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Majjhima Nikāya 24 Discorsi medi 24
Rathavinītasutta Il discorso sulle carrozze pronte
Evaṁ me sutaṁ—Così ho sentito.
ekaṁ samayaṁ bhagavā rājagahe viharati veḷuvane kalandakanivāpe. Una volta il Buddha dimorava vicino a Rājagaha, nel bosco di bambù, il terreno dove gli scoiattoli venivano a mangiare.
Atha kho sambahulā jātibhūmakā bhikkhū jātibhūmiyaṁ vassaṁvuṭṭhā yena bhagavā tenupasaṅkamiṁsu; upasaṅkamitvā bhagavantaṁ abhivādetvā ekamantaṁ nisīdiṁsu. Ekamantaṁ nisinne kho te bhikkhū bhagavā etadavoca: Diversi monaci che avevano completato il ritiro della stagione delle piogge nella propria terra natia andarono dal Buddha, si inchinarono, e si sedettero a lato. Il Buddha disse loro:
“Ko nu kho, bhikkhave, jātibhūmiyaṁ jātibhūmakānaṁ bhikkhūnaṁ sabrahmacārīnaṁ evaṁ sambhāvito: “Nella vostra terra natia, monaci, quali dei monaci nativi sono stimati così:
‘attanā ca appiccho appicchakathañca bhikkhūnaṁ kattā, attanā ca santuṭṭho santuṭṭhikathañca bhikkhūnaṁ kattā, attanā ca pavivitto pavivekakathañca bhikkhūnaṁ kattā, attanā ca asaṁsaṭṭho asaṁsaggakathañca bhikkhūnaṁ kattā, attanā ca āraddhavīriyo vīriyārambhakathañca bhikkhūnaṁ kattā, attanā ca sīlasampanno sīlasampadākathañca bhikkhūnaṁ kattā, attanā ca samādhisampanno samādhisampadākathañca bhikkhūnaṁ kattā, attanā ca paññāsampanno paññāsampadākathañca bhikkhūnaṁ kattā, attanā ca vimuttisampanno vimuttisampadākathañca bhikkhūnaṁ kattā, attanā ca vimuttiñāṇadassanasampanno vimuttiñāṇadassanasampadākathañca bhikkhūnaṁ kattā, ovādako viññāpako sandassako samādapako samuttejako sampahaṁsako sabrahmacārīnan’”ti? ‘Avendo pochi desideri lui stesso, parla ai monaci dell’avere pochi desideri. Essendo soddisfatto con poco, isolato, distaccato, energico, morale, concentrato, saggio, libero, e possedendo conoscenza e visione della libertà, parla ai monaci di tutte queste cose. È un consigliere e un istruttore, uno che educa, incoraggia, entusiasma, e ispira i propri compagni spirituali’?”
“Puṇṇo nāma, bhante, āyasmā mantāṇiputto jātibhūmiyaṁ jātibhūmakānaṁ bhikkhūnaṁ sabrahmacārīnaṁ evaṁ sambhāvito: “Puṇṇa il Figlio di Mantāṇi, Signore, è stimato così nella nostra terra natia”.
‘attanā ca appiccho appicchakathañca bhikkhūnaṁ kattā, attanā ca santuṭṭho …pe… ovādako viññāpako sandassako samādapako samuttejako sampahaṁsako sabrahmacārīnan’”ti.
Tena kho pana samayena āyasmā sāriputto bhagavato avidūre nisinno hoti. In quell’occasione il Venerabile Sāriputta era seduto non lontano dal Buddha.
Atha kho āyasmato sāriputtassa etadahosi: Pensò:
“lābhā āyasmato puṇṇassa mantāṇiputtassa, suladdhalābhā āyasmato puṇṇassa mantāṇiputtassa, “Puṇṇa il Figlio di Mantāṇi è fortunato, molto fortunato,
yassa viññū sabrahmacārī satthu sammukhā anumassa anumassa vaṇṇaṁ bhāsanti, tañca satthā abbhanumodati. che i suoi compagni spirituali giudiziosi lo lodano punto dopo punto in presenza del Maestro, e il Maestro asseconda tale apprezzamento.
Appeva nāma mayampi kadāci karahaci āyasmatā puṇṇena mantāṇiputtena saddhiṁ samāgaccheyyāma, appeva nāma siyā kocideva kathāsallāpo”ti. Speriamo che prima o poi io abbia occasione di incontrare il Venerabile Puṇṇa e di avere una conversazione con lui”.
