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Majjhima Nikāya 53 Discorsi medi 53
Sekhasutta Il discorso sull’apprendista
Evaṁ me sutaṁ—Così ho sentito.
ekaṁ samayaṁ bhagavā sakkesu viharati kapilavatthusmiṁ nigrodhārāme. Una volta il Buddha dimorava nella terra dei Sakya vicino a Kapilavatthu nel monastero dell’Albero di Banyan.
Tena kho pana samayena kāpilavatthavānaṁ sakyānaṁ navaṁ santhāgāraṁ acirakāritaṁ hoti anajjhāvuṭṭhaṁ samaṇena vā brāhmaṇena vā kenaci vā manussabhūtena. In quell’occasione era stato costruito recentemente un nuovo salone comunale per i Sakya di Kapilavatthu. Non era ancora stato inaugurato da alcun asceta o bramino, o da persona alcuna.
Atha kho kāpilavatthavā sakyā yena bhagavā tenupasaṅkamiṁsu; upasaṅkamitvā bhagavantaṁ abhivādetvā ekamantaṁ nisīdiṁsu. Ekamantaṁ nisinnā kho kāpilavatthavā sakyā bhagavantaṁ etadavocuṁ: Allora i Sakya di Kapilavatthu andarono dal Buddha, si inchinarono, si sedettero a lato e gli dissero:
“idha, bhante, kāpilavatthavānaṁ sakyānaṁ navaṁ santhāgāraṁ acirakāritaṁ anajjhāvuṭṭhaṁ samaṇena vā brāhmaṇena vā kenaci vā manussabhūtena. “Signore, è stato costruito recentemente un nuovo salone comunale per i Sakya di Kapilavatthu. Non è ancora stato inaugurato da alcun asceta o bramino, o da persona alcuna.
Taṁ, bhante, bhagavā paṭhamaṁ paribhuñjatu. Bhagavatā paṭhamaṁ paribhuttaṁ pacchā kāpilavatthavā sakyā paribhuñjissanti. Che il Buddha sia il primo a usarlo, e solo dopo i Sakya di Kapilavatthu lo useranno.
Tadassa kāpilavatthavānaṁ sakyānaṁ dīgharattaṁ hitāya sukhāyā”ti. Ciò sarà a beneficio e felicità dei Sakya di Kapilavatthu per molto tempo”.
Adhivāsesi bhagavā tuṇhībhāvena. Il Buddha acconsentì in silenzio.
Atha kho kāpilavatthavā sakyā bhagavato adhivāsanaṁ viditvā uṭṭhāyāsanā bhagavantaṁ abhivādetvā padakkhiṇaṁ katvā yena navaṁ santhāgāraṁ tenupasaṅkamiṁsu; upasaṅkamitvā sabbasanthariṁ santhāgāraṁ santharitvā āsanāni paññapetvā udakamaṇikaṁ upaṭṭhapetvā telappadīpaṁ āropetvā yena bhagavā tenupasaṅkamiṁsu; Allora, sapendo che il Buddha aveva acconsentito, i Sakya si alzarono dai propri posti, si inchinarono, e circumambularono il Buddha, mantenendolo alla loro destra. Poi andarono al nuovo salone comunale, dove stesero tappeti ovunque, prepararono posti a sedere, sistemarono la brocca per l’acqua, e posizionarono una lampada a olio. Poi tornarono dal Buddha,
upasaṅkamitvā bhagavantaṁ abhivādetvā ekamantaṁ aṭṭhaṁsu. si inchinarono, si sedettero a lato,
Ekamantaṁ ṭhitā kho kāpilavatthavā sakyā bhagavantaṁ etadavocuṁ: e gli dissero delle preparazioni, aggiungendo:
“sabbasanthariṁ santhataṁ, bhante, santhāgāraṁ, āsanāni paññattāni, udakamaṇiko upaṭṭhāpito, telappadīpo āropito.
Yassadāni, bhante, bhagavā kālaṁ maññatī”ti. “Per favore, Signore, venga pure quando vuole”.
