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Majjhima Nikāya 57 Discorsi medi 57

Kukkuravatikasutta Il discorso dell’asceta che si comportava come un cane

Evaṁ me sutaṁ—Così ho sentito.

ekaṁ samayaṁ bhagavā koliyesu viharati haliddavasanaṁ nāma koliyānaṁ nigamo. Una volta il Buddha dimorava nella terra dei Koliya, dove c’era una città chiamata Haliddavasana.

Atha kho puṇṇo ca koliyaputto govatiko acelo ca seniyo kukkuravatiko yena bhagavā tenupasaṅkamiṁsu; upasaṅkamitvā puṇṇo koliyaputto govatiko bhagavantaṁ abhivādetvā ekamantaṁ nisīdi. Acelo pana seniyo kukkuravatiko bhagavatā saddhiṁ sammodi. Sammodanīyaṁ kathaṁ sāraṇīyaṁ vītisāretvā kukkurova palikujjitvā ekamantaṁ nisīdi. Allora Puṇṇa il Koliya, che aveva fatto il voto da mucca, e l’asceta nudo Seniya, che aveva fatto il voto da cane, andarono a trovare il Buddha. Puṇṇa si inchinò al Buddha e si sedette a lato, mentre Seniya ci scambiò saluti e cordialità prima di sedersi a lato rannicchiato come un cane.

Ekamantaṁ nisinno kho puṇṇo koliyaputto govatiko bhagavantaṁ etadavoca: Puṇṇa disse al Buddha:

“ayaṁ, bhante, acelo seniyo kukkuravatiko dukkarakārako chamānikkhittaṁ bhojanaṁ bhuñjati. “Signore, l’asceta nudo Seniya, che ha fatto il voto da cane, fa una cosa difficile: mangia cibo dal pavimento.

Tassa taṁ kukkuravataṁ dīgharattaṁ samattaṁ samādinnaṁ. Da molto tempo ha intrapreso la regola di comportarsi come un cane.

Tassa kā gati, ko abhisamparāyo”ti? Dove rinascerà nella prossima vita?”

“Alaṁ, puṇṇa, tiṭṭhatetaṁ; mā maṁ etaṁ pucchī”ti. “Basta, Puṇṇa, lascia stare. Non chiedermelo”.

Dutiyampi kho puṇṇo koliyaputto govatiko …pe… Per la seconda volta …

tatiyampi kho puṇṇo koliyaputto govatiko bhagavantaṁ etadavoca: e la terza volta, Puṇṇa disse al Buddha:

“ayaṁ, bhante, acelo seniyo kukkuravatiko dukkarakārako chamānikkhittaṁ bhojanaṁ bhuñjati. “Signore, l’asceta nudo Seniya, che ha fatto il voto da cane, fa una cosa difficile: mangia cibo dal pavimento.

Tassa taṁ kukkuravataṁ dīgharattaṁ samattaṁ samādinnaṁ. Da molto tempo ha intrapreso la regola di comportarsi come un cane.

Tassa kā gati, ko abhisamparāyo”ti? Dove rinascerà nella prossima vita?”

“Addhā kho te ahaṁ, puṇṇa, na labhāmi. “È chiaro, Puṇṇa, che non riesco a farmi capire da te quando dico:

Alaṁ, puṇṇa, tiṭṭhatetaṁ; mā maṁ etaṁ pucchīti; ‘Basta, Puṇṇa, lascia stare. Non chiedermelo’

api ca tyāhaṁ byākarissāmi. Ma comunque sia, ti rispondo.

Idha, puṇṇa, ekacco kukkuravataṁ bhāveti paripuṇṇaṁ abbokiṇṇaṁ, kukkurasīlaṁ bhāveti paripuṇṇaṁ abbokiṇṇaṁ, kukkuracittaṁ bhāveti paripuṇṇaṁ abbokiṇṇaṁ, kukkurākappaṁ bhāveti paripuṇṇaṁ abbokiṇṇaṁ. Prendi qualcuno che sviluppa la regola del cane completamente e ininterrottamente. Sviluppa l’etica di un cane, la mentalità di un cane, e il comportamento di un cane completamente e ininterrottamente.