Atha kho bhagavā rājagahe yathābhirantaṁ viharitvā yena sāvatthi tena cārikaṁ pakkāmi. Una volta che il Buddha fu rimasto a Rājagaha quanto voleva, si avviò verso Sāvatthī.
Anupubbena cārikaṁ caramāno yena sāvatthi tadavasari. Passo dopo passo, giunse a Sāvatthī,
Tatra sudaṁ bhagavā sāvatthiyaṁ viharati jetavane anāthapiṇḍikassa ārāme. dove dimorò nel bosco di Jeta, il monastero di Anāthapiṇḍika.
Assosi kho āyasmā puṇṇo mantāṇiputto: “bhagavā kira sāvatthiṁ anuppatto; sāvatthiyaṁ viharati jetavane anāthapiṇḍikassa ārāme”ti. Il Venerabile Puṇṇa sentì che il Buddha era arrivato a Sāvatthī.
Atha kho āyasmā puṇṇo mantāṇiputto senāsanaṁ saṁsāmetvā pattacīvaramādāya yena sāvatthi tena cārikaṁ pakkāmi. Allora riordinò il proprio riparo e, prendendo la propria ciotola e abito, si avviò verso Sāvatthī.
Anupubbena cārikaṁ caramāno yena sāvatthi jetavanaṁ anāthapiṇḍikassa ārāmo yena bhagavā tenupasaṅkami; upasaṅkamitvā bhagavantaṁ abhivādetvā ekamantaṁ nisīdi. Alla fine giunse a Sāvatthī e al Bosco di Jeta. Andò dal Buddha, si inchinò, e si sedette a lato.
Ekamantaṁ nisinnaṁ kho āyasmantaṁ puṇṇaṁ mantāṇiputtaṁ bhagavā dhammiyā kathāya sandassesi samādapesi samuttejesi sampahaṁsesi. Il Buddha lo educò, incoraggiò, entusiasmò, e ispirò con un sermone.
Atha kho āyasmā puṇṇo mantāṇiputto bhagavatā dhammiyā kathāya sandassito samādapito samuttejito sampahaṁsito bhagavato bhāsitaṁ abhinanditvā anumoditvā uṭṭhāyāsanā bhagavantaṁ abhivādetvā padakkhiṇaṁ katvā yena andhavanaṁ tenupasaṅkami divāvihārāya. Poi, avendo tratto piacere e gioito in ciò che il Buddha disse, il Venerabile Puṇṇa si alzò dal proprio posto, si inchinò, e circumambulò il Buddha, mantenendolo alla propria destra. Poi andò nella Foresta Oscura per la dimora quotidiana.
Atha kho aññataro bhikkhu yenāyasmā sāriputto tenupasaṅkami; upasaṅkamitvā āyasmantaṁ sāriputtaṁ etadavoca: Allora un certo monaco andò dal Venerabile Sāriputta, e gli disse:
“yassa kho tvaṁ, āvuso sāriputta, puṇṇassa nāma bhikkhuno mantāṇiputtassa abhiṇhaṁ kittayamāno ahosi, so bhagavatā dhammiyā kathāya sandassito samādapito samuttejito sampahaṁsito bhagavato bhāsitaṁ abhinanditvā anumoditvā uṭṭhāyāsanā bhagavantaṁ abhivādetvā padakkhiṇaṁ katvā yena andhavanaṁ tena pakkanto divāvihārāyā”ti. “Fratello Sāriputta, il monaco di nome Puṇṇa, di cui hai spesso parlato bene, dopo essere stato ispirato da un sermone del Buddha, è partito per la Foresta Oscura per la dimora quotidiana”.
Atha kho āyasmā sāriputto taramānarūpo nisīdanaṁ ādāya āyasmantaṁ puṇṇaṁ mantāṇiputtaṁ piṭṭhito piṭṭhito anubandhi sīsānulokī. Il Venerabile Sāriputta prese velocemente il proprio tappetino e seguì il Venerabile Puṇṇa, tenendo d’occhio la sua testa.
Atha kho āyasmā puṇṇo mantāṇiputto andhavanaṁ ajjhogāhetvā aññatarasmiṁ rukkhamūle divāvihāraṁ nisīdi. Il Venerabile Puṇṇa si addentrò profondamente nella Foresta Oscura e si sedette alla radice di un albero per la dimora quotidiana.