Atha kho bhagavā nivāsetvā pattacīvaramādāya saddhiṁ bhikkhusaṅghena yena santhāgāraṁ tenupasaṅkami; upasaṅkamitvā pāde pakkhāletvā santhāgāraṁ pavisitvā majjhimaṁ thambhaṁ nissāya puratthābhimukho nisīdi. Allora il Buddha si vestì e, prendendo la propria ciotola e abito, andò al nuovo salone comunale assieme alla comunità monastica. Dopo essersi lavato i piedi, entrò nel salone comunale e si sedette contro la colonna centrale rivolto verso est.
Bhikkhusaṅghopi kho pāde pakkhāletvā santhāgāraṁ pavisitvā pacchimaṁ bhittiṁ nissāya puratthābhimukho nisīdi, bhagavantaṁyeva purakkhatvā. Anche la comunità monastica si lavò i piedi, entrò nel salone comunale, e si sedette contro il muro posto a ovest rivolta verso est, con il Buddha di fronte a sé.
Kāpilavatthavāpi kho sakyā pāde pakkhāletvā santhāgāraṁ pavisitvā puratthimaṁ bhittiṁ nissāya pacchimābhimukhā nisīdiṁsu, bhagavantaṁyeva purakkhatvā. Anche i Sakya di Kapilavatthu si lavarono i piedi, entrarono nel salone comunale, e si sedettero contro il muro posto a est rivolti verso ovest, con il Buddha di fronte a loro.
Atha kho bhagavā kāpilavatthave sakye bahudeva rattiṁ dhammiyā kathāya sandassetvā samādapetvā samuttejetvā sampahaṁsetvā āyasmantaṁ ānandaṁ āmantesi: Il Buddha passò gran parte della notte a educare, incoraggiare, entusiasmare, e ispirare i Sakya con un sermone. Poi si rivolse al Venerabile Ānanda:
“paṭibhātu taṁ, ānanda, kāpilavatthavānaṁ sakyānaṁ sekho pāṭipado. “Ānanda, parla del praticante apprendista ai Sakya di Kapilavatthu come ti senti ispirato.
Piṭṭhi me āgilāyati; La mia schiene è indolenzita,
tamahaṁ āyamissāmī”ti. ora la stiro”
“Evaṁ, bhante”ti kho āyasmā ānando bhagavato paccassosi. “Sì, Signore,” rispose il Venerabile Ānanda.
Atha kho bhagavā catugguṇaṁ saṅghāṭiṁ paññāpetvā dakkhiṇena passena sīhaseyyaṁ kappesi, pāde pādaṁ accādhāya, sato sampajāno, uṭṭhānasaññaṁ manasi karitvā. Allora il Buddha stese il proprio mantello piegato in quattro e si sdraiò nella posizione del leone, sul lato destro, posizionando un piede sopra l’altro, consapevole e presente, concentrandosi sull’idea di alzarsi.
Atha kho āyasmā ānando mahānāmaṁ sakkaṁ āmantesi: Poi il Venerabile Ānanda si rivolse a Mahānāma il Sakya:
“idha, mahānāma, ariyasāvako sīlasampanno hoti, indriyesu guttadvāro hoti, bhojane mattaññū hoti, jāgariyaṁ anuyutto hoti, sattahi saddhammehi samannāgato hoti, catunnaṁ jhānānaṁ ābhicetasikānaṁ diṭṭhadhammasukhavihārānaṁ nikāmalābhī hoti akicchalābhī akasiralābhī. “Mahānāma, un discepolo nobile adempie l’etica, protegge le porte sensoriali, mangia con moderazione, ed è dedito alla veglia. Possiede sette buone qualità, e raggiunge le quattro estasi, dimore felici nella vita presente che appartengono alla mente superiore, quando vuole, senza problemi o difficoltà.
Kathañca, mahānāma, ariyasāvako sīlasampanno hoti? E com’è che un discepolo nobile adempie l’etica?
Idha, mahānāma, ariyasāvako sīlavā hoti, pātimokkhasaṁvarasaṁvuto viharati ācāragocarasampanno aṇumattesu vajjesu bhayadassāvī, samādāya sikkhati sikkhāpadesu. È quando un discepolo nobile è morale, con contegno basato sulla regola monastica, comportandosi bene e cercando elemosina in posti adatti. Vedendo il pericolo nella colpa più piccola, mantiene le regole che ha intrapreso.