So kukkuravataṁ bhāvetvā paripuṇṇaṁ abbokiṇṇaṁ, kukkurasīlaṁ bhāvetvā paripuṇṇaṁ abbokiṇṇaṁ, kukkuracittaṁ bhāvetvā paripuṇṇaṁ abbokiṇṇaṁ, kukkurākappaṁ bhāvetvā paripuṇṇaṁ abbokiṇṇaṁ kāyassa bhedā paraṁ maraṇā kukkurānaṁ sahabyataṁ upapajjati. Alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, rinasce in compagnia dei cani.

Sace kho panassa evaṁdiṭṭhi hoti: ‘imināhaṁ sīlena vā vatena vā tapena vā brahmacariyena vā devo vā bhavissāmi devaññataro vā’ti, sāssa hoti micchādiṭṭhi. Ma se è dell’opinione: ‘Che attraverso questo precetto, osservanza, fervore, o percorso spirituale io diventi un angelo!’, questa è la sua opinione sbagliata.

Micchādiṭṭhissa kho ahaṁ, puṇṇa, dvinnaṁ gatīnaṁ aññataraṁ gatiṁ vadāmi—nirayaṁ vā tiracchānayoniṁ vā. Un individuo con opinione sbagliata rinasce in uno di due posti, dico io: all’inferno o nel regno animale.

Iti kho, puṇṇa, sampajjamānaṁ kukkuravataṁ kukkurānaṁ sahabyataṁ upaneti, vipajjamānaṁ nirayan”ti. Quindi se la regola del cane ha successo porta alla rinascita in compagnia dei cani, ma se fallisce porta all’inferno”.

Evaṁ vutte, acelo seniyo kukkuravatiko parodi, assūni pavattesi. Detto ciò, Seniya pianse e scoppiò in lacrime.

Atha kho bhagavā puṇṇaṁ koliyaputtaṁ govatikaṁ etadavoca: Il Buddha disse a Puṇṇa:

“etaṁ kho te ahaṁ, puṇṇa, nālatthaṁ. “È questo che non riuscivo a farti capire quando dicevo:

Alaṁ, puṇṇa, tiṭṭhatetaṁ; mā maṁ etaṁ pucchī”ti. ‘Basta, Puṇṇa, lascia stare. Non chiedermelo’.

“Nāhaṁ, bhante, etaṁ rodāmi yaṁ maṁ bhagavā evamāha; Seniya disse: “Signore, non sto piangendo per ciò che il Buddha ha detto.

api ca me idaṁ, bhante, kukkuravataṁ dīgharattaṁ samattaṁ samādinnaṁ. Ma, Signore, da molto tempo ho intrapreso questa regola di comportarmi come un cane.

Ayaṁ, bhante, puṇṇo koliyaputto govatiko. Signore, Puṇṇa ha fatto il voto da mucca.

Tassa taṁ govataṁ dīgharattaṁ samattaṁ samādinnaṁ. Da molto tempo ha intrapreso la regola di comportarsi come una mucca.

Tassa kā gati, ko abhisamparāyo”ti? Dove rinascerà nella prossima vita?”

“Alaṁ, seniya, tiṭṭhatetaṁ; mā maṁ etaṁ pucchī”ti. “Basta, Seniya, lascia stare. Non chiedermelo”.

Dutiyampi kho acelo seniyo …pe… Per la seconda volta …

tatiyampi kho acelo seniyo kukkuravatiko bhagavantaṁ etadavoca: e la terza volta, Seniya disse al Buddha:

“ayaṁ, bhante, puṇṇo koliyaputto govatiko. Signore, Puṇṇa ha fatto il voto da mucca.

