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Majjhima Nikāya 10 Discorsi medi 10
Satipaṭṭhānasutta Il discorso sulle basi della consapevolezza
Evaṁ me sutaṁ—Così ho sentito.
ekaṁ samayaṁ bhagavā kurūsu viharati kammāsadhammaṁ nāma kurūnaṁ nigamo. Una volta il Buddha dimorava nella terra dei Kuru, vicino alla città Kuru chiamata Kammāsadamma.
Tatra kho bhagavā bhikkhū āmantesi: Lì il Buddha si rivolse ai monaci:
“bhikkhavo”ti. “Monaci!”
“Bhadante”ti te bhikkhū bhagavato paccassosuṁ. “Venerabile Signore”, risposero i monaci.
Bhagavā etadavoca: Il Buddha disse:
“Ekāyano ayaṁ, bhikkhave, maggo sattānaṁ visuddhiyā, sokaparidevānaṁ samatikkamāya, dukkhadomanassānaṁ atthaṅgamāya, ñāyassa adhigamāya, nibbānassa sacchikiriyāya, yadidaṁ cattāro satipaṭṭhānā. “Monaci, ecco il cammino diretto per la purificazione degli esseri viventi, per trascendere tristezza e pianto, per porre fine a dolore e malinconia, per scoprire il sistema, e per realizzare l’estinzione: le quattro basi della consapevolezza.
Katame cattāro? Quali quattro?
Idha, bhikkhave, bhikkhu kāye kāyānupassī viharati ātāpī sampajāno satimā, vineyya loke abhijjhādomanassaṁ; È quando un monaco dimora contemplando un aspetto del corpo, fervido, presente, e consapevole, senza attrazione o fastidio nei confronti del mondo.
vedanāsu vedanānupassī viharati ātāpī sampajāno satimā, vineyya loke abhijjhādomanassaṁ; Dimora contemplando un aspetto delle sensazioni, fervido, presente, e consapevole, senza attrazione o fastidio nei confronti del mondo.
citte cittānupassī viharati ātāpī sampajāno satimā, vineyya loke abhijjhādomanassaṁ; Dimora contemplando un aspetto della mente, fervido, presente, e consapevole, senza attrazione o fastidio nei confronti del mondo.
dhammesu dhammānupassī viharati ātāpī sampajāno satimā, vineyya loke abhijjhādomanassaṁ. Dimora contemplando un aspetto dei principi, fervido, presente, e consapevole, senza attrazione o fastidio nei confronti del mondo.
Uddeso niṭṭhito.
1. Kāyānupassanā 1. Contemplazione del corpo
1.1. Kāyānupassanāānāpānapabba 1.1 Consapevolezza del respiro
Kathañca, bhikkhave, bhikkhu kāye kāyānupassī viharati? E come fa un monaco a dimorare contemplando un aspetto del corpo?
Idha, bhikkhave, bhikkhu araññagato vā rukkhamūlagato vā suññāgāragato vā nisīdati, pallaṅkaṁ ābhujitvā, ujuṁ kāyaṁ paṇidhāya, parimukhaṁ satiṁ upaṭṭhapetvā. È quando un monaco, andato nella natura, o alla radice di un albero, o in una capanna vuota, si siede con le gambe incrociate e la schiena dritta, e stabilisce consapevolezza di fronte a sé.
So satova assasati, satova passasati. Consapevole, inspira. Consapevole, espira.
Dīghaṁ vā assasanto ‘dīghaṁ assasāmī’ti pajānāti, dīghaṁ vā passasanto ‘dīghaṁ passasāmī’ti pajānāti, Quando prende respiri lunghi sa: ‘Sto prendendo respiri lunghi’. Quando rilascia respiri lunghi sa: ‘Sto rilasciando respiri lunghi’.
rassaṁ vā assasanto ‘rassaṁ assasāmī’ti pajānāti, rassaṁ vā passasanto ‘rassaṁ passasāmī’ti pajānāti. Quando prende respiri corti sa: ‘Sto prendendo respiri corti’. Quando rilascia respiri corti sa: ‘Sto rilasciando respiri corti’.
‘Sabbakāyapaṭisaṁvedī assasissāmī’ti sikkhati, ‘sabbakāyapaṭisaṁvedī passasissāmī’ti sikkhati. Si allena così: ‘Inspirerò facendo esperienza di tutto il corpo’. Si allena così: ‘Espirerò facendo esperienza di tutto il corpo’.
‘Passambhayaṁ kāyasaṅkhāraṁ assasissāmī’ti sikkhati, ‘passambhayaṁ kāyasaṅkhāraṁ passasissāmī’ti sikkhati. Si allena così: ‘Inspirerò calmando i processi fisici’. Si allena così: ‘Espirerò calmando i processi fisici’.
Seyyathāpi, bhikkhave, dakkho bhamakāro vā bhamakārantevāsī vā dīghaṁ vā añchanto ‘dīghaṁ añchāmī’ti pajānāti, rassaṁ vā añchanto ‘rassaṁ añchāmī’ti pajānāti; È come un abile falegname o il suo assistente. Quando fa un taglio profondo sa: ‘Sto facendo un taglio profondo’, e quando fa un taglio superficiale sa: ‘Sto facendo un taglio superficiale’.
evameva kho, bhikkhave, bhikkhu dīghaṁ vā assasanto ‘dīghaṁ assasāmī’ti pajānāti, dīghaṁ vā passasanto ‘dīghaṁ passasāmī’ti pajānāti, rassaṁ vā assasanto ‘rassaṁ assasāmī’ti pajānāti, rassaṁ vā passasanto ‘rassaṁ passasāmī’ti pajānāti;
‘sabbakāyapaṭisaṁvedī assasissāmī’ti sikkhati, ‘sabbakāyapaṭisaṁvedī passasissāmī’ti sikkhati;
‘passambhayaṁ kāyasaṅkhāraṁ assasissāmī’ti sikkhati, ‘passambhayaṁ kāyasaṅkhāraṁ passasissāmī’ti sikkhati.
Iti ajjhattaṁ vā kāye kāyānupassī viharati, bahiddhā vā kāye kāyānupassī viharati, ajjhattabahiddhā vā kāye kāyānupassī viharati; E quindi dimora contemplando un aspetto del corpo internamente, esternamente, e sia internamente che esternamente.
samudayadhammānupassī vā kāyasmiṁ viharati, vayadhammānupassī vā kāyasmiṁ viharati, samudayavayadhammānupassī vā kāyasmiṁ viharati. Dimora contemplando il corpo come soggetto a venire in essere, come soggetto a svanire, e come soggetto sia a venire in essere che a svanire.
‘Atthi kāyo’ti vā panassa sati paccupaṭṭhitā hoti. Yāvadeva ñāṇamattāya paṭissatimattāya anissito ca viharati, na ca kiñci loke upādiyati. O la consapevolezza è stabilita in modo da sapere che il corpo esiste, al grado necessario per conoscenza e consapevolezza. Dimora indipendente, non attaccandosi a niente al mondo.
Evampi kho, bhikkhave, bhikkhu kāye kāyānupassī viharati. Così è come un monaco dimora contemplando un aspetto del corpo.
Ānāpānapabbaṁ niṭṭhitaṁ.