Evaṁ kho, mahānāma, ariyasāvako sīlasampanno hoti. È così che un discepolo nobile adempie l’etica.
Kathañca, mahānāma, ariyasāvako indriyesu guttadvāro hoti? E com’è che un discepolo nobile protegge le porte sensoriali?
Idha, mahānāma, ariyasāvako cakkhunā rūpaṁ disvā na nimittaggāhī hoti nānubyañjanaggāhī. Quando un discepolo nobile vede una forma con gli occhi, non si fa influenzare dall’aspetto e dai dettagli.
Yatvādhikaraṇamenaṁ cakkhundriyaṁ asaṁvutaṁ viharantaṁ abhijjhādomanassā pāpakā akusalā dhammā anvāssaveyyuṁ tassa saṁvarāya paṭipajjati, rakkhati cakkhundriyaṁ, cakkhundriye saṁvaraṁ āpajjati. Se la facoltà della vista rimanesse senza contegno, qualità malvagie e cattive di attrazione o fastidio prenderebbero il sopravvento. Per questa ragione, fa pratica di contegno, protegge la facoltà dell’occhio, e si applica al suo contegno.
Sotena saddaṁ sutvā …pe… Quando sente un suono con l’orecchio …
ghānena gandhaṁ ghāyitvā …pe… Quando fiuta un odore con il naso …
jivhāya rasaṁ sāyitvā …pe… Quando gusta un sapore con la lingua …
kāyena phoṭṭhabbaṁ phusitvā …pe… Quando entra in contatto con un tocco col corpo …
manasā dhammaṁ viññāya na nimittaggāhī hoti nānubyañjanaggāhī. Quando diventa cosciente di un fenomeno mentale con la mente, non si fa influenzare dall’aspetto e dai dettagli.
Yatvādhikaraṇamenaṁ manindriyaṁ asaṁvutaṁ viharantaṁ abhijjhādomanassā pāpakā akusalā dhammā anvāssaveyyuṁ tassa saṁvarāya paṭipajjati, rakkhati manindriyaṁ, manindriye saṁvaraṁ āpajjati. Se la facoltà della mente rimanesse senza contegno, qualità malvagie e cattive di attrazione o fastidio prenderebbero il sopravvento. Per questa ragione, fa pratica di contegno, protegge la facoltà della mente, e si applica al suo contegno.
Evaṁ kho, mahānāma, ariyasāvako indriyesu guttadvāro hoti. È così che che un discepolo nobile protegge le porte sensoriali.
Kathañca, mahānāma, ariyasāvako bhojane mattaññū hoti? E com’è che un discepolo nobile mangia con moderazione?
Idha, mahānāma, ariyasāvako paṭisaṅkhā yoniso āhāraṁ āhāreti: È quando un discepolo nobile riflette in maniera lungimirante sul cibo che mangia:
‘neva davāya na madāya na maṇḍanāya na vibhūsanāya; yāvadeva imassa kāyassa ṭhitiyā yāpanāya vihiṁsūparatiyā brahmacariyānuggahāya. Iti purāṇañca vedanaṁ paṭihaṅkhāmi, navañca vedanaṁ na uppādessāmi, yātrā ca me bhavissati anavajjatā ca phāsuvihāro cā’ti. ‘Non per piacere, indulgenza, estetica, o abbellimento, ma solo per sostenere questo corpo, per evitare danno, e sostenere il percorso spirituale. In questo modo, metterò fine a vecchio disagio e non darò origine a nuovo disagio, e dimorerò senza colpe e a mio agio’.
Evaṁ kho, mahānāma, ariyasāvako bhojane mattaññū hoti. È così che un discepolo nobile mangia con moderazione.
Kathañca, mahānāma, ariyasāvako jāgariyaṁ anuyutto hoti? E com’è che un discepolo nobile è dedito alla veglia?