Āyasmāpi kho sāriputto andhavanaṁ ajjhogāhetvā aññatarasmiṁ rukkhamūle divāvihāraṁ nisīdi. E il Venerabile Sāriputta fece altrettanto.
Atha kho āyasmā sāriputto sāyanhasamayaṁ paṭisallānā vuṭṭhito yenāyasmā puṇṇo mantāṇiputto tenupasaṅkami; upasaṅkamitvā āyasmatā puṇṇena mantāṇiputtena saddhiṁ sammodi. Poi nel tardo pomeriggio, il Venerabile Sāriputta uscì da ritiro, andò dal Venerabile Puṇṇa, e ci scambiò saluti.
Sammodanīyaṁ kathaṁ sāraṇīyaṁ vītisāretvā ekamantaṁ nisīdi. Ekamantaṁ nisinno kho āyasmā sāriputto āyasmantaṁ puṇṇaṁ mantāṇiputtaṁ etadavoca: Una volta che i saluti e le cordialità terminarono, si sedette a lato e disse al Venerabile Puṇṇa:
“Bhagavati no, āvuso, brahmacariyaṁ vussatī”ti? “Fratello, il nostro è il percorso spirituale del Buddha?”
“Evamāvuso”ti. “Sì, fratello”
“Kiṁ nu kho, āvuso, sīlavisuddhatthaṁ bhagavati brahmacariyaṁ vussatī”ti? “Il percorso spirituale del Buddha è a scopo della purificazione dell’etica?”
“No hidaṁ, āvuso”. “Certamente no, fratello”
“Kiṁ panāvuso, cittavisuddhatthaṁ bhagavati brahmacariyaṁ vussatī”ti? “Allora il percorso spirituale del Buddha è a scopo della purificazione della mente?”
“No hidaṁ, āvuso”. “Certamente no, fratello”
“Kiṁ nu kho, āvuso, diṭṭhivisuddhatthaṁ bhagavati brahmacariyaṁ vussatī”ti? “Il percorso spirituale del Buddha è a scopo della purificazione dell’opinione?”
“No hidaṁ, āvuso”. “Certamente no, fratello”
“Kiṁ panāvuso, kaṅkhāvitaraṇavisuddhatthaṁ bhagavati brahmacariyaṁ vussatī”ti? “Allora il percorso spirituale del Buddha è a scopo della purificazione attraverso il superamento del dubbio?”
“No hidaṁ, āvuso”. “Certamente no, fratello”
“Kiṁ nu kho, āvuso, maggāmaggañāṇadassanavisuddhatthaṁ bhagavati brahmacariyaṁ vussatī”ti? “Il percorso spirituale del Buddha è a scopo della purificazione di conoscenza e visione di ciò che è il percorso e ciò che non è il percorso?”
“No hidaṁ, āvuso”. “Certamente no, fratello”
“Kiṁ panāvuso, paṭipadāñāṇadassanavisuddhatthaṁ bhagavati brahmacariyaṁ vussatī”ti? “Allora il percorso spirituale del Buddha è a scopo della purificazione di conoscenza e visione della pratica?”
“No hidaṁ, āvuso”. “Certamente no, fratello”
“Kiṁ nu kho, āvuso, ñāṇadassanavisuddhatthaṁ bhagavati brahmacariyaṁ vussatī”ti? “Il percorso spirituale del Buddha è a scopo della purificazione di conoscenza e visione?”
“No hidaṁ, āvuso”. “Certamente no, fratello”
“‘Kiṁ nu kho, āvuso, sīlavisuddhatthaṁ bhagavati brahmacariyaṁ vussatī’ti iti puṭṭho samāno ‘no hidaṁ, āvuso’ti vadesi. “Interrogato su ognuna di queste domande hai risposto: ‘Certamente no, fratello’.
‘Kiṁ panāvuso, cittavisuddhatthaṁ bhagavati brahmacariyaṁ vussatī’ti iti puṭṭho samāno ‘no hidaṁ, āvuso’ti vadesi.