1.2. Kāyānupassanāiriyāpathapabba 1.2. Le posture
Puna caparaṁ, bhikkhave, bhikkhu gacchanto vā ‘gacchāmī’ti pajānāti, ṭhito vā ‘ṭhitomhī’ti pajānāti, nisinno vā ‘nisinnomhī’ti pajānāti, sayāno vā ‘sayānomhī’ti pajānāti. Inoltre, quando un monaco cammina sa: ‘Sto camminando’. Quando è in piedi sa: ‘Sono in piedi’. Quando è seduto sa: ‘Sono seduto’. E quando è sdraiato sa: ‘Sono sdraiato’.
Yathā yathā vā panassa kāyo paṇihito hoti tathā tathā naṁ pajānāti. In qualsiasi posizione il proprio corpo si trova, lo sa.
Iti ajjhattaṁ vā kāye kāyānupassī viharati, bahiddhā vā kāye kāyānupassī viharati, ajjhattabahiddhā vā kāye kāyānupassī viharati; E quindi dimora contemplando un aspetto del corpo internamente, esternamente, e sia internamente che esternamente.
samudayadhammānupassī vā kāyasmiṁ viharati, vayadhammānupassī vā kāyasmiṁ viharati, samudayavayadhammānupassī vā kāyasmiṁ viharati. Dimora contemplando il corpo come soggetto a venire in essere, come soggetto a svanire, e come soggetto sia a venire in essere che a svanire.
‘Atthi kāyo’ti vā panassa sati paccupaṭṭhitā hoti. Yāvadeva ñāṇamattāya paṭissatimattāya anissito ca viharati, na ca kiñci loke upādiyati. O la consapevolezza è stabilita in modo da sapere che il corpo esiste, al grado necessario per conoscenza e consapevolezza. Dimora indipendente, non attaccandosi a niente al mondo.
Evampi kho, bhikkhave, bhikkhu kāye kāyānupassī viharati. Anche così è come un monaco dimora contemplando un aspetto del corpo.
Iriyāpathapabbaṁ niṭṭhitaṁ.
1.3. Kāyānupassanāsampajānapabba 1.3. Consapevolezza del corpo
Puna caparaṁ, bhikkhave, bhikkhu abhikkante paṭikkante sampajānakārī hoti, ālokite vilokite sampajānakārī hoti, samiñjite pasārite sampajānakārī hoti, saṅghāṭipattacīvaradhāraṇe sampajānakārī hoti, asite pīte khāyite sāyite sampajānakārī hoti, uccārapassāvakamme sampajānakārī hoti, gate ṭhite nisinne sutte jāgarite bhāsite tuṇhībhāve sampajānakārī hoti. Inoltre, un monaco agisce con consapevolezza nell’andare e nel tornare; nel guardare avanti e di lato; nel piegare ed estendere gli arti; nel gestire il mantello, la ciotola, e gli abiti; nel mangiare, bere, masticare, e assaporare; nell’urinare e defecare; nel camminare, rimanere in piedi, sedersi, dormire, stare sveglio, parlare, e rimanere in silenzio.
Iti ajjhattaṁ vā kāye kāyānupassī viharati …pe… E quindi dimora contemplando un aspetto del corpo internamente, esternamente, e sia internamente che esternamente …
evampi kho, bhikkhave, bhikkhu kāye kāyānupassī viharati. Anche così è come un monaco dimora contemplando un aspetto del corpo.
Sampajānapabbaṁ niṭṭhitaṁ.
1.4. Kāyānupassanāpaṭikūlamanasikārapabba 1.4. Attenzione alle parti ripugnanti del corpo
Puna caparaṁ, bhikkhave, bhikkhu imameva kāyaṁ uddhaṁ pādatalā, adho kesamatthakā, tacapariyantaṁ pūraṁ nānappakārassa asucino paccavekkhati: Inoltre, un monaco esamina il proprio corpo, su dalle piante dei piedi e giù dalle punte dei capelli, avvolto in pelle e pieno di vari tipi di schifezze:
‘atthi imasmiṁ kāye kesā lomā nakhā dantā taco maṁsaṁ nhāru aṭṭhi aṭṭhimiñjaṁ vakkaṁ hadayaṁ yakanaṁ kilomakaṁ pihakaṁ papphāsaṁ antaṁ antaguṇaṁ udariyaṁ karīsaṁ pittaṁ semhaṁ pubbo lohitaṁ sedo medo assu vasā kheḷo siṅghāṇikā lasikā muttan’ti. ‘In questo corpo ci sono capelli, peli, unghie, denti, pelle, carne, tendini, ossa, midollo osseo, reni, cuore, fegato, diaframma, milza, polmoni, intestini, mesentere, cibo non digerito, feci, bile, catarro, pus, sangue, sudore, grasso, lacrime, unto, saliva, muco, liquido sinoviale, urina’.
Seyyathāpi, bhikkhave, ubhatomukhā putoḷi pūrā nānāvihitassa dhaññassa, seyyathidaṁ—sālīnaṁ vīhīnaṁ muggānaṁ māsānaṁ tilānaṁ taṇḍulānaṁ. Tamenaṁ cakkhumā puriso muñcitvā paccavekkheyya: ‘ime sālī ime vīhī ime muggā ime māsā ime tilā ime taṇḍulā’ti. È come se ci fosse un sacco con aperture da entrambi i lati, pieno di vari tipi di grani, come riso raffinato, frumento, fagioli, piselli, sesamo, e riso comune. E qualcuno con buona vista lo apre ed esamina i contenuti: ‘Questi grani sono riso raffinato, questi sono frumento, questi sono fagioli, questi sono piselli, questi sono sesamo, e questo è riso comune’.
Evameva kho, bhikkhave, bhikkhu imameva kāyaṁ uddhaṁ pādatalā, adho kesamatthakā, tacapariyantaṁ pūraṁ nānappakārassa asucino paccavekkhati:
‘atthi imasmiṁ kāye kesā lomā …pe… muttan’ti.
Iti ajjhattaṁ vā kāye kāyānupassī viharati …pe… E quindi dimora contemplando un aspetto del corpo internamente, esternamente, e sia internamente che esternamente …
evampi kho, bhikkhave, bhikkhu kāye kāyānupassī viharati. Anche così è come un monaco dimora contemplando un aspetto del corpo.
Paṭikūlamanasikārapabbaṁ niṭṭhitaṁ.
1.5. Kāyānupassanādhātumanasikārapabba 1.5. Attenzione agli stati della materia
Puna caparaṁ, bhikkhave, bhikkhu imameva kāyaṁ yathāṭhitaṁ yathāpaṇihitaṁ dhātuso paccavekkhati: Inoltre, un monaco esamina il proprio corpo, in qualsiasi posizione si trovi, secondo gli stati della materia:
‘atthi imasmiṁ kāye pathavīdhātu āpodhātu tejodhātu vāyodhātū’ti. ‘In questo corpo c’è materia solida, materia liquida, calore, e materia gassosa’.
Seyyathāpi, bhikkhave, dakkho goghātako vā goghātakantevāsī vā gāviṁ vadhitvā catumahāpathe bilaso vibhajitvā nisinno assa. È come se un abile macellaio o il suo apprendista uccidessero una mucca e si sedessero a un incrocio con la carne tagliata in porzioni.