Idha, mahānāma, ariyasāvako divasaṁ caṅkamena nisajjāya āvaraṇīyehi dhammehi cittaṁ parisodheti, È quando un discepolo nobile cammina e siede durante il giorno, purificando la mente dagli ostacoli.
rattiyā paṭhamaṁ yāmaṁ caṅkamena nisajjāya āvaraṇīyehi dhammehi cittaṁ parisodheti, La sera, continua a camminare e sedere.
rattiyā majjhimaṁ yāmaṁ dakkhiṇena passena sīhaseyyaṁ kappeti, pāde pādaṁ accādhāya, sato sampajāno, uṭṭhānasaññaṁ manasi karitvā, Nel mezzo della notte, si sdraia nella posizione del leone, sul lato destro, posizionando un piede sopra l’altro, consapevole e presente, concentrandosi sull’idea di alzarsi.
rattiyā pacchimaṁ yāmaṁ paccuṭṭhāya caṅkamena nisajjāya āvaraṇīyehi dhammehi cittaṁ parisodheti. Nell’ultima parte della notte, si alza e continua a camminare e sedere, purificando la mente dagli ostacoli.
Evaṁ kho, mahānāma, ariyasāvako jāgariyaṁ anuyutto hoti. È così che un discepolo nobile è dedito alla veglia.
Kathañca, mahānāma, ariyasāvako sattahi saddhammehi samannāgato hoti? E com’è che un discepolo nobile possiede sette buone qualità?
Idha, mahānāma, ariyasāvako saddho hoti, saddahati tathāgatassa bodhiṁ: È quando un discepolo nobile ha fede nel risveglio del Realizzato:
‘itipi so bhagavā arahaṁ sammāsambuddho vijjācaraṇasampanno sugato lokavidū anuttaro purisadammasārathi satthā devamanussānaṁ buddho bhagavā’ti. ‘Il Beato è perfetto, un Buddha completamente risvegliato, esperto di conoscenza e condotta, santo, conoscitore del mondo, guida suprema per coloro che desiderano addestrarsi, insegnante di esseri celesti e umani, risvegliato, beato’.
Hirimā hoti, hirīyati kāyaduccaritena vacīduccaritena manoduccaritena, hirīyati pāpakānaṁ akusalānaṁ dhammānaṁ samāpattiyā. Ha una coscienza. È coscienzioso riguardo la cattiva condotta attraverso corpo, parola, e mente, ed è coscienzioso riguardo a qualsiasi qualità malvagia e cattiva.
Ottappī hoti, ottappati kāyaduccaritena vacīduccaritena manoduccaritena, ottappati pāpakānaṁ akusalānaṁ dhammānaṁ samāpattiyā. Esercita prudenza. È prudente per quanto riguarda la cattiva condotta attraverso corpo, parola, e mente, ed è prudente per quanto riguarda qualsiasi qualità malvagia e cattiva.
Bahussuto hoti sutadharo sutasannicayo. Ye te dhammā ādikalyāṇā majjhekalyāṇā pariyosānakalyāṇā sātthā sabyañjanā kevalaparipuṇṇaṁ parisuddhaṁ brahmacariyaṁ abhivadanti tathārūpāssa dhammā bahussutā honti dhātā vacasā paricitā manasānupekkhitā diṭṭhiyā suppaṭividdhā. È molto colto, ricorda e mantiene ciò che ha imparato. Questi insegnamenti sono buoni all’inizio, buoni nel mezzo, e buoni alla fine; significativi e ben espressi; descrivono un percorso spirituale assolutamente completo e puro. È molto colto in tali insegnamenti, ricordandoli, rafforzandoli attraverso la recitazione, scrutandoli con la mente, e comprendendoli in teoria.
Āraddhavīriyo viharati akusalānaṁ dhammānaṁ pahānāya, kusalānaṁ dhammānaṁ upasampadāya, thāmavā daḷhaparakkamo anikkhittadhuro kusalesu dhammesu. Dimora con energia attiva al fine di abbandonare le cattive qualità e di sposare buone qualità. È forte, strenuamente vigoroso, non batte la fiacca quando si tratta di sviluppare buone qualità.
Satimā hoti, paramena satinepakkena samannāgato, cirakatampi cirabhāsitampi saritā anussaritā. È consapevole. È dotato della massima consapevolezza e prontezza, e ricorda e porta alla mente ciò che è stato detto e fatto molto tempo fa.
Paññavā hoti, udayatthagāminiyā paññāya samannāgato, ariyāya nibbedhikāya sammā dukkhakkhayagāminiyā. È saggio. Possiede la saggezza del manifestarsi e svanire che è nobile, penetrante, e porta alla completa eliminazione della sofferenza.