‘Kiṁ nu kho, āvuso, diṭṭhivisuddhatthaṁ …pe…
kaṅkhāvitaraṇavisuddhatthaṁ …pe…
maggāmaggañāṇadassanavisuddhatthaṁ …pe…
paṭipadāñāṇadassanavisuddhatthaṁ …pe…
kiṁ nu kho, āvuso, ñāṇadassanavisuddhatthaṁ bhagavati brahmacariyaṁ vussatī’ti iti puṭṭho samāno ‘no hidaṁ āvuso’ti vadesi.
Kimatthaṁ carahāvuso, bhagavati brahmacariyaṁ vussatī”ti? Allora qual è esattamente lo scopo di seguire il percorso spirituale del Buddha?”
“Anupādāparinibbānatthaṁ kho, āvuso, bhagavati brahmacariyaṁ vussatī”ti. “Lo scopo di seguire il percorso spirituale del Buddha è l’estinzione tramite il distacco”
“Kiṁ nu kho, āvuso, sīlavisuddhi anupādāparinibbānan”ti? “Fratello, la purificazione dell’etica è l’estinzione tramite il distacco?”
“No hidaṁ, āvuso”. “Certamente no, fratello”
“Kiṁ panāvuso, cittavisuddhi anupādāparinibbānan”ti? “La purificazione della mente è l’estinzione tramite il distacco?”
“No hidaṁ, āvuso”. “Certamente no, fratello”
“Kiṁ nu kho, āvuso, diṭṭhivisuddhi anupādāparinibbānan”ti? la purificazione dell’opinione è l’estinzione tramite il distacco?”
“No hidaṁ, āvuso”. “Certamente no, fratello”
“Kiṁ panāvuso, kaṅkhāvitaraṇavisuddhi anupādāparinibbānan”ti? la purificazione attraverso il superamento del dubbio è l’estinzione tramite il distacco?”
“No hidaṁ, āvuso”. “Certamente no, fratello”
“Kiṁ nu kho, āvuso, maggāmaggañāṇadassanavisuddhi anupādāparinibbānan”ti? la purificazione di conoscenza e visione di ciò che è il percorso e ciò che non è il percorso è l’estinzione tramite il distacco?”
“No hidaṁ, āvuso”. “Certamente no, fratello”
“Kiṁ panāvuso, paṭipadāñāṇadassanavisuddhi anupādāparinibbānan”ti? la purificazione di conoscenza e visione della pratica è l’estinzione tramite il distacco?”
“No hidaṁ, āvuso”. “Certamente no, fratello”
“Kiṁ nu kho, āvuso, ñāṇadassanavisuddhi anupādāparinibbānan”ti? la purificazione di conoscenza e visione è l’estinzione tramite il distacco?”
“No hidaṁ, āvuso”. “Certamente no, fratello”
“Kiṁ panāvuso, aññatra imehi dhammehi anupādāparinibbānan”ti? “Allora l’estinzione tramite il distacco si trova al di fuori di queste cose?”
“No hidaṁ, āvuso”. “Certamente no, fratello”
“‘Kiṁ nu kho, āvuso, sīlavisuddhi anupādāparinibbānan’ti iti puṭṭho samāno ‘no hidaṁ, āvuso’ti vadesi. “Interrogato su ognuna di queste domande hai risposto: ‘Certamente no, fratello’.
‘Kiṁ panāvuso, cittavisuddhi anupādāparinibbānan’ti iti puṭṭho samāno ‘no hidaṁ, āvuso’ti vadesi.
‘Kiṁ nu kho, āvuso, diṭṭhivisuddhi anupādāparinibbānan’ti …pe…
kaṅkhāvitaraṇavisuddhi …
maggāmaggañāṇadassanavisuddhi …
paṭipadāñāṇadassanavisuddhi …
‘kiṁ nu kho, āvuso, ñāṇadassanavisuddhi anupādāparinibbānan’ti iti puṭṭho samāno ‘no hidaṁ, āvuso’ti vadesi.
‘Kiṁ panāvuso, aññatra imehi dhammehi anupādāparinibbānan’ti iti puṭṭho samāno ‘no hidaṁ, āvuso’ti vadesi.
Yathākathaṁ panāvuso, imassa bhāsitassa attho daṭṭhabbo”ti? Come posso interpretare il significato di questa frase?”
“Sīlavisuddhiñce, āvuso, bhagavā anupādāparinibbānaṁ paññapeyya, saupādānaṁyeva samānaṁ anupādāparinibbānaṁ paññapeyya. “Se il Buddha avesse dichiarato che la purificazione dell’etica fosse l’estinzione tramite il distacco, avrebbe dichiarato che ciò che ha attaccamento è l’estinzione tramite il distacco.