Evameva kho, bhikkhave, bhikkhu imameva kāyaṁ yathāṭhitaṁ yathāpaṇihitaṁ dhātuso paccavekkhati:
‘atthi imasmiṁ kāye pathavīdhātu āpodhātu tejodhātu vāyodhātū’ti.
Iti ajjhattaṁ vā kāye kāyānupassī viharati …pe… E quindi dimora contemplando un aspetto del corpo internamente, esternamente, e sia internamente che esternamente …
evampi kho, bhikkhave, bhikkhu kāye kāyānupassī viharati. Anche così è come un monaco dimora contemplando un aspetto del corpo.
Dhātumanasikārapabbaṁ niṭṭhitaṁ.
1.6. Kāyānupassanānavasivathikapabba 1.6. Contemplazioni da cimitero
Puna caparaṁ, bhikkhave, bhikkhu seyyathāpi passeyya sarīraṁ sivathikāya chaḍḍitaṁ ekāhamataṁ vā dvīhamataṁ vā tīhamataṁ vā uddhumātakaṁ vinīlakaṁ vipubbakajātaṁ. Inoltre, immaginate che un monaco veda un cadavere scartato in un cimitero, morto da uno, due, o tre giorni, gonfio, livido, e purulento.
So imameva kāyaṁ upasaṁharati: Lo confronta con il proprio corpo:
‘ayampi kho kāyo evaṁdhammo evaṁbhāvī evaṁanatīto’ti. ‘Anche questo corpo è di quella stessa natura, di quello stesso tipo, e non può andare oltre a questo’.
Iti ajjhattaṁ vā kāye kāyānupassī viharati …pe…
evampi kho, bhikkhave, bhikkhu kāye kāyānupassī viharati. Anche così è come un monaco dimora contemplando un aspetto del corpo.
Puna caparaṁ, bhikkhave, bhikkhu seyyathāpi passeyya sarīraṁ sivathikāya chaḍḍitaṁ kākehi vā khajjamānaṁ kulalehi vā khajjamānaṁ gijjhehi vā khajjamānaṁ kaṅkehi vā khajjamānaṁ sunakhehi vā khajjamānaṁ byagghehi vā khajjamānaṁ dīpīhi vā khajjamānaṁ siṅgālehi vā khajjamānaṁ vividhehi vā pāṇakajātehi khajjamānaṁ. Inoltre, immaginate che un monaco veda un cadavere scartato in un cimitero che viene divorato da corvi, falchi, avvoltoi, aironi, cani, tigri, leopardi, sciacalli, e vari tipi di insetti.
So imameva kāyaṁ upasaṁharati: Lo confronta con il proprio corpo:
‘ayampi kho kāyo evaṁdhammo evaṁbhāvī evaṁanatīto’ti. ‘Anche questo corpo è di quella stessa natura, di quello stesso tipo, e non può andare oltre a questo’.
Iti ajjhattaṁ vā kāye kāyānupassī viharati …pe… E quindi dimora contemplando un aspetto del corpo internamente, esternamente, e sia internamente che esternamente …
evampi kho, bhikkhave, bhikkhu kāye kāyānupassī viharati. Anche così è come un monaco dimora contemplando un aspetto del corpo.
Puna caparaṁ, bhikkhave, bhikkhu seyyathāpi passeyya sarīraṁ sivathikāya chaḍḍitaṁ aṭṭhikasaṅkhalikaṁ samaṁsalohitaṁ nhārusambandhaṁ …pe… Inoltre, immaginate che un monaco veda un cadavere scartato in un cimitero, uno scheletro con carne e sangue, tenuto insieme dai tendini …
Aṭṭhikasaṅkhalikaṁ nimaṁsalohitamakkhitaṁ nhārusambandhaṁ …pe… Uno scheletro senza carne ma cosparso di sangue, e tenuto insieme dai tendini …
Aṭṭhikasaṅkhalikaṁ apagatamaṁsalohitaṁ nhārusambandhaṁ …pe… Uno scheletro senza carne e sangue, tenuto insieme dai tendini …
Aṭṭhikāni apagatasambandhāni disā vidisā vikkhittāni, aññena hatthaṭṭhikaṁ aññena pādaṭṭhikaṁ aññena gopphakaṭṭhikaṁ aññena jaṅghaṭṭhikaṁ aññena ūruṭṭhikaṁ aññena kaṭiṭṭhikaṁ aññena phāsukaṭṭhikaṁ aññena piṭṭhiṭṭhikaṁ aññena khandhaṭṭhikaṁ aññena gīvaṭṭhikaṁ aññena hanukaṭṭhikaṁ aññena dantaṭṭhikaṁ aññena sīsakaṭāhaṁ. Ossa senza tendini sparse in ogni direzione. Qui l’osso di una mano, lì l’osso di un piede, qui uno stinco, lì un femore, qui un bacino, lì una costola, qui una vertebra, lì l’osso di un braccio, qui un osso del collo, lì una mandibola, qui un dente, lì il cranio …
So imameva kāyaṁ upasaṁharati:
‘ayampi kho kāyo evaṁdhammo evaṁbhāvī evaṁanatīto’ti.
Iti ajjhattaṁ vā kāye kāyānupassī viharati …pe…
evampi kho, bhikkhave, bhikkhu kāye kāyānupassī viharati.
Puna caparaṁ, bhikkhave, bhikkhu seyyathāpi passeyya sarīraṁ sivathikāya chaḍḍitaṁ, aṭṭhikāni setāni saṅkhavaṇṇapaṭibhāgāni …pe… Ossa bianche, del colore delle conchiglie …
Aṭṭhikāni puñjakitāni terovassikāni …pe… Ossa decrepite, ammucchiate in una pila …
Aṭṭhikāni pūtīni cuṇṇakajātāni. Ossa marce e sbriciolate in polvere.
So imameva kāyaṁ upasaṁharati: Li confronta con il proprio corpo:
‘ayampi kho kāyo evaṁdhammo evaṁbhāvī evaṁanatīto’ti. ‘Anche questo corpo è di quella stessa natura, di quello stesso tipo, e non può andare oltre a questo’.
Iti ajjhattaṁ vā kāye kāyānupassī viharati, bahiddhā vā kāye kāyānupassī viharati, ajjhattabahiddhā vā kāye kāyānupassī viharati; E quindi dimora contemplando un aspetto del corpo internamente, esternamente, e sia internamente che esternamente.
samudayadhammānupassī vā kāyasmiṁ viharati, vayadhammānupassī vā kāyasmiṁ viharati, samudayavayadhammānupassī vā kāyasmiṁ viharati. Dimora contemplando il corpo come soggetto a venire in essere, come soggetto a svanire, e come soggetto sia a venire in essere che a svanire.
‘Atthi kāyo’ti vā panassa sati paccupaṭṭhitā hoti. Yāvadeva ñāṇamattāya paṭissatimattāya anissito ca viharati, na ca kiñci loke upādiyati. O la consapevolezza è stabilita in modo da sapere che il corpo esiste, al grado necessario per conoscenza e consapevolezza. Dimora indipendente, non attaccandosi a niente al mondo.
Evampi kho, bhikkhave, bhikkhu kāye kāyānupassī viharati. Anche così è come un monaco dimora contemplando un aspetto del corpo.