Evaṁ kho, mahānāma, ariyasāvako sattahi saddhammehi samannāgato hoti. È così che un discepolo nobile possiede sette buone qualità.
Kathañca, mahānāma, ariyasāvako catunnaṁ jhānānaṁ ābhicetasikānaṁ diṭṭhadhammasukhavihārānaṁ nikāmalābhī hoti akicchalābhī akasiralābhī? E com’è che un discepolo nobile raggiunge le quattro estasi, dimore felici nella vita presente che appartengono alla mente superiore, quando vuole, senza problemi o difficoltà?
Idha, mahānāma, ariyasāvako vivicceva kāmehi …pe… paṭhamaṁ jhānaṁ upasampajja viharati; È quando un discepolo nobile, sufficientemente isolato dai piaceri dei sensi, … raggiunge e dimora nella prima estasi.
vitakkavicārānaṁ vūpasamā ajjhattaṁ sampasādanaṁ …pe… dutiyaṁ jhānaṁ upasampajja viharati; Con il placarsi dei pensiero e valutazione, … raggiunge e dimora nella seconda estasi.
pītiyā ca virāgā …pe… tatiyaṁ jhānaṁ upasampajja viharati; Con lo svanire dell’euforia, … raggiunge e dimora nella terza estasi.
sukhassa ca pahānā dukkhassa ca pahānā pubbeva somanassadomanassānaṁ atthaṅgamā …pe… catutthaṁ jhānaṁ upasampajja viharati. Abbandonando piacere e dolore, e mettendo fine ad allegria e tristezza precedenti, … raggiunge e dimora nella quarta estasi.
Evaṁ kho, mahānāma, ariyasāvako catunnaṁ jhānānaṁ ābhicetasikānaṁ diṭṭhadhammasukhavihārānaṁ nikāmalābhī hoti akicchalābhī akasiralābhī. È così che un discepolo nobile raggiunge le quattro estasi, dimore felici nella vita presente che appartengono alla mente superiore, quando vuole, senza problemi o difficoltà.
Yato kho, mahānāma, ariyasāvako evaṁ sīlasampanno hoti, evaṁ indriyesu guttadvāro hoti, evaṁ bhojane mattaññū hoti, evaṁ jāgariyaṁ anuyutto hoti, evaṁ sattahi saddhammehi samannāgato hoti, evaṁ catunnaṁ jhānānaṁ ābhicetasikānaṁ diṭṭhadhammasukhavihārānaṁ nikāmalābhī hoti akicchalābhī akasiralābhī, ayaṁ vuccati, mahānāma, ariyasāvako sekho pāṭipado apuccaṇḍatāya samāpanno, bhabbo abhinibbhidāya, bhabbo sambodhāya, bhabbo anuttarassa yogakkhemassa adhigamāya. Quando un discepolo nobile adempie l’etica, protegge le porte sensoriali, mangia con moderazione, è dedito alla veglia, possiede sette buone qualità, e raggiunge le quattro estasi, dimore felici nella vita presente che appartengono alla mente superiore, quando vuole, senza problemi o difficoltà, viene chiamato un discepolo nobile praticante apprendista. Le sue uova sono intatte, ed è in grado di rompere il guscio, di risvegliarsi, e di raggiungere il santuario supremo dal giogo.
Seyyathāpi, mahānāma, kukkuṭiyā aṇḍāni aṭṭha vā dasa vā dvādasa vā tānāssu kukkuṭiyā sammā adhisayitāni sammā pariseditāni sammā paribhāvitāni, kiñcāpi tassā kukkuṭiyā na evaṁ icchā uppajjeyya: Immagina una chioccia con otto, dieci, o dodici uova che si siede correttamente su di esse per tenerle incubate al caldo. Anche se la chioccia non esprime il desiderio:
‘aho vatime kukkuṭapotakā pādanakhasikhāya vā mukhatuṇḍakena vā aṇḍakosaṁ padāletvā sotthinā abhinibbhijjeyyun’ti, ‘Se solo i miei pulcini rompessero le uova con artigli e becco e schiudessero in sicurezza!’
atha kho bhabbāva te kukkuṭapotakā pādanakhasikhāya vā mukhatuṇḍakena vā aṇḍakosaṁ padāletvā sotthinā abhinibbhijjituṁ. Comunque loro sono in grado di rompere le uova e schiudere in sicurezza.