Cittavisuddhiñce, āvuso, bhagavā anupādāparinibbānaṁ paññapeyya, saupādānaṁyeva samānaṁ anupādāparinibbānaṁ paññapeyya. Se il Buddha avesse dichiarato che la purificazione della mente fosse l’estinzione tramite il distacco, avrebbe dichiarato che ciò che ha attaccamento è l’estinzione tramite il distacco.
Diṭṭhivisuddhiñce, āvuso, bhagavā anupādāparinibbānaṁ paññapeyya, saupādānaṁyeva samānaṁ anupādāparinibbānaṁ paññapeyya. Se il Buddha avesse dichiarato che la purificazione dell’opinione fosse l’estinzione tramite il distacco, avrebbe dichiarato che ciò che ha attaccamento è l’estinzione tramite il distacco.
Kaṅkhāvitaraṇavisuddhiñce, āvuso, bhagavā anupādāparinibbānaṁ paññapeyya, saupādānaṁyeva samānaṁ anupādāparinibbānaṁ paññapeyya. Se il Buddha avesse dichiarato che la purificazione attraverso il superamento del dubbio fosse l’estinzione tramite il distacco, avrebbe dichiarato che ciò che ha attaccamento è l’estinzione tramite il distacco.
Maggāmaggañāṇadassanavisuddhiñce, āvuso, bhagavā anupādāparinibbānaṁ paññapeyya, saupādānaṁyeva samānaṁ anupādāparinibbānaṁ paññapeyya. Se il Buddha avesse dichiarato che la purificazione di conoscenza e visione di ciò che è il percorso e ciò che non è il percorso fosse l’estinzione tramite il distacco, avrebbe dichiarato che ciò che ha attaccamento è l’estinzione tramite il distacco.
Paṭipadāñāṇadassanavisuddhiñce, āvuso, bhagavā anupādāparinibbānaṁ paññapeyya, saupādānaṁyeva samānaṁ anupādāparinibbānaṁ paññapeyya. Se il Buddha avesse dichiarato che la purificazione di conoscenza e visione della pratica fosse l’estinzione tramite il distacco, avrebbe dichiarato che ciò che ha attaccamento è l’estinzione tramite il distacco.
Ñāṇadassanavisuddhiñce, āvuso, bhagavā anupādāparinibbānaṁ paññapeyya, saupādānaṁyeva samānaṁ anupādāparinibbānaṁ paññapeyya. Se il Buddha avesse dichiarato che la purificazione di conoscenza e visione fosse l’estinzione tramite il distacco, avrebbe dichiarato che ciò che ha attaccamento è l’estinzione tramite il distacco.
Aññatra ce, āvuso, imehi dhammehi anupādāparinibbānaṁ abhavissa, puthujjano parinibbāyeyya. Ma se l’estinzione tramite il distacco si trovasse al di fuori di queste cose, una persona ordinaria si estinguerebbe.
Puthujjano hi, āvuso, aññatra imehi dhammehi. Poiché una persona ordinaria non possiede queste cose.
Tena hāvuso, upamaṁ te karissāmi; Beh allora, fratello, uso una similitudine.
upamāyapidhekacce viññū purisā bhāsitassa atthaṁ ājānanti. Poiché attraverso le similitudini le persone giudiziose comprendono il significato di ciò che viene detto.
Seyyathāpi, āvuso, rañño pasenadissa kosalassa sāvatthiyaṁ paṭivasantassa sākete kiñcideva accāyikaṁ karaṇīyaṁ uppajjeyya. Supponi che, mentre si trova a Sāvatthī, il Re Pasenadi di Kosala abbia delle faccende urgenti da sbrigare a Sāketa.
Tassa antarā ca sāvatthiṁ antarā ca sāketaṁ satta rathavinītāni upaṭṭhapeyyuṁ. Ora, tra Sāvatthī e Sāketa vengono preparate per lui sette carrozze.
Atha kho, āvuso, rājā pasenadi kosalo sāvatthiyā nikkhamitvā antepuradvārā paṭhamaṁ rathavinītaṁ abhiruheyya, paṭhamena rathavinītena dutiyaṁ rathavinītaṁ pāpuṇeyya, paṭhamaṁ rathavinītaṁ vissajjeyya dutiyaṁ rathavinītaṁ abhiruheyya. Quindi Pasenadi, partendo da Sāvatthī, monta sulla prima carrozza preparata al cancello del complesso reale. La prima carrozza lo porta alla seconda, dove scende e monta sulla seconda carrozza.