Tassa taṁ govataṁ dīgharattaṁ samattaṁ samādinnaṁ. Da molto tempo ha intrapreso la regola di comportarsi come una mucca.

Tassa kā gati, ko abhisamparāyo”ti? Dove rinascerà nella prossima vita?”

“Addhā kho te ahaṁ, seniya, na labhāmi. “È chiaro, Seniya, che non riesco a farmi capire da te quando dico:

Alaṁ, seniya, tiṭṭhatetaṁ; mā maṁ etaṁ pucchīti; ‘Basta, Seniya, lascia stare. Non chiedermelo’

api ca tyāhaṁ byākarissāmi. Ma comunque sia, ti rispondo.

Idha, seniya, ekacco govataṁ bhāveti paripuṇṇaṁ abbokiṇṇaṁ, gosīlaṁ bhāveti paripuṇṇaṁ abbokiṇṇaṁ, gocittaṁ bhāveti paripuṇṇaṁ abbokiṇṇaṁ, gavākappaṁ bhāveti paripuṇṇaṁ abbokiṇṇaṁ. Prendi qualcuno che sviluppa la regola della mucca completamente e ininterrottamente. Sviluppa l’etica di una mucca, la mentalità di una mucca, e il comportamento di una mucca completamente e ininterrottamente.

So govataṁ bhāvetvā paripuṇṇaṁ abbokiṇṇaṁ, gosīlaṁ bhāvetvā paripuṇṇaṁ abbokiṇṇaṁ, gocittaṁ bhāvetvā paripuṇṇaṁ abbokiṇṇaṁ, gavākappaṁ bhāvetvā paripuṇṇaṁ abbokiṇṇaṁ kāyassa bhedā paraṁ maraṇā gunnaṁ sahabyataṁ upapajjati. Alla dissoluzione del corpo, dopo la morte, rinasce in compagnia delle mucche.

Sace kho panassa evaṁdiṭṭhi hoti: ‘imināhaṁ sīlena vā vatena vā tapena vā brahmacariyena vā devo vā bhavissāmi devaññataro vā’ti, sāssa hoti micchādiṭṭhi. Ma se è dell’opinione: ‘Che attraverso questo precetto, osservanza, fervore, o percorso spirituale io diventi un angelo!’, questa è la sua opinione sbagliata.

Micchādiṭṭhissa kho ahaṁ, seniya, dvinnaṁ gatīnaṁ aññataraṁ gatiṁ vadāmi—nirayaṁ vā tiracchānayoniṁ vā. Un individuo con opinione sbagliata rinasce in uno di due posti, dico io: all’inferno o nel regno animale.

Iti kho, seniya, sampajjamānaṁ govataṁ gunnaṁ sahabyataṁ upaneti, vipajjamānaṁ nirayan”ti. Quindi se la regola della mucca ha successo porta alla rinascita in compagnia dei cani, ma se fallisce porta all’inferno”.

Evaṁ vutte, puṇṇo koliyaputto govatiko parodi, assūni pavattesi. Detto ciò, Puṇṇa pianse e scoppiò in lacrime.

Atha kho bhagavā acelaṁ seniyaṁ kukkuravatikaṁ etadavoca: Il Buddha disse a Seniya:

“etaṁ kho te ahaṁ, seniya, nālatthaṁ. “È questo che non riuscivo a farti capire quando dicevo:

Alaṁ, seniya, tiṭṭhatetaṁ; mā maṁ etaṁ pucchī”ti. ‘Basta, Seniya, lascia stare. Non chiedermelo’

“Nāhaṁ, bhante, etaṁ rodāmi yaṁ maṁ bhagavā evamāha; Puṇṇa disse: “Signore, non sto piangendo per ciò che il Buddha ha detto.

api ca me idaṁ, bhante, govataṁ dīgharattaṁ samattaṁ samādinnaṁ. Ma, Signore, da molto tempo ho intrapreso questa regola di comportarmi come una mucca.