Navasivathikapabbaṁ niṭṭhitaṁ.
Cuddasakāyānupassanā niṭṭhitā.
2. Vedanānupassanā 2. Contemplazione delle sensazioni
Kathañca, bhikkhave, bhikkhu vedanāsu vedanānupassī viharati? E come fa un monaco a dimorare contemplando un aspetto delle sensazioni?
Idha, bhikkhave, bhikkhu sukhaṁ vā vedanaṁ vedayamāno ‘sukhaṁ vedanaṁ vedayāmī’ti pajānāti. È quando un monaco che prova una sensazione piacevole sa: ‘Sto provando una sensazione piacevole’.
Dukkhaṁ vā vedanaṁ vedayamāno ‘dukkhaṁ vedanaṁ vedayāmī’ti pajānāti. Quando prova una sensazione dolorosa sa: ‘Sto provando una sensazione dolorosa’.
Adukkhamasukhaṁ vā vedanaṁ vedayamāno ‘adukkhamasukhaṁ vedanaṁ vedayāmī’ti pajānāti. Quando prova una sensazione neutra, sa: ‘Sto provando una sensazione neutra’.
Sāmisaṁ vā sukhaṁ vedanaṁ vedayamāno ‘sāmisaṁ sukhaṁ vedanaṁ vedayāmī’ti pajānāti. Quando prova una sensazione materiale piacevole, sa: ‘Sto provando una sensazione materiale piacevole’.
Nirāmisaṁ vā sukhaṁ vedanaṁ vedayamāno ‘nirāmisaṁ sukhaṁ vedanaṁ vedayāmī’ti pajānāti. Quando prova una sensazione spirituale piacevole sa: ‘Sto provando una sensazione spirituale piacevole’.
Sāmisaṁ vā dukkhaṁ vedanaṁ vedayamāno ‘sāmisaṁ dukkhaṁ vedanaṁ vedayāmī’ti pajānāti. Quando prova una sensazione materiale dolorosa sa: ‘Sto provando una sensazione materiale dolorosa’.
Nirāmisaṁ vā dukkhaṁ vedanaṁ vedayamāno ‘nirāmisaṁ dukkhaṁ vedanaṁ vedayāmī’ti pajānāti. Quando prova una sensazione spirituale dolorosa sa: ‘Sto provando una sensazione spirituale dolorosa’.
Sāmisaṁ vā adukkhamasukhaṁ vedanaṁ vedayamāno ‘sāmisaṁ adukkhamasukhaṁ vedanaṁ vedayāmī’ti pajānāti. Quando prova una sensazione materiale neutra sa: ‘Sto provando una sensazione materiale neutra’.
Nirāmisaṁ vā adukkhamasukhaṁ vedanaṁ vedayamāno ‘nirāmisaṁ adukkhamasukhaṁ vedanaṁ vedayāmī’ti pajānāti. Quando prova una sensazione spirituale neutra sa: ‘Sto provando una sensazione spirituale neutra’.
Iti ajjhattaṁ vā vedanāsu vedanānupassī viharati, bahiddhā vā vedanāsu vedanānupassī viharati, ajjhattabahiddhā vā vedanāsu vedanānupassī viharati; E quindi dimora contemplando un aspetto delle sensazioni internamente, esternamente, e sia internamente che esternamente.
samudayadhammānupassī vā vedanāsu viharati, vayadhammānupassī vā vedanāsu viharati, samudayavayadhammānupassī vā vedanāsu viharati. Dimora contemplando le sensazioni come soggette a venire in essere, come soggette a svanire, e come soggette sia a venire in essere che a svanire.
‘Atthi vedanā’ti vā panassa sati paccupaṭṭhitā hoti. Yāvadeva ñāṇamattāya paṭissatimattāya anissito ca viharati, na ca kiñci loke upādiyati. O la consapevolezza è stabilita in modo da sapere che le sensazioni esistono, al grado necessario per conoscenza e consapevolezza. Dimora indipendente, non attaccandosi a niente al mondo.
Evampi kho, bhikkhave, bhikkhu vedanāsu vedanānupassī viharati. Così è come un monaco dimora contemplando un aspetto delle sensazioni.
Vedanānupassanā niṭṭhitā.
3. Cittānupassanā 3. Contemplazione della mente
Kathañca, bhikkhave, bhikkhu citte cittānupassī viharati? E come fa un monaco a dimorare contemplando un aspetto della mente?
Idha, bhikkhave, bhikkhu sarāgaṁ vā cittaṁ ‘sarāgaṁ cittan’ti pajānāti. È quando un monaco comprende la mente con avidità come ‘mente con avidità’,
Vītarāgaṁ vā cittaṁ ‘vītarāgaṁ cittan’ti pajānāti. e la mente senza avidità come ‘mente senza avidità’.
Sadosaṁ vā cittaṁ ‘sadosaṁ cittan’ti pajānāti. Comprende la mente con odio come ‘mente con odio’,
Vītadosaṁ vā cittaṁ ‘vītadosaṁ cittan’ti pajānāti. e la mente senza odio come ‘mente senza odio’.
Samohaṁ vā cittaṁ ‘samohaṁ cittan’ti pajānāti. Comprende la mente con illusione come ‘mente con illusione’,
Vītamohaṁ vā cittaṁ ‘vītamohaṁ cittan’ti pajānāti. e la mente senza illusione come ‘mente senza illusione’.
Saṅkhittaṁ vā cittaṁ ‘saṅkhittaṁ cittan’ti pajānāti. Comprende la mente ristretta come ‘mente ristretta’,
Vikkhittaṁ vā cittaṁ ‘vikkhittaṁ cittan’ti pajānāti. e la mente sparpagliata come ‘mente sparpagliata’.
Mahaggataṁ vā cittaṁ ‘mahaggataṁ cittan’ti pajānāti. Comprende la mente espansiva come ‘mente espansiva’,
Amahaggataṁ vā cittaṁ ‘amahaggataṁ cittan’ti pajānāti. e la mente non espansiva come ‘mente non espansiva’.
Sauttaraṁ vā cittaṁ ‘sauttaraṁ cittan’ti pajānāti. Comprende la mente non suprema come ‘mente non suprema’,
Anuttaraṁ vā cittaṁ ‘anuttaraṁ cittan’ti pajānāti. e la mente suprema come ‘mente suprema’.
Samāhitaṁ vā cittaṁ ‘samāhitaṁ cittan’ti pajānāti. Comprende la mente concentrata come ‘mente concentrata’,
Asamāhitaṁ vā cittaṁ ‘asamāhitaṁ cittan’ti pajānāti. e la mente non concentrata come ‘mente non concentrata’.
Vimuttaṁ vā cittaṁ ‘vimuttaṁ cittan’ti pajānāti. Comprende la mente libera come ‘mente libera’,
Avimuttaṁ vā cittaṁ ‘avimuttaṁ cittan’ti pajānāti. e la mente non libera come ‘mente non libera’.
Iti ajjhattaṁ vā citte cittānupassī viharati, bahiddhā vā citte cittānupassī viharati, ajjhattabahiddhā vā citte cittānupassī viharati; E quindi dimora contemplando un aspetto della mente internamente, esternamente, e sia internamente che esternamente.
samudayadhammānupassī vā cittasmiṁ viharati, vayadhammānupassī vā cittasmiṁ viharati, samudayavayadhammānupassī vā cittasmiṁ viharati. Dimora contemplando la mente come soggetta a venire in essere, come soggetta a svanire, e come soggetta sia a venire in essere che a svanire.