Dutiyena rathavinītena tatiyaṁ rathavinītaṁ pāpuṇeyya, dutiyaṁ rathavinītaṁ vissajjeyya, tatiyaṁ rathavinītaṁ abhiruheyya. La seconda carrozza lo porta alla terza, dove scende e monta sulla terza carrozza.
Tatiyena rathavinītena catutthaṁ rathavinītaṁ pāpuṇeyya, tatiyaṁ rathavinītaṁ vissajjeyya, catutthaṁ rathavinītaṁ abhiruheyya. La terza carrozza lo porta alla quarta, dove scende e monta sulla quarta carrozza.
Catutthena rathavinītena pañcamaṁ rathavinītaṁ pāpuṇeyya, catutthaṁ rathavinītaṁ vissajjeyya, pañcamaṁ rathavinītaṁ abhiruheyya. La quarta carrozza lo porta alla quinta, dove scende e monta sulla quinta carrozza.
Pañcamena rathavinītena chaṭṭhaṁ rathavinītaṁ pāpuṇeyya, pañcamaṁ rathavinītaṁ vissajjeyya, chaṭṭhaṁ rathavinītaṁ abhiruheyya. La quinta carrozza lo porta alla sesta, dove scende e monta sulla sesta carrozza.
Chaṭṭhena rathavinītena sattamaṁ rathavinītaṁ pāpuṇeyya, chaṭṭhaṁ rathavinītaṁ vissajjeyya, sattamaṁ rathavinītaṁ abhiruheyya. La sesta carrozza lo porta alla settima, dove scende e monta sulla settima carrozza.
Sattamena rathavinītena sāketaṁ anupāpuṇeyya antepuradvāraṁ. La settima carrozza lo porta al cancello del complesso reale di Sāketa.
Tamenaṁ antepuradvāragataṁ samānaṁ mittāmaccā ñātisālohitā evaṁ puccheyyuṁ: E una volta al cancello, amici e colleghi, parenti e conoscenti gli chiedono:
‘iminā tvaṁ, mahārāja, rathavinītena sāvatthiyā sāketaṁ anuppatto antepuradvāran’ti? ‘Grande re, sei arrivato a Sāketa da Sāvatthī con questa carrozza?’
Kathaṁ byākaramāno nu kho, āvuso, rājā pasenadi kosalo sammā byākaramāno byākareyyā”ti? Se interrogato così, il Re Pasenadi cosa dovrebbe dire per rispondere correttamente?”
“Evaṁ byākaramāno kho, āvuso, rājā pasenadi kosalo sammā byākaramāno byākareyya: “Il re dovrebbe dire:
‘idha me sāvatthiyaṁ paṭivasantassa sākete kiñcideva accāyikaṁ karaṇīyaṁ uppajji. ‘Beh, mentre mi trovavo a Sāvatthī, avevo delle faccende urgenti da sbrigare a Sāketa.
Tassa me antarā ca sāvatthiṁ antarā ca sāketaṁ satta rathavinītāni upaṭṭhapesuṁ. Ora, tra Sāvatthī e Sāketa furono preparate per me sette carrozze.
Atha khvāhaṁ sāvatthiyā nikkhamitvā antepuradvārā paṭhamaṁ rathavinītaṁ abhiruhiṁ. Quindi, partendo da Sāvatthī, montai sulla prima carrozza preparata al cancello del complesso reale.
Paṭhamena rathavinītena dutiyaṁ rathavinītaṁ pāpuṇiṁ, paṭhamaṁ rathavinītaṁ vissajjiṁ dutiyaṁ rathavinītaṁ abhiruhiṁ. La prima carrozza mi portò alla seconda, dove scesi e montai sulla seconda carrozza.
Dutiyena rathavinītena tatiyaṁ rathavinītaṁ pāpuṇiṁ, dutiyaṁ rathavinītaṁ vissajjiṁ, tatiyaṁ rathavinītaṁ abhiruhiṁ. La seconda carrozza mi portò alla terza, dove scesi e montai sulla terza carrozza.