Evameva kho, mahānāma, yato ariyasāvako evaṁ sīlasampanno hoti, evaṁ indriyesu guttadvāro hoti, evaṁ bhojane mattaññū hoti, evaṁ jāgariyaṁ anuyutto hoti, evaṁ sattahi saddhammehi samannāgato hoti, evaṁ catunnaṁ jhānānaṁ ābhicetasikānaṁ diṭṭhadhammasukhavihārānaṁ nikāmalābhī hoti akicchalābhī akasiralābhī, ayaṁ vuccati, mahānāma, ariyasāvako sekho pāṭipado apuccaṇḍatāya samāpanno, bhabbo abhinibbhidāya, bhabbo sambodhāya, bhabbo anuttarassa yogakkhemassa adhigamāya. Allo stesso modo, quando un discepolo nobile pratica tutte queste cose viene chiamato un discepolo nobile praticante apprendista. Le sue uova sono intatte, ed è in grado di rompere il guscio, di risvegliarsi, e di raggiungere il santuario supremo dal giogo.
Sa kho so, mahānāma, ariyasāvako imaṁyeva anuttaraṁ upekkhāsatipārisuddhiṁ āgamma anekavihitaṁ pubbenivāsaṁ anussarati, Supportato da questa purezza suprema di consapevolezza ed equanimità, il discepolo nobile ricorda i suoi molti tipi di vite passate.
seyyathidaṁ—ekampi jātiṁ dvepi jātiyo …pe… iti sākāraṁ sauddesaṁ anekavihitaṁ pubbenivāsaṁ anussarati, Cioè, una nascita, due rinascite, … si ricorda i suoi molti tipi di vite passate, nei particolari e nello specifico.
ayamassa paṭhamābhinibbhidā hoti kukkuṭacchāpakasseva aṇḍakosamhā. Questa è la prima rottura, come un pulcino da un uovo.
Sa kho so, mahānāma, ariyasāvako imaṁyeva anuttaraṁ upekkhāsatipārisuddhiṁ āgamma dibbena cakkhunā visuddhena atikkantamānusakena satte passati cavamāne upapajjamāne hīne paṇīte suvaṇṇe dubbaṇṇe sugate duggate …pe… yathākammūpage satte pajānāti, Supportato da questa purezza suprema di consapevolezza ed equanimità, il discepolo nobile, con chiaroveggenza purificata e sovrumana, vede gli esseri viventi morire e rinascere, inferiori e superiori, belli e brutti, in un bel posto o un brutto posto. … Comprende come gli esseri viventi rinascono secondo le proprie azioni.
ayamassa dutiyābhinibbhidā hoti kukkuṭacchāpakasseva aṇḍakosamhā. Questa è la seconda rottura, come un pulcino da un uovo.
Sa kho so, mahānāma, ariyasāvako imaṁyeva anuttaraṁ upekkhāsatipārisuddhiṁ āgamma āsavānaṁ khayā anāsavaṁ cetovimuttiṁ paññāvimuttiṁ diṭṭheva dhamme sayaṁ abhiññā sacchikatvā upasampajja viharati, Supportato da questa purezza suprema di consapevolezza ed equanimità, il discepolo nobile realizza la libertà incorrotta della mente e la libertà attraverso saggezza in questa stessa vita, e dimora avendo raggiunto ciò con la propria conoscenza diretta grazie all’eliminazione dei contaminanti.
ayamassa tatiyābhinibbhidā hoti kukkuṭacchāpakasseva aṇḍakosamhā. Questa è la terza rottura, come un pulcino da un uovo.