‘Atthi cittan’ti vā panassa sati paccupaṭṭhitā hoti. Yāvadeva ñāṇamattāya paṭissatimattāya anissito ca viharati, na ca kiñci loke upādiyati. O la consapevolezza è stabilita in modo da sapere che la mente esiste, al grado necessario per conoscenza e consapevolezza. Dimora indipendente, non attaccandosi a niente al mondo.
Evampi kho, bhikkhave, bhikkhu citte cittānupassī viharati. Così è come un monaco dimora contemplando un aspetto della mente.
Cittānupassanā niṭṭhitā.
4. Dhammānupassanā 4. Contemplazione dei fenomeni
4.1. Dhammānupassanānīvaraṇapabba 4.1. Gli impedimenti
Kathañca, bhikkhave, bhikkhu dhammesu dhammānupassī viharati? E come fa un monaco a dimorare osservando un aspetto dei fenomeni?
Idha, bhikkhave, bhikkhu dhammesu dhammānupassī viharati pañcasu nīvaraṇesu. È quando un monaco dimora contemplando un aspetto dei fenomeni in relazione ai cinque impedimenti.
Kathañca pana, bhikkhave, bhikkhu dhammesu dhammānupassī viharati pañcasu nīvaraṇesu? E come fa un monaco a dimorare contemplando un aspetto dei fenomeni in relazione ai cinque impedimenti?
Idha, bhikkhave, bhikkhu santaṁ vā ajjhattaṁ kāmacchandaṁ ‘atthi me ajjhattaṁ kāmacchando’ti pajānāti, asantaṁ vā ajjhattaṁ kāmacchandaṁ ‘natthi me ajjhattaṁ kāmacchando’ti pajānāti; yathā ca anuppannassa kāmacchandassa uppādo hoti tañca pajānāti, yathā ca uppannassa kāmacchandassa pahānaṁ hoti tañca pajānāti, yathā ca pahīnassa kāmacchandassa āyatiṁ anuppādo hoti tañca pajānāti. Quando in un monaco c’è desiderio per i sensi, comprende: ‘C’è desiderio per i sensi in me’. Quando non c’è desiderio per i sensi in lui comprende: ‘Non c’è desiderio per i sensi in me’. Comprende come il desiderio per i sensi si manifesta; come, quando si è già manifestato, viene abbandonato, e come, una volta abbandonato, non si manifesta più in futuro.
Santaṁ vā ajjhattaṁ byāpādaṁ ‘atthi me ajjhattaṁ byāpādo’ti pajānāti, asantaṁ vā ajjhattaṁ byāpādaṁ ‘natthi me ajjhattaṁ byāpādo’ti pajānāti; yathā ca anuppannassa byāpādassa uppādo hoti tañca pajānāti, yathā ca uppannassa byāpādassa pahānaṁ hoti tañca pajānāti, yathā ca pahīnassa byāpādassa āyatiṁ anuppādo hoti tañca pajānāti. Quando in un monaco c’è malevolenza, comprende: ‘C’è malevolenza in me’. Quando non c’è malevolenza in lui comprende: ‘Non c’è malevolenza in me’. Comprende come la malevolenza si manifesta; come, quando si è già manifestata, viene abbandonata, e come, una volta abbandonata, non si manifesta più in futuro.
Santaṁ vā ajjhattaṁ thinamiddhaṁ ‘atthi me ajjhattaṁ thinamiddhan’ti pajānāti, asantaṁ vā ajjhattaṁ thinamiddhaṁ ‘natthi me ajjhattaṁ thinamiddhan’ti pajānāti, yathā ca anuppannassa thinamiddhassa uppādo hoti tañca pajānāti, yathā ca uppannassa thinamiddhassa pahānaṁ hoti tañca pajānāti, yathā ca pahīnassa thinamiddhassa āyatiṁ anuppādo hoti tañca pajānāti. Quando in un monaco c’è torpore e sonnolenza, comprende: ‘C’è torpore e sonnolenza in me’. Quando non c’è torpore e sonnolenza in lui comprende: ‘Non c’è torpore e sonnolenza in me’. Comprende come il torpore e la sonnolenza si manifestano; come, quando si sono già manifestati, vengono abbandonati, e come, una volta abbandonati, non si manifestano più in futuro.
Santaṁ vā ajjhattaṁ uddhaccakukkuccaṁ ‘atthi me ajjhattaṁ uddhaccakukkuccan’ti pajānāti, asantaṁ vā ajjhattaṁ uddhaccakukkuccaṁ ‘natthi me ajjhattaṁ uddhaccakukkuccan’ti pajānāti; yathā ca anuppannassa uddhaccakukkuccassa uppādo hoti tañca pajānāti, yathā ca uppannassa uddhaccakukkuccassa pahānaṁ hoti tañca pajānāti, yathā ca pahīnassa uddhaccakukkuccassa āyatiṁ anuppādo hoti tañca pajānāti. Quando in un monaco c’è irrequietezza e rimorso, comprende: ‘C’è irrequietezza e rimorso in me’. Quando non c’è irrequietezza e rimorso in lui comprende: ‘Non c’è irrequietezza e rimorso in me’. Comprende come l’irrequietezza e il rimorso si manifestano; come, quando si sono già manifestati, vengono abbandonati, e come, una volta abbandonati, non si manifestano più in futuro.
Santaṁ vā ajjhattaṁ vicikicchaṁ ‘atthi me ajjhattaṁ vicikicchā’ti pajānāti, asantaṁ vā ajjhattaṁ vicikicchaṁ ‘natthi me ajjhattaṁ vicikicchā’ti pajānāti; yathā ca anuppannāya vicikicchāya uppādo hoti tañca pajānāti, yathā ca uppannāya vicikicchāya pahānaṁ hoti tañca pajānāti, yathā ca pahīnāya vicikicchāya āyatiṁ anuppādo hoti tañca pajānāti. Quando in un monaco c’è dubbio, comprende: ‘C’è dubbio in me’. Quando non c’è dubbio in lui comprende: ‘Non c’è dubbio in me’. Comprende come il dubbio si manifesta; come, quando si è già manifestato, viene abbandonato, e come, una volta abbandonato, non si manifesta più in futuro.
Iti ajjhattaṁ vā dhammesu dhammānupassī viharati, bahiddhā vā dhammesu dhammānupassī viharati, ajjhattabahiddhā vā dhammesu dhammānupassī viharati; E quindi dimora contemplando un aspetto dei fenomeni internamente, esternamente, e sia internamente che esternamente.
samudayadhammānupassī vā dhammesu viharati, vayadhammānupassī vā dhammesu viharati, samudayavayadhammānupassī vā dhammesu viharati. Dimora osservando i fenomeni come soggetti a venire in essere, come soggetti a svanire, e come soggetti sia a venire in essere che a svanire.