Tatiyena rathavinītena catutthaṁ rathavinītaṁ pāpuṇiṁ, tatiyaṁ rathavinītaṁ vissajjiṁ, catutthaṁ rathavinītaṁ abhiruhiṁ. La terza carrozza mi portò alla quarta, dove scesi e montai sulla quarta carrozza.
Catutthena rathavinītena pañcamaṁ rathavinītaṁ pāpuṇiṁ, catutthaṁ rathavinītaṁ vissajjiṁ, pañcamaṁ rathavinītaṁ abhiruhiṁ. La quarta carrozza mi portò alla quinta, dove scesi e montai sulla quinta carrozza.
Pañcamena rathavinītena chaṭṭhaṁ rathavinītaṁ pāpuṇiṁ, pañcamaṁ rathavinītaṁ vissajjiṁ, chaṭṭhaṁ rathavinītaṁ abhiruhiṁ. La quinta carrozza mi portò alla sesta, dove scesi e montai sulla sesta carrozza.
Chaṭṭhena rathavinītena sattamaṁ rathavinītaṁ pāpuṇiṁ, chaṭṭhaṁ rathavinītaṁ vissajjiṁ, sattamaṁ rathavinītaṁ abhiruhiṁ. La sesta carrozza mi portò alla settima, dove scesi e montai sulla settima carrozza.
Sattamena rathavinītena sāketaṁ anuppatto antepuradvāran’ti. La settima carrozza mi portò al cancello del complesso reale di Sāketa’.
Evaṁ byākaramāno kho, āvuso, rājā pasenadi kosalo sammā byākaramāno byākareyyā”ti. Il Re Pasenadi dovrebbe dire così per rispondere correttamente”
“Evameva kho, āvuso, sīlavisuddhi yāvadeva cittavisuddhatthā, cittavisuddhi yāvadeva diṭṭhivisuddhatthā, diṭṭhivisuddhi yāvadeva kaṅkhāvitaraṇavisuddhatthā, kaṅkhāvitaraṇavisuddhi yāvadeva maggāmaggañāṇadassanavisuddhatthā, maggāmaggañāṇadassanavisuddhi yāvadeva paṭipadāñāṇadassanavisuddhatthā, paṭipadāñāṇadassanavisuddhi yāvadeva ñāṇadassanavisuddhatthā, ñāṇadassanavisuddhi yāvadeva anupādāparinibbānatthā. “Allo stesso modo, fratello, la purificazione dell’etica è solo allo scopo della purificazione della mente. La purificazione della mente è solo allo scopo della purificazione dell’opinione. La purificazione dell’opinione è solo allo scopo di superare il dubbio. Superare il dubbio è solo allo scopo della purificazione di conoscenza e visione di ciò che è il percorso e ciò che non è il percorso. La purificazione di conoscenza e visione di ciò che è il percorso e ciò che non è il percorso è solo allo scopo della purificazione di conoscenza e visione della pratica. La purificazione di conoscenza e visione della pratica è solo allo scopo della purificazione di conoscenza e visione. La purificazione di conoscenza e visione è solo allo scopo dell’estinzione tramite il distacco.
Anupādāparinibbānatthaṁ kho, āvuso, bhagavati brahmacariyaṁ vussatī”ti. Lo scopo di seguire il percorso spirituale del Buddha è l’estinzione tramite il distacco”.
Evaṁ vutte, āyasmā sāriputto āyasmantaṁ puṇṇaṁ mantāṇiputtaṁ etadavoca: Detto ciò, il Venerabile Sāriputta disse al Venerabile Puṇṇa:
“konāmo āyasmā, kathañca panāyasmantaṁ sabrahmacārī jānantī”ti? “Qual è il nome del venerabile? E come sei conosciuto tra i compagni spirituali?”
“Puṇṇoti kho me, āvuso, nāmaṁ; “Fratello, il mio nome è Puṇṇa.
mantāṇiputtoti ca pana maṁ sabrahmacārī jānantī”ti. E tra i miei compagni spirituali sono conosciuto come ‘Il Figlio di Mantāṇī’”.
“Acchariyaṁ, āvuso, abbhutaṁ, āvuso. “È incredibile, fratello, è strabiliante!
Yathā taṁ sutavatā sāvakena sammadeva satthusāsanaṁ ājānantena, evameva āyasmatā puṇṇena mantāṇiputtena gambhīrā gambhīrapañhā anumassa anumassa byākatā. Il Venerabile Puṇṇa Figlio di Mantāṇī ha risposto a ogni domanda profonda punto dopo punto, come un discepolo colto che comprende correttamente le istruzioni del maestro.
