comprende secondo realtà: ‘Questa è l’origine dei contaminanti’, comprende secondo realtà: ‘Questa è la cessazione dei contaminanti’, comprende secondo realtà: ‘Questa è la pratica che porta alla cessazione dei contaminanti’.
Tassa evaṁ jānato evaṁ passato kāmāsavāpi cittaṁ vimuccati, bhavāsavāpi cittaṁ vimuccati, avijjāsavāpi cittaṁ vimuccati. Conoscendo così e vedendo così, la sua mente viene liberata dal contaminante dei piaceri dei sensi, la sua mente viene liberata dal contaminante dell’esistenza, e la sua mente viene liberata dal contaminante dell’ignoranza.
Vimuttasmiṁ vimuttamiti ñāṇaṁ hoti. Una volta libero, capisce di essere libero.
‘Khīṇā jāti, vusitaṁ brahmacariyaṁ, kataṁ karaṇīyaṁ, nāparaṁ itthattāyā’ti pajānāti. Comprende: ‘La nascita è terminata, il percorso spirituale è stato completato, ciò che c’era da fare è stato fatto, non ci sarà più nulla di questo’.
Ayaṁ vuccati, gahapatayo, puggalo nevattantapo nāttaparitāpanānuyogamanuyutto na parantapo na paraparitāpanānuyogamanuyutto; Questa si chiama una persona che non mortifica né se stessa né gli altri, dedita alla pratica del non mortificare né se stessa né gli altri.
so anattantapo aparantapo diṭṭheva dhamme nicchāto nibbuto sītībhūto sukhappaṭisaṁvedī brahmabhūtena attanā viharatī”ti. Vive senza desideri nella vita presente, estinta, rinfrescata, provando felicità, diventata divina”.
Evaṁ vutte, sāleyyakā brāhmaṇagahapatikā bhagavantaṁ etadavocuṁ: Una volta che ebbe parlato, i bramini e i laici di Sālā dissero al Buddha:
“abhikkantaṁ, bho gotama, abhikkantaṁ, bho gotama. “Eccellente, Signor Gotama! Eccellente!
Seyyathāpi, bho gotama, nikkujjitaṁ vā ukkujjeyya, paṭicchannaṁ vā vivareyya, mūḷhassa vā maggaṁ ācikkheyya, andhakāre vā telapajjotaṁ dhāreyya ‘cakkhumanto rūpāni dakkhantī’ti; evamevaṁ bhotā gotamena anekapariyāyena dhammo pakāsito. Immagini che qualcuno raddrizzi ciò che è capovolto, o riveli ciò che è nascosto, o indichi il cammino a chi si è perso, o regga una lampada al buio pensando: ‘Che chi ha occhi buoni possa vedere forme’. Allo stesso modo il Signor Gotama ha reso l’insegnamento chiaro in vari modi.
Ete mayaṁ bhavantaṁ gotamaṁ saraṇaṁ gacchāma dhammañca bhikkhusaṅghañca. Prendiamo rifugio nel Signor Gotama, nell’insegnamento, e nella comunità monastica.
Upāsake no bhavaṁ gotamo dhāretu ajjatagge pāṇupetaṁ saraṇaṁ gate”ti. Da oggi in poi, che il Signor Gotama si ricordi di noi come discepoli laici che hanno preso rifugio a vita”.
Apaṇṇakasuttaṁ niṭṭhitaṁ dasamaṁ.
Gahapativaggo niṭṭhito paṭhamo.
Tassuddānaṁ
Kandaranāgarasekhavato ca,
Potaliyo puna jīvakabhacco;
Upālidamatho kukkuraabhayo,
Bahuvedanīyāpaṇṇakato dasamo.