‘Atthi dhammā’ti vā panassa sati paccupaṭṭhitā hoti. Yāvadeva ñāṇamattāya paṭissatimattāya anissito ca viharati, na ca kiñci loke upādiyati. O la consapevolezza è stabilita in modo da sapere che i fenomeni esistono, al grado necessario per conoscenza e consapevolezza. Dimora indipendente, non attaccandosi a niente al mondo.
Evampi kho, bhikkhave, bhikkhu dhammesu dhammānupassī viharati pañcasu nīvaraṇesu. Così è come un monaco dimora contemplando un aspetto dei fenomeni in relazione ai cinque impedimenti.
Nīvaraṇapabbaṁ niṭṭhitaṁ.
4.2. Dhammānupassanākhandhapabba 4.2. Gli aggregati
Puna caparaṁ, bhikkhave, bhikkhu dhammesu dhammānupassī viharati pañcasu upādānakkhandhesu. Inoltre, un monaco dimora contemplando un aspetto dei fenomeni in relazione ai cinque aggregati di attaccamento.
Kathañca pana, bhikkhave, bhikkhu dhammesu dhammānupassī viharati pañcasu upādānakkhandhesu? E come fa un monaco a dimorare contemplando un aspetto dei fenomeni in relazione ai cinque aggregati di attaccamento?
Idha, bhikkhave, bhikkhu: È quando un monaco contempla:
‘iti rūpaṁ, iti rūpassa samudayo, iti rūpassa atthaṅgamo; ‘Questa è la forma, questa è l’origine della forma, questa è la fine della forma.
iti vedanā, iti vedanāya samudayo, iti vedanāya atthaṅgamo; Questa è la sensazione, questa è l’origine della sensazione, questa è la fine della sensazione.
iti saññā, iti saññāya samudayo, iti saññāya atthaṅgamo; Questa è la percezione, questa è l’origine della percezione, questa è la fine della percezione.
iti saṅkhārā, iti saṅkhārānaṁ samudayo, iti saṅkhārānaṁ atthaṅgamo; Queste sono le attività, questa è l’origine delle attività, questa è la fine delle attività.
iti viññāṇaṁ, iti viññāṇassa samudayo, iti viññāṇassa atthaṅgamo’ti; Questa è la coscienza, questa è l’origine della coscienza, questa è la fine della coscienza’.
iti ajjhattaṁ vā dhammesu dhammānupassī viharati, bahiddhā vā dhammesu dhammānupassī viharati, ajjhattabahiddhā vā dhammesu dhammānupassī viharati; E quindi dimora contemplando un aspetto dei fenomeni internamente, esternamente, e sia internamente che esternamente.
samudayadhammānupassī vā dhammesu viharati, vayadhammānupassī vā dhammesu viharati, samudayavayadhammānupassī vā dhammesu viharati.
‘Atthi dhammā’ti vā panassa sati paccupaṭṭhitā hoti. Yāvadeva ñāṇamattāya paṭissatimattāya anissito ca viharati, na ca kiñci loke upādiyati.
Evampi kho, bhikkhave, bhikkhu dhammesu dhammānupassī viharati pañcasu upādānakkhandhesu. Così è come un monaco dimora contemplando un aspetto dei fenomeni in relazione ai cinque aggregati di attaccamento.
Khandhapabbaṁ niṭṭhitaṁ.
4.3. Dhammānupassanāāyatanapabba 4.3. I campi sensoriali
Puna caparaṁ, bhikkhave, bhikkhu dhammesu dhammānupassī viharati chasu ajjhattikabāhiresu āyatanesu. Inoltre, un monaco dimora osservando un aspetto dei fenomeni in relazione ai sei campi sensoriali interni ed esterni.
Kathañca pana, bhikkhave, bhikkhu dhammesu dhammānupassī viharati chasu ajjhattikabāhiresu āyatanesu? E come fa un monaco a dimorare contemplando un aspetto dei fenomeni in relazione ai sei campi sensoriali interni ed esterni?
Idha, bhikkhave, bhikkhu cakkhuñca pajānāti, rūpe ca pajānāti, yañca tadubhayaṁ paṭicca uppajjati saṁyojanaṁ tañca pajānāti, yathā ca anuppannassa saṁyojanassa uppādo hoti tañca pajānāti, yathā ca uppannassa saṁyojanassa pahānaṁ hoti tañca pajānāti, yathā ca pahīnassa saṁyojanassa āyatiṁ anuppādo hoti tañca pajānāti. È quando un monaco comprende l’occhio, le forme, e la catena che si manifesta in dipendenza di questi. Comprende come la catena che non è si è ancora manifestata si manifesta; come la catena che si è manifestata viene abbandonata, e come la catena abbandonata non si manifesta più in futuro.
Sotañca pajānāti, sadde ca pajānāti, yañca tadubhayaṁ paṭicca uppajjati saṁyojanaṁ tañca pajānāti, yathā ca anuppannassa saṁyojanassa uppādo hoti tañca pajānāti, yathā ca uppannassa saṁyojanassa pahānaṁ hoti tañca pajānāti, yathā ca pahīnassa saṁyojanassa āyatiṁ anuppādo hoti tañca pajānāti. Comprende l’orecchio, i suoni, e la catena …
Ghānañca pajānāti, gandhe ca pajānāti, yañca tadubhayaṁ paṭicca uppajjati saṁyojanaṁ tañca pajānāti, yathā ca anuppannassa saṁyojanassa uppādo hoti tañca pajānāti, yathā ca uppannassa saṁyojanassa pahānaṁ hoti tañca pajānāti, yathā ca pahīnassa saṁyojanassa āyatiṁ anuppādo hoti tañca pajānāti. Comprende il naso, gli odori, e la catena …
Jivhañca pajānāti, rase ca pajānāti, yañca tadubhayaṁ paṭicca uppajjati saṁyojanaṁ tañca pajānāti, yathā ca anuppannassa saṁyojanassa uppādo hoti tañca pajānāti, yathā ca uppannassa saṁyojanassa pahānaṁ hoti tañca pajānāti, yathā ca pahīnassa saṁyojanassa āyatiṁ anuppādo hoti tañca pajānāti. Comprende la lingua, i sapori, e la catena …
Kāyañca pajānāti, phoṭṭhabbe ca pajānāti, yañca tadubhayaṁ paṭicca uppajjati saṁyojanaṁ tañca pajānāti, yathā ca anuppannassa saṁyojanassa uppādo hoti tañca pajānāti, yathā ca uppannassa saṁyojanassa pahānaṁ hoti tañca pajānāti, yathā ca pahīnassa saṁyojanassa āyatiṁ anuppādo hoti tañca pajānāti. Comprende il corpo, i tocchi, e la catena …
Manañca pajānāti, dhamme ca pajānāti, yañca tadubhayaṁ paṭicca uppajjati saṁyojanaṁ tañca pajānāti, yathā ca anuppannassa saṁyojanassa uppādo hoti tañca pajānāti, yathā ca uppannassa saṁyojanassa pahānaṁ hoti tañca pajānāti, yathā ca pahīnassa saṁyojanassa āyatiṁ anuppādo hoti tañca pajānāti. Comprende la mente, i fenomeni mentali, e la catena che si manifesta in dipendenza di questi. Comprende come la catena che non è si è manifestata si manifesta; come la catena che si è manifestata viene abbandonata, e come la catena abbandonata non si manifesta più in futuro.