Evaṁ pasanno ahaṁ, bhante, bhagavati; Sono fiducioso che il Buddha

pahoti bhagavā tathā dhammaṁ desetuṁ yathā ahaṁ cevimaṁ govataṁ pajaheyyaṁ, ayañceva acelo seniyo kukkuravatiko taṁ kukkuravataṁ pajaheyyā”ti. sia in grado di insegnarmi affinché io abbandoni questa regola della mucca, e l’asceta Seniya abbandoni la regola del cane”

“Tena hi, puṇṇa, suṇāhi, sādhukaṁ manasi karohi, bhāsissāmī”ti. “Allora, Puṇṇa, ascolta e presta la giusta attenzione, ora parlo”

“Evaṁ, bhante”ti kho puṇṇo koliyaputto govatiko bhagavato paccassosi. “Sì, Signore”, rispose Puṇṇa.

Bhagavā etadavoca: Il Buddha disse:

“Cattārimāni, puṇṇa, kammāni mayā sayaṁ abhiññā sacchikatvā paveditāni. “Puṇṇa, io dichiaro questi quattro tipi di azioni, avendole realizzate con la mia conoscenza diretta.

Katamāni cattāri? Quali quattro?

Atthi, puṇṇa, kammaṁ kaṇhaṁ kaṇhavipākaṁ; Ci sono azioni oscure con risultati oscuri;

atthi, puṇṇa, kammaṁ sukkaṁ sukkavipākaṁ; azioni chiare con risultati chiari;

atthi, puṇṇa, kammaṁ kaṇhasukkaṁ kaṇhasukkavipākaṁ; azioni oscure e chiare con risultati oscuri e chiari; e

atthi, puṇṇa, kammaṁ akaṇhaṁ asukkaṁ akaṇhaasukkavipākaṁ, kammakkhayāya saṁvattati. azioni né oscure né chiare con risultati né oscuri né chiari, che portano all’eliminazione delle azioni.

Katamañca, puṇṇa, kammaṁ kaṇhaṁ kaṇhavipākaṁ? E quali sono le azioni oscure con risultati oscuri?

Idha, puṇṇa, ekacco sabyābajjhaṁ kāyasaṅkhāraṁ abhisaṅkharoti, sabyābajjhaṁ vacīsaṅkhāraṁ abhisaṅkharoti, sabyābajjhaṁ manosaṅkhāraṁ abhisaṅkharoti. È quando qualcuno esprime volontà spiacevoli attraverso il corpo, esprime volontà spiacevoli attraverso la parola, ed esprime volontà spiacevoli attraverso la mente.

So sabyābajjhaṁ kāyasaṅkhāraṁ abhisaṅkharitvā, sabyābajjhaṁ vacīsaṅkhāraṁ abhisaṅkharitvā, sabyābajjhaṁ manosaṅkhāraṁ abhisaṅkharitvā, sabyābajjhaṁ lokaṁ upapajjati. Avendo espresso volontà spiacevoli attraverso il corpo, avendo espresso volontà spiacevoli attraverso la parola, e avendo espresso volontà spiacevoli attraverso la mente, rinasce in un mondo spiacevole.

Tamenaṁ sabyābajjhaṁ lokaṁ upapannaṁ samānaṁ sabyābajjhā phassā phusanti. Essendo rinato in un mondo spiacevole, prova contatti spiacevoli.

So sabyābajjhehi phassehi phuṭṭho samāno sabyābajjhaṁ vedanaṁ vedeti ekantadukkhaṁ, seyyathāpi sattā nerayikā. Toccato da contatti spiacevoli, prova sensazioni spiacevoli che sono esclusivamente dolorose, come gli esseri all’inferno.

Iti kho, puṇṇa, bhūtā bhūtassa upapatti hoti; È così che un essere nasce da un essere.

yaṁ karoti tena upapajjati, Poiché le proprie azioni determinano la propria rinascita,

upapannamenaṁ phassā phusanti. e una volta nati si provano contatti.