Yampi, mahānāma, ariyasāvako sīlasampanno hoti, idampissa hoti caraṇasmiṁ; La condotta di un discepolo nobile include questo: adempimento dell’etica,
yampi, mahānāma, ariyasāvako indriyesu guttadvāro hoti, idampissa hoti caraṇasmiṁ; proteggere le porte sensoriali,
yampi, mahānāma, ariyasāvako bhojane mattaññū hoti, idampissa hoti caraṇasmiṁ; mangiare con moderazione,
yampi, mahānāma, ariyasāvako jāgariyaṁ anuyutto hoti, idampissa hoti caraṇasmiṁ; essere dediti alla veglia,
yampi, mahānāma, ariyasāvako sattahi saddhammehi samannāgato hoti, idampissa hoti caraṇasmiṁ; possedere sette buone qualità,
yampi, mahānāma, ariyasāvako catunnaṁ jhānānaṁ ābhicetasikānaṁ diṭṭhadhammasukhavihārānaṁ nikāmalābhī hoti akicchalābhī akasiralābhī, idampissa hoti caraṇasmiṁ. e raggiungere le quattro estasi quando si vuole, senza problemi o difficoltà.
Yañca kho, mahānāma, ariyasāvako anekavihitaṁ pubbenivāsaṁ anussarati, seyyathidaṁ—ekampi jātiṁ dvepi jātiyo …pe… iti sākāraṁ sauddesaṁ anekavihitaṁ pubbenivāsaṁ anussarati, idampissa hoti vijjāya; La conoscenza di un discepolo nobile include questo: ricordare le proprie vite passate,
yampi, mahānāma, ariyasāvako dibbena cakkhunā visuddhena atikkantamānusakena satte passati cavamāne upapajjamāne hīne paṇīte suvaṇṇe dubbaṇṇe sugate duggate …pe… yathākammūpage satte pajānāti, idampissa hoti vijjāya. chiaroveggenza purificata e sovrumana,
Yampi, mahānāma, ariyasāvako āsavānaṁ khayā anāsavaṁ cetovimuttiṁ paññāvimuttiṁ diṭṭheva dhamme sayaṁ abhiññā sacchikatvā upasampajja viharati, idampissa hoti vijjāya. e realizzare la libertà incorrotta della mente e la libertà attraverso saggezza in questa stessa vita grazie all’eliminazione dei contaminanti.
Ayaṁ vuccati, mahānāma, ariyasāvako vijjāsampanno itipi caraṇasampanno itipi vijjācaraṇasampanno itipi. Si dice che un discepolo nobile così sia ‘esperto di conoscenza’, e anche ‘esperto in condotta’, e anche ‘esperto di conoscenza e condotta’.
Brahmunāpesā, mahānāma, sanaṅkumārena gāthā bhāsitā: Anche il Dio Sanaṅkumāra recitò questo versetto:
‘Khattiyo seṭṭho janetasmiṁ, ‘L’aristocratico è il migliore fra gli uomini
ye gottapaṭisārino; che prendono la casta come standard.
Vijjācaraṇasampanno, Ma chi è esperto di conoscenza e condotta
so seṭṭho devamānuse’ti. è supremo fra esseri celesti e umani’.
Sā kho panesā, mahānāma, brahmunā sanaṅkumārena gāthā sugītā no duggītā, subhāsitā no dubbhāsitā, atthasaṁhitā no anatthasaṁhitā, anumatā bhagavatā”ti. E quel versetto è stato recitato bene dal Dio Sanaṅkumāra, non recitato male; ben detto, non detto male, benefico, non dannoso, e fu approvato dal Buddha”.
Atha kho bhagavā uṭṭhahitvā āyasmantaṁ ānandaṁ āmantesi: A quel punto il Buddha si alzò e disse al Venerabile Ānanda:
“sādhu sādhu, ānanda, “Bene, bene, Ānanda.
sādhu kho tvaṁ, ānanda, kāpilavatthavānaṁ sakyānaṁ sekhaṁ pāṭipadaṁ abhāsī”ti. È bene che tu abbia parlato ai Sakya di Kapilavatthu del praticante apprendista”.
Idamavocāyasmā ānando. Questo è ciò che il Venerabile Ānanda disse,
Samanuñño satthā ahosi. e il Maestro approvò.
Attamanā kāpilavatthavā sakyā āyasmato ānandassa bhāsitaṁ abhinandunti. Contenti, i Sakya di Kapilavatthu trassero piacere da ciò che il Venerabile Ānanda disse.
Sekhasuttaṁ niṭṭhitaṁ tatiyaṁ.