Iti ajjhattaṁ vā dhammesu dhammānupassī viharati, bahiddhā vā dhammesu dhammānupassī viharati, ajjhattabahiddhā vā dhammesu dhammānupassī viharati; E quindi dimora contemplando un aspetto dei fenomeni internamente, esternamente, e sia internamente che esternamente …
samudayadhammānupassī vā dhammesu viharati, vayadhammānupassī vā dhammesu viharati, samudayavayadhammānupassī vā dhammesu viharati.
‘Atthi dhammā’ti vā panassa sati paccupaṭṭhitā hoti. Yāvadeva ñāṇamattāya paṭissatimattāya anissito ca viharati na ca kiñci loke upādiyati.
Evampi kho, bhikkhave, bhikkhu dhammesu dhammānupassī viharati chasu ajjhattikabāhiresu āyatanesu. Così è come un monaco dimora contemplando un aspetto dei fenomeni in relazione ai sei campi sensoriali interni ed esterni.
Āyatanapabbaṁ niṭṭhitaṁ.
4.4. Dhammānupassanābojjhaṅgapabba 4.4. I fattori di risveglio
Puna caparaṁ, bhikkhave, bhikkhu dhammesu dhammānupassī viharati sattasu bojjhaṅgesu. Inoltre, un monaco dimora contemplando un aspetto dei fenomeni in relazione ai sette fattori di risveglio.
Kathañca pana, bhikkhave, bhikkhu dhammesu dhammānupassī viharati sattasu bojjhaṅgesu? E come fa un monaco a dimorare contemplando un aspetto dei fenomeni in relazione ai sette fattori di risveglio?
Idha, bhikkhave, bhikkhu santaṁ vā ajjhattaṁ satisambojjhaṅgaṁ ‘atthi me ajjhattaṁ satisambojjhaṅgo’ti pajānāti, asantaṁ vā ajjhattaṁ satisambojjhaṅgaṁ ‘natthi me ajjhattaṁ satisambojjhaṅgo’ti pajānāti, yathā ca anuppannassa satisambojjhaṅgassa uppādo hoti tañca pajānāti, yathā ca uppannassa satisambojjhaṅgassa bhāvanāya pāripūrī hoti tañca pajānāti. Quando in un monaco c’è il fattore di risveglio della consapevolezza comprende: ‘C’è il fattore di risveglio della consapevolezza in me’. Quando non c’è il fattore di risveglio della consapevolezza in lui comprende: ‘Non c’è il fattore di risveglio della consapevolezza in me’. Comprende come il fattore di risveglio della consapevolezza che non si è ancora manifestato si manifesta, e come, una volta manifestato, viene sviluppato del tutto.
Santaṁ vā ajjhattaṁ dhammavicayasambojjhaṅgaṁ ‘atthi me ajjhattaṁ dhammavicayasambojjhaṅgo’ti pajānāti, asantaṁ vā ajjhattaṁ dhammavicayasambojjhaṅgaṁ ‘natthi me ajjhattaṁ dhammavicayasambojjhaṅgo’ti pajānāti, yathā ca anuppannassa dhammavicayasambojjhaṅgassa uppādo hoti tañca pajānāti, yathā ca uppannassa dhammavicayasambojjhaṅgassa bhāvanāya pāripūrī hoti tañca pajānāti. Quando c’è il fattore di risveglio dell’investigazione dei fenomeni …
Santaṁ vā ajjhattaṁ vīriyasambojjhaṅgaṁ ‘atthi me ajjhattaṁ vīriyasambojjhaṅgo’ti pajānāti, asantaṁ vā ajjhattaṁ vīriyasambojjhaṅgaṁ ‘natthi me ajjhattaṁ vīriyasambojjhaṅgo’ti pajānāti, yathā ca anuppannassa vīriyasambojjhaṅgassa uppādo hoti tañca pajānāti, yathā ca uppannassa vīriyasambojjhaṅgassa bhāvanāya pāripūrī hoti tañca pajānāti. dell’energia …
Santaṁ vā ajjhattaṁ pītisambojjhaṅgaṁ ‘atthi me ajjhattaṁ pītisambojjhaṅgo’ti pajānāti, asantaṁ vā ajjhattaṁ pītisambojjhaṅgaṁ ‘natthi me ajjhattaṁ pītisambojjhaṅgo’ti pajānāti, yathā ca anuppannassa pītisambojjhaṅgassa uppādo hoti tañca pajānāti, yathā ca uppannassa pītisambojjhaṅgassa bhāvanāya pāripūrī hoti tañca pajānāti. dell’euforia …
Santaṁ vā ajjhattaṁ passaddhisambojjhaṅgaṁ ‘atthi me ajjhattaṁ passaddhisambojjhaṅgo’ti pajānāti, asantaṁ vā ajjhattaṁ passaddhisambojjhaṅgaṁ ‘natthi me ajjhattaṁ passaddhisambojjhaṅgo’ti pajānāti, yathā ca anuppannassa passaddhisambojjhaṅgassa uppādo hoti tañca pajānāti, yathā ca uppannassa passaddhisambojjhaṅgassa bhāvanāya pāripūrī hoti tañca pajānāti. della tranquillità …
Santaṁ vā ajjhattaṁ samādhisambojjhaṅgaṁ ‘atthi me ajjhattaṁ samādhisambojjhaṅgo’ti pajānāti, asantaṁ vā ajjhattaṁ samādhisambojjhaṅgaṁ ‘natthi me ajjhattaṁ samādhisambojjhaṅgo’ti pajānāti, yathā ca anuppannassa samādhisambojjhaṅgassa uppādo hoti tañca pajānāti, yathā ca uppannassa samādhisambojjhaṅgassa bhāvanāya pāripūrī hoti tañca pajānāti. della concentrazione …
Santaṁ vā ajjhattaṁ upekkhāsambojjhaṅgaṁ ‘atthi me ajjhattaṁ upekkhāsambojjhaṅgo’ti pajānāti, asantaṁ vā ajjhattaṁ upekkhāsambojjhaṅgaṁ ‘natthi me ajjhattaṁ upekkhāsambojjhaṅgo’ti pajānāti, yathā ca anuppannassa upekkhāsambojjhaṅgassa uppādo hoti tañca pajānāti, yathā ca uppannassa upekkhāsambojjhaṅgassa bhāvanāya pāripūrī hoti tañca pajānāti. dell’equanimità in lui comprende: ‘C’è il fattore di risveglio dell’equanimità in me’. Quando non c’è il fattore di risveglio dell’equanimità in lui comprende: ‘Non c’è il fattore di risveglio dell’equanimità in me’. Comprende come il fattore di risveglio dell’equanimità che non si è ancora manifestato si manifesta, e come, una volta manifestato, viene sviluppato del tutto.
Iti ajjhattaṁ vā dhammesu dhammānupassī viharati, bahiddhā vā dhammesu dhammānupassī viharati, ajjhattabahiddhā vā dhammesu dhammānupassī viharati; E quindi dimora contemplando un aspetto dei fenomeni internamente, esternamente, e sia internamente che esternamente.
samudayadhammānupassī vā dhammesu viharati, vayadhammānupassī vā dhammesu viharati, samudayavayadhammānupassī vā dhammesu viharati. Dimora contemplando i fenomeni come soggetti a venire in essere, come soggetti a svanire, e come soggetti sia a venire in essere che a svanire.