Evampāhaṁ, puṇṇa, ‘kammadāyādā sattā’ti vadāmi. È per questo che dico che gli esseri viventi sono eredi delle proprie azioni.

Idaṁ vuccati, puṇṇa, kammaṁ kaṇhaṁ kaṇhavipākaṁ. Queste si chiamano azioni oscure con risultati oscuri.

Katamañca, puṇṇa, kammaṁ sukkaṁ sukkavipākaṁ? E quali sono le azioni chiare con risultati chiari?

Idha, puṇṇa, ekacco abyābajjhaṁ kāyasaṅkhāraṁ abhisaṅkharoti, abyābajjhaṁ vacīsaṅkhāraṁ abhisaṅkharoti, abyābajjhaṁ manosaṅkhāraṁ abhisaṅkharoti. È quando qualcuno esprime volontà piacevoli attraverso il corpo, esprime volontà piacevoli attraverso la parola, ed esprime volontà piacevoli attraverso la mente.

So abyābajjhaṁ kāyasaṅkhāraṁ abhisaṅkharitvā, abyābajjhaṁ vacīsaṅkhāraṁ abhisaṅkharitvā, abyābajjhaṁ manosaṅkhāraṁ abhisaṅkharitvā abyābajjhaṁ lokaṁ upapajjati. Avendo espresso volontà piacevoli attraverso il corpo, avendo espresso volontà piacevoli attraverso la parola, e avendo espresso volontà piacevoli attraverso la mente, rinasce in un mondo piacevole.

Tamenaṁ abyābajjhaṁ lokaṁ upapannaṁ samānaṁ abyābajjhā phassā phusanti. Essendo rinato in un mondo piacevole, prova contatti piacevoli.

So abyābajjhehi phassehi phuṭṭho samāno abyābajjhaṁ vedanaṁ vedeti ekantasukhaṁ, seyyathāpi devā subhakiṇhā. Toccato da contatti piacevoli, prova sensazioni piacevoli che sono esclusivamente felici, come gli Dei dalla Bellezza Universale.

Iti kho, puṇṇa, bhūtā bhūtassa upapatti hoti; È così che un essere nasce da un essere.

yaṁ karoti tena upapajjati, Poiché le proprie azioni determinano la propria rinascita,

upapannamenaṁ phassā phusanti. e una volta nati si provano contatti.

Evampāhaṁ, puṇṇa, ‘kammadāyādā sattā’ti vadāmi. È per questo che dico che gli esseri viventi sono eredi delle proprie azioni.

Idaṁ vuccati, puṇṇa, kammaṁ sukkaṁ sukkavipākaṁ. Queste si chiamano azioni chiare con risultati chiari.

Katamañca, puṇṇa, kammaṁ kaṇhasukkaṁ kaṇhasukkavipākaṁ? E quali sono le azioni oscure e chiare con risultati oscuri e chiari?

Idha, puṇṇa, ekacco sabyābajjhampi abyābajjhampi kāyasaṅkhāraṁ abhisaṅkharoti, sabyābajjhampi abyābajjhampi vacīsaṅkhāraṁ abhisaṅkharoti, sabyābajjhampi abyābajjhampi manosaṅkhāraṁ abhisaṅkharoti. È quando qualcuno esprime volontà sia spiacevoli che piacevoli attraverso il corpo, esprime volontà sia spiacevoli che piacevoli attraverso la parola, ed esprime volontà sia spiacevoli che piacevoli attraverso la mente.