Lābhā sabrahmacārīnaṁ, suladdhalābhā sabrahmacārīnaṁ, È una fortuna per i suoi compagni spirituali, una grande fortuna
ye āyasmantaṁ puṇṇaṁ mantāṇiputtaṁ labhanti dassanāya, labhanti payirūpāsanāya. avere la possibilità di vedere il Venerabile Puṇṇa Figlio di Mantāṇī e rendergli omaggio.
Celaṇḍukena cepi sabrahmacārī āyasmantaṁ puṇṇaṁ mantāṇiputtaṁ muddhanā pariharantā labheyyuṁ dassanāya, labheyyuṁ payirūpāsanāya, tesampi lābhā tesampi suladdhaṁ, amhākampi lābhā amhākampi suladdhaṁ, ye mayaṁ āyasmantaṁ puṇṇaṁ mantāṇiputtaṁ labhāma dassanāya, labhāma payirūpāsanāyā”ti. Anche se lo vedessero e gli rendessero omaggio portandolo in giro sulla testa sopra un panno arrotolato, sarebbe comunque una grande fortuna per loro! Ed è una fortuna per me, una grande fortuna, avere la possibilità di vedere il venerabile e di porgli omaggio”.
Evaṁ vutte, āyasmā puṇṇo mantāṇiputto āyasmantaṁ sāriputtaṁ etadavoca: Detto ciò, il Venerabile Puṇṇa disse al Venerabile Sāriputta:
“ko nāmo āyasmā, kathañca panāyasmantaṁ sabrahmacārī jānantī”ti? “Qual è il nome del venerabile? E come sei conosciuto tra i compagni spirituali?”
“Upatissoti kho me, āvuso, nāmaṁ; “Fratello, il mio nome è Upatissa.
sāriputtoti ca pana maṁ sabrahmacārī jānantī”ti. E tra i miei compagni spirituali sono conosciuto come Sāriputta”.
“Satthukappena vata kira, bho, sāvakena saddhiṁ mantayamānā na jānimha: “Stavo consultando con il Venerabile Sāriputta, il discepolo degno di essere comparato al Maestro stesso!
‘āyasmā sāriputto’ti.
Sace hi mayaṁ jāneyyāma ‘āyasmā sāriputto’ti, ettakampi no nappaṭibhāseyya. Se l’avessi saputo non avrei detto tanto.
Acchariyaṁ, āvuso, abbhutaṁ, āvuso. È incredibile, fratello, è strabiliante!
Yathā taṁ sutavatā sāvakena sammadeva satthusāsanaṁ ājānantena, evameva āyasmatā sāriputtena gambhīrā gambhīrapañhā anumassa anumassa pucchitā. Il Venerabile Sāriputta ha posto ogni domanda profonda punto dopo punto, come un discepolo colto che comprende correttamente le istruzioni del maestro.
Lābhā sabrahmacārīnaṁ suladdhalābhā sabrahmacārīnaṁ, È una fortuna per i suoi compagni spirituali, una grande fortuna
ye āyasmantaṁ sāriputtaṁ labhanti dassanāya, labhanti payirūpāsanāya. avere la possibilità di vedere il Venerabile Sāriputta e rendergli omaggio.
Celaṇḍukena cepi sabrahmacārī āyasmantaṁ sāriputtaṁ muddhanā pariharantā labheyyuṁ dassanāya, labheyyuṁ payirūpāsanāya, tesampi lābhā tesampi suladdhaṁ, amhākampi lābhā amhākampi suladdhaṁ, ye mayaṁ āyasmantaṁ sāriputtaṁ labhāma dassanāya, labhāma payirūpāsanāyā”ti. Anche se lo vedessero e gli rendessero omaggio portandolo in giro sulla testa sopra un panno arrotolato, sarebbe comunque una grande fortuna per loro! Ed è una fortuna per me, una grande fortuna, avere la possibilità di vedere il venerabile e di porgli omaggio”.
Itiha te ubhopi mahānāgā aññamaññassa subhāsitaṁ samanumodiṁsūti. E così questi due giganti spirituali gioirono nelle loro buone parole reciproche.
Rathavinītasuttaṁ niṭṭhitaṁ catutthaṁ.