‘Atthi dhammā’ti vā panassa sati paccupaṭṭhitā hoti. Yāvadeva ñāṇamattāya paṭissatimattāya anissito ca viharati, na ca kiñci loke upādiyati. O la consapevolezza è stabilita in modo da sapere che i fenomeni esistono, al grado necessario per conoscenza e consapevolezza. Dimora indipendente, non attaccandosi a niente al mondo.
Evampi kho, bhikkhave, bhikkhu dhammesu dhammānupassī viharati sattasu bojjhaṅgesu. Così è come un monaco dimora contemplando un aspetto dei fenomeni in relazione ai sette fattori di risveglio.
Bojjhaṅgapabbaṁ niṭṭhitaṁ.
4.5. Dhammānupassanāsaccapabba 4.5. Le verità
Puna caparaṁ, bhikkhave, bhikkhu dhammesu dhammānupassī viharati catūsu ariyasaccesu. Inoltre, un monaco dimora contemplando un aspetto dei fenomeni in relazione alle quattro nobili verità.
Kathañca pana, bhikkhave, bhikkhu dhammesu dhammānupassī viharati catūsu ariyasaccesu? E come fa un monaco a dimorare contemplando un aspetto dei fenomeni in relazione alle quattro nobili verità?
Idha, bhikkhave, bhikkhu ‘idaṁ dukkhan’ti yathābhūtaṁ pajānāti, ‘ayaṁ dukkhasamudayo’ti yathābhūtaṁ pajānāti, ‘ayaṁ dukkhanirodho’ti yathābhūtaṁ pajānāti, ‘ayaṁ dukkhanirodhagāminī paṭipadā’ti yathābhūtaṁ pajānāti. È quando un monaco comprende secondo realtà: ‘Questa è la sofferenza’ … ‘Questa è l’origine della sofferenza’ … ‘Questa è la cessazione della sofferenza’ … ‘Questa è la pratica che porta alla cessazione della sofferenza’.
Iti ajjhattaṁ vā dhammesu dhammānupassī viharati, bahiddhā vā dhammesu dhammānupassī viharati, ajjhattabahiddhā vā dhammesu dhammānupassī viharati; E quindi dimora contemplando un aspetto dei fenomeni internamente, esternamente, e sia internamente che esternamente.
samudayadhammānupassī vā dhammesu viharati, vayadhammānupassī vā dhammesu viharati, samudayavayadhammānupassī vā dhammesu viharati. Dimora contemplando i fenomeni come soggetti a venire in essere, come soggetti a svanire, e come soggetti sia a venire in essere che a svanire.
‘Atthi dhammā’ti vā panassa sati paccupaṭṭhitā hoti. Yāvadeva ñāṇamattāya paṭissatimattāya anissito ca viharati, na ca kiñci loke upādiyati. O la consapevolezza è stabilita in modo da sapere che i fenomeni esistono, al grado necessario per conoscenza e consapevolezza. Dimora indipendente, non attaccandosi a niente al mondo.
Evampi kho, bhikkhave, bhikkhu dhammesu dhammānupassī viharati catūsu ariyasaccesu. Così è come un monaco dimora contemplando un aspetto dei fenomeni in relazione alle quattro nobili verità.
Saccapabbaṁ niṭṭhitaṁ.
Dhammānupassanā niṭṭhitā.
Yo hi koci, bhikkhave, ime cattāro satipaṭṭhāne evaṁ bhāveyya satta vassāni, tassa dvinnaṁ phalānaṁ aññataraṁ phalaṁ pāṭikaṅkhaṁ Chiunque sviluppi queste quattro basi della consapevolezza per sette anni può aspettarsi uno di due risultati:
diṭṭheva dhamme aññā; sati vā upādisese anāgāmitā. Illuminazione nella vita presente, o, se è rimasto qualcosa, il non ritorno.
Tiṭṭhantu, bhikkhave, satta vassāni. Figuriamoci sette anni,
Yo hi koci, bhikkhave, ime cattāro satipaṭṭhāne evaṁ bhāveyya cha vassāni …pe… chiunque sviluppi queste quattro basi della consapevolezza in questo modo per sei anni …
pañca vassāni … cinque anni …
cattāri vassāni … quattro anni …
tīṇi vassāni … tre anni …
dve vassāni … due anni …
ekaṁ vassaṁ … un anno …
tiṭṭhatu, bhikkhave, ekaṁ vassaṁ.
Yo hi koci, bhikkhave, ime cattāro satipaṭṭhāne evaṁ bhāveyya satta māsāni, tassa dvinnaṁ phalānaṁ aññataraṁ phalaṁ pāṭikaṅkhaṁ sette mesi …
diṭṭheva dhamme aññā; sati vā upādisese anāgāmitā.
Tiṭṭhantu, bhikkhave, satta māsāni.
Yo hi koci, bhikkhave, ime cattāro satipaṭṭhāne evaṁ bhāveyya cha māsāni …pe… sei mesi …
pañca māsāni … cinque mesi …
cattāri māsāni … quattro mesi …
tīṇi māsāni … tre mesi …
dve māsāni … due mesi …
ekaṁ māsaṁ … un mese …
aḍḍhamāsaṁ … due settimane …
tiṭṭhatu, bhikkhave, aḍḍhamāso. Figuriamoci due settimane,
Yo hi koci, bhikkhave, ime cattāro satipaṭṭhāne evaṁ bhāveyya sattāhaṁ, tassa dvinnaṁ phalānaṁ aññataraṁ phalaṁ pāṭikaṅkhaṁ chiunque sviluppi queste quattro basi della consapevolezza per sette giorni può aspettarsi uno di due risultati:
diṭṭheva dhamme aññā sati vā upādisese anāgāmitāti. Illuminazione nella vita presente, o, se è rimasto qualcosa, il non ritorno.
‘Ekāyano ayaṁ, bhikkhave, maggo sattānaṁ visuddhiyā sokaparidevānaṁ samatikkamāya dukkhadomanassānaṁ atthaṅgamāya ñāyassa adhigamāya nibbānassa sacchikiriyāya yadidaṁ cattāro satipaṭṭhānā’ti. ‘Monaci, ecco il cammino diretto per la purificazione degli esseri viventi, per trascendere tristezza e pianto, per porre fine a dolore e malinconia, per scoprire il sistema, e per realizzare l’estinzione: le quattro basi della consapevolezza’.
Iti yaṁ taṁ vuttaṁ, idametaṁ paṭicca vuttan”ti. Questo è ciò che ho detto, e questo è perché l’ho detto”.
Idamavoca bhagavā. Questo è ciò che il Buddha disse.
Attamanā te bhikkhū bhagavato bhāsitaṁ abhinandunti. Contenti, i monaci trassero piacere da ciò che il Buddha disse.
Satipaṭṭhānasuttaṁ niṭṭhitaṁ dasamaṁ.
Mūlapariyāyavaggo niṭṭhito paṭhamo.
Tassuddānaṁ
Mūlasusaṁvaradhammadāyādā,
Bheravānaṅgaṇākaṅkheyyavatthaṁ;
Sallekhasammādiṭṭhisatipaṭṭhaṁ,
Vaggavaro asamo susamatto.