So sabyābajjhampi abyābajjhampi kāyasaṅkhāraṁ abhisaṅkharitvā, sabyābajjhampi abyābajjhampi vacīsaṅkhāraṁ abhisaṅkharitvā, sabyābajjhampi abyābajjhampi manosaṅkhāraṁ abhisaṅkharitvā sabyābajjhampi abyābajjhampi lokaṁ upapajjati. Avendo espresso volontà sia spiacevoli che piacevoli attraverso il corpo, avendo espresso volontà sia spiacevoli che piacevoli attraverso la parola, e avendo espresso volontà sia spiacevoli che piacevoli attraverso la mente, rinasce in un mondo sia spiacevole che piacevole.

Tamenaṁ sabyābajjhampi abyābajjhampi lokaṁ upapannaṁ samānaṁ sabyābajjhāpi abyābajjhāpi phassā phusanti. Essendo rinato in un mondo sia spiacevole che piacevole, prova contatti sia spiacevoli che piacevoli.

So sabyābajjhehipi abyābajjhehipi phassehi phuṭṭho samāno sabyābajjhampi abyābajjhampi vedanaṁ vedeti vokiṇṇasukhadukkhaṁ, seyyathāpi manussā ekacce ca devā ekacce ca vinipātikā. Toccato da contatti sia spiacevoli che piacevoli, prova sensazioni sia spiacevoli che piacevoli che sono un misto di felicità e sofferenza, come gli umani, alcuni angeli, e alcuni esseri nei regni inferiori.

Iti kho, puṇṇa, bhūtā bhūtassa upapatti hoti; È così che un essere nasce da un essere.

yaṁ karoti tena upapajjati. Poiché le proprie azioni determinano la propria rinascita,

Upapannamenaṁ phassā phusanti. e una volta nati si provano contatti.

Evampāhaṁ, puṇṇa, ‘kammadāyādā sattā’ti vadāmi. È per questo che dico che gli esseri viventi sono eredi delle proprie azioni.

Idaṁ vuccati, puṇṇa, kammaṁ kaṇhasukkaṁ kaṇhasukkavipākaṁ. Queste si chiamano azioni oscure e chiare con risultati oscuri e chiari.

Katamañca, puṇṇa, kammaṁ akaṇhaṁ asukkaṁ akaṇhaasukkavipākaṁ, kammakkhayāya saṁvattati? E quali sono le azioni né oscure né chiare con risultati né oscuri né chiari?

Tatra, puṇṇa, yamidaṁ kammaṁ kaṇhaṁ kaṇhavipākaṁ tassa pahānāya yā cetanā, yamidaṁ kammaṁ sukkaṁ sukkavipākaṁ tassa pahānāya yā cetanā, yamidaṁ kammaṁ kaṇhasukkaṁ kaṇhasukkavipākaṁ tassa pahānāya yā cetanā—È l’intenzione di abbandonare le azioni oscure con risultati oscuri, le azioni chiare con risultati chiari, e le azioni oscure e chiare con risultati oscuri e chiari.

idaṁ vuccati, puṇṇa, kammaṁ akaṇhaṁ asukkaṁ akaṇhaasukkavipākaṁ, kammakkhayāya saṁvattatīti. Queste si chiamano azioni né oscure né chiare con risultati né oscuri né chiari, che portano all’eliminazione delle azioni.

Imāni kho, puṇṇa, cattāri kammāni mayā sayaṁ abhiññā sacchikatvā paveditānī”ti. Questi sono i quattro tipi di azioni che dichiaro, avendole realizzate con la mia conoscenza diretta”.

Evaṁ vutte, puṇṇo koliyaputto govatiko bhagavantaṁ etadavoca: Detto ciò, Puṇṇa il Koliya disse al Buddha:

“abhikkantaṁ, bhante, abhikkantaṁ, bhante. “Eccellente, Signore! Eccellente! …

Seyyathāpi, bhante …pe…

upāsakaṁ maṁ bhagavā dhāretu ajjatagge pāṇupetaṁ saraṇaṁ gatan”ti. Da oggi in poi, che il Buddha si ricordi di me come un discepolo laico che ha preso rifugio a vita”.

Acelo pana seniyo kukkuravatiko bhagavantaṁ etadavoca: E Seniya l’asceta nudo disse al Buddha:

“abhikkantaṁ, bhante, abhikkantaṁ, bhante. “Eccellente, Signore! Eccellente! …

Seyyathāpi, bhante …pe… pakāsito.

Esāhaṁ, bhante, bhagavantaṁ saraṇaṁ gacchāmi dhammañca bhikkhusaṅghañca. Prendo rifugio nel Buddha, nell’insegnamento, e nella comunità monastica.

Labheyyāhaṁ, bhante, bhagavato santike pabbajjaṁ, labheyyaṁ upasampadan”ti. Signore, potrei lasciare casa, e ricevere l’ordinazione in presenza del Buddha?”

“Yo kho, seniya, aññatitthiyapubbo imasmiṁ dhammavinaye ākaṅkhati pabbajjaṁ, ākaṅkhati upasampadaṁ so cattāro māse parivasati. Catunnaṁ māsānaṁ accayena āraddhacittā bhikkhū pabbājenti, upasampādenti bhikkhubhāvāya. “Seniya, se qualcuno precedentemente ordinato in un’altra religione desidera lasciare casa, e ricevere l’ordinazione in questo insegnamento e addestramento, deve passare quattro mesi in prova. Una volta che i quattro mesi sono passati, se i monaci sono soddisfatti, permetteranno di lasciare casa, e daranno l’ordinazione per la vita monastica.

Api ca mettha puggalavemattatā viditā”ti. Tuttavia, ho riconosciuto differenze individuali in questo”

“Sace, bhante, aññatitthiyapubbā imasmiṁ dhammavinaye ākaṅkhantā pabbajjaṁ ākaṅkhantā upasampadaṁ te cattāro māse parivasanti catunnaṁ māsānaṁ accayena āraddhacittā bhikkhū pabbājenti upasampādenti bhikkhubhāvāya, ahaṁ cattāri vassāni parivasissāmi catunnaṁ vassānaṁ accayena āraddhacittā bhikkhū pabbājentu, upasampādentu bhikkhubhāvāyā”ti. “Signore, se sono richiesti quattro mesi di prova in questo caso, passerò quattro anni in prova. Una volta che i quattro anni saranno passati, se i monaci saranno soddisfatti, che mi permettano di lasciare casa, e mi diano l’ordinazione per la vita monastica”.

Alattha kho acelo seniyo kukkuravatiko bhagavato santike pabbajjaṁ, alattha upasampadaṁ. E così l’asceta Seniya lasciò casa, e ricevette l’ordinazione in presenza del Buddha.

Acirūpasampanno kho panāyasmā seniyo eko vūpakaṭṭho appamatto ātāpī pahitatto viharanto nacirasseva—yassatthāya kulaputtā sammadeva agārasmā anagāriyaṁ pabbajanti, Tadanuttaraṁ—brahmacariyapariyosānaṁ diṭṭheva dhamme sayaṁ abhiññā sacchikatvā upasampajja vihāsi. Non molto dopo la propria ordinazione, il Venerabile Seniya, dimorando solo, ritirato, diligente, fervido, e risoluto, presto realizzò la suprema culminazione del percorso spirituale in questa stessa vita. Dimorò avendo raggiunto con la propria conoscenza diretta l’obiettivo per cui i giovani giustamente lasciano la vita di casa per quella mendicante.

“Khīṇā jāti, vusitaṁ brahmacariyaṁ, kataṁ karaṇīyaṁ, nāparaṁ itthattāyā”ti abbhaññāsi. Comprese: “La nascita è terminata, il percorso spirituale è stato completato, ciò che c’era da fare è stato fatto, non ci sarà più nulla di questo”.

Aññataro kho panāyasmā seniyo arahataṁ ahosīti. E il Venerabile Seniya divenne uno dei perfetti.

Kukkuravatikasuttaṁ niṭṭhitaṁ sattamaṁ.
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